Aiuto Biblico

Aspettare il ritorno di Cristo - Filippesi 3:20-4:1

filename:50-0320.a01 di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org - sermone di Marco deFelice, per RO, 28-gennaio-2001, ventisettesimo sermone in una serie su Filippesi; oggi Fil 3:20-4:1

Intro:

17 Siate miei imitatori, fratelli, e guardate quelli che camminano secondo l’esempio che avete in noi. 18 Perché molti camminano da nemici della croce di Cristo (ve l’ho detto spesso e ve lo dico anche ora piangendo), 19 la fine dei quali è la perdizione; il loro dio è il ventre e la loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna; gente che ha l’animo alle cose della terra. 20 Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, 21 che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa. 1 Perciò, fratelli miei cari e desideratissimi, allegrezza e corona mia, state in questa maniera saldi nel Signore, o diletti! (Filippesi 3:17-4:1)

Nell’ultimo insegnamento, abbiamo visto che nel piano di Dio, dovremmo osservare e imitare i credenti più maturi, coloro che camminano più similmente a Cristo di quanto camminiamo noi. Ci sono tanti versetti nella Bibbia che parlano di questo. Vediamo la cura di Dio per noi in questo, perché un esempio vivente, davanti ai nostri occhi, ci aiuta a capire meglio come dovremmo comportarci. Dio ci dà quest’esempio nei credenti più maturi. Man mano che passano gli anni, alcuni di coloro che imitavano altri diventano esempi per la generazione successiva.

Poi, Paolo ci ha ricordato che tristemente, tanti di coloro che si chiamano credenti non camminano come dovrebbero. In realtà, camminano non da seguaci di Cristo, ma da nemici di Cristo. Dobbiamo stare in guardia per non imitare queste persone. Dobbiamo ricordare che quando uno vive così, la sua fine è la perdizione. Paolo dichiara che queste persone hanno l’animo alle cose della terra.

In 1 Giovanni 2:15,16 leggiamo

15 Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui. 16 Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. (1 Giovanni 2:15-16)

Chi ama le cose del mondo, o come Paolo ha spiegato nel brano in Filippesi, chi ha l’animo alle cose del mondo, non ama Dio.

la nostra cittadinanza

A questo punto, Paolo fa un grande confronto. Stava parlando dei falsi credenti, persone che dicono di seguire Cristo, ma che in realtà hanno l’animo alle cose della terra. In realtà, appartengono al mondo, sono del mondo. In contrasto con questo, ascoltiamo ciò che Paolo dichiara di noi nei vv.20,21

20 Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, 21 che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa. (Filippesi 3:20-21)

Questa è una meravigliosa verità. Viviamo in questo mondo, ma non apparteniamo a questo mondo. Gesù Cristo dichiara la stessa verità in Giovanni

14 Io ho dato loro la tua parola; e il mondo li ha odiati, perché non sono del mondo, come io non sono del mondo. 15 Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno. 16 Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. (Giovanni 17:14-16)

Siamo nel mondo, ma non siamo del mondo. Perché no? Come Paolo ci dichiara, la nostra cittadinanza è nei cieli.

La parola greca che viene tradotta qui come “cittadinanza” è il sostantivo greco “politeuma”. La stessa parola, in forma di verbo, è “politeuomai”. Abbiamo già visto questo verbo in Fil. 1:27, dove viene tradotto in italiano con “comportatevi”. Il suo senso in greco è: essere un cittadino, far diventare qualcuno un cittadino, o comportarsi come un cittadino. Il versetto 1:27 in italiano è tradotto: “Soltanto, comportatevi in modo degno del vangelo di Cristo", In base al significato della parola, potremmo dire: “soltanto, in quanto cittadini del cielo, comportatevi in modo degno del vangelo di Cristo.”

Quindi, Paolo ha già menzionato il concetto della nostra cittadinanza nei cieli. Nel brano di oggi, Fil. 3:20, egli ritorna su questo meraviglioso discorso.

Questo mondo è pieno di dolore, di peccato, di problemi. Questo mondo è sotto giudizio, nell’attesa dell’ira di Dio. Allora, che stupenda verità sapere che la nostra cittadinanza non è qui, ma è nei cieli!

Dover stare in un luogo in condizioni difficili è tutta un’altra cosa quando sai di avere la tua cittadinanza altrove, e per quanto il tuo soggiorno può essere difficile, sai che un giorno andrai nella tua patria, dove starai molto, molto meglio.

Mio fratello che è medico è andato una volta a provvedere cure mediche ai carcerati in una prigione in Uganda. Le condizioni erano più terribili di quanto possiamo immaginare. Visitare un posto così ti segna per tutta la vita. Però, quant’è diverso essere lì come forestiero, sapendo che la tua cittadinanza è altrove, piuttosto che essere lì sapendo che non hai altro posto in cui andare perché sei cittadino proprio di quel luogo. Per quanto terribile possono essere le condizioni durante una visita, o anche durante un soggiorno più lungo, se sai che sei forestiero, che sei cittadino di un altro luogo, che hai un posto stupendo che ti aspetta, allora, le difficoltà del momento diventano tutta un’altra cosa.

Infatti, se segui la cronaca, sai che quando c’è qualche colpo di stato in un paese dell’Africa, quasi subito, l’ex potere colonico manda dei soldati per portare via i residenti che sono cittadini degli stati europei e dell’America. In altre parole, tanti europei vivono in questi paesi, ma rimangono cittadini dei paesi dell’Europa. Quando ci sono gravi problemi in un paese, i cittadini locali devono subirne tutti i mali. Non hanno altre speranze. Invece, l’Europa e l’America provvedono alla sicurezza dei propri cittadini. Gli europei residenti in Africa, non devono subire tutti i rischi a cui sono soggetti i cittadini di quei paesi. In momenti di grave pericolo, queste persone riconoscono l’enorme privilegio d’essere cittadini di paesi europei.

Il concetto di Paolo nel brano d’oggi è simile. Certamente, siamo residenti in questo mondo. Però, la nostra cittadinanza non è qui. Qui siamo in missione; questo mondo non è casa nostra. Noi siamo qui in attesa della nostra vera casa. La nostra cittadinanza è nei cieli, la nostra patria pensa al nostro bene mentre siamo in missione qui.

Perciò, per il momento, siamo in questo mondo, e dobbiamo affrontare certi dei problemi del mondo mentre siamo qui. Quanto è importante che ricordiamo però che la nostra cittadinanza è nei cieli, nella presenza di Dio. Là è la nostra vera casa. Là, nella presenza di Dio, è dove passeremo tutta l’eternità.

Aspettando il Salvatore, Gesù Cristo

Ora, notiamo la prossima frase di Paolo:

20 Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, 21 che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa. La nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore!

Un vero credente non solo ha la salvezza come realtà futura, ma sta attivamente aspettando il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore. Aspettare veramente Cristo è un aspetto centrale della vita cristiana.

Qual è il senso di aspettare qualcosa? Eccovi qualche esempio. La donna incinta aspetta con gioia la nascita del figlio. Il soldato, lontano di casa, aspetta con tanta anticipazione il ritorno a casa per essere riunito con la moglie e i figli. Il marinaio in una piccola barca durante una terribile tempesta aspetta il ritorno alla terra ferma. Il carcerato aspetta vivamente il giorno che sarà liberato dal carcere. Il bambino che deve portare il gesso sulla gamba rotta, aspetta il giorno in cui sarà liberato da quel peso fastidioso e potrà correre e giocare di nuovo.

Aspettare qualcosa è molto più profondo che limitarsi a sapere che un certo avvenimento arriverà. Il concetto biblico di aspettare qualcosa è avere una viva attesa ed una viva speranza per quella cosa. L’oggetto dell’attesa rimane centrale nei nostri pensieri. Questo è il senso di aspettare qualcosa.

Nel nostro brano, impariamo che i veri credenti stanno aspettando il ritorno del Salvatore, Gesù Cristo, il Signore.

Perciò, un vero figlio di Dio vive per ora in questo mondo, ma sa d’essere un cittadino dei cieli, e aspetta vivamente il ritorno del Salvatore Gesù Cristo. Le Scritture dichiarano che tutti i veri credenti vivono così. Ascoltiamo una dichiarazione di Paolo in 2 Timoteo 4:8

Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione.

La corona della giustizia, che fa parte della salvezza, è riservata a coloro che avranno amato l’apparizione di Cristo, ovvero, l’arrivo di Cristo. Perciò, essere nell’attesa, aspettare vivamente l’arrivo di Cristo è un aspetto fondamentale della vita cristiana.

Fratelli, per avere ora la gioia fondata sul fatto che Cristo ritornerà per noi, dobbiamo scegliere di meditare giorno per giorno sulla bontà, sulla maestà, sull’amore, sulla misericordia, e sulla grazia di Dio nei nostri confronti.

Se un soldato in missione non sceglie di pensare alla moglie e ai figli, se al contrario egli riempie i suoi pensieri con le cose che lo circondano, e i divertimenti e i traguardi che si trovano nel luogo in cui è in missione, allora, non avrà gran gioia pensando al ritorno a casa. Infatti, non vivrà nell’attesa del suo ritorno a casa. Non ci penserà molto.

Se invece egli tiene la loro foto vicino al letto, e gli scrive spesso, e legge e rilegge le lettere che gli mandano, se sceglie di pensare all’amore della moglie e alla gioia di stare con lei e con i figli, allora, sarà facile per lui vivere aspettando il suo ritorno in mezzo a loro, e avrà gioia in questi pensieri.

Similmente, è importante e necessario per noi scegliere, coscientemente, di pensare a Cristo, di pensare alla nostra eredità nei cieli.

Ascoltiamo una preghiera che Paolo fa per i credenti d’Efeso. Questa preghiera è un ottimo modello da usare per noi stessi e gli uni per gli altri.

Egli prega:

17 affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente; 18 egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi, 19 e qual è verso di noi, che crediamo, l’immensità della sua potenza. (Efesini 1:17-19)

Avete notato che egli prega principalmente che possiamo conoscere la ricchezza della nostra eredità e gli altri benefici della salvezza? Più conosciamo la ricchezza della nostra eredità, che sarà di stare nella presenza di Dio stesso, più possiamo aspettare il ritorno di Cristo, ricordando e rallegrandoci che la nostra cittadinanza è nei cieli.

Un altro brano, Colossesi 3:1-3, ci ricorda lo stesso concetto:

1 Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio. 2 Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; 3 poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. (Colossesi 3:1-3)

Dovremmo cercare e aspirare alle cose di lassù, cioè, alle cose celesti, alla nostra eredità eterna. Più lo facciamo, più i nostri cuori saranno ricolmi di gioia, mentre aspettiamo il ritorno del nostro Salvatore e Signore, Gesù Cristo.

Cristo trasformerà i nostri corpi

Ci sono tanti motivi meravigliosi per cui è giusto che noi aspettiamo vivamente il ritorno di Cristo. Paolo ce ne fornisce uno importante. Ascoltiamo:

20 Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, 21 che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa.

Avete sentito cosa farà Cristo quando ritornerà? Egli trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria! Cristo trasformerà i nostri corpi, rendendoli come il suo corpo glorioso.

In che senso il nostro corpo attuale è il corpo della nostra umiliazione? Fratelli, ogni vero credente conosce la terribile guerra interna contro il peccato. Conosciamo la delusione di peccare, e offendere il nostro Signore. Conosciamo la lotta di tenere il nostro corpo e i nostri pensieri sotto controllo in ogni cosa. Conosciamo quanto spesso manchiamo e non viviamo come desideriamo nell’uomo interiore. C’è anche l’aspetto della debolezza fisica del nostro corpo, in quanto il corpo è soggetto alla malattia e alla morte fisica. In tutte queste cose, questo è il corpo della nostra umiliazione.

Quando Cristo ritornerà, il nostro corpo sarà glorificato! Il più grande beneficio sarà che non saremo più soggetti al peccato! Saremo completamente liberati dal peccato. Saremo in grado di glorificare Dio in ogni istante. Che glorioso giorno! Poi, il nostro corpo sarà trasformato fisicamente, e non sarà più soggetto a debolezza né a malattia né alla morte. Non ci saranno più deformità, non ci saranno dolori. Il nostro corpo sarà glorioso, conforme al glorioso corpo di Cristo Gesù risuscitato!

Come farà questo Cristo? Paolo ci spiega: “che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa.” Cristo farà questa grande opera mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa. Cristo è il sovrano Creatore. Egli può ogni cosa. Con il suo potere infinito, Egli trasformerà i nostri corpi. La cosa non dipende da noi. Dipende da Cristo, e perciò, è una cosa sicura. Possiamo aspettare questo meraviglioso giorno, e non saremo delusi.

Pensiamo a queste cose

Fermiamoci a considerare qualcosa di molto importante. Abbiamo visto che dovremmo dovremmo aspettare il ritorno di Cristo, che vuol dire pensare a Cristo. Quando consideriamo a quali cose di Dio dovremmo pensare, è facile pensare ai nostri doveri come credenti, a quello che dovremmo compiere per il Signore, ai comandamenti che dovremmo seguire. Tutto questo è buono e necessario.

Però, tutte queste cose, sebbene siano cose buone, non dovrebbero essere la prima cosa a cui pensiamo. Dovremmo, anzi, pensare soprattutto a Cristo Gesù.

In altre parole, anziché pensare maggiormente ai doveri della vita cristiana - e dico doveri, ma potremmo dire privilegi - anziché pensare maggiormente ai doveri, dovremmo pensare maggiormente alle benedizioni che abbiamo in Cristo, benedizioni presenti e benedizioni future. Dovremmo pensare soprattutto alla persona di Cristo Gesù, il nostro Salvatore.

Un marito che pensa maggiormente ai propri doveri verso sua moglie, anziché alla moglie stessa, ben presto si stancherà del suo matrimonio. Invece, se pensa alla moglie, alle benedizioni che ha nella vita condivisa con lei, allora, le responsabilità che ha non saranno viste come un dovere, quanto piuttosto come una benedizione ed un piacere per lui.

Similmente, anziché concentrarci principalmente sulle nostre responsabilità come credenti, dovremmo concentrarci su Cristo, e poi potremo vedere le nostre responsabilità per quello che sono in realtà, cioè, delle benedizioni.

In poche parole, questo è il senso di quello che Paolo intende quando dichiara: aspettiamo il nostro Salvatore Gesù Cristo, il Signore.

come dovremmo vivere

Allora fratelli, alla luce di tutto quello che abbiamo sentito oggi e nell’ultimo sermone, come dovremmo vivere? Paolo ce lo spiega in Filippesi 4:1. Ascoltiamo.

Perciò, fratelli miei cari e desideratissimi, allegrezza e corona mia, state in questa maniera saldi nel Signore, o diletti!

Paolo amava questi credenti, che per lui erano cari e desideratissimi fratelli. Erano la sua allegrezza e la sua corona. Paolo sapeva di non dover fare oggetto della sua allegrezza qualcosa di questo mondo. Egli aveva scelto i credenti, che vivranno per l'eternità. Cosa scegliamo noi per la nostra allegrezza?

Torniamo a notare l’esortazione che Paolo rivolge a questi credenti. Egli dichiara: state in questa maniera saldi nel Signore, o diletti!

Paolo sta spiegando come possiamo stare saldi nella nostra fede. Se seguiamo l’insegnamento di Paolo, possiamo stare saldi nelle prove della vita e nelle tentazioni. Paolo dichiara: “state in questa maniera saldi nel Signore.”

Allora, dobbiamo capire cosa intende Paolo con la frase “in questa maniera”. Capendo e seguendo questo, possiamo stare saldi anche noi, in mezzo alle difficoltà e alle prove della vita.

Dicendo "in questa maniera" Paolo si riferisce ai due insegnamenti che ci ha dato nel brano 3:17-21, cioè, l’importanza di imitare coloro che camminano rettamente, e l’importanza di aspettare vivamente il ritorno di Cristo, tenendo al centro dei nostri pensieri il suo ritorno.

Vivere in questo modo è un aspetto fondamento per poter avere una vita cristiana vittoriosa. Quanto è importante osservare e imitare coloro che camminano bene, e poi, tenere il ritorno di Cristo al centro dei nostri pensieri.

Vivendo così, staremo saldi, sicuri, ben fondati nella nostra fede in Gesù Cristo.

Modi pratici di pensare a Cristo

Nell’ultimo insegnamento, abbiamo considerato come possiamo osservare e imitare coloro che camminano bene nella vita cristiana. A questo punto, dovremmo fermarci e considerare qualche modo pratico che potrebbe aiutarci a pensare di più alla nostra eredità.

Esempio del soldato in missione: I suoi compagni preferiscono pensare alle donne locali, anziché alle loro mogli. Ma questo soldato vuole tenere al centro dei propri pensieri la sua famiglia. Come può farlo?

Serve più che solamente una decisione nel cuore, sebbene anche quella sia fondamentale. Egli deve anche organizzare la propria vita per evitare le tentazioni che lo circondano, e per fissare lo sguardo sulla famiglia lontana.

Sapendo quando e come arrivano tante tentazioni, egli deve scegliere di cambiare programma per evitare più tentazioni possibili. Poi, deve organizzarsi per riempire i suoi pensieri con la sua famiglia e con il valore del matrimonio.

Similmente, noi, figli di Dio, vivendo in questo mondo, dobbiamo decidere nel nostro cuore di voler riempire i nostri pensieri con la nostra eredità eterna. Però, dobbiamo fare più che limitarci a deciderlo. Dobbiamo agire per renderlo possibile.

Ad esempio, è essenziale che prendiamo tempo per leggere e meditare la Parola di Dio. Questo è fondamentale.

Poi, abbiamo bisogno di memorizzare Scrittura. Così, avremmo la parola di Dio nascosta nel nostro cuore, e potremo meditarla tutto il giorno. Abbiamo bisogno d’altri credenti, che possano stimolarci e incoraggiarci nel nostro cammino.

L’adorazione della chiesa è un tempo essenziale, in quanto ci permette di capire di più la grandezza della nostra salvezza. L’insegnamento è molto importante, perché ci aiuta a capire sempre di più la nostra salvezza e il nostro Signore.

È anche fondamentale che confessiamo i nostri peccati. Se abbiamo ancora qualche peccato nel cuore, non possiamo essere in comunione con Dio.

Questi sono alcuni dei modi in cui possiamo vivere aspettando veramente il ritorno di Cristo. Facendo questo, e imitando coloro i quali sono di buon esempio, possiamo stare saldi, anche in mezzo alle prove e alle tentazioni.

Conclusione

Grazie a Dio che la nostra cittadinanza è veramente nei cieli. O che possiamo ricordare questa meravigliosa verità! Quando è molto difficile sopportare questo mondo, ricordiamo che la nostra cittadinanza non è qui, è nei cieli. Ricordiamo che siamo forestieri qui. Ricordiamo che non dobbiamo cercare l’approvazione del mondo, ma l’approvazione del nostro Salvatore e Signore, Gesù Cristo.

Ricordiamo che quando il nostro Salvatore Gesù Cristo ritornerà, Egli trasformerà i nostri corpi d’umiliazione in corpi conformi alla sua gloria. Saremo fatti come Cristo, e non saremo più soggetti al peccato e al male.

Ricordiamo tutto questo, per vivere per quello che siamo, cittadini dei cieli, cittadini del regno di Dio.