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La Risurrezione di Cristo: Pasqua 12 - Luca 24:36-49

filename: pasqua12.doc di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org - sermone sulle sofferenze di Cristo, mini-serie per pasqua, 2003,2004, per RO, di Marco deFelice, per domenica, 29 febbraio, 2004 >

i discepoli

Nell’ultimo sermone, abbiamo considerato gli avvenimenti della domenica della risurrezione di Gesù quando Egli apparve ai due discepoli mentre camminavano verso Emmaus. Se ricordate, questi due discepoli erano molto scoraggiati, perché mentre prima della crocifissione avevano creduto che Gesù era il Messia promesso da Dio, ora che era morto, a loro sembrava che non c’era più speranza. Mentre Gesù camminava insieme a loro, non lo riconoscevano. Egli li riprese perché erano insensati e lenti di cuori a credere a tutto quello che Gesù aveva insegnato loro e a tutto quello che era scritto nelle Scritture. Poi, Gesù gli spiegò le cose nelle Scritture che Lo riguardavano. Quando arrivarono alla casa, Gesù assunse un ruolo di autorità, spezzò il pane e lo benedisse. In questo atto, gli occhi di questi discepoli furono aperti, e riconobbero Gesù. A quel punto, Egli scomparve dalla loro vista. Nonostante che fosse già sera, e che si trovavano a circa undici chilometri da Gerusalemme, la gioia di aver trascorso quel tempo con Gesù, risuscitato dalla morte, era troppo grande da non condividerla con gli altri. Così, partirono subito per ritornare a Gerusalemme.

Quando entrarono dove c’erano gli Apostoli e gli altri discepoli, prima che potessero annunciare la strepitosa notizia che avevano visto Gesù vivo, gli altri gli dissero subito che Gesù era risorto ed era apparso a Simon Pietro. Allora questi due discepoli raccontarono come Gesù era apparso anche a loro, e parlarono delle cose avvenute loro per la via, e di come Lo avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Fermiamoci qua e consideriamo la situazione di tutti questi discepoli. Nei tre anni che precedettero questo momento, questi discepoli avevano capito che Gesù era venuto da Dio, e avevano abbandonato tutto per seguirLo. Man mano che ascoltavano i suoi insegnamenti, e vedevano la sua vita, e osservavano i segni miracolosi che faceva, divenne chiaro per loro che Egli era il Messia promesso da Dio, che i Giudei avevano aspettato per secoli. Che gioia era per loro essere seguaci del Messia, il Cristo. Una settimana prima, la loro gioia era stata ancora più grande, quando Gesù era entrato a Gerusalemme, accolto dalla folla come il Cristo. Per i discepoli, sembrava chiaro che stesse arrivando il momento in cui Gesù sarebbe stato riconosciuto da tutti come il Cristo.

Immaginate la terribile delusione quando tre giorni prima, la loro gioia e la loro speranza, che sembravano così certe, crollarono bruscamente e furono distrutte. Il loro prezioso Maestro e Cristo, Gesù, fu arrestato, oltraggiato e poi, crocifisso pubblicamente. Lo avevano visto appeso sulla croce. Lo avevano visto morto, e poi tolto dalla croce ormai senza vita. La loro gioia oltremodo grande si trasformò in tristezza e disperazione.

succede anche a noi

Sicuramente, ognuno di noi ha avuto momenti nella vita in cui ha avuto una grande gioia, per qualcosa che sembrava certo, e poi, quella speranza è stata distrutta, e la nostra gioia si è trasformata in tristezza. Ricordiamo che in questi casi più grande è la gioia, più grande è la delusione. Pensiamo a quanto grande doveva essere la gioia dei discepoli di aver conosciuto il Cristo, promesso da Dio. E perciò, quanto profonde dovevano essere la delusione e la tristezza di questi discepoli per la morte del Cristo.

Solamente se riflettiamo su questo, possiamo iniziare a capire la grandezza dell’immensa gioia che riempiva i cuori di tutti i discepoli che erano in quella stanza, sentendo la notizia che Gesù era veramente risorto, ed era stato visto da Simone, e ora anche da quei due discepoli. Che notizia incredibile; andava oltre tutto quello che avevano mai sognato e sperato. Che gioia riempiva i cuori di questi discepoli, pensando alla notizia che Gesù era risorto. Dalle tenebre, questa notizia li portava nella luce. La vita aveva sconfitto la morte! La risurrezione di Cristo dalla morte fu la fonte di grande gioia e di una speranza vivente. La gioia della risurrezione non è mai diminuita per loro. Ascoltiamo le parole di Pietro, nella sua Epistola, che scrisse tanti anni più tardi.

“Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti,” (1 Pietro 1:3 NRV)

Dio ci ha fatto rinascere ad una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti. La nostra speranza viva è fondata sulla risurrezione di Gesù dai morti. Questi discepoli stavano sperimentando la gioia che durerà per tutta l’eternità.

Gesù appare a loro.

Con questa introduzione, riprendiamo il brano dal punto in cui l’abbiamo lasciato. Leggiamo in Luca 24:33-43.

“33 E, alzatisi in quello stesso momento, tornarono a Gerusalemme e trovarono riuniti gli undici e quelli che erano con loro, 34 i quali dicevano: «Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone». 35 Essi pure raccontarono le cose avvenute loro per la via, e come era stato da loro riconosciuto nello spezzare il pane. 36 Ora, mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» 37 Ma essi, sconvolti e atterriti, pensavano di vedere un fantasma. 38 Ed egli disse loro: «Perché siete turbati? E perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39 Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio io; toccatemi e guardate; perché un fantasma non ha carne e ossa come vedete che ho io». 40 E, detto questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41 Ma siccome per la gioia non credevano ancora e si stupivano, disse loro: «Avete qui qualcosa da mangiare?» 42 Essi gli porsero un pezzo di pesce arrostito; 43 egli lo prese, e mangiò in loro presenza.” (Luca 24:33-43 NRV)

Mentre questi discepoli stavano rallegrandosi per la notizia che Gesù era risuscitato, Gesù stesso comparve in mezzo a loro. Da Giovanni 20, che racconta questo stesso avvenimento, sappiamo che le porte erano chiuse. I vangeli non spiegano come Gesù comparve in mezzo ai discepoli, come non spiega come era scomparso mentre era a tavola con i due discepoli di Emmaus. Sappiamo che Gesù aveva il suo stesso corpo, perché aveva ancora le stimmate dei chiodi nelle mani e nei piedi. Evidentemente, il suo corpo, pur essendo lo stesso corpo, aveva anche delle qualità diverse. Non sappiamo in che modo era diverso. Basta sapere quello che Dio ci rivela. Se Dio vuole, sapremo di più quando arriveremo in cielo.

Nonostante che i discepoli stessero rallegrandosi grandemente per la notizia che Gesù era risorto, quando Egli comparve in mezzo a loro, essi furono sconvolti e atterriti. Pensavano di vedere un fantasma. Di nuovo, dobbiamo ricordare che questi discepoli avevano visto Gesù oltraggiato fisicamente. Avevano visto la sua testa così gonfia dalle numerose botte che non sembrava più un essere umano. Avevano visto la sua schiena tutta piena di ferite, e Lo avevano visto appeso sulla croce, e molto probabilmente, almeno alcuni di loro avevano anche visto Gesù morire.

Sapere che uno è morto, e poi sentire che è vivo è una cosa, ma vederlo realmente davanti a sé, senza preavviso, è più di quanto l’uomo riesca a credere facilmente. Vedevano Gesù con i loro occhi, ma le loro menti avevano difficoltà a credere a quello che gli occhi vedevano. Perciò, erano atterriti, pensavano che fosse una fantasma.

Pace a voi

Quando Gesù comparve in mezzo a loro, disse loro: Pace a voi! Questo non era un semplice saluto, ma era Gesù che riversava su di loro la pace con Dio che aveva acquistato per loro con la sua morte.

Senza il sacrificio di Gesù, l’uomo è nemico di Dio, e gli è impossibile ottenere la pace con Dio. Rimane sotto l’ira di Dio.

Con il suo sacrificio, Gesù Cristo ha acquistato la pace per tutti coloro che confidano di cuore in Lui.

Là, in quella stanza, Gesù stava dando ai discepoli questo meraviglioso dono. La loro tendenza naturale era di avere paura, ma Gesù dava loro la vera, eterna pace con Dio.

Visto che i discepoli avevano difficoltà a credere quello che vedevano con i loro occhi, Gesù li aiutò a capire che era veramente Lui, o potremmo dire, li aiutò a capire che ciò che credevano fosse impossibile era una realtà. Perciò, Gesù mostrò loro le sue mani, e i suoi piedi. Sappiamo che i segni dei chiodi erano molto visibili, perciò, con questo atto, Gesù dimostrò di avere un corpo vero, e dimostrò anche che era proprio Lui.

Per la gioia che ebbero, i discepoli non riuscivano a crederci. Non mancavano le prove, ma umanamente parlando, sappiamo tutti che la risurrezione è impossibile. Perciò, era difficile per loro credere alla meravigliosa realtà che vedevano chiaramente con i loro occhi.

Per aiutarli ancora di più, Gesù chiese qualcosa da mangiare. Gli diedero un pezzo di pesce, e Lui lo mangiò in loro presenza.

In tutto questo, vediamo la pazienza e la tenerezza di Gesù, nel modo che Egli aiutava i discepoli a credere che era veramente Lui. Prima della croce, Gesù era il Buon Pastore, che curava teneramente le pecore. Qua, vediamo che dopo la risurrezione, Gesù rimane il Buon Pastore, che ancora cura teneramente le pecore.

Gesù insegna loro

Quando Gesù li ebbe aiutati a credere che era proprio Lui, risuscitato, iniziò ad insegnare loro alcune delle stesse verità che aveva insegnato ai due discepoli sulla via di Emmaus. Leggiamo i versi 44-48.

“44 Poi disse loro: «Queste sono le cose che io vi dicevo quand’ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi». 45 Allora aprì loro la mente per capire le Scritture e disse loro: 46 «Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, 47 e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. 48 Voi siete testimoni di queste cose.” (Luca 24:44-48 NRV)

Prima, Gesù disse: “Queste sono le cose che io vi dicevo quand’ero ancora con voi" Prima della croce e della risurrezione, Gesù viveva con i suoi discepoli. Era con loro, giorno per giorno. Ora, dopo la risurrezione, nonostante Egli fosse comparso a loro varie volte, non era più con loro costantemente. Infatti, quaranta giorni dopo questo, sarebbe ritornato in cielo. Da quel giorno, non sarebbe più stato sulla terra fisicamente, ma solo spiritualmente, tramite lo Spirito Santo, finché non ritornerà per giudicare il mondo e stabilire il suo regno sulla terra.

Come aveva insegnato ai due discepoli per la via, così Gesù insegnava a tutti i discepoli di riconoscere dalle Scritture che era necessario che Lui morisse sulla croce e poi risuscitasse. La sua morte era necessaria per poter pagare il prezzo del peccato, e così rendere possibile la salvezza. La risurrezione era necessaria perché rendeva manifesto che Dio aveva accettato il suo sacrificio, e tramite esso Gesù fu rivelato al mondo come il Signore.

È essenziale che ogni vero credente capisca che la croce non era un errore, non era principalmente l’opera di uomini malvagi. Invece, nel senso più profondo, la croce era il piano di Dio. Gesù Cristo è andato alla croce perché quello era il piano di Dio, per poter compiere la salvezza di quegli uomini che Dio ha predestinato alla salvezza prima della creazione del mondo.

Gesù mostrò a questi discepoli che la sua sofferenza e risurrezione erano chiaramente annunciate in tutto l’Antico Testamento, da Genesi a Malachia. Gesù aprì loro la mente, ovvero, rese possibile per loro vedere questo nelle Scritture. Amici, l’uomo naturale non riesce a comprendere le Scritture. Dio ci insegna questo in 1 Corinzi 2:12-14:

“12 Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate; 13 e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali. 14 Ma l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente.” (1 Corinzi 2:12-14 NRV)

Senza un’opera di Dio, l’uomo non comprende le verità di Dio. Durante quei quaranta giorni dalla risurrezione all’ascensione di Gesù, fu Gesù stesso ad aprire la mente dei discepoli. Quando poi tornò in cielo, mandò lo Spirito Santo nel mondo. Da allora, è lo Spirito Santo che apre la mente dei credenti, per permettere loro di capire le verità bibliche.

Tornando a Luca 24, leggiamo ancora il v.46.

“«Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno,” (Luca 24:46 NRV)

Nell’Antico Testamento, scritto secoli prima della venuta di Gesù in terra, era già stato scritto delle sofferenze che avrebbe patito, della sua morte, e della sua risurrezione il terzo giorno. Quindi, la croce non era una sconfitta; la croce e la risurrezione insieme erano l’adempimento vittorioso del piano stabilito da Dio.

Voglio anche porre l’attenzione sulla dichiarazione di Gesù nel v.47. Leggiamo i versi 46 e 47:

“46 «Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, 47 e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme.” (Luca 24:46-47 NRV)

Le Scritture insegnano che la sofferenza e la risurrezione di Cristo erano nel piano di Dio. Questo è il cuore del Vangelo. Le Scritture inoltre insegnano che questo Vangelo sarebbe stato predicato, ovvero annunciato, a tutte le genti. Notiamo particolarmente il modo in cui Gesù descrive il messaggio da annunciare a tutte le genti.

Egli descrive il messaggio dicendo: “il ravvedimento per il perdono dei peccati.” Il messaggio del Vangelo è il messaggio del ravvedimento, e della fede nella morte e nella risurrezione di Gesù, per ottenere la salvezza, che qui è descritta come “il perdono dei peccati.”

Questo è il messaggio del Vangelo. Il Vangelo è una chiamata a ravvedersi, e a credere nella morte e nella risurrezione di Gesù, per ottenere il perdono dei peccati. È il messaggio di voltare le spalle al peccato, alla signoria della propria vita, per rivolgersi totalmente e di cuore a Cristo Gesù come Salvatore e Signore. Questo è il messaggio del Vangelo da annunciare al mondo.

Il Vangelo non è un annuncio di un Dio amico che vuole rendere la vita più facile, e dare una mano all’uomo nei momenti di difficoltà. Il Vangelo non è il messaggio di un Dio che esiste per rispondere ad ogni richiesta degli uomini.

Invece, il Vangelo è il messaggio che ogni uomo è peccatore, sotto giudizio, destinato ad una punizione eterna, ma che Dio ha fatto l’impossibile, mandando Gesù Cristo come uomo, per offrire se stesso come sacrificio per provvedere il perdono e la salvezza all’uomo peccatore. Per ottenere questo perdono, bisogna ravvedersi e credere di cuore nell’opera di Cristo. Questo è il messaggio del Vangelo. Questo è ciò che Gesù insegnava ai discepoli mediante le Scritture.

il mandato

Quella sera, in quella stanza a Gerusalemme, Gesù era fisicamente presente con loro per aprire loro la mente a capire queste cose. Come ho menzionato prima, oggi Dio ci dà lo Spirito Santo per farci capire queste verità.

Nel v.48, Gesù dichiara che quegli uomini erano testimoni oculari della morte e della risurrezione di Gesù, che provvedeva la salvezza. Leggiamo il v.48:

“Voi siete testimoni di queste cose.” (Luca 24:48 NRV)

Gesù stava dicendo loro: Voi siete testimoni! Voi avete avuto il privilegio di vedere queste cose, per mezzo della mia opera di aprirvi la mente per vedere e capire queste cose. Ora, voi che avete ricevuto un privilegio così grande, avete la grande responsabilità di essere testimoni di queste cose. Voi che avete ricevuto la luce, siete responsabili di essere una luce, in un mondo di tenebre. Questo era il senso di quello che Gesù diceva a loro.

È necessario che nel nome di Cristo sia predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati, e voi siete testimoni, perciò, voi siete qualificati per predicare queste cose.

Questo è il senso delle parole di Gesù: “voi siete testimoni di queste cose.” Amici, chi è stato salvato oggi, è anche un testimone di queste cose.

la Potenza dello Spirito Santo promessa

Gesù stava dando ai discepoli un’enorme responsabilità, quella di essere testimoni al mondo della morte e della risurrezione di Gesù, e del perdono disponibile nel suo nome. Dovevano predicare questo Vangelo a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. Come potevano queste poche persone adempiere un mandato così immenso?

Ricordiamo che Dio non ci dà mai un comandamento senza darci anche i mezzi che rendono possibile l’ubbidienza a quel comandamento.

Leggiamo ora il v.50 per capire in che modo Dio rendeva possibile ai discepoli di ubbidire a questo mandato.

“Ed ecco io mando su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi, rimanete in questa città, finché siate rivestiti di potenza dall’alto».” (Luca 24:49 NRV)

Con queste parole, Gesù stava promettendo loro lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo, che è Dio stesso, dimora in ogni vero credente. Però, finché Gesù non era salito in cielo, lo Spirito Santo non era ancora venuto per dimorare nei credenti.

La notte che fu arrestato, all’ultima cena con gli Apostoli prima della sua crocifissione, Gesù aveva annunciato loro che avrebbe mandato lo Spirito Santo dopo il suo ritorno in cielo.

In Giovanni 14-16, troviamo tre brani nei quali Gesù annuncia la venuta dello Spirito Santo.

“25 Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; 26 ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto.” (Giovanni 14:25-26 NRV)
“26 Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me; 27 e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.” (Giovanni 15:26-27 NRV)
“5 «Ma ora vado a colui che mi ha mandato; e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?” 6 Invece, perché vi ho detto queste cose, la tristezza vi ha riempito il cuore. 7 Eppure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada; perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò. 8 Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. 9 Quanto al peccato, perché non credono in me; 10 quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; 11 quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato. 12 Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; 13 quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire. 14 Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà. 15 Tutte le cose che ha il Padre, sono mie; per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giovanni 16:5-15 NRV)

Quindi, sia prima della croce, sia la domenica sera della risurrezione, Gesù annunciò ai discepoli la venuta dello Spirito Santo.

Lo Spirito Santo compie tante opere in ogni credente. Tra le sue opere, una è quella di rivestire ogni credente con la potenza di Dio, una potenza che permette al credente di compiere quello che non potrebbe mai compiere da solo. Lo Spirito Santo è la fonte della potenza di Dio all’opera in noi. Leggiamo alcuni brani che parlano della potenza di Dio in noi. Notiamo per esempio la preghiera di Paolo per i credenti in Colossesi 1.

“9 Perciò anche noi, dal giorno che abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi e di domandare che siate ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale, 10 perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; 11 fortificati in ogni cosa dalla sua gloriosa potenza, per essere sempre pazienti e perseveranti;” (Colossesi 1:9-11 NRV)

Poi, in Efesini 1, Paolo prega per i credenti, e chiede, non che possano avere più potenza da Dio, ma che possano conoscere la potenza di Dio già in loro. Leggiamo Efesini 1, dal v.15.

“15 Perciò anch’io, avendo udito parlare della vostra fede nel Signore Gesù e del vostro amore per tutti i santi, 16 non smetto mai di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere, 17 affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente; 18 egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi, 19 e qual è verso di noi, che crediamo, l’immensità della sua potenza. 20 Questa potente efficacia della sua forza egli l’ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nel cielo,” (Efesini 1:15-20 NRV) Avete sentito, che lui ha pregato: “affinché sappiate... qual è verso di noi, che crediamo, l’immensità della sua potenza”?

Poi, in Efesini 3, Paolo sta concludendo una preghiera, e parla della potenza di Dio che opera in ogni vero credente.

“20 Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, 21 a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen.” (Efesini 3:20-21 NRV)

In Efesini 6, Paolo ci esorta di trovare la nostra forza nel Signore, non in noi stessi:

“Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza.” (Efesini 6:10 NRV)

In Colossesi 1, Paolo spiega che per combattere per la gloria di Dio, egli trova la sua forza in Dio.

“A questo fine mi affatico, combattendo con la sua forza, che agisce in me con potenza.” (Colossesi 1:29 NRV)

Carissimi, questi versetti ci ricordano dell’importante verità che la potenza di Dio è all’opera in noi. Nella vita cristiana, quel credente che cerca di camminare con la propria forza è destinato a cadere. Quel credente che è sicuro di sé, e pensa di essere forte per conto suo, si autoinganna, e avrà molti dolori inutili.

Invece, quando siamo umili, e sappiamo che siamo deboli per conto nostro, ma che la potenza di Dio opera in noi quando ci fortifichiamo nel Signore, e nella forza della sua potenza, in modo che Egli riceve tutta la gloria, allora, vedremo la potenza di Dio all’opera in noi.

Lo Spirito Santo è il mezzo che Dio usa per fortificarci con la sua potenza. Senza lo Spirito Santo, non possiamo fare nulla. Con Lui, possiamo fare qualsiasi cosa che il Signore ci chiama a fare. Ecco perché Gesù disse ai discepoli: “voi, rimanete in questa città, finché siate rivestiti di potenza dall’alto».” Prima di poter essere testimoni di Gesù nel mondo, avevano bisogno dello Spirito Santo, che non sarebbe venuto fino a dopo che Gesù sarebbe tornato in cielo. Per questo dovevano aspettare.

Sappiamo da Atti 1 che dieci giorni dopo l’ascensione di Gesù in cielo, Dio mandò lo Spirito Santo sui discepoli a Gerusalemme, e come Gesù aveva annunciato loro, furono rivestiti di potenza dall’alto.

Prima di quel giorno, lo Spirito Santo non era venuto sui credenti. Dal giorno di Pentecoste in poi, nel momento stesso che Dio salva una persona, quella persona riceve lo Spirito Santo, e viene sigillato con lo Spirito Santo. Quindi, oggi, ogni vero credente ha lo Spirito Santo, e ha la potenza di Dio che opera in lui. Ecco perché, nei brani che abbiamo appena letto, tutti scritti dopo l’arrivo dello Spirito Santo, l’Apostolo Paolo prega che possiamo conoscere la potenza di Dio già in noi.

Conclusione

Quindi, oggi, abbiamo considerato brevemente i discepoli che erano riuniti quella sera a Gerusalemme. Stavano rallegrandosi per la notizia che Gesù era veramente risuscitato dai morti. Che notizia incredibile e meravigliosa. Mai prima nella storia del mondo un uomo aveva sconfitto la morte con la propria potenza. Poche ore prima, la loro speranza sembrava ormai distrutta. Ora, avevano una gioia immensa.

Mentre stavano rallegrandosi per questa notizia, Gesù stesso comparve in mezzo a loro. Da una parte, la loro gioia di vederLo fu immensa. Però, la ragione umana non riusciva a credere che era veramente Gesù. La logica ci insegna che una volta che una persona muore, è morta per sempre. Però, là, davanti ai loro occhi, c’era Gesù, contrariamente a quello che la logica poteva credere. Era impossibile per un uomo risuscitare, eppure, Gesù era davanti a loro, vivo. Era difficile crederci, perciò, vacillavano fra la gioia e l’essere sconvolti.

Come aveva fatto prima della croce, Gesù dimostrava tanta pazienza e grazia nei loro riguardi. Visto che avevano difficoltà a credere ai loro occhi, Gesù mostrò loro le sue mani e i suoi piedi, e mangiò davanti a loro, per convincerli che era proprio Lui, e non un fantasma.

Anche oggi, Gesù è tenero e pieno di grazia nell’aiutare chi è debole nella fede per credere alla verità. Infatti, ogni volta che una persona arriva a credere in Gesù, è perché Gesù opera nel cuore di quella persona, e le apre gli occhi.

Dopo che Gesù ebbe convinto i discepoli che era veramente Lui, aprì loro la mente, per fargli capire le Scritture, e riconoscere Gesù in tutto l’Antico Testamento.

Oggi, è lo Spirito Santo che apre gli occhi dei credenti, in modo che possono vedere Gesù Cristo. Senza lo Spirito Santo, non potremmo capire le verità di Dio. Però, grazie a Dio, abbiamo lo Spirito Santo. Egli ci insegna, sia nella nostra lettura individuale della Bibbia, sia tramite gli uomini che Egli dà alla chiesa come insegnanti.

Gesù ha fatto capire ai discepoli la necessità della sua morte e della sua risurrezione. Questo è il cuore del Vangelo. Gesù doveva morire perché ogni uomo è condannato a causa del proprio peccato. Era necessaria la morte di un Sostituto per poter offrire il perdono all’uomo peccatore. Gesù si è offerto come questo sostituto.

Predicare il Vangelo vuol dire predicare la morte di Gesù come necessaria, a causa del peccato dell’uomo, come anche la sua risurrezione. Predicare il Vangelo vuol dire anche predicare il ravvedimento e la fede.

Cari fratelli e sorelle, avendo ricevuto Gesù Cristo come Salvatore e Signore, noi, fra tutte le persone nel mondo, abbiamo il motivo più grande per gioire. Il nostro Signore è risorto. Egli è alla destra di Dio, intercedendo per noi, regnando sul mondo, e preparando un luogo nel quale passeremo l’eternità insieme a Lui. Avendo ricevuto lo Spirito Santo, che ci ha aperto gli occhi per vedere la verità del Vangelo, anche noi siamo chiamati ad essere testimoni del fatto che Gesù è risorto, e che ritornerà per giudicare il mondo, mentre per ora, offre la salvezza a chiunque si ravvederà e crederà veramente in Lui.

Allora, fermiamoci a considerare i nostri pensieri. Noi sappiamo che Gesù è risorto. Abbiamo grande gioia a causa di questo? Questa notizia è così meravigliosa che dovrebbe darci gioia ogni giorno, se siamo veramente salvati.

Anche noi siamo chiamati ad essere testimoni, per annunciare il Vangelo. In Matteo 5 Gesù ci chiama la luce del mondo. Dobbiamo chiederci: stiamo proclamando Cristo attivamente agli altri intorno a noi? Se no, dobbiamo impegnarci ad essere più attivi in questo. È impossibile che una persona sia salvata senza sentire il Vangelo. Le persone non possono ascoltare se non c’è chi predica. Dio chiama noi che siamo già stati salvati, a predicare il Vangelo agli altri. Preghiamo di essere sempre più attivi in questo.

Infine, ci rendiamo conto della potenza di Dio in noi per mezzo dello Spirito Santo? Non diciamo mai quelle parole terribili “non posso”. Invece, fortifichiamoci nella forza del Signore. Solo così possiamo avere una vita cristiana vittoriosa.

Rallegriamoci, il nostro Signore è vivente. Impegniamoci ad essere suoi testimoni, fortificandoci nella forza di Dio.