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La grazia di Dio

Studio di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per mercoledì, 14 agosto, 2013 --- cmd apb ----
parole chiavi: grazia, salvezza, vita cristiana, come arrivare a Dio, come essere salvati

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Quanto vale un computer senza batteria o elettricità? Quanto vale una sega professionale da falegname senza legno? Quanto vale una nuova macchina senza strade? Quanto vale una bellissima casa nuova se nessuno ci vive?

Potrei andare avanti, ma il punto è sempre lo stesso. Tutte queste cose sono state create per uno scopo specifico. Se non vengono adoperate per lo scopo per cui sono state create, sono sprecati. Non hanno valore.

Ne abbiamo parlato nel passato, ma vorrei parlare e considerare una domanda importantissima. Qual è lo scopo della vita? Perché siamo stati creati? Solamente quando scopriamo e viviamo il motivo per cui siamo stati creati da Dio, solo allora la nostra vita avrà vero senso. Solo allora il nostro cuore troverà vera pace, solo allora troveremo ciò che il nostro cuore desidera.

In realtà, il mondo è così pieno di rabbia, di odio, di cattiveria, di tristezza, di frustrazione, e di mille altri problemi tanto che gli uomini vivono una vita vuota, una vita insoddisfatta, una vita in cui cercano quello che non possono trovare mai, perché cercano nel posto sbagliato. Ogni persona cerca qualcosa che riempia la sua vita, ma visto che cerca nei posti sbagliati, non la troverà mai. E per questo ci sono tanti scontri, e gelosie, perché stiamo cercando le cose sbagliate. Quindi, torniamo alla domanda: qual è il vero scopo della vita? Perché siamo stati creati?

In parole semplici, Dio ci ha creato per essere in un rapporto personale con Lui. Lo scopo della vita è essere in rapporto con Dio, per poter godere di Dio, e così avere il nostro cuore pienamente soddisfatto! Se noi non stiamo in rapporto con Dio, la nostra vita è totalmente sprecata, e la nostra eternità è terribile!

Infatti, il fatto che cerchiamo di riempire il nostro cuore con altre cose ci porta i problemi che abbiamo nella vita. È questo ciò che rovina i nostri rapporti, che ci fa avere paura, e ci spinge a peccare. Perciò, abbiamo bisogno di cercare Dio, abbiamo bisogno di essere riconciliati con Dio, e poi di vivere in stretto rapporto con lui!

È fondamentale che noi comprendiamo che per natura, noi siamo separati da Dio a causa dei nostri peccati, perché prima di ogni altra cosa, Dio è santo. Essendo Dio santo, Dio odia il peccato. Il peccato va completamente contro il carattere di Dio. Oltre a essere santo, Dio è anche giusto, e perciò deve punire il peccato, eternamente, perché va contro la sua santità.

Dio ha stabilito che il giudizio contro il peccato è essere separati da Lui per tutta l'eternità. Visto che Dio è la fonte di ogni bene, essere totalmente separati da Dio vuol dire essere in un posto di tormento, dove non ci sarà mai nulla di buono. Comunemente, noi chiamiamo questo luogo inferno. Chi non arriva ad essere riconciliato con Dio in questa vita, dopo la morte sarà condannato a passare l'eternità lontano da Dio.

Invece, in Cristo Gesù Dio ci offre perdono per i nostri peccati, in modo che possiamo essere riconciliati con Dio, per avere vera vita in Dio ora e per l'eternità. Se arriviamo ad essere riconciliati con Dio, il nostro cuore può essere pienamente soddisfatto in lui.

Come entrare in rapporto con Dio

La domanda che vogliamo considerare è: come possiamo entrare in rapporto con Dio, visto che egli è santo, e noi siamo peccatori? La seconda domanda da considerare è simile alla prima: come possiamo rimanere in rapporto con Dio?. Dato che Dio è santo, e il nostro peccato è un'abominazione per lui, come possiamo restare in un rapporto con lui quando sarebbe del tutto giusto per Dio scacciarci dalla sua presenza appena pecchiamo?.

Gesù Salva solamente Peccatori

Prima di tutto, voglio farvi notare il motivo per cui Gesù Cristo è venuto nel mondo. Leggiamo quello che egli dichiara di se stesso e della sua missione nel mondo nell'evangelo di Luca 19:10. In questo brano, Gesù descrive se stesso come "Figlio dell'uomo".

“perché il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto".” (Luca 19:10 LND)

In questo brano, vediamo descritta una cosa meravigliosa, che umanamente è estremamente rara, anzi, eccetto l'opera di Dio, questo non esiste nell'uomo naturalmente. In questo versetto Gesù sta descrivendo la grazia. La grazia, un dono meraviglioso al posto del male che uno merita.

Considerate questo brano. Gesù è il Figlio dell'uomo, egli è Dio, ed è sempre stato il Figlio di Dio, e divino, in cielo. Però, ad un certo punto è diventato anche umano. Pensate all'immensità dell'umiliazione di Cristo, lui che è Dio, divenne uomo. E perciò mentre era sulla terra Egli si descriveva come il Figlio dell'uomo,sottolineando così la sua vera umanità.

Notate che Cristo è venuto. Il Figlio dell'uomo è venuto. Da dove è venuto? È venuto dal cielo, dove dimorava pieno di gloria, e tutti gli angeli lo adoravano. È importante che ci rendiamo conto di quanto Cristo doveva umiliarsi per venire sulla terra.

Poi, notate il motivo per cui Egli è venuto. È venuto per cercare e per salvare ciò che era perduto. Gesù Cristo è venuto in cerca di peccatori da salvare. Non sono i peccatori che sono andati in cerca di Gesù, è Gesù che è andato in cerca dei peccatori.

È estremamente importante che riconosciamo che l'iniziativa della salvezza ha origine in Dio, e non nell'uomo. È Cristo che lascia il cielo per venire nel mondo per cercare gli uomini perduti, per poter salvarli.

Infatti, in Romani 3:10-11 leggiamo:

“10 come sta scritto: "non c’è alcun giusto, neppure uno. 11 non c’è alcuno che abbia intendimento, non c’è alcuno che ricerchi Dio.” (Romani 3:10-11 LND)

Nessuno cerca Dio per natura, è Dio che cerca l'uomo. Quindi, la salvezza non è dovuta al fatto che l'uomo si è impegnato a cercare Dio. La salvezza è giunta a noi perché Dio si è impegnato a cercare l'uomo. Vediamo questo impegno anche nel fatto che Gesù Cristo ha dato la sua vita come sacrificio, per riscattare gli uomini che voleva salvare. Leggo le parole di Gesù nell'evangelo di Marco 10:45.

“poiché anche il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti".” (Marco 10:45)

Gesù è venuto per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti. Gesù è venuto per prendere su di sé la condanna degli uomini peccatori, in modo da poter offrire a loro il perdono. Gesù ha pagato il prezzo della condanna degli uomini peccatori, in modo che potevano essere perdonati per essere riconciliati con Dio.

Se noi ci fermiamo a considerare questo, allora vediamo che la salvezza non è perché una persona comincia a migliorare. Il salario del peccato non è una vita migliore. Il salario del peccato è la morte, la separazione da Dio per tutta l'eternità! Tutte le buone opere nel mondo non potrebbero mai pagare la condanna per il peccato. In altre parole, è impossibile per noi arrivare a Dio per essere riconciliati con Dio attraverso il nostro impegno a migliorare.

Piuttosto, la salvezza è un'opera di Dio. La salvezza è per grazia. Nella salvezza, una persona riconosce la sua condizione, riconosce il fatto di essere un peccatore, riconosce che non può riuscire mai ad arrivare a Dio per mezzo del suo impegno, e vede in Cristo Gesù l'offerta del pieno perdono, come dono, per grazia.

La salvezza è per grazia, la salvezza è accogliere il dono di Dio. Nella salvezza, noi riconosciamo di essere peccatori, e riconosciamo che Dio ci offre gratuitamente il perdono. La salvezza non è un impegno a migliorare. La salvezza è aggrapparsi a ciò che Dio ha fatto per noi.

Guardiamo insieme un brano che troviamo nel Salmo 50:15. Questo brano descrive ciò che in effetti è la grazia di Dio. Descrive come funziona la salvezza, in quell'uomo che viene riconciliato con Dio. Leggo il Salmo 50:15

“Invocami nel giorno dell’avversità, io ti libererò e tu mi glorificherai".” (Salmo 50:15 LND)

La vita è piena di tanti giorni di avversità. Ma l'avversità più grande, più terribile, da cui è impossibile per l'uomo scappare con le proprie forze è l'avversità del giudizio. In quel terribile giorno, giorno in cui non ci sarà scampo, nessuno riuscirà a nascondersi da Dio, l'unica speranza sarà quella di avere Gesù Cristo come Signore e Salvatore. Chi ha Gesù Cristo come suo Salvatore avrà la redenzione in Gesù Cristo, avrà il perdono, e così sarà salvato dal giudizio. Quindi, guardando questo brano alla luce del giudizio finale, vediamo che la salvezza è quando uno invoca Dio. Invocare Dio non è una preghiera meccanica o memorizzata. Nella Bibbia, invocare veramente Dio è guardare veramente a Dio con tutto il nostro cuore come colui che solo può salvarci. Invocare Dio non è semplicemente una preghiera fatta a parole, ma è porre veramente la nostra speranza in Dio. Invocare Dio vuol dire perciò fidarci veramente di Dio.

Perciò, questo brano dichiara da parte di Dio: invocami nel giorno dell' avversità, ed io ti libererò. In altre parole, vuol dire guardare a Dio, sapendo di non poter meritare o comprare la salvezza. Tu devi sperare in Dio, sapendo di non poter ottenere la salvezza per conto tuo. Questo descrive una vera fede.

Quando noi invochiamo veramente Dio, Dio ci libera. In altre parole, Dio ci salva dal pericolo. Dio ci provvede la vera salvezza.

Notate che il brano dice: ”Invocami nel giorno dell'avversità, ed io ti libererò”. Che cos'è questa liberare? Troviamo la risposta in 1Tessalonicesi 1:10

“e per aspettare dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, cioè Gesù, che ci libera dall’ira a venire.” (1Tessalonicesi 1:10 LND)

Gesù Cristo, per coloro che si sono ravveduti e veramente hanno creduto in lui, ci libera dall'ira a venire. Avendo egli pagato il prezzo della condanna, non c'è più alcuna condanna per chi è in Gesù Cristo, come leggiamo in Romani 8:1,2.

“1 Ora dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù, i quali non camminano secondo la carne ma secondo lo Spirito, 2 perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte.” (Romani 8:1-2 LND)

Quindi tornando al nostro brano nel Salmo 50:15, nel giorno dell'avversità, in quel giorno in cui uno veramente riconosce la grandezza della sua colpa nei confronti di Dio, quando riconosce che è sotto condanna, che è un peccatore e non riuscirebbe mai a saldare il suo conto con Dio, se in quel giorno quella persona invoca veramente Dio, ponendo la sua fede in Gesù Cristo, credendo nel sacrificio di Cristo come prezzo per i suoi peccati, Dio ascolterà quella persona, e caricherà la sua colpa su Gesù Cristo. In quel giorno, quella persona sarà riconciliata con Dio.

Notate il risultato della vera grazia. Quando c'è la vera grazia, e la persona riconosce che è stata salvata per grazia, quella persona glorifica Dio. E così, la persona innalza la lode e l'adorazione a Dio per ciò che ha fatto. Riconoscere la grazia porta a glorificare Dio.

Quando consideriamo ciò che Dio vuole da noi, capiamo che in realtà, ciò che Dio vuole è che riconosciamo la nostra totale dipendenza da Lui, e che Lo invochiamo. A quel punto, Dio ci libererà, e noi lo glorificheremo. In altre parole, ciò che Dio vuole da noi non è un grande impegno che ci fa arrivare alla salvezza per merito nostro, cosa che è impossibile. Piuttosto, Dio vuole che riconosciamo che siamo assolutamente bisognosi di Lui, che dipendiamo totalmente da lui per la nostra salvezza. Perciò, quando Dio ci salva, lo glorifichiamo. Dio vuole essere glorificato da noi.

In altre parole, Dio vuole che riconosciamo che dipendiamo totalmente dalla grazia. Noi possiamo avere la pace di Dio per grazia, e solamente per grazia. La salvezza è riconoscere la grazia di Dio, e dipendere dalla grazia di Dio, e non cercare mai di ripagare la grazia di Dio, perché è impossibile. Non si può pagare la grazia.

Ricordate che finché siamo nei nostri peccati, anziché essere figli di Dio, siamo figli di ira. Anziché essere amici di Dio, siamo nemici di Dio. Per grazia possiamo essere perdonati, riscattati, e possiamo entrare in un rapporto di pace con Dio. Vi leggo di questo nella lettera ai Romani 5:1,2. Trovate Romani 5:1,2.

“1 Giustificati dunque per fede abbiamo pace presso Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, 2 per mezzo del quale abbiamo anche avuto, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio.” (Romani 5:1-2 LND)

Avete notato che quando uno è giustificato in Gesù Cristo, è saldo nella grazia. Cioè, è sicuro, è protetto, è salvato nella grazia di Dio.

Nessuno è mai saldo se riesce a fare abbastanza opere buone. Nessuno è mai saldo perché cammina bene davanti a Dio. Alla luce dell' assoluta santità di Dio, anche facendo il nostro meglio siamo sempre mancanti. Manchiamo di fede, manchiamo di santità, manchiamo di impegno, manchiamo di saggezza. Manchiamo di motivazioni pure, anche quando facciamo le cose giuste.

In altre parole, l'unico modo per essere accettati davanti a Dio è ricevere la grazia. Non accade mai perché siamo bravi, oppure perché ci impegniamo di più.

Infatti, è solamente quando riconosciamo che non siamo bravi, è solamente quando riconosciamo che Dio è santo, e non abbiamo in noi stessi la capacità di arrivare alla sua presenza, e ci aggrappiamo a Gesù Cristo, e dipendiamo dalla grazia, è solamente così che siamo pienamente accettati alla presenza di Dio.

Volta dopo volta nella Bibbia possiamo leggere questo principio. Se ricordate Abrahamo, fu considerato giusto non in base al suo cammino, ma in base alla sua fede in Dio. Lui credeva in Dio, non in se stesso. La sua fede era in Dio. Lui non credeva di meritare da Dio, credeva di ricevere per mezzo della grazia.

Ed è così in tutta la Bibbia. Gli uomini che venivano accettati da Dio erano gli uomini che vivevano per fede.

Giovanni 8:1-11

Guardiamo insieme un avvenimento della Bibbia che è ben conosciuto, ma che spesso non interpretiamo correttamente, Giovanni 8:1-11. In questo brano, gli uomini religiosi, i farisei, che sono ipocriti, portano a Gesù una donna che è stata presa nell'atto di adulterio. Questi uomini non erano veramente preoccupati del suo peccato, ma stavano cercando di ingannare Gesù. Come vedremo, Gesù chiede a chi e senza peccato di scagliare la prima pietra. Uno per uno, tutti gli uomini vanno via. Gesù rimane da solo con la donna, e le perdona, dicendole di andare e di non peccare più. Leggiamo questo brano, e poi consideriamo il suo messaggio per noi.

“1 E Gesù se ne andò al monte degli ulivi. 2 ma sul far del giorno tornò di nuovo nel tempio e tutto il popolo venne da lui ed egli, postosi a sedere, li ammaestrava. 3 Allora i farisei e gli scribi gli condussero una donna sorpresa in adulterio e postala nel mezzo 4 dissero a Gesù: "maestro, questa donna è stata sorpresa sul fatto, mentre commetteva adulterio. 5 Ora, nella legge Mosè ci ha comandato di lapidare tali donne; ma tu, che ne dici?". 6 Or dicevano questo per metterlo alla prova e per aver di che accusarlo. ma Gesù, fingendo di non sentire, chinatosi. scriveva col dito in terra. 7 E, come essi continuavano ad interrogarlo, egli si alzò e disse loro: "chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei". 8 Poi, chinatosi di nuovo, scriveva in terra. 9 Quelli allora, udito ciò e convinti dalla coscienza, se ne andarono ad uno ad uno, cominciando dai più vecchi fino agli ultimi; così Gesù fu lasciato solo con la donna, che stava là in mezzo. 10 Gesù dunque, alzatosi e non vedendo altri che la donna, le disse: "donna dove sono quelli che ti accusavano? Nessuno ti ha condannata?". 11 Ed ella rispose: "nessuno, Signore". Gesù allora le disse: "neppure io ti condanno; va’ e non peccare più".” (Giovanni 8:1-11 LND)

Spesso, quando leggiamo questo avvenimento, pensiamo che il messaggio principale è che non dobbiamo giudicare gli altri. Chiaramente, questa è vero. Però, in realtà quello che Gesù stava mostrando a questi uomini è che non solo questa donna era colpevole, e bisognosa della salvezza di cui egli predicava, e che egli stava per compiere, ma anche questi uomini erano colpevoli davanti a Dio, e bisognosi della salvezza che si ottiene per mezzo del ravvedimento e della fede in Gesù Cristo.

Questi uomini credevano di meritare la salvezza da Dio per mezzo delle loro buone opere. Perciò, non credevano di aver bisogno della grazia di Dio. Credendo di meritare la salvezza, si vedevano degni di giudicare gli altri. Quello che Gesù mostra loro è che in realtà, essi non erano meritevoli della salvezza, perché in realtà erano colpevoli davanti a Dio. Perciò, non avevano diritto di condannare questa donna in quel modo. Piuttosto, dovevano riconoscere il loro bisogno della salvezza per grazia.

Essendo pieni di orgoglio, che è già un peccato in sé, non volevano umiliarsi davanti a tutti, e perciò anziché ravvedersi e chiedere perdono a Gesù, andarono via. Perciò, hanno rifiutato la grazia di Dio.

Invece la donna, riconoscendo pienamente la sua colpa, e sapendo di non meritare nulla da Dio, accetta il perdono che Gesù le dà per grazia. Questo è l'unico modo in cui una persona può essere perdonata per i suoi peccati. In altre parole, la salvezza arriva quando noi riconosciamo il nostro peccato, riconosciamo che non potremo mai arrivare a Dio migliorandoci, e accettiamo il perdono e la salvezza per grazia.

Descrizione della grazia

La vera vita cristiana è una vita di grazia. Vorrei spiegare la grazia, che è completamente contraria a ciò che è naturale per noi.

Quando si accetta qualcosa per grazia, non ci si sente in debito per quello che viene dato, perché si sa che è un dono di grazia. Invece, quando noi viviamo cercando di meritare quello che Dio ci dà, e che riceviamo gli uni dagli altri, quando qualcuno ci fa qualcosa, ci sentiamo in debito, come se in qualche modo dovremmo cercare di ripagare quello che abbiamo ricevuto.

Facciamo questo con altre persone, e facciamo questo con Dio. Spesso succede che fra noi, uno fa qualcosa di molto bello per un altro, e l'altra persona vuole in qualche modo cercare di sdebitarsi per quello che ha ricevuto. Questo è non capire la grazia. Infatti, se io credo di dovermi in qualche modo sdebitare, allora non posso essere veramente riconoscente, perché voglio in qualche modo pagare per ciò che ho ricevuto.

Non accettare un dono per grazia vuol dire non essere veramente riconoscenti, e vuol dire anche non accettare veramente l'amore. Cioè, l'amore fa quello che fa non perché sarà ripagato, ma proprio perché trova gioia nel dare. Se uno vuole ripagare quello che ha ricevuto come dono di amore, viene a mancare il fatto che esso è un dono di amore. Non si può ripagare l'amore. Il vero amore è sempre una grazia, e non può essere ripagata, se no, non e più amore.

Similmente, quando qualcosa è un dono di grazia, si può ringraziare per quel dono con un ringraziamento vero. Quando invece si cerca di ripagare un dono, o ci si sente in debito, non si può veramente ringraziare, perché se tu pensi di ripagare quello che ha ricevuto, non serve un vero ringraziamento.

Questo è vero nei nostri rapporti umani, e molto di più è vero nel nostro rapporto con Dio. Se uno cerca di meritare le benedizioni di Dio, non può mai veramente capire né godere l'amore di Dio. Non può capire che Dio agisce per amore, non perché in qualche modo riusciamo a ripagarlo. E perciò, la persona che crede che deve in qualche modo migliorare per meritare da Dio non può mai comprendere l'immensità dell'amore di Dio. Non riconoscerà l'amore di Dio. Non sarà benedetto dall'amore di Dio, perché sarà accecato. Non potrà mai conoscere la gioia della salvezza, perché la gioia della salvezza arriva quando accettiamo l'amore di Dio tutto e solo per grazia.

Quello che Dio ci offre, ce lo offre solamente per grazia. La salvezza arriva solamente per grazia. E la crescita arriva per grazia. L'unico modo di essere veramente in rapporto con Dio è riconoscere che noi siamo bisognosi, e Dio ama benedire.

Uno potrebbe chiedermi a questo punto cosa ne facciamo dell'ubbidienza. Ecco, questo è un discorso estremamente importante. Quando io credo di dover meritare da Dio, allora i comandamenti di Dio diventano estremamente gravosi. Questo accade perché nonostante quanto io possa impegnarmi, non riesco mai a fare abbastanza. Perciò i comandamenti mi schiacciano, e sono un peso che non riesco a sopportare.

Invece, quando io comprendo che Dio mi ama come libera scelta sua, non in base a quello che io ho fatto, quando io comprendo che Dio mi benedice per amore, non perché ho meritato qualcosa da lui, allora avrò grande gioia nella mia salvezza. Allora, avrò grande gioia nell'ubbidire ai comandamenti di Dio. A quel punto, non ubbidisco più perché sto cercando di guadagnare qualcosa da Dio, ma ubbidisco perché ho gioia a causa dell'amore di Dio per me.

È un po' come un piccolo bambino. Se lui è tutto preso dall'immensità dell'amore dei genitori per lui, egli avrà grande gioia nell'ubbidire a loro e nel fare le cose per loro. Questo non per guadagnare la loro approvazione, ma perché già si sente pienamente accolto e amato da loro.

Conclusione

Abbiamo iniziato parlando del fatto che lo scopo della vita è entrare in un rapporto personale con Dio. Solo così la nostra vita avrà un senso. Abbiamo visto che l'unico modo di entrare in un rapporto con Dio è per grazia. L'uomo non può meritare nulla da Dio. L'uomo non può migliorare il suo comportamento abbastanza da essere accettato da Dio. Non possiamo abbandonare i peccati a tl punto che poi Dio ci accetterà. Certamente, dobbiamo ravvederci. Però, la salvezza non ci viene donata perché adesso camminiamo bene. La salvezza ci viene donata quando dipendiamo totalmente da quello che ha fatto Gesù Cristo per noi. La salvezza è per grazia!

Se tu stai cercando Dio, non devi guardare a te stesso. Non arriverai mai a Dio con il tuo impegno. Piuttosto, arriverai a Dio quando riconosci di essere un peccatore, che non ha niente da offrire a Dio, e accettando il dono di grazia della salvezza.

Se tu sei già in Cristo, allora, non cercare di avvicinarti a Lui per il tuo impegno. Piuttosto, come hai iniziato con la grazia, continua a crescere per grazia. Riconosci che tutto viene da Dio.

La grazia ci mantiene umili, e la grazia ci dà gioia!

Grazie a Dio per la grazia di Dio in Gesù Cristo.