Aiuto Biblico

I Comandamenti non sono Gravosi

Sermoni di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per domenica, 22 aprile, 2012 ---- cmd dv -----
Parole chiave: comandamenti di Dio, santificazione, vita cristiana, vivere per Cristo

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Quando Gesù ci invita ad andare a Lui per ricevere la salvezza, è un dono costoso. Egli dichiara:

“34 Poi chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: 'chiunque vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua, 35 perché chiunque vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e dell’evangelo, la salverà.” (Marco 8:34-35 LND)

Avere Cristo vuol dire rinnegare se stesso. Questo è un atto quotidiano, che significa dire “no” alla carne, giorno dopo giorno.

Quando uno diventa credente, all'inizio, solitamente ha grande gioia, pensando al fatto che Cristo è morto proprio per lui. Rinnegare la carne sembra abbastanza facile.

Però, man mano che si va avanti, spesso, quella gioia iniziale diminuisce. Il fatto di rinnegare la carne comincia a sembrare pesante. Come mai?

In Apocalisse 2 e 3, troviamo le lettere che Gesù ha dettato a Giovanni per le sette chiese. In Apocalisse 2:1-7, Gesù parla con l'angelo della chiesa di Efeso, e dopo aver elencato delle cose che facevano bene, elenca un grave problema, ovvero un peccato, che era in loro. Avevano lasciato il loro primo amore. Cristo chiama loro al ravvedimento.

Che cos'è il primo amore? Semplicemente riconoscere l'immensità dell'amore di Dio per noi. Noi amiamo perché Egli ci ha amato per primo.

È una cosa terribile lasciare il nostro primo amore per Dio. Com'è possibile lasciare il nostro primo amore? Succede quando togliamo i nostri occhi dall'immensità del dono del perdono e della salvezza. Succede quando guardiamo il costo della salvezza, e non i benefici.

Quando stiamo guardando a Cristo, quello che dobbiamo abbandonare non ci sembra importante. Però, quando non stiamo guardando a Cristo, e all'immensità del perdono, allora, tanti aspetti della vecchia vita ci attirano. Rinnegare noi stessi diventa qualcosa di pesante, perché non stiamo vedendo tutto secondo verità.

L'Apostolo Paolo: considerava tutto spazzatura

L'Apostolo Paolo aveva una vita soddisfacente, però, per avere Cristo, doveva rinnegare se stesso. In Filippesi 3:7-14, Paolo dichiara che quello che per lui prima era importante, le cose che gli erano guadagno, ora egli le considera spazzatura. Leggo una parte di quello.

“7 ma le cose che mi erano guadagno, le ho ritenute una perdita per Cristo. 8 Anzi, ritengo anche tutte queste cose essere una perdita di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù mio Signore, per il quale ho perso tutte queste cose e le ritengo come tanta spazzatura per guadagnare Cristo” (Filippesi 3:7-8 LND)

Paolo era totalmente focalizzato su Cristo. E perciò, non gli era difficile rinnegare se stesso.

Tutti devono vivere così?

Però, questo ci porta ad una domanda importante: Dio intende che ogni credente deve vivere così? Questo modo di vivere, è per tutti, o è solo per chi è credente da tempo, e arriva ad una maturità maggiore?

Potremmo fare la domanda in un altro modo:

Esistono più livelli di vita cristiana, un livello per giovani credenti, ed un altro per chi è più maturo? O un livello per credenti normali, ed un altro livello per quei credenti che hanno una chiamata particolare? La Bibbia insegna qualcosa del genere?

Notiamo quello che Gesù dichiara in Marco 8:34-37. Tenete in mente che seguire Gesù è una descrizione della salvezza.

“34 Poi chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: 'chiunque vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua 35 perché chiunque vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e dell’evangelo, la salverà. 36 Che gioverà infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde l’anima sua? 37 O che cosa potrebbe dare l’uomo in cambio dell’anima sua?'.” (Marco 8:34-37 LND)

Per avere Cristo, e la vita in Lui, uno deve perdere quello che era la sua vita.

A chi sta parlando Gesù qui? Non sta parlando ai discepoli. Piuttosto, Gesù sta parlando a chiunque vuole andare dietro a Lui, ovvero, chiunque vuole Gesù come Signore e Salvatore.

L'UNICO modo di avere Cristo è di voler Cristo così tanto da perdere quello che era la vita, di considerare come spazzatura quello che prima era importante.

Vediamo questa stessa verità brano dopo brano. Per esempio, leggo le parole di Cristo in Matteo 13:44-46, in cui spiega come uno arriva alla salvezza.

“44 Di nuovo, il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo, che un uomo, avendolo trovato nasconde; e, per la gioia che ne ha, va, vende tutto ciò che ha e compera quel campo. 45 Ancora, il regno dei cieli è simile ad un mercante che va in cerca di belle perle. 46 E, trovata una perla di grande valore, va, vende tutto ciò che ha, e la compera.” (Matteo 13:44-46 LND)

Questo brano parla di come avere la salvezza. Parla di essere pronti a lasciare tutto per avere Cristo.

Vediamo una cosa simile quando Gesù parla con il giovane ricco. Questo uomo voleva la vita eterna, ovvero, la salvezza. Quando chiese a Gesù cosa doveva fare per avere la vita eterna, Gesù gli rispose che doveva vendere tutto quello che aveva, per poi seguire Gesù.

Doveva rinnegare se stesso, abbandonare quello che gli era più importante.

Pensate a Zaccheo, il pubblicano. Essendo pubblicano, fino a quel giorno, era molto attaccato ai soldi. Quando credette in Gesù, rinunciò totalmente al suo attaccamento al denaro. Questo è un frutto della vera salvezza, un cambiamento radicale della sua vita.

In Luca 6, Gesù rende chiaro che averLo veramente come Signore e Salvatore vuol dire seguirLo veramente in tutto. Leggo Luca 6:46-49.

“46 Ora, perché mi chiamate, Signore, Signore, e non fate quello che dico? 47 Chiunque viene a me, e ode le mie parole e le mette in pratica, io vi mostrerò a chi e simile. 48 Egli è simile ad un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto il fondamento sopra la roccia, e venuta una piena, il torrente ha investito quella casa, ma non l’ha potuta scrollare perché era stata fondata sulla roccia. 49 Chi invece le ha udite e non le ha messe in pratica, è simile a un uomo che ha edificato una casa sopra la terra senza fondamento; quando il torrente l’ha investita, essa è subito caduta, e la sua rovina è stata grande.” (Luca 6:46-49 LND)

La vera salvezza porta ad una vita in cui uno ascolta Gesù, e fa quello che Gesù dice, in ogni campo della vita. Anche qui, Gesù non sta parlando di chi vuole essere un credente più maturo, sta parlando di chiunque vuole essere un credente. L'unico modo di essere un credente è di rinnegare se stesso, avendo visto il valore di Cristo.

Le religioni umane

Vediamo questo stesso messaggio ovunque guardiamo nella Bibbia. La chiamata di Dio è una chiamata radicale. In contrasto con questo, sono le religioni stabilite dagli uomini, che in nome di Dio, permettono un cammino con vari gradi di impegno. Però, questo non è mai qualcosa che viene presentato da Dio nella Bibbia. Al contrario, come abbiamo già visto, la chiamata alla salvezza è sempre una chiamata radicale, in cui uno lascia tutto, o, come dichiara Gesù, perde la sua vita, per trovare la vera vita.

Vediamo questo anche quando a Gesù viene chiesto qual è il più grande comandamento, in Marco 12. Leggiamo la sua risposta.

“28 Allora uno degli scribi che aveva udita la loro discussione, riconoscendo che egli aveva loro risposto bene, si accostò e gli domandò: "qual è il primo comandamento di tutti?". 29 E Gesù gli rispose: "il primo comandamento di tutti è: "ascolta, Israele: il Signore Dio nostro è l’unico Signore," 30 e: "ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". questo è il primo comandamento. 31 E il secondo è simile a questo: "ama il tuo prossimo come te stesso". non vi è alcun altro comandamento maggiore di questi".” (Marco 12:28-31 LND)

Qual è il PRIMO comandamento, quello più importante di tutti? C'è da dire che se qualcuno viene meno al comandamento più importante di tutti, osservare gli altri non ha valore agli occhi di Dio. Potremmo dire che il primo comandamento per un marito e una moglie è la fedeltà. Se un coniuge non è fedele, essere bravo a seguire gli altri comandamenti non importa.

Quello che Dio comanda, come comandamento più importante, è una amore assoluto per Dio, che controlla ogni aspetto della nostra vita. L'amore giusto è un amore con TUTTO il cuore. Non c'è nulla di paragonabile. Infatti, Gesù ci aiuta a capire quanto è radicale questo amore, quando dichiara:

“se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre, moglie e figli fratelli e sorelle e perfino la sua propria vita, non può essere mio discepolo'.” (Luca 14:26 LND)

Tenete in mente che nei Vangeli e negli Atti, la parola “discepolo” vuole dire seguace di Gesù, ovvero, uno che è salvato. Quindi, in questo brano, Gesù sta dichiarando che per poter essere un suo discepolo, per poter essere salvato, uno deve amare così tanto Gesù che è come se odiasse la propria famiglia e la propria vita.

Per avere Gesù Cristo come Signore e Salvatore, non bisogna aggrapparsi a nulla tranne che a Gesù Cristo. Gesù deve essere il tesoro. Bisogna considerare tutto il resto spazzatura. Per aggrapparsi a Cristo, uno deve perdere quello che era la sua vita. Come Gesù dichiara in Matteo 13, uno deve vendere tutto, per comprare il campo e così avere il tesoro più grande. La salvezza è un dono, ma è un dono solamente per chi lo desidera con tutto il cuore.

Allora, questo è per tutti

Alla luce di questo, pur essendo la salvezza un dono, in un certo senso, è anche estremamente costosa. Uno deve essere pronto a rinunciare a tutto per poter ricevere questo dono. Questo è il significato di quello che Gesù dichiara in Luca 14, quando spiega che per poter essere suo discepolo, ovvero per poter essere salvato, uno deve essere pronto a rinunciare a tutto quello che ha. Ascoltate mentre leggo le parole di Gesù Cristo in Luca 14.

“25 Or grandi folle andavano a lui, ed egli si rivolse loro e disse: 26 'se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre, moglie e figli fratelli e sorelle e perfino la sua propria vita, non può essere mio discepolo. 27 E chiunque non porta la sua croce e mi segue, non può essere mio discepolo. 28 Chi di voi infatti, volendo edificare una torre, non si siede prima a calcolarne il costo, per vedere se ha abbastanza per portarla a termine? 29 Che talora, avendo posto il fondamento e non potendola finire, tutti coloro che la vedono non comincino a beffarsi di lui, 30 dicendo: "quest’uomo ha cominciato a costruire e non è stato capace di terminare". 31 Ovvero quale re, andando a far guerra contro un altro re, non si siede prima a determinare se può con diecimila affrontare colui che gli viene contro con ventimila? 32 Se no, mentre quello è ancora lontano, gli manda un’ambasciata per trattar la pace. 33 Così dunque, ognuno di voi che non rinunzia a tutto ciò che ha, non può essere mio discepolo'.” (Luca 14:25-33 LND)

Non puoi essere salvato se non sei pronto a rinunciare veramente a tutto. Solo chi vuole la salvezza più di quanto vuole la vita stessa può ricevere il dono del perdono e la vita eterna in Gesù Cristo. Quando Gesù parla del fatto che prima di iniziare a costruire una torre, si calcola se si ha abbastanza per portarla a termine, sta dicendo, come paragone, che uno dovrebbe valutare se veramente vuole Cristo più di quanto vuole la sua stessa vita, e tutto il resto di quello che ha. Se qualcosa è più importante di quanto lo è Cristo, se qualcosa sembra difficile da abbandonare per Cristo, allora non vuoi ancora Cristo abbastanza. La soluzione non è quella di rinunciare a Cristo, ma piuttosto è di capire che Cristo vale più di ogni altra cosa.

È cosi per tutti?

A questo punto, dobbiamo riconoscere subito che questo è un impegno estremamente costoso e alto. Ma è proprio vero che tutti i veri credenti devono vivere così? Non c'è una via meno estrema che uno può prendere, e magari man mano arrivare ad un livello così alto?

Alla luce di tanti brani, dei quali alcuni li abbiamo visto oggi, è estremamente chiaro che Dio ha stabilito un solo livello per tutti i veri credenti: tutti devono avere un cuore tutto per Dio. Non esistono più livelli, come se uno potesse scegliere di seguire Cristo più o meno da vicino, come vuole.

Eppure, è facile credere che ci sono diversi livelli di credenti. Ma da dove viene l'idea che uno può essere più o meno impegnato per Dio, e seguire più o meno vicino Dio, un po' in base a quanto impegno vuole avere? Come mai quest'idea è così diffusa?

Questo concetto falso e anche malvagio viene dalle religioni inventate dagli uomini. Quasi ogni religione inventata dagli uomini insegna in modo diretto o indiretto una salvezza per opere, e perciò, insegna che esistono vari livelli di impegno. C'è un livello di comportamento e consacrazione che un semplice seguace deve avere, e poi, c'è un livello più alto, un impegno più grande, una consacrazione maggiore, per quelli che vogliono arrivare più in alto.

Vediamo questo modo di pensare chiaramente, per esempio, nella Chiesa Cattolica Romana. Nei secoli, la Chiesa Romana ha creato due livelli: quelli dei semplici cattolici, e poi, il livello più alto, di quelli che vogliono essere consacrati, che diventano preti e suore. Uno può scegliere di accontentarsi di un livello più basso, e va bene, come un altro può scegliere di arrivare ad un livello più alto. Secondo il loro pensiero, entrambi vanno bene per Dio.

I Testimoni di Geova hanno diversi livelli: per esempio, ci sono coloro che sono membri normali, e poi, ci sono coloro che sono più consacrati, che diventano anziani, e poi pionieri. Ognuno decide per conto suo quanto impegno vuole avere.

Troviamo la stessa cosa in altre religioni. Gli uomini stabiliscono religioni in cui ognuno può seguire a diversi livelli.

Al contrario di questo modo umano, tramite la Bibbia Dio stabilisce un unico metro per ogni vero credente. Questo metro è uguale per chi è stato appena salvato, ed è uguale per chi è salvato da anni. Non è che uno può vivere come vuole, e man mano deve sottomettere sempre più la sua vita a Dio. La chiamata alla salvezza è una chiamata ad una vita totalmente consacrata a Gesù Cristo.

Questo sembra gravoso

Quando arriviamo a capire questo, la nostra prima reazione potrebbe essere pensare che questo sembri pesante. Sembra pesante ubbidire a tanti comandamenti di Dio. Per esempio, in Matteo 5:43-45, leggiamo un comandamento da parte di Gesù Cristo, che è molto pesante per la nostra carne. Ve lo leggo.

“43 Voi avete udito che fu detto: "ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico". 44 Ma io vi dico: amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano, 45 affinché siate figli del padre vostro, che è nei cieli, poiché egli fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i malvagi e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.” (Matteo 5:43-45)

Nella carne, non è facile amare i nostri nemici, e fare del bene a coloro che ci odiano. Eppure, è proprio così quello che Dio ci comanda.

Oppure, in Romani 15:1-3, leggiamo:

“1 Or noi, che siamo forti, dobbiamo sopportare le debolezze dei deboli e non compiacere a noi stessi. 2 Ciascuno di noi compiaccia al prossimo nel bene, per l’edificazione, 3 poiché anche Cristo non ha compiaciuto a se stesso, ma come sta scritto: "gli oltraggi di coloro che ti oltraggiano sono caduti su di me".” (Romani 15:1-3 LND)

Per capire questo brano, è importante capire che i deboli in questo brano sono credenti che oltre ad ubbidire scrupolosamente ai comandamenti di Dio, inventano altri comandamenti che Dio non ha fatto, e seguono anche quelli. Questa succede perché non conoscono bene la Bibbia.

Questi credenti deboli evitano cose che in realtà potrebbero fare. È importante capire che qui i deboli vivono più scrupolosamente di quello che Dio insegna. In questo brano, anche i forti seguono tutti i comandamenti, ma essendo maturi e conoscendo bene la Bibbia riconoscono che certe posizioni dei deboli non sono da Dio.

Il punto di questo brano è che i forti dovrebbero sacrificare i loro diritti, se serve anche per tutta la vita, per non far inciampare i deboli. Magari un credente debole matura e capisce meglio la Bibbia, poi però viene salvato unaltro, e dopo un po', un altro ancora. Perciò, può essere che i forti debbano rinunciare a certi loro diritti anno dopo anno. Questo è il comandamento che troviamo qui.

Alla luce di questo e di altri insegnamenti, facilmente nella carne potremmo vedere la vita cristiana come qualcosa di pesante e gravosa. Potrebbe sembrare ingiusto che io debba rinunciare ai miei diritti per una persona debole, quando io ho capito la Bibbia correttamente e lui no.

Ma tutti questi ragionamenti sono falsi, e in realtà sono anche malvagi.

Perché sono malvagi? Per quello che ci sta sotto. Quale ragionamento sta sotto il modo di pensare che non sia giusto che io debba sempre rinunciare per gli altri?

Sotto quel pensiero, c'è il pensiero che io merito più di quello. Io merito di fare come voglio io, ne ho i diritti. C'è il pensiero che merito da Dio, e non è giusto che Dio mi privi di quei diritti.

Inoltre, questo modo di pensare è malvagio anche perché non tiene presente Gesù Cristo, e quanto egli ha sacrificato se stesso per poterci salvare. Gesù Cristo ha rinunciato ad ogni suo diritto, per potersi caricare dei nostri peccati, per subire l'ira di Dio che doveva cadere su di noi. Dio ci chiama ad imitare Cristo. Se Gesù Cristo, il Signore dell'universo, ha rinunciato ai suoi diritti, chi siamo noi per insistere sui presunti diritti nostri?

Certo, a volte i comandamenti di Dio possono sembrarmi gravosi. Però, posso essere sicuro che qualunque volta i comandamenti di Dio mi sembrano gravosi, sto vedendo qualcosa in modo storto. È quasi sicuro che ogni volta che vedo un comandamento di Dio come pesante o gravoso, che non sto ringraziando Dio profondamente per la sua misericordia verso me, la sua compassione per me, e la sua grazia per me in Cristo Gesù.

Ricordiamo la verità in 1Giovanni 5:3

“questo infatti è l’amore di Dio: che noi osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.” (1Giovanni 5:3 LND)

Qui, la Parola di Dio dichiara chiaramente che i suoi comandamenti non sono gravosi. Perciò quando a me o a te sembrano gravosi, è perché abbiamo pensieri storti. Abbiamo qualche peccato nel cuore che ci fa vedere in modo sbagliato.

Quello che vorrei fare nel resto di questo sermone è di considerare alcuni brani con degli insegnamenti, e notare che ogni insegnamento è basato su qualcosa che è stato dato a noi da Dio, o fatto a noi da Dio. Cioè, prima Dio ci dichiara chi e quello che ha fatto per noi. Poi ci insegna come vivere alla luce di quello.

La mia preghieraè che mentre consideriamo questi brani, che sono solamente un esempio di tanti altri brani, in tutta la Bibbia, possiamo renderci conto che i comandamenti di Dio non sono gravosi.

Comandamenti, insegnamenti.

La chiamata alla vera vita

Passo ad alcuni altri brani.

Per esempio, in Efesini, i primi tre capitoli parlano della salvezza, dichiarando l'immensità del dono di Dio nel salvarci. Ci spiega che eravamo senza Dio, senza le promesse, e senza speranza. Ora, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo di Cristo. Ci parla dell'amore di Dio per noi, un amore così immenso che sorpassa ogni conoscenza. Dopo queste verità meravigliose, e tante altre, arriviamo a come dovremmo vivere. Notiamo come inizia Efesini 4.

“io dunque, il prigioniero per il Signore, vi esorto a camminare nel modo degno della vocazione a cui siete stati chiamati,” (Efesini 4:1 LND)

Tutti i comandamenti che seguono, sono un “dunque”, non sono altro che una spiegazione di come vivere in un modo degno della meravigliosa vocazione con cui Dio ci ha chiamato, quando eravamo persi nei nostri peccati. Se teniamo in mente questa chiamata, nessun comandamento potrà essere gravoso. Però, se dimentichiamo da dove siamo stati chiamati, allora, un comandamento potrebbe sembrare gravoso, pur non essendo così.

Amati da Dio

Efesini 5 inizia un ulteriore elenco di comandamenti, ma inizia ricordandoci quanto siamo amati da Dio. Leggo Efesini 5:1-3.

“1 Siate dunque imitatori di Dio, come figli carissimi, 2 e camminate nell’amore, come anche Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi, in offerta e sacrificio a Dio come un profumo di odore soave. 3 Ma come si conviene ai santi, né fornicazione, né impurità alcuna, né avarizia siano neppure nominate fra di voi;” (Efesini 5:1-3 LND)

Il brano continua con tanti altri comandamenti. Però, notate che inizia ricordandoci che siamo figli amati da Dio, e che Cristo ha dato se stesso per noi. Alla luce di questo, nessun comandamento è gravoso. Però, se dimentichiamo di pensare a quanto è immenso e prezioso l'amore di Dio per noi, allora, possiamo vedere certi comandamenti come gravosi.

La Misericordia di Dio per noi

Nell'epistola ai Romani, i primi undici capitoli parlano della salvezza, e come era assolutamente impossibile per noi di essere giustificati per merito nostro, e come Dio ha scelto di salvarci, nonostante che eravamo peccatori come tutti gli altri. Dopo tutti questi capitoli che ci aiutano a capire l'immensità della misericordia di Dio, il capitolo 12 inizia dandoci le istruzioni su come dobbiamo vivere. Notate la base della nostra ubbidienza, mentre leggo Romani 12:1-2.

“1 Vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi, il che è il vostro ragionevole servizio, quale sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio. 2 E non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio.” (Romani 12:1-2 LND)

I comandamenti sono tutti fondati sulla misericordia che Dio ha usato nei nostri confronti. Se uno non avesse ricevuto la misericordia di Dio, allora sì, i comandamenti potrebbero essere gravosi. Però per noi che siamo i beneficiari della preziosa misericordia di Dio, i comandamenti di Dio non sono gravosi, piuttosto, siamo privilegiati per poter ubbidire, perché vuol dire che siamo veri figli di Dio. Questo brano comanda una trasformazione della persona stessa. Senza Cristo, questo sarebbe pesante, ma ricordando la misericordia di Dio, è un giogo dolce e leggero.

Essere diventati Vere Pecore, Essere Amati

Gesù dichiara, in Giovanni 10:27

“le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono” (Giovanni 10:27 LND)

Le vere pecore di Cristo ascoltano la sua voce, e seguono Gesù, il che vuole dire che ubbidiscono alla sua voce, che noi abbiamo nei comandamenti della Bibbia. In Giovanni 14:21

“Chi ha i miei comandamenti e li osserva, è uno che mi ama, e chi mi ama sarà amato dal Padre mio; e io lo amerò e mi manifesterò a lui.” (Giovanni 14:21 LND)

Il vero amore per Dio consiste nell' ubbidire di cuore a tutti i suoi comandamenti. Noi possiamo amare Dio solamente perché Dio ci ha amati per primo. Certamente, questo vuol dire un cambiamento radicale della nostra vita, perché senza Cristo, tanti aspetti della vita non rispecchiano la santità di Dio. Eppure, alla luce del privilegio di essere amati da Dio, i comandamenti di Dio non sono per nulla gravosi. È solo se dimentichiamo dell'amore di Dio per noi, che il nostro amore per Dio si raffredda, e che i comandamenti sembrano gravosi.

Risuscitati con Cristo

In Colossesi 3:1-13, leggiamo una serie di comandamenti. Però, notiamo come inizia questo brano. Leggo Colossesi 3:1.

“1 Se dunque siete risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio. 2 Abbiate in mente le cose di lassù, non quelle che sono sulla terra, 3 perché voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. 4 Quando Cristo che è la nostra vita apparirà, allora anche voi apparirete con lui in gloria. 5 Fate dunque morire le vostre membra che sono sulla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e avidità, che è idolatria” (Colossesi 3:1-5 LND)

Avete notato? Prima di iniziare con i comandamenti, Paolo elenca l'incredibile beneficio che noi siamo stati risuscitati con Cristo, e poi, che quando Cristo apparirà, noi appariremo con Lui in gloria. Alla luce di questo, i comandamenti di Dio sono leggeri.

La nostra Cittadinanza è nei Cieli

In Filippesi 3:20, fino a 4:1, leggiamo:

“20 la nostra cittadinanza infatti è nei cieli, da dove aspettiamo pure il Salvatore, il Signor Gesù Cristo, 21 il quale trasformerà il nostro umile corpo, affinché sia reso conforme al suo corpo glorioso, secondo la sua potenza che lo mette in grado di sottoporre a sé tutte le cose. 4:1 Perciò, fratelli miei cari e desideratissimi, gioia e corona mia, state fermi in questa maniera nel Signore, o carissimi.” (Filippesi 3:20-4:1 LND)

La nostra cittadinanza è nei cieli, e da lì aspettiamo Cristo, che ci trasformerà. Dobbiamo ricordare questo, e allora i comandamenti di Dio non saranno più gravosi.

Conclusione

Quel è il punto di tutto questo?

Prima di tutto, dobbiamo capire che esiste un solo metro. Che uno sia salvato da un mese, o da cinquant'anni, esiste un unico metro di come Dio ci chiama ad essere. Chi va a Cristo per la salvezza, deve rinnegare se stesso, prendere la sua croce, e seguire Cristo in tutto, giorno per giorno. Chi ama Cristo, deve ubbidire a tutti i suoi comandamenti.

Però, i suoi comandamenti non sono gravosi. Possono SEMBRARE gravosi, quando non stiamo guardando a quello che era la nostra condizione, e quello che Cristo ha pagato per salvarci, e qual è l'immensità dell'amore di Dio per noi in Cristo, ora e per l'eternità.

Quindi, la mia preghiera è che possiamo tutti meditare di più sull'immensità dell'amore di Dio per noi, che possiamo pensare alle cose celesti, che possiamo vedere la vita per quello che è.

Quanto siamo benedetti, quando siamo ricchi, con ogni benedizione spirituale in Cristo. Prego che possiamo voler stare in stretta comunione con Cristo, in modo che tutto quello che ci attirava prima, lo considereremo tanta spazzatura, per la gioia di conoscere sempre di più l'eccellenza di Gesù Cristo.

O che possiamo vedere più di Cristo!

Preghiamo: Padre, mostraci più di Cristo.