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Abrahamo: Fede in Dio, parte 1

Sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 23 agosto 2015, – mdf na –
Parole chiave: Abramo, Abrahamo, fede, fedeltà di Dio.

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Sappiamo tutti che la vita cristiana è una vita di fede. Però, non è sempre facile avere fede. In realtà, a volte è molto difficile avere fede. Fede è credere in qualcosa che non possiamo vedere. Vediamo i problemi,le difficoltà e le tentazioni. Spesso, siamo tentati a camminare in base a quello che è reale intorno a noi, non in base a qualcosa che non possiamo né vedere, né toccare. Eppure, la vita di fede è proprio quella, cioè è il vivere per qualcosa che non possiamo né vedere, né toccare. Vivere per fede è vivere per quello che Dio ci dichiara, non perché ha senso logico e, a volte, a causa della nostra limitatezza, potrebbe non averne, ma perché confidiamo in Dio e quindi in quello che Egli afferma essere vero.

Dio conosce pienamente la nostra natura, conosce le nostre debolezze e viene incontro ad esse. Perciò, sapendo quanto ci è difficile avere fede, Dio ci aiuta, dandoci esempi di uomini di fede, per aiutarci a vedere quanto Dio è fedele, fortificando così la nostra fede.

Come credenti, è importante leggere la Bibbia, non solo per capire le varie dottrine, ma anche per studiare i racconti di come Dio ha operato con il Suo popolo. È proprio vedendo la fedeltà di Dio, volta dopo volta, che la nostra fede sarà fortificata.

Per vedere di più della fedeltà di Dio, oggi vorrei considerare alcuni aspetti della vita di Abrahamo. Abrahamo è uno degli uomini più importanti della Bibbia e viene menzionato più di 250 volte. Abrahamo è considerato il padre del popolo di Israele, ma, nel Nuovo Testamento, impariamo che egli è anche il padre di tutti quelli che hanno fede. La Bibbia ci rivela che Abrahamo era un uomo con i suoi difetti e, infatti, racconta varie delle sue cadute. Però, la vita di Abrahamo dimostra la fedeltà di Dio. E, perciò, vogliamo considerare alcuni aspetti della sua vita con lo scopo che, vedendo come Dio ha operato in essa, mantenendo la Sua Parola, possiamo avere fiducia che Dio opererà anche nelle nostre vite, fedele alla Sua Parola ed alle Sue promesse.

Se ricordate, in Genesi, troviamo la genealogia da Adamo fino ad Noè e poi fino ad Abrahamo, che all'inizio fu chiamato Abramo. Vediamo che, nonostante che il mondo fosse malvagio, dall'inizio Dio preservò una linea di uomini con fede che portavano avanti le verità che Egli aveva loro rivelato. Abramo faceva parte di quella linea. Così, comprendiamo che Abrahamo sapeva quello che Dio aveva rivelato ai suoi antenati. Ed Abrahamo credeva in Dio e nelle verità di Dio.

Abramo nacque nella città di Ur. Ad un certo punto della sua vita, Dio parlò a lui, comandandogli di uscire dalla sua città, per andare in un posto che Dio stesso avrebbe gli indicato in seguito.

Trovate con me Genesi 11, in cui leggiamo del padre di Abramo, che fu coinvolto nel piano di Dio per Abramo. Notate che entrambi lasciano Ur per andare nella terra di Canaan, ma, anziché arrivare nel luogo stabilito da Dio, si fermarono e si stabilirono nella città di Haran.

“26 Terah visse settant’anni e generò Abramo, Nahor e Haran. 27Questa è la discendenza di Terah. Terah generò Abramo, Nahor e Haran; e Haran generò Lot. 28 Haran morì alla presenza di Terah suo padre, nel suo paese nativo, in Ur dei Caldei. 29 E Abramo e Nahor si presero delle mogli; il nome della moglie di Abramo era Sarai, e il nome della moglie di Nahor, Milkah, figlia di Haran, padre di Milkah e padre di Iskah. 30 Ma Sarai era sterile, non aveva figli. 31 Poi Terah prese suo figlio Abramo e Lot, figlio di Haran, cioè il figlio di suo figlio, e Sarai sua nuora, moglie di Abramo suo figlio, e uscirono insieme da Ur dei Caldei per andare nel paese di Canaan; ma giunti a Haran, vi si stabilirono. 32 E il tempo che Terah visse fu di duecentocinque anni; poi Terah morì in Haran.” (Genesi 11:26-32 LND).

Dio chiamò Abramo fuori da Ur e Abramo usci, insieme a suo padre ed anche a suo nipote Lot. Essi arrivarono fino a metà strada, la città di Haran, dove si stabilirono, evidentemente per vari anni. Poi, il padre di Abramo, Terah, morì e Dio parlò di nuovo con Abramo, comandandogli di proseguire verso il luogo che Dio gli avrebbe indicato in seguito. Leggiamo Genesi 12:1-4. In questo brano, Dio gli comanda cosa fare e gli fa delle promesse incredibili.

“1 Ora l’Eterno disse ad Abramo: "Vattene dal tuo paese, dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò. 2 Io farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai una benedizione. 3 E benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà; e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra. 4Allora Abramo partì come l’Eterno gli aveva detto, e Lot andò con lui. Abramo aveva settantacinque anni quando partì da Haran.” (Genesi 12:1-4 LND)

Notate qui che Dio comanda ad Abramo di lasciare il suo paese e i suoi parenti per andare in un posto che, a quel punto, Abramo non conosceva. Fermatevi un attimo per capire quello che Dio sta dicendo ad Abramo. Dio comanda ad Abramo di lasciare tutto quello che conosceva, per andare in un posto lontano che non conosceva. Questo era un comandamento che richiedeva ad Abramo di fidarsi ciecamente e totalmente della Parola di Dio. Dio non gli ha dato alcuna conferma materiale o pratica riguardo al luogo verso il quale Egli lo stava indirizzando. Abramo doveva solo fidarsi di quello che Dio aveva detto. Tutto questo per andare in un posto che non aveva mai visto.

Insieme a questo comandamento, Dio fece ad Abramo delle promesse strepitose. Ecco, Abramo, un uomo ormai anziano, aveva 75 anni, senza figli, e Dio gli fece delle promesse, strinse con lui un patto umanamente incredibile e, usando la logica umana, impossibile da credere. Leggo di nuovo questa promessa nei versetti 2 e 3 del capitolo 12 di Genesi.

2 Io farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai una benedizione. 3 E benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà; e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra. (Genesi 12:2,3).

Questa è una promessa incredibile. Dio dichiara a quest'uomo anziano e senza figli che farà di lui, ovvero della sua discendenza, una grande nazione, una nazione nuova che, in quel momento storico, non esisteva. Dichiara di benedirlo grandemente, al punto da benedire quelli che lo avrebbero benedetto e da maledire chi lo avrebbe maledetto. E poi dichiara quello che noi sappiamo essere una profezia del Messia, dichiarando che, in lui, ovvero in un suo discendente, sarebbero state benedette tutte le famiglie della terra. Cioè, dalla discendenza di Abramo, sarebbe arrivato un individuo che avrebbe portato benedizione su persone appartenenti ad ogni popolo della terra. Questa è una profezia che Gesù Cristo sarebbe stato un discendente di Abrahamo.

È difficile per noi concepire l'immensità di questo patto unilaterale che Dio fece con Abramo. Effettivamente, con questa promessa, Dio dichiarò che avrebbe benedetto il mondo intero tramite Abrahamo.

Dio diede ad Abramo queste incredibili promesse. Ma non gli diede alcuna prova riguardo ad esse. In altre parole, Abramo aveva solamente la Parola di Dio a cui era chiamato a credere.

Dio non compì alcun miracolo, nè fece alcun segno per Abramo al fine di provare che quello che gli dichiarò si sarebbe adempiuto. Abramo doveva semplicemente fidarsi della Parola di Dio. Doveva credere nella persona di Dio. La prova di quello che Dio dichiarò ad Abramo era semplicemente il fatto che, quanto dichiarato, veniva dalla bocca di Dio.

Ed Abramo credette in Dio e questo gli fu messo in conto come giustizia.

Infatti, questo viene dichiarato tre volte nel Nuovo Testamento. Vi leggo Romani 4:3 e poi Galati 3:6. Troviamo la stessa dichiarazione anche in Giacomo:

“Infatti, che dice la Scrittura? "Or Abrahamo credette a Dio e ciò gli fu imputato a giustizia".” (Romani 4:3)
“Così Abrahamo "credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto di giustizia";” (Galati 3:6 LND)

Quindi, l'aspetto più importante della persona di Abrahamo era rappresentato dal fatto che egli credeva in Dio. Questo è quello che dovremmo imitare anche noi!

Che cosa permetteva ad Abrahamo di credere in Dio, quando quello che Dio gli dichiarò era così lontano da quello che sembrava possibile con la ragione umana? Che cosa gli permise di credere ciecamente in quello che Dio gli dichiarò?

Prima di tutto, una fede cieca in Dio e ben fondata, anche se tante persone pensano che sia irrazionale. Tante persone credono che è più razionale fidarsi di quel che si può vedere e toccare che in un Dio che non si può vedere. Ma, in realtà, la cosa più razionale della vita è fidarsi totalmente ed assolutamente di Dio, il Creatore e Sovrano di tutto. È razionale ed è saggio in base a chi è Dio. Alla luce di chi è Dio, è assurdo NON confidare pienamente in Lui.

Quando consideriamo la fede di Abrahamo, ricordate che Abramo aveva meno conoscenza di Dio di quanta ne abbiamo noi. Noi abbiamo tutta la Bibbia scritta, mentre, al tempo di Abramo, non esisteva niente della Bibbia. Noi abbiamo molto di più della rivelazione di Dio di quanto egli ne aveva. Eppure, la conoscenza di Dio che Abramo aveva era più che sufficiente per dargli fede in quello che Dio gli diceva.

Pensando alla linea genealogica di cui fu un discendente, è quasi sicuro che Abramo sapeva del diluvio e di quello che era successo. Il figlio di Noè, Sem, restò in vita per gran parte della vita di Abramo. Possiamo presumere che Abramo sapeva benissimo che Dio aveva annunciato il Suo giudizio sul mondo e poi, fedele alla Sua Parola, aveva distrutto il mondo con il diluvio, salvando Noè ed suoi figli. Quindi, Abramo sapeva che Dio era fedele nel mantenere la Sua Parola. Dalla natura stessa vedeva la divinità di Dio e qualcosa della Sua potenza. Questo bastava ad Abramo per potersi fidare di Dio anche di fronte ad una dichiarazione che, umanamente, sembrava impossibile da realizzare. Se Dio poteva mandare un diluvio per distruggere tutti gli esseri viventi presenti sulla terra, tranne quelli che si trovavano nell'arca, di certo Egli poteva compiere quello che aveva dichiarato ad Abramo. E così, Abramo credette in Dio. La fede di Abrahamo fu fondata sul carattere e sulla divinità di Dio.

Descritto in Ebrei 11

Vogliamo vedere la fede di Abrahamo come un esempio da seguire per noi . Anche noi siamo stati chiamati a camminare per fede. Anche noi siamo stati chiamati verso un paese lontano, il cielo, che non abbiamo mai visto. Anche noi abbiamo ricevuto una promessa immensa, quella di trascorrere l'eternità con Dio. Quindi, anche noi dobbiamo camminare per fede.

Guardiamo ancora di più alla fede di Abramo ed alla fedeltà di Dio nei suoi confronti, per fortificare la nostra fede.

Vorrei leggere la prima parte di quello che leggiamo di Abramo in Ebrei 11:8-16. Notate che Abramo aveva fede in Dio. A questo punto, viene chiamato con il nome che Dio gli ha dato, Abrahamo. Questa brano ci descrive una vita di fede in Dio. Ve lo leggo:

“8 Per fede Abrahamo, quando fu chiamato, ubbidì per andarsene verso il luogo che doveva ricevere in eredità; e partì non sapendo dove andava. 9 Per fede Abrahamo soggiornò nella terra promessa, come in paese straniero, abitando in tende con Isacco e Giacobbe, eredi con lui della stessa promessa, 10 perché aspettava la città che ha i fondamenti, il cui architetto e costruttore è Dio. 11 Per fede anche Sara stessa, benché avesse oltrepassato l’età, ricevette forza per concepire il seme e partorì perché ritenne fedele colui che aveva fatto la promessa. 12 Perciò da un sol uomo, e questi come fosse morto, sono nati discendenti numerosi come le stelle del cielo e come la sabbia lungo la riva del mare, che non si può contare. 13 Tutti costoro sono morti nella fede, senza aver ricevuto le cose promesse ma, vedutele da lontano, essi ne furono persuasi e le accolsero con gioia, confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra. 14 Coloro infatti che dicono tali cose dimostrano che cercano una patria. 15 E se avessero veramente avuto in mente quella da cui erano usciti, avrebbero avuto il tempo per ritornarvi. 16 Ma ora ne desiderano una migliore, cioè quella celeste; perciò Dio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio, perché ha preparato loro una città.” (Ebrei 11:8-16)

Quello che notiamo in questo brano è che, ciò che Abrahamo fece, lo fece perché aveva fede in Dio. Cioè, Abramo non vedeva nulla di concreto o materiale che confermava quello che Dio gli aveva promesso. Però, avendo capito come Dio aveva mantenuto la Parola in qualcosa di grande quanto il diluvio, era convinto che Egli avrebbe mantenuto la Sua Parola anche nella sua vita, nonostante che le promesse che Dio fece a lui erano pressoché umanamente impossibili da comprendere.

Abrahamo e gli altri avevano fede e, perciò vivevano per qualcosa che va al di là di questa vita. Vivevano per qualcosa che si realizzerà nel futuro. Fidarsi veramente di Dio significa camminare con gli occhi in avanti, anche quando non si vede quello che Dio ha promesso di realizzare.

Infatti, la fede è credere in quello che non possiamo vedere, in quello che non è verificabile con mezzi umani. La fede è fondata sicuramente nel Signore dei signori, il Dio che è al di sopra di ogni difficoltà che gli uomini possono crearci. La fede in Dio non dipende dalle nostre circostanze attuali, piuttosto, essa è fondata sul carattere di Dio e sul fatto che Egli può tutto. Leggo la definizione della fede che troviamo in Ebrei 11:1-3:

“1 Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono; 2 infatti per mezzo di essa gli antichi ricevettero testimonianza. 3 Per fede intendiamo che l’universo è stato formato per mezzo della parola di Dio, sì che le cose che si vedono non vennero all’esistenza da cose apparenti.” (Ebrei 11:1-3 LND)

La fede non è fondata su una qualunque cosa che si può vedere, perché, allora, non sarebbe più fede. La fede è fondata totalmente in chi è Dio. La nostra fede è forte in proporzione a quanto comprendiamo chi è Dio e a quanto guardiamo a Lui, anziché a quello che ci circonda.

Quindi, per avere più fede, dobbiamo guardare sempre di più a Dio. Più conosciamo Dio, più teniamo in mente la fedeltà di Dio nel passato, più forte sarà la nostra fede per il futuro.

Dio aveva dichiarato ad Abramo che avrebbe fatto di lui una grande nazione. Poi, quando Abramo fu nel paese di Canaan, Dio gli promise che avrebbe dato quella terra alla sua discendenza. Dicendo questo, Dio dichiarava pure chiaramente che avrebbe dato ad Abramo una discendenza. E Abramo credette in Dio, come leggiamo in Genesi 12:7-8. Ve lo leggo:

“7 Allora l’Eterno apparve ad Abramo e disse: "Io darò questo paese alla tua discendenza". Allora Abramo vi costruì un altare all’Eterno che gli era apparso. 8 Di là si spostò verso la montagna a est di Bethel, e piantò le sue tende, avendo Bethel a ovest e Ai a est; e là costruì un altare all’Eterno e invocò il nome dell’Eterno.” (Genesi 12:7-8 LND)

Di nuovo, Dio fece una promessa ad Abramo di qualcosa che era umanamente impossibile. Abramo era un uomo vecchio e senza figli. Soggiornava come straniero in quel paese. Eppure, Dio gli promise di dare a lui ed alla sua discendenza quella terra, quando egli non aveva alcuna discendenza. Abramo credette in Dio, nonostante che la promessa sembrava umanamente impossibile da realizzarsi. Adorò Dio, credendo che Dio è capace di fare quello che dichiara, anche se è umanamente impossibile. La fede di Abramo fu fondata solamente nella persona di Dio. Questa è l'unica base solida per la nostra fede. Dio è degno della nostra fede, perché Dio porta a compimento tutto quello che dichiara. Aveva distrutto il mondo con un diluvio, come aveva dichiarato, e avrebbe fatto anche ciò che aveva promesso ad Abrahamo. Ricordare la fedeltà di Dio nel passato fortifica la nostra fede per il futuro.

La Caduta di Abramo in Egitto

In Genesi 12:10-29, vediamo una situazione in cui Abramo manca di fede in Dio.

Egli, infatti, andò in Egitto ed ebbe paura, riconoscendo che, con una moglie bella come Sara, avrebbero potuto ucciderlo per sottrargliela. Perciò, disse a Sara di dire che era sua sorella. Il fatto di vedere questa cosa come un pericolo, fece sì che Abramo distogliesse gli occhi da Dio e, perciò, la sua fede vacillò. Infatti, in questa circostanza, Abramo non stava guardando a Dio con fede. Credeva di doversi arrangiare lui per salvarsi la vita.

Questo era, ovviamente, un peccato da parte sua, ma tale peccato non cambiava il piano di Dio per lui e non cambiava la fedeltà di Dio nel portare avanti il Suo piano. E, perciò, quando il faraone prese Sara come moglie, fu Dio a proteggere l'onore di lei e, come se non bastasse, protesse pure Abramo e lo rese ancora più benedetto. Infatti, Abramo uscì dall'Egitto molto più ricco di quando vi aveva fatto ingresso. Tramite questo intervento, Dio mostrò ad Abramo che poteva fidarsi di Lui. E così, anche in quest'occasione che segnò una caduta da parte sua, Abramo poteva capire la fedeltà di Dio in modo da avere ancora più fede in Lui.

Parimenti, ciò vale anche per noi che siamo salvati; cioè, nonostante le tante volte che cadiamo, il fatto che Dio continua a portare avanti il Suo piano in noi, è un qualcosa che può fortificare la nostra fede ancora di più. Quindi, sia quando camminiamo bene, sia quando camminiamo male, possiamo riconoscere la fedeltà di Dio e così la nostra fede può essere fortificata.

Cari fratelli e sorelle, quello che ci serve è di avere una fede sempre più forte!

Quindi, è importante che scegliamo di pensare molto e a fondo alla fedeltà di Dio. È buono passare del tempo riflettendo e parlando della fedeltà di Dio, in noi, negli altri e nella storia, soprattutto nella storia biblica.

Dio Ripete la Promessa (Genesi 13:14)

In Genesi 13, leggiamo di come Abramo e Lot si separarono, perché non c'era abbastanza spazio per tutti i loro animali. Anche in questo episodio, vediamo la fede di Abramo in azione nel fatto che diede a Lot la possibilità di scegliere per primo dove voleva stabilirsi, dicendo che si sarebbe stabilito nel luogo scartato da Lot. Questo di Abramo era un atto di fede. Visto che Dio aveva promesso di dare alla sua discendenza tutto il paese, lasciando a Lot la prima scelta, Abramo dimostrava di confidare in Dio e non pensava di doversi arrangiare per conto suo. Questo è il contrario di quello che aveva fatto in Egitto. Quindi, vediamo che la sua fede era cresciuta. Dopo che lui e Lot si furono separati, l'Eterno parlò di nuovo ad Abramo. Leggo quello che gli disse e che è contenuto in Genesi 13:14-18:

“14E l’Eterno disse ad Abramo, dopo che Lot si fu separato da lui: "Alza ora i tuoi occhi e mira dal luogo dove sei a nord a sud; a est e a ovest. 15 Tutto il paese che tu vedi, io lo darò a te e alla tua discendenza, per sempre. 16 E renderò la tua discendenza come la polvere della terra; per cui, se qualcuno può contare la polvere della terra, si potrà contare anche la tua discendenza. 17 Levati, percorri il paese in lungo e in largo, perché io lo darò a te". 18 Allora Abramo levò le sue tende e venne ad abitare alle querce di Mamre, che sono a Hebron; e là costruì un altare all’Eterno.” (Genesi 13:14-18 LND)

Di nuovo, Dio promette ad Abramo di fare quello che umanamente era impossibile. Per prima cosa, egli promette ad Abramo, un uomo anziano senza figli, di dargli tutto quel paese. Visto che Abramo non aveva alcun figlio, una tal promessa era umanamente assurda da mantenere. Poi, gli promette di rendere la sua discendenza molto numerosa. Alla luce del fatto che Abramo era un uomo vecchio con una moglie sterile e vecchissima, in base alla logica umana, la promessa sembrava ancora più assurda. Però, Abramo credette a quella promessa per fede.

E questo è un esempio di quello che anche noi dobbiamo fare. Dobbiamo credere a Dio per fede, non in base alle nostre circostanze del momento, non in base a quello che ci sembra possibile o meno con la logica umana, ma in base al fatto che Dio è Dio, che Egli è il Sovrano e che può tutto.

Dio Promette un Figlio (Genesi 15)

Finora, Dio aveva parlato con Abramo di una discendenza. In Genesi 15, Dio si rivolge di nuovo ad Abramo, ma questa volta gli spiega specificamente che gli darà un figlio. All'inizio del loro discorso, Dio parla della ricompensa di Abramo, che era rappresentata dalla discendenza. Abramo qui dimostra che non capiva come fosse possibile una cosa del genere, infatti dice a Dio di non avere alcun figlio. È a questo punto che Dio gli dichiara che il suo erede sarebbe stato proprio rappresentato da un figlio suo e di Sara e e che la discendenza, tramite quel figlio, sarebbe stata numerosa come le stelle. Di nuovo, questa è una promessa che umanamente non sembrava possibile da realizzarsi. Ma Abramo credette all'Eterno e questa sua fede in Dio gli fu messa in conto di giustizia. Leggo Genesi 15:1-6:

“1 Dopo queste cose, la parola dell’Eterno fu rivolta in visione ad Abramo, dicendo: "Non temere o Abramo, io sono il tuo scudo, e la tua ricompensa sarà grandissima". 2Ma Abramo disse: Signore, Eterno, che mi darai, perché sono senza figli e l’erede della mia casa è Eliezer di Damasco?". 3 Poi Abramo soggiunse: "tu non mi hai dato alcuna discendenza; Ora ecco, uno nato in casa mia sarà mio erede". 4 Allora la parola dell’Eterno gli fu rivolta, dicendo: Questi non sarà tuo erede; ma colui che uscirà dalle tue viscere sarà tuo erede". 5 Poi lo condusse fuori e gli disse: "Mira il cielo e conta le stelle, se le puoi contare," quindi aggiunse: "Così sarà la tua discendenza". 6 Ed egli credette all’Eterno, che glielo mise in conto di giustizia.” (Genesi 15:1-6 LND)

Abramo credette in Dio, considerando chi è Dio e che Egli è ben capace di fare quello che dichiara, qualsiasi siano le circostanze. La fede di Abramo fu fondata sulla persona di Dio, non sulle circostanze o sulla logica umana.

Anche oggi, tramite la Bibbia, Dio ci dichiara quello che farà per noi ed afferma che Gesù Cristo è andato in cielo per prepararci un posto, dandoci, in merito, tante meravigliose promesse.

Quello che Dio vuole da noi è che crediamo a quello che Lui ci dichiara. La fede consiste semplicemente proprio in questo, cioè nel credere quello che Dio ci dichiara.

Nel resto di Capitolo 15, Dio stabilisce un patto con Abramo. Tutto quello che Dio dichiara è verace, ma un patto è un qualcosa di ancora più forte. Egli spiega ad Abramo che i suoi discendenti saranno schiavi ed oppressi per quattrocento anni, così preannunciando la durata del tempo durante il quale sarebbero stati in Egitto. Dio spiega inoltre ad Abramo le frontiere della terra che avrebbe dato alla sua discendenza. Per confermare il patto con Abramo, Dio fece passare una fiaccola di fuoco in mezzo alle parti degli animali che Abramo aveva steso davanti a Dio.

Finora, abbiamo visto più esempi della stessa cosa: Dio ripete le Sue promesse ad Abramo e, in questo caso, lo fa sotto forma di patto. La parte di Dio è di dichiarare e poi di fare. La parte di Abramo, che è anche la parte nostra, è di credere a quello che Dio dichiara. Dio vuole la nostra fede!

Abramo manca di Fede: nasce Ismaele ( Genesi 16)

In Genesi 16, vediamo un'altra caduta di Abramo, una caduta che produsse grossi problemi. Dio aveva promesso un figlio ad Abramo. Abramo aveva condiviso questa promessa con sua moglie Sarai. Però, visto che erano ormai anziani, la fede di Sarai vacillò. Lei era già sterile e, umanamente parlando, era ormai anche troppo anziana per poter avere un figlio. Perciò, ne concluse che era impossibile che Dio adempisse alla promessa fatta ad Abramo tramite lei e pensò, allora, ad un modo per ottenere ugualmente quanto gli era stato promesso, ricorrendo alla logica umana, anziché fidarsi dei modi e dei mezzi di Dio.

Conosciamo bene la storia. Sarai suggerì ad Abramo di prendere la sua serva, Agar, e di farvi un figlio che poi, lei, come padrona, avrebbe considerato come figlio proprio. Abramo, non esercitando il suo ruolo di guida della famiglia, ruolo che avrebbe dovuto esercitare, specie in una circostanza del genere, accettò il piano di sua moglie e così si unì alla schiava, Agar, che rimase incinta. Quella gravidanza creò grande gelosia fra lei e Sarai.

Effettivamente, anche in questo caso, vediamo che Abramo mancò di fede, perché, seguendo il consiglio sbagliato di Sarai, cercò di ottenere con le sue forze quello che Dio aveva promesso. Questo produsse problemi per anni, anzi, per secoli!

In questo episodio della vita di Abramo è contenuta una grandissima lezione per noi . Molto spesso, quando manchiamo di fede, cerchiamo di ottenere i risultati che Dio ci ha promesso con le nostre forze e con i nostri mezzi. In altre parole, anziché aspettare i tempi ed i mezzi di Dio, cerchiamo di provvedere noi stessi a quello che pensiamo sia necessario per ottenere quel che ci è stato promesso. E, quando facciamo questo, succede, come è successo qui con Abramo, che creiamo grandi problemi, problemi che avremmo potuto evitare. Infatti, ogni volta che manchiamo di fede e cerchiamo di arrangiarci, non facciamo altro che creare problemi e brutte conseguenze.

Lezioni per Noi

Non abbiamo visto tutta la vita di Abramo, che dopo fu chiamato Abrahamo. Però, abbiamo visto abbastanza per capire l'importanza del camminare per fede. Abrahamo è, per noi, un modello da seguire. Abrahamo non era perfetto, Abrahamo ebbe le sue cadute. Ma Abrahamo continuava ad avere fede in Dio. Se noi abbiamo fede, siamo figli di Abrahamo. Leggo Galati 3:6-9:

“6 Così Abrahamo "credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto di giustizia"; 7 sappiate pure che coloro che sono dalla fede sono figli di Abrahamo. 8 E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato le nazioni mediante la fede, diede prima ad Abrahamo una buona notizia: "Tutte le nazioni saranno benedette in te". 9 Perciò coloro che si fondano sulla fede sono benedetti col fedele Abrahamo.” (Galati 3:6-9 LND)

Se camminiamo per fede, siamo benedetti col fedele Abrahamo. Camminiamo, dunque, per fede!

L'unica fede che ha vero valore è la fede in Dio. La fede in Dio è la fede fondata sulla realtà di chi è Dio. Passiamo allora del tempo ricordando la fedeltà di Dio nel passato. Parliamo insieme, in casa ed in chiesa, esempio dopo esempio, delle circostanze in cui Dio ha sostenuto ed ha fatto quello che aveva promesso, nonostante che ciò sembrava impossibile da realizzarsi.

La vera fede è fondata solidamente sulla persona di Dio. Perciò, guardiamo a Dio, pensiamo a Dio, teniamo gli occhi su Dio e poi camminiamo per fede.

Grazie a Dio che Egli è fedele! Chi confida in Lui, non sarà deluso. Dio è sempre fedele. I Suoi tempi non sono i nostri tempi, spesso i Suoi mezzi non sono quelli che avremmo scelto o immaginato noi. Però, i tempi ed i mezzi di Dio sono sempre perfetti. Camminiamo per fede e arriveremo, sicuramente, nella terra promessa, nella presenza di Dio, per tutta l'eternità.