Aiuto Biblico

Investire il tempo che rimane - 1Pietro 4:9-11

24° sermone nella serie su 1Pietro

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parole chiave: doni spirituali, edificazione, amore fraterno, buone opere, talenti

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il poco tempo che rimane

Se Gesù Cristo non ritorna presto, moriremo tutti fisicamente. In ogni caso, lasceremo la nostra vita su questa terra.

Una persona saggia, quando sa che sta morendo, per esempio, se sa di avere un tumore molto aggressivo, cerca di investire il poco tempo che le rimane da vivere ancora sulla terra nel modo migliore. Per esempio, se ha figli, potrebbe voler loro trasmettere tutta la saggezza possibile. Un marito potrebbe voler organizzare le cose per rendere la vita meno difficile possibile per la moglie.

Dio ci dichiara che alla luce dell'eternità, abbiamo poco tempo rimasto sulla terra. Perciò, dovremmo investire il tempo che ci rimane nel portare gloria a Gesù Cristo. Infatti, Dio ci comanda di vivere così, investendo bene il tempo che ci rimane nella carne.

Oggi, vogliamo riprendere il nostro studio di 1Pietro 4, e considerare i vv. 9-11. Questi versetti fanno parte del contesto di 1Pietro 4:1,2

“1 Poiché dunque Cristo ha sofferto per noi nella carne, armatevi anche voi del medesimo pensiero, perché chi ha sofferto nella carne ha smesso di peccare, 2 per vivere il tempo che resta nella carne non più nelle passioni degli uomini, ma secondo la volontà di Dio.” (1Pi 4:1-2 LND)

Abbiamo già considerato quello che Pietro dichiara al riguardo dell'abbandonare totalmente la vecchia vita. Poi, nell'ultimo sermone, abbiamo iniziato a considerare in che modo dobbiamo vivere, per vivere secondo la volontà di Dio.

Ora, continuiamo a considerare quello che Dio ci insegna in questo brano. Leggiamo 1Pietro 4:7-11

“7 Or la fine di tutte le cose è vicina; siate dunque sobri e vigilanti per dedicarvi alle preghiere, 8 avendo prima di tutto un intenso amore gli uni per gli altri, perché "l’amore coprirà una moltitudine di peccati". 9 Siate ospitali gli uni verso gli altri senza mormorare. 10 Ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio. 11 Chi parla, lo faccia come se annunciasse gli oracoli di Dio; chi fa un servizio, lo faccia nella forza che gli è fornita da Dio, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, a cui appartiene la gloria e il dominio per i secoli dei secoli. Amen.” (1Piet 4:7-11 LND)

Prima di tutto: l'amore intenso

Nel poco tempo che ci rimane, per poter vivere secondo la volontà del Signore, dobbiamo avere un amore intenso gli uni per gli altri.

Nell'ultimo sermone, abbiamo visto che questo tipo di amore coprirà una moltitudine di peccati. Quindi, chi ha questo tipo di amore, sceglie di non fissare i suoi pensieri sui peccati e sugli sbagli degli altri.

Chi invece riempie i suoi pensieri con le problematiche che nota negli altri, non ha un intenso amore, e non può averlo, finché non si ravvede dal suo peccato di scegliere di pensare al male.

Inoltre, abbiamo visto che questo amore non è un semplice sentimento, ma un profondo impegno di procurare il bene degli altri.

Questo sarà un impegno vero, un impegno pratico, in base al bisogno. Il bene per cui un credente si impegnerà verso i suoi fratelli non sarà necessariamente un impegno per il loro comodo, né per quella che potrebbe essere la loro preferenza o la loro voglia del momento, ma si impegnerà per il loro bene, il loro bene pratico e materiale, e soprattutto, per il loro bene spirituale ed eterno.

In questi versetti, Pietro ci parla sia del bene materiale degli altri, sia del loro bene spirituale. Consideriamo quello che il v.9 ci dimostra, per quanto riguarda come possiamo avere un intenso amore. Leggo ancora il v.9

“Siate ospitali gli uni verso gli altri senza mormorare.” (1Pi 4:9)

Dio ci comanda di essere ospitali gli uni verso gli altri, senza mormorare.

La parola Greca tradotta con “ospitale” letteralmente significa “amico dei forestieri”, cioè, descrive uno che si impegna ad aiutare lo straniero.

Il comandamento di essere ospitali non si limita ad aiutare solo chi è letteralmente uno straniero. Piuttosto, gli stranieri rappresentano le persone che sono nel bisogno.

Al tempo della Bibbia, come anche oggi, tante persone lasciavano la loro patria per cercare una vita migliore altrove. Gli stranieri avevano pochi diritti. Quindi, spesso, nella società erano le persone più bisognose.

Quando Pietro scrisse questa lettera, tanti credenti erano stati dispersi a causa di varie persecuzioni. Perciò, spesso erano bisognosi economicamente. Quindi, avevano bisogno di ospitalità, non di un semplice invito a cena, ma proprio di portarli in casa e di provvedere loro vitto e alloggio. Questo è il senso del comandamento di essere ospitali.

L'ospitalità, in questo senso, è molto diverso dall'idea di amici che si scambiano delle serate insieme. Non c'è nulla di male se degli amici si scambiano degli inviti a cena. Anzi se si parla di Dio, quello può essere un ottimo modo di edificare gli uni gli altri.

Però, non è quella l'ospitalità di cui questo brano parla. Piuttosto, il comandamento di questo versetto implica che chi ha dei beni di questo mondo, condivida quello che ha con chi ne ha bisogno. Si offre questo aiuto, per esempio l'ospitalità, non quando è comodo, ma quando serve. Lo scopo non è di godere una bella serata, ma è di provvedere ad un vero bisogno.

Quindi, la vera ospitalità, e i tanti altri modi in cui possiamo aiutare chi è nel bisogno, sono costosi, e possono implicare una grande fatica ed anche un sacrificio.

Il comandamento di essere ospitali descrive un modo di vivere in cui un credente si impegna a riconoscere i bisogni di altri credenti, e poi si impegna ad adempiere quei bisogni secondo i suoi mezzi.

Questo modo di vivere è un aspetto di avere un intenso amore gli uni per gli altri. Vediamo questa verità anche in tanti altri brani.

Per esempio, parlando del vero amore gli uni per gli altri, in 1Giovanni 3 leggiamo:

“Ma se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l’amore di Dio essere in lui?” (1Giov 3:17 NRV)

In casi di bisogno, il vero amore non può fare a meno di aiutare in modo pratico quando sia possibile.

In Giacomo, Dio ci insegna che un aspetto importante della vera religione è di aiutare chi è nel bisogno. Leggo Giacomo 1:27

“La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puro dal mondo.” (Giac 1:27 LND)

Gli orfani e le vedove rappresentano le persone bisognose, come in 1Pietro l'ospitare implica l'aiutare chi è bisognoso. La vera religione comprende aiutare quei credenti che sono nel bisogno. E' un aspetto di avere un intenso amore.

Gesù insegna questa stessa verità quando descrive come sarà il giudizio. Vi leggo le parole di Gesù in Matteo 25.

“34 Allora il Re dirà a coloro che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio; ricevete in eredità il regno che vi è stato preparato sin dalla fondazione del mondo. 35 Poiché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere; fui forestiero e mi accoglieste, 36 fui ignudo e mi rivestiste, fui infermo e mi visitaste, fui in prigione e veniste a trovarmi". 37 Allora i giusti gli risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 E quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato? O ignudo e ti abbiamo rivestito? 39 E quando ti abbiamo visto infermo, o in prigione e siamo venuti a visitarti?" 40 E il Re, rispondendo, dirà loro: "in verità vi dico: tutte le volte che l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me".” (Mat 25:34-40 LND)

Gesù ci fa capire che un frutto della vera salvezza è un vero impegno di sollevare le sofferenze di altri credenti.

Quindi, un aspetto essenziale di un intenso amore è la prontezza di aiutare quei credenti che sono nel bisogno. In 1Pietro 4, questo tipo di aiuto viene descritto con l'essere ospitali. Come abbiamo visto, un intenso amore può comprendere anche tante altre forme di aiuto pratico.

Senza mormorare

Allora, Dio ci comanda di avere un intenso amore gli uni per gli altri. Questo amore produce una vita in cui apriamo le nostre case a quei credenti che ne hanno bisogno, visitiamo i credenti che sono in prigione, diamo da mangiare a quelli che hanno fame.

Vivere così è facile? Possiamo vivere così con le briciole che avanzano del nostro tempo e dei nostri beni?

Oppure vivere così potrebbe essere estremamente costoso, costoso in termini di tempo, di soldi e di forza? E' estremamente costoso vivere così, e richiederà tanti sacrifici.

Visto che Dio conosce i nostri cuori, non solo Dio ci comanda di avere un intenso amore pratico, come ospitare, ma ci comanda di farlo senza mormorare. Leggo ancora il v.9.

“Siate ospitali gli uni verso gli altri senza mormorare.” (1Pi 4:9)

Non basta fare la cosa giusta, è necessario avere il cuore giusto nel farlo. Bisogna non mormorare.

Mormorare rende visibile un peccato nascosto nel cuore.

Chi mormora quando si impegna a fare del bene a chi è nel bisogno, per esempio, chi ospita chi è bisognoso, ma mormora, dimostra che non ha un intenso amore per gli altri.

E' molto importante capire questa verità. Possiamo fare la cosa giusta, ma se mormoriamo, riveliamo che non abbiamo vero amore intenso.

Un intenso amore esclude il mormorare. Se un genitore che, avendo un figlio che sta male e che ha bisogno di molta cura, deve stare sveglio tutta la notte, e se ha un intenso amore per quel suo figlio, quel genitore non mormorerà. Potrebbe essere stanco, ma non mormorerà, perché quello che fa, lo fa per amore.

Al contrario, quando non c'è un intenso amore, uno potrebbe fare la cosa giusta perché si sente obbligato, però poi mormorerà, e se anche non lo fa ad alta voce, comunque mormorerà nel suo cuore.

Questo versetto ci comanda di ospitare, e potremmo dire di provvedere per i bisogni per gli altri in tanti modi diversi, senza mormorare. Quindi, Dio ci comanda non solo di impegnarci a fare la cosa giusta, ma di esaminare i nostri cuori, e se riconosciamo che manchiamo l'amore, di ravvederci e di iniziare ad amare intensamente.

I doni spirituali

Quindi, avere un intenso amore richiede un impegno a provvedere un aiuto pratico nei casi in cui c'è qualche bisogno.

Però, solitamente nella nostra società, sono pochi i credenti che hanno bisogni materiali.

Allora, come dobbiamo esprimere un intenso amore verso la maggioranza dei credenti? Pietro ci dà la risposta nei vv. 10,11.

In questi versetti, sempre nel contesto di avere un amore intenso, Pietro ci parla di come dobbiamo usare i nostri doni spirituali. Vi leggo i vv.10,11

“10 Ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio. 11 Chi parla, lo faccia come se annunciasse gli oracoli di Dio; chi fa un servizio, lo faccia nella forza che gli è fornita da Dio, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, a cui appartiene la gloria e il dominio per i secoli dei secoli. Amen.” (1Pi 4:10-11 LND)

Voglio notare alcuni aspetti di questi versetti:

1) abbiamo tutti doni spirituali.

2) siamo amministratori, non padroni.

3) lo scopo dei nostri doni è quello di servire gli uni gli altri, nell'edificazione, che porta alla glorificazione di Dio.

4) ci sono due categorie di doni: di parola, e di servire.

5) un'applicazione pratica: richiede impegno, e organizzazione.

1) abbiamo tutti doni spirituali

Consideriamo prima il fatto che abbiamo tutti dei doni spirituali. Il brano dice: “ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto”.

La parola tradotta con “dono” è una parola che deriva dalla parola “grazia”. Nel Greco, non c'è l'articolo “il”. Quindi, non vuol dire un unico dono. Dio ha versato la sua grazia su di noi abbondantemente.

Non solo i nostri doni spirituali, ma tutto quello che abbiamo e che siamo ci è stato dato da Dio, come dichiara 1Corinzi 4:7

“Che cosa infatti ti rende diverso? Che cosa hai tu che non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché ti glori come se non l’avessi ricevuto?” (1Co 4:7 LND)

Ogni capacità e talento, ed intelligenza, oltre ai nostri doni spirituali, sono un dono di Dio, sono parti della grazia di Dio. Efesini 4:7 ci ricorda di questo.

“Ma a ciascuno di noi è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo.” (Efe 4:7 LND)

È estremamente importante che ci rendiamo conto che quello che siamo e quello che abbiamo, viene tutto da Dio. Noi non abbiamo meritato nulla per conto nostro. Dio è il proprietario e il padrone di ogni nostra forza e capacità e di tutto quello che abbiamo.

Notiamo anche che ognuno di noi ha ricevuto della grazia di Dio. Ogni credente ha ricevuto una quantità della grazia di Dio, sia di doni spirituali, sia di altre capacità.

Notiamo che il versetto parla di questa grazia come “la multiforme grazia di Dio”, o nella NRV, “la svariata grazia di Dio”.

La grazia di Dio si manifesta in tantissimi modi. Si manifesta nei vari doni spirituali. Si manifesta anche nell'intelligenza che abbiamo, nella nostra forza. La nostra sapienza viene da Dio, come qualunque capacità o talento naturale che abbiamo. La nostra capacità di guadagnare viene da Dio, come le opportunità che abbiamo. Dio versa la sua grazia su di noi in tantissime forme.

2) siamo amministratori

Visto che Dio è il proprietario di tutto quello che abbiamo e che siamo, noi siamo degli amministratori. Il versetto dichiara:

“Ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio.” (1Pi 4:10 LND)

Oh cari, quanto è importante ricordare che non siamo padroni di nulla, ma piuttosto, solo amministratori!

Dio, nella persona dello Spirito Santo, ha dato a ciascuno di noi i doni, come voleva Lui, come leggiamo in 1Corinzi 12:11

“Or tutte queste cose le opera quell’unico e medesimo Spirito, che distribuisce i suoi doni a ciascuno in particolare come vuole.” (1Co 12:11 LND)

Visto che siamo amministratori, dobbiamo rendere conto di tutto quello che abbiamo ricevuto. Paolo parla di questo in 1Corinzi 4:2

“Ma del resto dagli amministratori si richiede che ciascuno sia trovato fedele.” (1Co 4:2 LND)

Un amministratore deve rendere conto al suo padrone. Gesù spiegò questa verità nella parabola dei talenti. Il Signore diede a degli uomini una quantità diversa di talenti da far fruttare, ma tutti dovevano rendere conto di tutto a Lui.

Questo è anche ciò che Paolo dichiara in 1Corinzi 3, quando parla del giudizio dei credenti. Ancora, in 2Corinzi 5 leggiamo:

“Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte nel corpo in base a ciò che ha fatto, sia in bene che in male.” (2Co 5:10 LND)

Come amministratori, dobbiamo guadagnare il più possibile per il nostro Signore. Il guadagno che Dio vuole non è materiale, ma è un frutto spirituale.

3) dobbiamo servire gli altri, per l'edificazione

Allora, ricordiamoci che abbiamo tutti ricevuto una quantità della grazia di Dio, in forma di preparazione, intelligenza, capacità, talenti, opportunità, e doni spirituali.

Siamo amministratori, non proprietari, e quindi, dobbiamo usare tutto per il Signore, e come amministratori, dovremo rendere conto a Lui per come li abbiamo usati.

Allora, in che modo dobbiamo investirli per sentire il Signore dirci: “Ben fatto, servo buono e fedele! Entra nella gioia del tuo Signore!”?

Leggo di nuovo 1Pietro 4:10,11.

“10 Ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio. 11 Chi parla, lo faccia come se annunciasse gli oracoli di Dio; chi fa un servizio, lo faccia nella forza che gli è fornita da Dio, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, a cui appartiene la gloria e il dominio per i secoli dei secoli. Amen.” (1Pi 4:10-11 LND)

Dobbiamo mettere al servizio degli altri quello che abbiamo ricevuto da Dio.

Dio ci comanda di utilizzare quello che Lui ci ha dato per grazia nel servire gli altri.

I nostri doni servono per l'edificazione gli uni degli altri. 1Corinzi 12:7 spiega il motivo perché Dio ci ha dato i doni spirituali.

“Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utilità comune.” (1Cor 12:7 LND)

Dio ci ha dato le nostre capacità e i nostri doni per l'utilità comune. In altre parole, essi servono per l'edificazione del corpo. In Efesini 4, Paolo spiega che siamo tutti membri del corpo, e che il corpo cresce in base al contributo di ogni singola parte. Vi leggo Efesini 4:16

“Dal quale tutto il corpo ben connesso e unito insieme, mediante il contributo fornito da ogni giuntura e secondo il vigore di ogni singola parte, produce la crescita del corpo per l’edificazione di se stesso nell’amore.” (Efe 4:16 LND)

La crescita del corpo dipende dal vigore, ovvero, dall'impegno, di ogni singola parte, ovvero, di ogni credente. E quello che ogni credente ha da dare è in base alla grazia che ha ricevuto da Dio.

Notiamo che la crescita del corpo dipende dal contributo di ogni singola parte. Ogni credente ha qualcosa da dare. Anche nel nostro brano in 1Pietro, leggiamo: “ciascuno metta al servizio”

Dio comanda a ciascuno di noi di usare quello che ha ricevuto per l'edificazione degli altri. Ciascuno di noi dovrà rendere conto per come ha investito tutto quello che ha ricevuto.

E quindi, dobbiamo impegnarci per l'edificazione gli uni degli altri. Dobbiamo vivere così perché Dio ce lo comanda, e dobbiamo vivere così perché questo è un aspetto fondamentale di un intenso amore.

4) la pratica: con la parola, e nel servire

Nel v.11, Pietro parla specificatamente delle due categorie dei doni spirituali, e come possiamo usarli per edificare gli altri. Leggo i vv.10,11.

“10 Ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio. 11 Chi parla, lo faccia come se annunciasse gli oracoli di Dio; chi fa un servizio, lo faccia nella forza che gli è fornita da Dio, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, a cui appartiene la gloria e il dominio per i secoli dei secoli. Amen.” (1Pi 4:10-11 LND)

Questo brano parla delle due categorie di doni spirituali: doni che riguardano la parola, e doni che riguardano il servizio.

La parola

Chi parla, deve parlare come se annunciasse gli oracoli di Dio. In questo modo, si può edificare gli altri.

Ogni credente può edificare gli altri tramite la Parola, in qualche modo. Per esempio, in Colossesi 3:16,17 leggiamo:

“16 La parola di Cristo abiti in voi copiosamente, in ogni sapienza, istruendovi ed esortandovi gli uni gli altri con salmi, inni e cantici spirituali, cantando con grazia nei vostri cuori al Signore.” (Col 3:16-17 LND)

Dobbiamo tutti essere riempiti della Parola di Cristo, in modo da istruirci ed esortarci a vicenda. Quindi, abbiamo tutti la responsabilità di usare le nostre parole per edificare gli uni gli altri.

Però, probabilmente il significato principale che Pietro intende riguarda coloro che hanno un dono particolare di insegnamento o di esortazione, cioè, un dono che serve per spiegare il senso e l'applicazione della Parola di Dio.

Chi usa la Parola per edificare, deve parlare come se annunciasse gli oracoli di Dio.

In altre parole, quando parliamo delle cose di Dio, dobbiamo avere quella premura come se fossimo degli araldi che annunciano le proclamazioni del re, perché siamo araldi, e stiamo parlando da parte del Re dei re. Quindi, dobbiamo stare molto attenti che quello che diciamo sia totalmente fedele alla Parola di Dio.

Ogni volta che un chirurgo del cuore fa un intervento, dovrebbe rendersi conto che quello che sta facendo è estremamente importante, e dovrebbe essere ben preparato, ed avere la massima cura in tutto quello che fa.

Similmente, ogni volta che parliamo delle cose di Dio, dovremmo essere ben preparati, e parlare con la massima cura.

il servire

Oltre ai doni che riguardano la parola, ci sono i doni che riguardano il servizio. Esempi di questi sono i doni della misericordia, il dono dell'aiuto, e il dono del dare.

Qualunque servizio che rendiamo, dobbiamo essere consci del fatto che lo possiamo fare nella forza che Dio ci fornisce.

In altre parole, dobbiamo sempre ricordarci che è Dio che ci ha dato ogni forza ed ogni capacità che abbiamo, e quindi, dobbiamo adoperare la forza che abbiamo da Dio in modo che sia Dio a riceverne la gloria e non noi.

Così, il servizio che rendiamo edificherà chi viene servito. Quando un servizio viene fatto mettendo l'enfasi su Dio, la persona che riceve l'aiuto non vedrà solo noi, ma vedrà che Dio ha provveduto la cura, tramite noi. E così, la persona verrà edificata, e Dio verrà glorificato.

Dobbiamo fare tutto per la gloria di Dio, e dare a Dio tutta la gloria.

Affinché Dio sia glorificato

È molto importante che ci ricordiamo sempre il motivo per cui dobbiamo fare tutto quello che facciamo!

Noi siamo amministratori. Un amministratore si impegna per il bene del suo padrone. Noi dobbiamo impegnarci per la gloria di Dio!

Vi leggo il v.11 ancora:

“Chi parla, lo faccia come se annunciasse gli oracoli di Dio; chi fa un servizio, lo faccia nella forza che gli è fornita da Dio, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, a cui appartiene la gloria e il dominio per i secoli dei secoli. Amen.” (1Pi 4:11 LND)

Dobbiamo fare tutto quello che facciamo affinché in ogni cosa sia glorificato Dio, per mezzo di Gesù Cristo!

Dio viene glorificato quando riconosciamo che le nostre capacità e talenti e doni vengono da Dio, e attribuiamo tutto il merito a Lui, e viene glorificato anche quando adoperiamo quello che abbiamo per l'edificazione degli altri.

È un terribile peccato quando cerchiamo di innalzare noi stessi in qualunque cosa facciamo. Dobbiamo fare tutto per la gloria di Dio, come ci comanda Colossesi 3:17

“E qualunque cosa facciate, in parola o in opera, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di lui.” (Col 3:17 LND)

Qualunque volta che cerchiamo gloria per noi stessi, è una forma di idolatria, perché stiamo cercando di mettere noi stessi al posto di Dio! Questo è un peccato terribile.

Non facciamo così! Piuttosto, facciamo tutto per la gloria di Dio, per mezzo di Gesù Cristo! Cristo è il nostro Mediatore. Solo per mezzo di Lui possiamo offrire le nostre buone opere a Dio. Tutte le nostre adorazioni, tutti i nostri impegni per Dio, tutto quello che offriamo a Dio deve passare per mezzo di Cristo Gesù. Allora il nostro servizio diventa gradito a Dio, e porta gloria a Lui.

A cui appartiene la gloria

Questo brano conclude con la verità più importante di tutte. Parlando di Cristo Gesù, che è Dio, Pietro dichiara: “a cui appartiene la gloria e il dominio per i secoli e i secoli. Amen!”

A Gesù Cristo, che è DIO, appartiene tutta la gloria e il dominio. Egli solo è il Signore! Tutta la creazione è sotto il suo potere! Egli solo è glorioso! Egli è degno di ogni lode e adorazione! A LUI appartiene tutta la gloria!

Pietro conclude questa dichiarazione con la parola “Amen”. Questa parola vuol dire “sia così!”. Che possiamo affermare questa verità con tutto il nostro cuore, ogni giorno della nostra vita, finché non ci troveremo nella presenza di Dio!

5) richiede impegno, organizzazione

Allora, nel tempo che ci rimane da vivere su questa terra, Dio ci comanda di amarci intensamente. Un aspetto importante di questo amore è di non focalizzarsi sui peccati e sugli sbagli degli altri.

Un altro aspetto di questo tipo di amore intenso è di dedicarci a sollevare le sofferenze provvedendo per i bisogni materiali di coloro che hanno bisogno.

Un'altra parte centrale di amarci intensamente è di mettere al servizio degli altri i nostri doni, cioè, tutto quello che Dio ci ha dato. Dobbiamo dedicarci ad edificarci gli uni gli altri, perchè più i credenti saranno edificati, più Dio sarà glorificato.

Ricordatevi di una cosa importante. Il semplice fatto di avere un dono non edifica nessuno. È solo quando adopererete i vostri doni che gli altri potranno essere edificati.

Però, non è automatico che adoperiamo i nostri doni. Per poterli adoperare, bisogna avere del tempo a disposizione.

Per avere tempo, è necessario organizzarsi, ed essere autodisciplinati. Chi non è disciplinato, non avrà molto tempo per usare i doni che ha ricevuto da Dio. Senza tempo, è quasi impossibile che riuscirete ad adoperare i doni che Dio vi ha dato per l'edificazione degli altri.

Inoltre, tanti doni, soprattutto i doni che riguardano la parola, richiedono, oltre al tempo di adoperarli, anche tanto tempo di preparazione.

Per esempio, nonostante che Timoteo avesse il dono spirituale di insegnare, Paolo gli comandò di impegnarsi nello studio, in 2Tim 2:15.

“Studiati di presentare te stesso approvato davanti a Dio, operaio che non ha da vergognarsi, che esponga rettamente la parola della verità.” (2Ti 2:15 LND)

In 1Timoteo 5:17, impariamo che per predicare bene, uno deve affaticarsi. Vi leggo:

“Gli anziani che esercitano bene la presidenza siano reputati degni di un doppio onore, principalmente quelli che si affaticano nella parola e nell’insegnamento.” (1Ti 5:17 LND)

Paolo parla di affaticarsi nell'insegnamento. Il fatto di avere un dono spirituale, non significa che l'uso di quel dono venga automaticamente o senza fatica. Quindi, per poter adoperare certi doni, come l'insegnamento, bisogna prendere del tempo, ed affaticarsi.

Una parte importante di questa fatica è la preparazione. Per esempio, per capire correttamente la Bibbia, serve una conoscenza generale di tutta la Bibbia. E' anche molto importante capire la grammatica Italiana. È utile avere un conoscenza della storia, della geografia, e della cultura del tempo biblico. Chi insegna molto potrebbe trarre beneficio perfino studiando il Greco e anche l'Ebraico. Tutto questo richiede tempo ed impegno, ma, come abbiamo letto, parlare delle cose di Dio è importantissimo, e bisogna farlo come se si annunciassero gli oracoli di Dio. Non c'è impegno più importante nella vita!

Anche il servizio che facciamo per edificare gli altri e per aiutarli a vedere la cura di Dio richiede tempo, e perciò, se non impari ad usare bene il tuo tempo, non avrai tempo per questo ministero!

Conclusione:

Quindi, fratelli, amiamoci intensamente. Amiamoci, scegliendo di non focalizzare sui peccati e sui problemi! Amiamoci provvedendo alle necessità di quei credenti che hanno bisogno! Se abbiamo di più, è perché Dio ci ha dato di più! Chi ha un amore intenso si impegna ad usare quello che ha ricevuto da Dio per aiutare chi è nel bisogno.

Facciamo questo servizio senza mormorare, cioè, facciamolo di vero cuore, motivati da amore per coloro che sono preziosi a Dio.

Impegniamoci ad usare tutto, e soprattutto i nostri doni spirituali, per l'edificazione gli uni degli altri. Nessuno può crescere tutto solo! La crescita avviene quando tutto il corpo cresce, e tutto il corpo cresce quando ogni singolo membro dà in base a quello che ha ricevuto da Dio. Impegnatevi all'edificazione degli altri!

Riconosciamo che tutto quello che abbiamo, i doni spirituali, le capacità, i beni materiali, l'intelligenza, tutto, è un dono da Dio! Non siamo proprietari, siamo amministratori. Quando Gesù Cristo ritornerà, dovremmo rendere conto di come abbiamo investito tutto. Investiamo tutto, per l'edificazione degli altri, affinché Dio sia glorificato in tutto! Facciamo tutto per la gloria di Dio per mezzo di Cristo!

Amiamoci intensamente, per la gloria di Dio, aspettando il ritorno di Cristo! Amen!