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La Risurrezione di Cristo: Pasqua 11 - Luca 24 e Giovanni 20,21

filename: pasqua11.doc di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org - sermone sulle sofferenze di Cristo, mini-serie per pasqua, 2003,2004, per RO, di Marco deFelice, per domenica, 22 febbraio, 2004 corretto da Renato Giliberti>

i discepoli

Stiamo studiando gli avvenimenti della Pasqua, principalmente dal Vangelo di Matteo. Negli ultimi sermoni, abbiamo considerato gli avvenimenti della domenica mattina in cui Gesù era appena risuscitato. Oggi, vogliamo seguire la storia da quel punto. Perciò, lasciamo il brano di Matteo, per considerare alcuni avvenimenti che troviamo nei Vangeli di Luca e di Giovanni.

Ricordiamo che le donne erano venute al sepolcro pensando di ungere il corpo di Gesù con aromi. Che sorpresa fu trovare la tomba vuota, ed un angelo che annunciò loro l’incredibile notizia che Gesù era risuscitato. Mentre correvano a raccontare queste cose ai discepoli, Gesù stesso si presentò loro. Queste donne ebbero la gioia di essere le prime a vedere Gesù risuscitato.

Vogliamo seguire la storia da quel punto. Aprite la Bibbia in Luca 24. Vogliamo leggere insieme, dal versetto 13.

l’incontro sulla via per Emmaus

Prima di leggere questi versetti, vogliamo capire un po’ la situazione. In questo brano, troviamo due discepoli di Gesù che stavano lasciando Gerusalemme andandosene a piedi. Erano stati insieme agli Apostoli e agli altri discepoli a Gerusalemme, e avevano ascoltato la testimonianza delle donne che erano tornate dalla tomba vuota. Però, avevano perso le speranze. Avendo visto Gesù morire sulla croce, e ora, credendo che tutto era finito, credevano che l’unica cosa da fare era tornare a casa, a Emmaus, un villaggio a circa 11 chilometri da Gerusalemme. Così, in questo brano, troviamo questi due discepoli che camminano insieme verso Emmaus, nel tardi pomeriggio. Mentre camminavano, parlavano di tutte le cose che erano accadute, cioè, della morte di Gesù, e del fatto che le donne avevano detto di averlo visto vivo. Tenendo in mente questa scena, leggiamo dal v.13 al v.17.

“13 Due di loro se ne andavano in quello stesso giorno a un villaggio di nome Emmaus, distante da Gerusalemme sessanta stadi; 14 e parlavano tra di loro di tutte le cose che erano accadute. 15 Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù stesso si avvicinò e cominciò a camminare con loro. 16 Ma i loro occhi erano impediti a tal punto che non lo riconoscevano. 17 Egli domandò loro: «Di che discorrete fra di voi lungo il cammino?» Ed essi si fermarono tutti tristi.” (Luca 24:13-17 NRV)

Mentre questi due discepoli camminavano e parlavano, Gesù stesso si avvicinò a loro e iniziò a camminare con loro. In qualche modo, Dio impedì a quei discepoli di riconoscere Gesù. Questo potrebbe sembrare strano. Però, in realtà, non avevano riconosciuto tante altre cose. Per esempio, pur avendo conosciuto Gesù prima della crocifissione, non avevano mai visto veramente la sua gloria. Conoscevano le Scritture, ma non avevano visto che le Scritture parlano di Gesù. Avevano sentito Gesù annunciare che doveva risuscitare, ma non avevano afferrato il suo chiaro insegnamento. Quindi, in un certo senso, il fatto che non riconoscevano Gesù fisicamente rispecchia il fatto che non avevano riconosciuto tante verità spirituali.

Gesù chiese a questi uomini di che cosa stessero parlando. Fece questo non perché Gesù non sapeva, ma per prepararli agli insegnamenti che voleva dare loro.

Notiamo il contenuto di quello che Cleopa, uno di questi due discepoli, racconta a Gesù. Leggiamo dal v.18 al v.20.

“18 Uno dei due, che si chiamava Cleopa, gli rispose: «Tu solo, tra i forestieri, stando in Gerusalemme, non hai saputo le cose che vi sono accadute in questi giorni?» 19 Egli disse loro: «Quali?» Essi gli risposero: «Il fatto di Gesù Nazareno, che era un profeta potente in opere e in parole davanti a Dio e a tutto il popolo; 20 come i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati lo hanno fatto condannare a morte e lo hanno crocifisso.” (Luca 24:18-20 NRV)

Questi discepoli sapevano che Gesù era da Dio, e che era potente in opere e in parole. Notiamo anche che riconoscevano che la maggior parte della colpa per la morte di Gesù era da parte dei sacerdoti e dei magistrati Giudei, anziché dei Romani. Questo rispecchia le parole di Gesù a Pilato in Giovanni 19:11

“Gesù gli rispose: «Tu non avresti alcun’autorità su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto; perciò chi mi ha dato nelle tue mani, ha maggior colpa».” (Giovanni 19:11 NRV)

Poi, notiamo attentamente quello che Cleopa dice nel v.21.

“21 Noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato Israele; invece, con tutto ciò, ecco il terzo giorno da quando sono accadute queste cose. 22 È vero che certe donne tra di noi ci hanno fatto stupire; andate la mattina di buon’ora al sepolcro, 23 non hanno trovato il suo corpo, e sono ritornate dicendo di aver avuto anche una visione di angeli, i quali dicono che egli è vivo. 24 Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato tutto come avevano detto le donne; ma lui non lo hanno visto».” (Luca 24:21-24 NRV)

Questi discepoli, come probabilmente la grande maggioranza dei discepoli, avevano sperato che Gesù avrebbe liberato Israele. Ricordiamo che Israele era sotto l’autorità dei Romani. Era il sogno dei Giudei di essere liberati da questo giogo, e tanti Giudei credevano che il Messia che aspettavano avrebbe fatto questo. Questo non era un insegnamento delle Scritture, bensì un’interpretazione sbagliata da parte di tanti Giudei.

Si tratta di un punto importante. Questi discepoli, e possiamo presumere che tanti altri erano come loro, nutrivano una speranza sbagliata su Gesù. Speravano in benedizioni temporali, cioè di questo mondo. Volevano una salvezza fisica, una liberazione dai problemi della vita, e credevano che il più grande dei loro problemi fosse l’occupazione da parte dei Romani.

Invece la salvezza che Dio offre non è una salvezza terrena, temporale, che riguarda la situazione politica o fisica. È una salvezza spirituale ed eterna.

Questi uomini, pur essendo veri seguaci di Gesù, stavano cercando le benedizioni sbagliate. Gesù offriva la salvezza eterna, offriva l’eternità con Dio. Offriva il pieno perdono dai peccati. Questi uomini, come tanti altri, cercavano le briciole anziché il banchetto che Dio gli offriva.

In Giacomo 4:3, leggiamo che spesso, gli uomini non ricevono risposta alle loro preghiere perché chiedono cose sbagliate. Vi leggo quel versetto.

“domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri.” (Giacomo 4:3 NRV)

Prima di veder male questi discepoli, dobbiamo esaminare noi stessi. Non è che spesso anche noi cerchiamo le benedizioni sbagliate da Dio? Non è che spesso cerchiamo le briciole, anziché la ricchezza delle benedizioni spirituali che Dio ci offre in Gesù Cristo? Non è che a volte abbiamo la tendenza a cercare benedizioni temporali, anziché le benedizioni spirituali ed eterne che Dio ha provveduto per noi in Cristo Gesù?

Finché faremo così, saremo delusi, e in realtà, delusi con Dio. La nostra delusione non sarà una delusione giusta, perché sarà fondata sui traguardi sbagliati. Infatti, uno dei princìpi più importanti per un vero credente è quello di imparare a chiedere a Dio le vere benedizioni.

Comunque, nonostante che questi discepoli avevano cercato le benedizioni sbagliate, Gesù era pronto ad aiutarli a capire di più ciò che Dio offre all’uomo in Cristo Gesù.

Guardando questi versetti, c’è un altro punto importante da notare. Questi uomini avevano sentito le donne testimoniare dell’annuncio degli angeli che Gesù era vivo. Però, non avevano accettato questa testimonianza. Nonostante Gesù avesse preannunciato la sua risurrezione, nonostante la testimonianza degli angeli, questi discepoli ne dubitavano la realtà. Non avendo ancora visto Gesù con i loro occhi, dubitavano che fosse veramente risuscitato.

Anche qua, possiamo vedere noi stessi. Quante volte anche noi dubitiamo di Dio? Quante volte anche noi abbiamo ricevuto qualche insegnamento da Dio, ma non avendo visto risultati con i nostri occhi, dubitiamo? Per esempio, Dio ci dà la promessa che tutte le cose cooperano al bene di coloro che amano Dio. Dio promette anche che Egli non permetterà che siamo tentati oltre le nostre forze. Però, a volte, quando ci troviamo in mezzo a prove difficili, dubitiamo la veracità della Parola di Dio. A nostro parere, sembra che una prova sia troppo difficile per le nostre forze. Sembra che una certa difficoltà non sia per il nostro bene. Pensando così, stiamo dubitando di Dio, e in effetti, stiamo chiamando Dio bugiardo. È grave quando facciamo questo. Avrò più da dire sul dubbio in un prossimo sermone di questa serie. Per ora, andiamo avanti.

Tornando a questi uomini, capiamo che avevano avuto una speranza sbagliata sul ruolo del Messia, il Cristo. Non avevano capito correttamente le Scritture. Avevano dubitato l’annuncio che Gesù era risuscitato. Lo vediamo in quello che dicevano a Gesù.

Gesù li riprende perché erano insensati

Ora, leggiamo attentamente quello che Gesù disse loro, nei versetti 25 e 26, rispondendo al loro pensiero che la morte di Gesù era una sconfitta per il piano di Dio.

“25 Allora Gesù disse loro: «O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! 26 Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?»” (Luca 24:25-26 NRV)

Gesù chiamò questi uomini insensati e lenti di cuore. Non era un commento offensivo, ma piuttosto una vera descrizione della loro condizione spirituale. Erano insensati, perché pur avendo ricevuto tanto buon insegnamento da Gesù, non avevano capito quello che avrebbero dovuto capire. Erano lenti di cuore ad accettare l’annuncio che Gesù era risuscitato. La loro condizione era grave.

Però, prima di criticarli troppo, consideriamo noi stessi. Quanto spesso anche noi siamo insensati? Quante volte è successo che nonostante che abbiamo letto lo stesso brano biblico più volte, non abbiamo riconosciuto qualche importante insegnamento, forse perché andava contro quello che era già la nostra posizione?

Infatti, ci sono due campi in cui noi credenti rischiamo di cadere in questo peccato. È facile essere insensati e lenti di cuore in quello che riguarda la nostra posizione dottrinale, e anche per quello che riguarda il nostro modo da vivere.

Consideriamo prima quanto sia facile essere insensati per quanto riguarda la dottrina. È facile essere ciecamente attaccati alla nostra posizione dottrinale, al punto che anche se sentiamo un insegnamento chiaro che potrebbe mettere in discussione qualche aspetto della nostra posizione, siamo insensati, e non vediamo il chiaro insegnamento che è davanti ai nostri occhi.

Infatti, sono convinto che questo è uno dei motivi per cui ci sono così tante interpretazioni diverse tra coloro che dicono di seguire la Bibbia. Anche quando leggono brani che sono chiari, se quei brani contraddicono quello che hanno sempre creduto, spesso non vedono quello che sta davanti ai loro occhi.

Spesso, succede la stessa cosa quando si tratta di insegnamenti che riguardano il nostro modo da vivere. Tanti credenti, quando sentono un insegnamento che mette in evidenza che qualche loro comportamento o modo di vivere è sbagliato, non capiscono quell’insegnamento. È come se l’insegnamento fosse stato detto in un altra lingua. Sentono tutto, ma non riconoscono che si applica proprio alla loro vita. Vi faccio un esempio assurdo, solo per aiutarvi a capire il principio. È come se un uomo molto sovrappeso ascoltasse l’ammonimento del suo medico, che gli spiega i pericoli per chi è sovrappeso, e quell’uomo è tutto d’accordo con l’insegnamento, ma non si rende conto che si applica proprio a lui. Tanti credenti sono così quando sentono certi insegnamenti che riguardano il cammino di ogni giorno.

Ci sono tanti esempi di questo. Per esempio, ho conosciuto credenti che si contaminano spiritualmente, guardando programmi in tivù che contengono scene che vanno contro gli insegnamenti biblici sulla santità. Poi, ascoltano un chiaro sermone sulla necessità della santità. Dicono di essere del tutto d’accordo. Però, il loro cuore è così insensato che non riconoscono che l’insegnamento sulla santità è una forte condanna della loro abitudine di guardare tanti programmi in televisione.

Ci sono credenti che sprecano molto tempo. Quando sentono un insegnamento che riguarda l’importanza di usare il nostro tempo per il Signore, sono d’accordo. Però, sono così insensati che non riconoscono che loro stessi non stanno usando bene il loro tempo. Non riconoscono che stanno sprecando molto tempo.

Essere insensati ci impedisce di capire insegnamenti chiari.

Questi discepoli sulla via di Emmaus avevano ricevuto ottimi insegnamenti da Gesù, perché Gesù è stato l’insegnante perfetto. Gesù aveva spiegato loro della sua morte e della sua risurrezione. Aveva spiegato molto del regno di Dio, in modo che avrebbero dovuto capire che il suo regno non era un regno temporale, ma spirituale ed eterno. Però, essi erano così insensati da non capire tante delle verità che avevano ascoltato.

Quanto è facile per noi essere simili a loro. Quante volte sentiamo o leggiamo insegnamenti, e non riconosciamo che si applicano proprio alla nostra vita e alla nostra dottrina.

Quindi, quanto è importante pregare di avere un cuore aperto e tenero, per poter considerare attentamente le verità di Dio. Quanto è importante chiedere a Dio di aprirci gli occhi, per riconoscere quando una nostra posizione dottrinale, o un nostro modo di vivere, è sbagliato.

una speranza morta

Torniamo a considerare questi discepoli. Notiamo che Cleopas dice: “noi speravamo che fosse lui...". Usa il tempo passato: “speravamo”. Avevano sperato, ma ormai, le loro speranze sono morte. Secondo loro, Gesù era morto, e quindi, le loro speranze che Egli fosse il Messia erano morte con Lui.

Però, forse avevano una piccola fiamma di speranza. Menzionarono che alcune donne avevano detto che Gesù era vivo. Però, quando alcuni discepoli andarono al sepolcro, non trovarono nulla. Quindi, a loro sembrava che non c’era più da sperare in Gesù. Però, c’era comunque quello che le donne avevano detto.

Gesù insegna loro

Continuiamo a considerare l’insegnamento che Gesù diede loro. Leggiamo ancora i vv.25-27. Qui, Gesù dimostra che anziché una sconfitta, la morte di Gesù era nel piano di Dio.

“25 Allora Gesù disse loro: «O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! 26 Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?» 27 E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano.” (Luca 24:25-27 NRV)

Gesù spiegò loro che era necessario che il Cristo soffrisse e che risuscitasse, che è il senso di “entrare nella sua gloria”. Egli doveva fare questo. Faceva parte del piano eterno di Dio.

È importantissimo che ogni vero credente capisca questo. Era necessario che Cristo soffrisse, ovvero, che morisse sulla croce, subendo l’ira di Dio, ed era necessario che Lui entrasse nella sua gloria, ossia, che risuscitasse. Tutto questo era necessario per poter provvedere la salvezza all’uomo peccatore. Era necessario che Dio punisse il peccato, e visto che ogni uomo è colpevole, l’uomo era senza speranza. Perciò, Dio stesso doveva anche provvedere un modo di togliere la condanna dall’uomo, caricando i peccati dell’uomo su Cristo Gesù. La morte e la risurrezione di Gesù erano necessari per poter salvare gli uomini. Non era un errore, una tragedia, era il piano di Dio.

Dopo aver detto questo ai discepoli, Gesù spiegò loro in tutte le Scritture le cose che Lo riguardavano. In altre parole, tutte le Scritture, che allora erano i libri da Genesi fino a Malachia, parlano di Gesù e riguardano Lui. Gesù è l’oggetto supremo di tutta la Bibbia.

Ci vorrebbero tantissimi sermoni per insegnare tutti i punti principali dell’Antico Testamento che parlano di Gesù Cristo. Ricordiamo che ci sono profezie, e ci sono anche tanti Tipi, che Dio usava simbolicamente per insegnare come sarebbe stato il Messia, il Cristo.

Per chi vuole vedere alcuni di questi brani, eccovi un elenco di alcuni brani da notare:

Genesi 3:15; 9:26; 12:2; 22:18; 49:10

Esodo 12:13

Numeri 24:17

Deuteronomio 18:15,18

2 Samuele 7:12,13

Salmi 2:2; 22:1,18; 45:11; 68:18; 69:20,21; 72:8,9; 110:1; 118:22; 132:11

Isaia 2:4; 7:14; 8:8,10; 9:1,2,6,7; 11:10; 25:8; 28:16; 35:5,6; 42:1; 49:6; 52;14; tutto 53; 55:4; 59:16

Geremia 23:5

Ezechiele 17:22

Daniele 2:24,35, 44; 7:13,14; 9:25

Michea 5:2

Aggeo 2:6-9

Zaccaria 3:8; 6:12 in avanti; 9:9; 11:12; 12:10; 13:7

Malachia 3:1

Questo è solamente un piccolissimo esempio, per rendere chiaro che ogni parte dell’Antico Testamento riguarda Cristo e parla di Lui.

Da Genesi a Malachia, l’Antico Testamento è pieno di insegnamenti che riguardano Cristo. Dio guidava le circostanze in modo che tantissimi avvenimenti, e persone, e oggetti, fossero Tipi di Cristo e della sua opera. Tantissime profezie parlavano di Lui. Gesù Cristo è l’oggetto centrale di tutto l’Antico Testamento, come Lo è del Nuovo Testamento.

Gesù insegnò questo fatto a questi due discepoli, ed è estremamente importante che anche noi sappiamo questo e lo teniamo in mente. Gesù Cristo è il centro, il cuore della salvezza. Ogni volta che leggiamo la Bibbia, dovremmo tenere aperti i nostri occhi per riconoscere le verità che riguardano Gesù. Dobbiamo cercare di conoscerLo sempre di più, non solo dagli insegnamenti nel Nuovo Testamento, ma anche da quello che leggiamo nell’Antico Testamento.

In Giovanni 5, Gesù aveva detto ai Farisei, che si ritenevano esperti nelle Scritture:

“39 Voi investigate le Scritture, perché pensate d’aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse son quelle che rendono testimonianza di me; 40 eppure non volete venire a me per aver la vita!” (Giovanni 5:39-40 NRV)

Gesù è la fonte della Salvezza, e tutta la Bibbia parla di Lui. Quindi, quando leggiamo la Bibbia, teniamo in mente di cercare sempre Gesù.

Gesù si fa conoscere da loro

Mentre camminavano, Gesù stava spiegando loro come riconoscere Gesù nelle Scritture. Finalmente, arrivarono ad Emmaus, dove evidentemente questi discepoli abitavano. Riprendiamo la lettura del brano.

“28 Quando si furono avvicinati al villaggio dove andavano, egli fece come se volesse proseguire. 29 Essi lo trattennero, dicendo: «Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno sta per finire». Ed egli entrò per rimanere con loro. 30 Quando fu a tavola con loro prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede loro. 31 Allora i loro occhi furono aperti e lo riconobbero; ma egli scomparve alla loro vista. 32 Ed essi dissero l’uno all’altro: «Non sentivamo forse ardere il cuore dentro di noi mentr’egli ci parlava per la via e ci spiegava le Scritture?»” (Luca 24:28-32 NRV)

Arrivando a Emmaus, Gesù fece come se volesse proseguire oltre. Allora i due discepoli Gli chiesero di restare con loro.

Qui, vediamo un principio che è vero anche oggi. Vi leggo Apocalisse 3:19,20.

“19 Tutti quelli che amo, io li riprendo e li correggo; sii dunque zelante e ravvediti. 20 Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.” (Apocalisse 3:19-20 NRV)

Nella vita dei veri discepoli, Gesù sta alla porta e bussa. A chi ascolta e apre, Gesù entrerà. Per avere comunione con Gesù, uno deve desiderarLo. Con questi due discepoli di Emmaus, Gesù faceva come se volesse proseguire, in modo che fossero loro a chiederGli di restare con loro. Anche oggi, per avere stretta comunione con Gesù, uno deve chiedere a Gesù.

Quando questi discepoli chiesero a Gesù di restare con loro, Egli entrò per rimanere con loro. Sedettero a tavola insieme, e Gesù assunse il ruolo di Padrone, cioè, fu Gesù che prese il pane, lo spezzò e lo divise fra loro. Quando Gesù entra in una vita, vi entra è come Padrone. Gesù non accetta mai il ruolo di essere sempre ospite. O Egli regna, o resta fuori.

Comunque, come Gesù aveva assunto il ruolo di Maestro per strada, così Gesù assunse il ruolo di capo a tavola con loro, e prese il pane, lo benedisse, lo spezzò, e lo diede loro.

In quel momento, i loro occhi furono aperti, e Lo riconobbero. Riconoscevano che era proprio Gesù davanti a loro. La Bibbia non dice come Lo riconobbero. Forse avvenne quando Egli benedisse il pane, con le stesse parole che Lo avevano sentito usare nel passato. Forse vedevano le sue mani con i fori dei chiodi. Forse era semplicemente un’opera diretta di Dio. Non importa, in qualche modo, Lo riconobbero. Però, a quel punto, Gesù scomparve alla loro vista.

Sappiamo da tanti altri brani che Gesù era risuscitato nel suo stesso corpo. Aveva ancora i segni dei chiodi nelle mani e nei piedi, e il buco nel fianco causato dalla lancia del soldato. Era un corpo fisico, che si poteva toccare. Egli mangiava davanti ai discepoli. Però, il suo corpo aveva delle qualità diverse. Egli appariva e scompariva a suo piacimento. Visto che la Bibbia non ci spiega in dettaglio questo, non dobbiamo speculare sui dettagli che Dio non ci dà. Basta sapere quello che Dio ha scelto di rivelarci, cioè, che il corpo di Gesù era veramente il suo corpo fisico, e che poteva anche scomparire.

Che benedizione fu per questi uomini riconoscere Gesù. Infatti, nella Bibbia, tante persone vedevano chiare prove dell’identità di Gesù, ma non Lo riconobbero. È una benedizione riconoscere Gesù come il Cristo.

Per esempio, in Matteo 16, leggiamo il discorso fra Gesù e i discepoli.

“13 Poi Gesù, giunto nei dintorni di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «Chi dice la gente che sia il Figlio dell’uomo?» 14 Essi risposero: «Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia; altri, Geremia o uno dei profeti». 15 Ed egli disse loro: «E voi, chi dite che io sia?» 16 Simon Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 Gesù, replicando, disse: «Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli.” (Matteo 16:13-17 NRV)

La maggioranza delle persone avevano visto Gesù, e avevano sentito il suo insegnamento, ma non Lo avevano riconosciuto come il Cristo. Nemmeno i discepoli Lo riconobbero, finché questo non gli fu dato dal Padre.

Leggiamo anche in Giovanni 1:10, in cui parla del fatto che la Parola, Dio stesso, è venuto nel mondo.

“Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l’ha conosciuto.” (Giovanni 1:10 NRV)

La maggioranza delle persone non riconoscevano Gesù per Chi è veramente, l’Iddio Creatore. Anche oggi, tante persone non riconoscono Gesù. Sanno che è un grande maestro, possono credere tante cose vere di Lui, ma non riconoscono veramente la sua identità come Dio, il Creatore, e il loro Signore.

Dio aprì gli occhi di quei due discepoli, e continua ad aprire gli occhi di quegli uomini oggi che cercano Dio con tutto il loro cuore.

Una volta che ebbero riconosciuto Gesù, ed Egli fu scomparso ai loro occhi, essi parlarono tra loro:

“Ed essi dissero l’uno all’altro: «Non sentivamo forse ardere il cuore dentro di noi mentr’egli ci parlava per la via e ci spiegava le Scritture?»” (Luca 24:32 NRV)

Quando lo Spirito Santo è all’opera in una persona, quella persona riconosce le verità dell’insegnamento. Il suo cuore arde dentro di sé, perché riconosce la veracità dell’insegnamento. Gesù aveva mostrato loro molto di più della sua gloria, tramite le Scritture, e in loro, ascoltando questo, il cuore ardeva.

Che bello quando anche noi comprendiamo di più di Cristo dalle Scritture. È giusto che anche il nostro cuore arda. Non c’è nulla sulla terra paragonabile a Cristo.

raccontano agli altri

Andiamo avanti a leggere i vv.33-35.

“33 E, alzatisi in quello stesso momento, tornarono a Gerusalemme e trovarono riuniti gli undici e quelli che erano con loro, 34 i quali dicevano: «Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone». 35 Essi pure raccontarono le cose avvenute loro per la via, e come era stato da loro riconosciuto nello spezzare il pane.” (Luca 24:33-35 NRV)

Pur essendo tardi, questi discepoli si alzarono in quello stesso momento, e tornarono a Gerusalemme. Avevano appena camminato undici chilometri, ma la notizia era troppo meravigliosa da non raccontarla subito agli altri discepoli, perciò, rifecero la strada per Gerusalemme.

Qui, vedo una lezione importante per noi. Nella vita, abbiamo tutti la tendenza a voler raccontare belle notizie ad altri. Nel mondo quando qualcuno prende qualcosa di nuovo, per esempio, un cellulare, una macchina, o un nuovo CD, solitamente, non vede l’ora di raccontarlo agli amici. Se una persona trova un nuovo lavoro, vuole parlarne ai suoi amici. Se una coppia diventano nonni, non vedono l’ora di far vedere le foto quasi a tutti. È normale che vogliamo condividere le belle notizie con gli altri.

Allora, quale notizia è minimamente paragonabile alla notizia che riguarda Gesù? Non c’è nulla nella vita che sia paragonabile a quello che riguarda Gesù Cristo. Certamente, Gesù non appare fisicamente a noi, tuttavia, opera in modo meraviglioso. Perciò, dovremmo chiederci: noi abbiamo più zelo di parlare con gli altri di Gesù di quanto abbiamo di raccontare altre cose? Gli altri vedono chiaramente che Gesù Cristo è la cosa più importante nella vita per noi, vedendo lo zelo che abbiamo di parlare di Lui?

Prego che sia proprio così!

Tornando ai discepoli, leggiamo che quando arrivarono a Gerusalemme, trovarono gli Apostoli (questo è il senso della frase “gli undici”), e gli altri discepoli insieme a loro. Però prima che questi due discepoli di Emmaus potessero raccontare la loro esperienza di aver visto Gesù risuscitato, gli altri raccontarono loro che Gesù era apparso a Simone, ovvero, Pietro.

Immaginate la loro gioia! Gesù era apparso a loro, e poi scoprirono che era apparso anche a Pietro. Quando gli altri finirono di raccontare dell’incontro fra Gesù e Pietro, questi due discepoli raccontarono del loro incontro con Gesù per la via, e di come Lo avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Conclusione

La storia non finisce qui, ma per ora, lasciamo i discepoli là, tutti insieme, rallegrandosi grandemente per la notizia che Gesù era realmente risuscitato. Dio volendo, la prossima volta, riprenderemo la storia.

Per ora, ricordiamo alcune delle verità che abbiamo visto in questo brano.

Questi discepoli, come tanti altri, avevano sperato nelle benedizioni sbagliate. Invece di cercare le benedizioni spirituali ed eterne, avevano sperato in una liberazione politica, ovvero, in una vita terrena più facile. Quanto è facile anche per noi cercare le benedizioni sbagliate. Quanto è importante tenere i nostri occhi sui tesori spirituali ed eterni che Dio ci offre in Cristo.

Abbiamo visto che questi discepoli dubitavano di Dio. Avevano sentito da Cristo che sarebbe risuscitato, e poi, avevano sentito la testimonianza delle donne. Però, dubitavano. Questo è un grave peccato. È tanto facile per noi dubitare Dio. Non cadiamo in questo peccato. Confrontiamo i nostri pensieri con le verità di Dio. Rifiutiamo qualsiasi nostro pensiero che nega una chiara verità di Dio.

Gesù riprese questi discepoli perché erano insensati e lenti di cuore. È facile anche per noi essere così. Perciò, preghiamo di avere cuori aperti, pronti ad ascoltare quello che Dio ci insegna, anche se scombussola quello che siamo abituati a credere o il modo in cui siamo abituati a vivere.

Ricordiamo che Gesù Cristo è l’oggetto centrale di tutta la Bibbia. Quando leggiamo la Bibbia, sia l’Antico Testamento che il Nuovo Testamento, cerchiamo di riconoscere sempre di più Gesù, l’oggetto della nostra fede.

Infine, ricordiamo quanto è importante annunciare la buona notizia di Gesù Cristo agli altri. Non esiste notizia nel mondo paragonabile alla salvezza che Dio offre in Gesù Cristo. Chi ha ricevuto questa salvezza eterna, dovrebbe annunciarla agli altri, con grande gioia e zelo.