Quando la situazione di vita cambia drasticamente, è importante non continuare a vivere in base alla condizione passata, ma piuttosto a vivere in base alla nuova realtà.
Immaginate quanto sarebbe assurdo e triste se una moglie, dopo che le è morto il marito, vivesse ancora come se lui ci fosse ancora. Prepara tutti i pasti per due persone, e mette sempre due piatti in tavola. È attenta a tornare sempre a casa ad un certo orario, perché quello era l'orario che lui tornava dal lavoro. Che vita sprecata!
Un altro esempio: un uomo si sposa, ma vive ancora come se fosse scapolo. Ancora esce con tante ragazze. Ancora vuole vivere pensando solo a sé. Che assurdo, e in realtà, che peccato! Non solo quest'uomo sta peccando, ma sta mancando le benedizioni del matrimonio!
Quando la vita cambia drasticamente, bisogna cambiare il modo di vivere.
Il cambiamento di vita più grande che esiste è di passare dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita, dalla condizione di essere sotto la condanna eterna, ad essere figli amati da Dio avendo anche una speranza viva riservata.
Perciò noi, che ora siamo figli di Dio, come dobbiamo vivere nel tempo che rimane prima di lasciare questo corpo per entrare nella presenza di Dio?
Nell'Epistola di 1Pietro, Dio ci insegna a vivere in santità in ogni rapporto della vita. Ci insegna a vivere in modo tale che non dovremmo soffrire per aver fatto il male. Se poi soffriamo per aver fatto il bene, possiamo gioire, sapendo che abbiamo una ricompensa eterna.
Alla fine di 1Pietro 3, Pietro parla delle sofferenze di Cristo, che sono state il mezzo per il quale ci ha salvato. Pietro ci ricorda che, dopo le sue sofferenze, Gesù è risorto vittorioso. Anche noi saremo vittoriosi, se camminiamo per fede in Lui.
Oggi, iniziando a considerare 1Pietro 4, alla luce delle sofferenze di Cristo per noi, tramite Pietro, Dio ci esorta a vivere in un determinato modo, nel tempo che ci rimane su questa terra.
E come dobbiamo vivere? Dobbiamo avere la stessa mente che aveva Cristo, e quindi, dobbiamo abbandonare il peccato, e vivere per fare la volontà di Dio.
Il brano: vv.1-2
Ricordandoci che siamo stati salvati per mezzo delle sofferenze di Cristo, e che ora Egli regna in cielo, leggiamo 1Pietro 4:1-2.
“1 Poiché dunque Cristo ha sofferto per noi nella carne, armatevi anche voi del medesimo pensiero, perché chi ha sofferto nella carne ha smesso di peccare, 2 per vivere il tempo che resta nella carne non più nelle passioni degli uomini, ma secondo la volontà di Dio.” (1Pi 4:1-2 LND)
Pietro inizia ricordandoci che la base dei comandamenti di Dio che riguardano il modo in cui dobbiamo vivere è il sacrificio di Cristo per noi. La croce è il messaggio centrale della vita cristiana, ed è il fondamento sul quale tutto il resto è edificato. Quando consideriamo i comandamenti di Dio senza ricordare la grazia che abbiamo ricevuto in Cristo, i comandamenti potrebbero sembrare gravosi. Quando invece ci ricordiamo della meravigliosa grazia di Dio nella salvezza, i comandamenti diventano leggeri e un motivo di gioia.
Perciò, per aiutarci a capire il modo in cui dobbiamo vivere, Pietro inizia, ricordandoci delle sofferenze di Cristo per noi. “Poiché dunque Cristo ha sofferto per noi nella carne,”
Poi, Pietro ci spiega come dobbiamo vivere, alla luce della salvezza che Cristo ci ha acquistato. Leggo il resto del versetto, e il v.2.
“1 Poiché dunque Cristo ha sofferto per noi nella carne, armatevi anche voi del medesimo pensiero, perché chi ha sofferto nella carne ha smesso di peccare, 2 per vivere il tempo che resta nella carne non più nelle passioni degli uomini, ma secondo la volontà di Dio.” (1Pi 4:1-2 LND)
Pietro inizia qua due discorsi, che porterà avanti nel resto di questo capitolo. Prima di tutto, ci spiega in che modo dobbiamo abbandonare quella che era la nostra vecchia vita. Dobbiamo smettere di vivere secondo le passioni degli uomini. Dobbiamo smettere di vivere secondo i desideri della carne.
Poi, Pietro parla della nuova vita per chi è un figlio di Dio, che è una vita dedicata a vivere secondo la volontà di Dio. Prima della salvezza, vivevamo secondo la nostra volontà. Ora, liberati dal nostro peccato, possiamo vivere secondo la volontà di Dio.
Armatevi
Notiamo la verità nella seconda parte del v.1.
“Poiché dunque Cristo ha sofferto per noi nella carne, armatevi anche voi del medesimo pensiero, perché chi ha sofferto nella carne ha smesso di peccare,” (1Pi 4:1 LND)
Dobbiamo armarci del medesimo pensiero. La parola “armatevi” è proprio un termine militare che descrive uno che prende le armi necessarie per combattere nella guerra. Noi siamo in una guerra, e dobbiamo combattere. Se non ci armiamo con le armi giuste, soffriremo inutilmente.
Notiamo che dobbiamo armarci di un certo pensiero. Un altro brano che parla del nostro combattimento, e delle armi che dobbiamo usare, è 2Corinzi 10:3-6.
“3 In realtà, sebbene viviamo nella carne, non combattiamo secondo la carne; 4 infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le fortezze, poiché demoliamo i ragionamenti 5 e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo; 6 e siamo pronti a punire ogni disubbidienza, quando la vostra ubbidienza sarà completa.” (2Cor 10:3-6 NRV)
Le nostre armi sono le verità di Dio, che usiamo per demolire i ragionamenti falsi che così facilmente riempono le nostre menti. Quando siamo armati con le verità di Dio, possiamo difenderci, ed anche avere grandi vittorie.
Allora, secondo il brano di oggi, con quale verità dobbiamo armarci? Dobbiamo armarci con questo pensiero: che chi ha sofferto nella carne ha smesso di peccare.
Chi è che ha sofferto nella carne? Chiaramente, Gesù Cristo ha sofferto nella sua carne, per pagare la condanna del nostro peccato.
Però, quando siamo stati battezzati nella morte di Cristo, per mezzo della nostra unione con Lui, anche noi siamo morti con Cristo, come leggiamo in Romani 6.
“5 Poiché, se siamo stati uniti a Cristo per una morte simile alla sua, saremo anche partecipi della sua risurrezione, 6 sapendo questo: che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui, perché il corpo del peccato possa essere annullato e affinché noi non serviamo più al peccato. 7 Infatti colui che è morto è libero dal peccato.” (Ro 6:5-7 LND)
Siamo stati uniti a Cristo nella morte, in modo che possiamo dire che siamo morti con Cristo. Paolo dichiara questo in Galati 2:20
“Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.” (Gal 2:20 LND)
Quindi, il pensiero con il quale dobbiamo armarci è che in Cristo siamo morti al peccato. Perciò, non siamo più schiavi del peccato, né sotto il suo potere. Perciò, non dobbiamo più vivere nel peccato.
Il versetto continua, e dichiara che dobbiamo vivere il tempo che ci resta secondo la volontà di Dio.
“per vivere il tempo che resta nella carne non più nelle passioni degli uomini, ma secondo la volontà di Dio.” (1Pi 4:2 LND)
Essendo stati fatti figli di Dio, avendo ricevuto il perdono dei nostri peccati, per il tempo che ci rimane su questa terra, non dobbiamo più vivere nelle passioni degli uomini. Piuttosto, dobbiamo vivere secondo la volontà di Dio.
Notiamo che, come tante altre volte, Dio ci comanda di togliere il male, e di mettere al suo posto il bene.
Oggi, vogliamo considerare il senso di non vivere più come prima. Nel prossimo sermone, Dio volendo, vedremo come possiamo vivere secondo la volontà di Dio.
Non più nelle passioni degli uomini
Ora che siamo in Cristo, per quel poco tempo che ci rimane da vivere nella carne, non dobbiamo vivere più nelle passioni degli uomini.
Notiamo che Pietro dice che non dobbiamo vivere più. Prima che Dio ci avesse salvati, vivevamo nelle passioni degli uomini, come tutti gli altri.
Nel v.3, Pietro ci elenca alcuni dei peccati della vecchia vita. Leggiamo i vv. 2,3
“2 per vivere il tempo che resta nella carne non più nelle passioni degli uomini, ma secondo la volontà di Dio. 3 Basta a noi infatti il tempo della vita che abbiamo trascorso a soddisfare le cose desiderate dai gentili, quando camminavamo nelle dissolutezze, nelle passioni, nelle ubriachezze, nelle gozzoviglie, nelle baldorie e nelle abominevoli idolatrie.” (1Piet 4:2-3 LND)
Non dobbiamo vivere più nel modo in cui vivevamo prima! Basta con quel tempo, con quel vecchio modo di vivere! Il tempo che abbiamo vissuto nel peccato è stato un tempo sprecato, un tempo speso male. Ora che Dio ci ha salvati, ora che Egli ci ha aperto gli occhi in modo che non siamo più ciechi, ora che ci ha trasportati dalle tenebre alla luce, che terribile stoltezza sarebbe se tornassimo a vivere nel peccato! Che ribellione sarebbe se tornassimo a desiderare le cose desiderate dai pagani, da coloro che vivono ancora nelle tenebre, che sono sotto l'ira di Dio, come eravamo noi prima che Dio ci avesse salvato!
Abbiamo tutti vissuto nelle tenebre prima della salvezza. Qualunque tempo passato in quella vita è troppo tempo. Perciò, basta totalmente con quel vecchio modo da vivere!
A questo punto, Pietro elenca alcuni esempi di peccati del tempo passato. Non è un elenco completo, però, esso ci aiuta a capire quanto la nostra vita fosse stata abominevole a Dio. Non è che ogni persona faceva tutti questi peccati. Forse tu peccavi principalmente in altri modi. Però, qualunque tipo di peccato è da abbandonare. Questo elenco descrive tre categorie di peccati: impurezza, intemperanza, e idolatria.
Notiamo che Pietro menziona più volte che questa era la nostra vita, cioè, che la nostra vita era una vita di peccato, anche se avevamo peccati diversi da questi elencati. Per noi che siamo stati perdonati e rigenerati, il tempo che abbiamo trascorso, cioè, tutto quel tempo prima che Dio ci ha salvati, dovrebbe bastarci: “basta a noi il tempo che abbiamo trascorso a soddisfare le cose desiderate dai gentili quando camminavamo...”. Noi camminavamo, ovvero, vivevamo, immersi nei nostri peccati. Questo elenco ci aiuta a ricordare quanto la nostra vecchia vita era abominevole a Dio, e quindi, che ora dovrebbe essere abominevole anche a noi.
Guardando questo elenco di peccati, dissolutezze e passioni, esso descrive, soprattutto, dei peccati legati fra loro come gli adulteri, le fornicazioni, l'omosessualità, e altri atti impuri.
Ubriachezze, gozzoviglie e baldorie descrivono una vita non moderata, una vita spesa nei piaceri. Vediamo un esempio di questo tipo di vita in tanti programmi televisivi, vediamo questo tipo di peccato nel modo in cui la gente si comporta ai pranzi dei matrimoni, e alle feste, vediamo questo peccato nel modo in cui si cerca di lasciarsi andare e di non pensare seriamente.
L'ultima categoria è quella che è legata all'idolatria, che Pietro descrive come “abominevoli idolatrie”. Quando pensiamo all'idolatria, spesso pensiamo agli idoli del mondo antico, o forse nei posti attuali dove si pratica l'induismo o il buddismo.
Però, ci sono tanti idoli anche in Italia. La Madonna e i santi che sono così venerati da tanti Italiani sono idoli quanto i Baal dell'Antico Testamento. E alcuni di voi avevate una certa fede in qualche cosiddetto santo prima della salvezza.
Però, gli idoli non sono limitati alle statue o alle immagini. Un idolo può essere qualsiasi cosa in cui uno pone la sua fede e a cui dà onore. Quindi, mentre per uno, il suo idolo potrebbe essere una statua, per un altro potrebbe essere la sua carriera, o i soldi. Un idolo è qualsiasi cosa che l'uomo mette al posto di Dio.
In Romani 1, scopriamo che l'uomo stesso può essere un idolo.
“22 Dichiarandosi di essere savi, sono diventati stolti, 23 e hanno mutato la gloria dell’incorruttibile Dio in un’immagine simile a quella di un uomo corruttibile, di uccelli, di bestie quadrupedi e di rettili.” (Rom 1:22-23 LND)
Il primo idolo elencato in questo versetto è un'immagine simile a quella di un uomo. Forse l'idolo più comune oggi è l'uomo stesso. Cioè, oggi, tante persone credono in loro stesse, o in altri uomini. Anche questa è una forma di idolatria, quanto il piegarsi davanti ad una statua!
Pensando a queste tre categorie di peccato, notiamo che tutti questi peccati riguardano le scelte che uno fa. Cioè, le dissolutezze, le passioni, le ubriachezze, le gozzoviglie, le baldorie, e le idolatrie, sono tutte scelte di comportamento. Uno sceglie di peccare nel campo della fornicazione. Uno sceglie di ubriacarsi. Uno sceglie di partecipare in pratiche idolatriche.
Quando Dio salva una persona, quella persona dovrebbe totalmente e categoricamente abbandonare qualsiasi peccato che riguarda una sua scelta. Non c'è alcuna giustificazione per un credente che continua a peccare in qualsiasi tipo di scelta!
Richiede delle scelte
Quando un certo peccato fa parte della vita di una persona, e poi Dio la salva, per quella persona l'abbandonare quel peccato richiede un grande impegno. Spesso, vuol dire cambiare compagnia. La Bibbia ci insegna che la brutta compagnia corrompe i buoni costumi. Abbandonare un peccato potrebbe richiedere vari cambiamenti pratici. Per uno che è attaccato a guardare cose sbagliate alla tivù, l'essere una nuova creatura potrebbe richiedere il disfarsi della tivù, che è la sua compagnia. Per uno che è abituato ad ubriacarsi, potrebbe significare dover smettere di bere in assoluto qualsiasi tipo di alcol.
La verità importante è che dobbiamo fare il necessario per abbandonare totalmente il peccato, qualsiasi sia il suo costo!
Peccati di carattere
I peccati che Pietro ha menzionato sono tutti peccati che riguardano un'azione, una scelta. Esiste però anche tutto un altro tipo di peccato: il peccato di carattere. I peccati di carattere, per esempio l'orgoglio o l'egoismo, non sono azioni che uno sceglie di fare, ma fanno parte del carattere. Perciò, solitamente, per vincere i peccati di carattere bisogna combattere molto più duramente. Si può scegliere, categoricamente, di non ubriacarsi più. Si può scegliere, categoricamente, di non fornicare più. Stando i guardia, si può avere vittoria nei peccati di azione abbastanza facilmente, se si prendono le precauzioni necessarie.
Al contrario, vincere l'orgoglio è una battaglia più dura. Dobbiamo combattere, e possiamo avere buon frutto! Però, sarà una battaglia lunga e dura, che possiamo vincere solamente combattendo per mezzo della forza di Dio che opera in noi!
Quindi, tornando al nostro brano, Pietro ci ha appena spiegato che dobbiamo eliminare totalmente i peccati che riguardano le nostre scelte di vita. Non basta crescere man mano, questi peccati sono cose da togliere immediatamente!
Le reazioni della vecchia compagnia
Pietro ha parlato finora del fatto che prima della salvezza, vivevamo in queste cose. E Dio, tramite Pietro, ci chiama ad abbandonare quello che era il nostro modo di vivere.
Questo ci porta ad una domanda importante. Quando un nuovo credente abbandona quello che fino a quel punto era stato il suo modo normale di comportarsi, come lo considerano coloro che fanno parte della sua vecchia compagnia? Come accettano il fatto che egli non vuole partecipare più con loro nelle attività che una volta facevano insieme?
Leggiamo i vv. 3,4
“3 Basta a noi infatti il tempo della vita che abbiamo trascorso a soddisfare le cose desiderate dai gentili, quando camminavamo nelle dissolutezze, nelle passioni, nelle ubriachezze, nelle gozzoviglie, nelle baldorie e nelle abominevoli idolatrie. 4 Per questo trovano strano che voi non corriate con loro agli stessi eccessi di dissolutezza e parlano male di voi.” (1Piet 4:3-4 LND)
Che questa sia la vecchia compagnia è chiaro, perché dice che non correte più con loro in queste attività, e quindi, significa che prima correvate con loro. La vecchia compagnia troverà strano che voi non corriate più con lei agli stessi eccessi di dissolutezza. In altre parole, i non credenti non saranno capaci di capire come mai avete scelto di non partecipare più con loro nei peccati di prima.
Questa reazione non dovrebbe sorprenderci! Ricordiamoci che i parenti di Gesù credevano che Gesù fosse diventato pazzo, come leggiamo in Marco 3:21. “E quando i suoi parenti udirono ciò, uscirono per prenderlo, perché dicevano: "Egli è fuori di sé"” (Mr 3:21 LND)
Anche l'Apostolo Paolo fu accusato di essere fuori di testa, quando predicò davanti a Festo e al re Agrippa. In Atti 26, leggiamo le parole di Festo: “Ora, mentre Paolo diceva queste cose a sua difesa, Festo disse ad alta voce: "Paolo, tu farnetichi; le molte lettere ti fanno uscire di senno".” (Atti 26:24 LND)
La Bibbia ci insegna che per l'uomo naturale, le cose di Dio sono pazzia, e non riesce a comprenderle. Perciò, coloro che fanno parte della vecchia compagnia non riescono a capire perché un loro compagno lasci le attività che prima avevano sempre fatto insieme. Per loro quelle sono cose normali e divertenti, ma per chi ora appartiene al Dio santo, sono eccessi di dissolutezza da abbandonare!
Perciò, i vecchi compagni troveranno strano il fatto che voi non corriate con loro agli stessi eccessi di prima.
Non solo lo troveranno strano, ma, parleranno male di voi. Vi criticheranno. Sparleranno con altri di voi, cercando di mettervi in una brutta luce.
Questa situazione mi fa pensare ad una verità che possiamo riconoscere proprio in questo passo delle Scritture.
Infatti, il brano parla del fatto che non correte più con loro in queste attività, il che significa che prima correvate con loro. Quindi, loro erano i vostri amici, la vostra compagnia.
Quindi, prima, cercavate la loro approvazione. Prima, quella era la compagnia che avevate scelto voi.
Ora, solo perché non volete più partecipare più con loro in queste attività, loro parlano male di voi.
Da questo, diventa chiaro che in realtà, non vi hanno mai voluto veramente bene.
Se uno dice di volervi bene, ma comincia dopo a parlare male di voi, dimostra che non aveva mai avuto un vero desiderio per il vostro bene.
Visto che è così, che stoltezza è cercare l'approvazione degli uomini! Che stoltezza è cercare l'approvazione degli uomini, quando gli uomini sono pronti a non darvi più approvazione, e iniziano a parlare male di voi! Che saggezza, invece, è cercare l'approvazione di Dio!
Tornando al fatto che la vecchia compagnia parli male di noi quando non camminiamo più nel peccato con lei, dobbiamo riconoscere che fa male quando gli altri sparlano di noi, ma soprattutto, come in questo caso, quando non abbiamo fatto nulla contro di loro.
La Bibbia parla del dolore causato dal disprezzo degli altri nei nostri confronti. Quindi, è normale che questo ci faccia male.
Però, non dobbiamo sviarci dal camminare in santità per evitare che gli altri ci disprezzino! Invece, dobbiamo continuare a camminare in santità, temendo Dio, non gli uomini. Cerchiamo l'approvazione di Dio, perché solo Dio può benedire!
il giudizio di Dio
Quando gli altri ci disprezzano a motivo della giustizia, che è il caso di quando non corriamo più con loro a peccare come prima, questa è una forma di persecuzione. In questi casi, è importante ricordare una verità, che Pietro ci dichiara qua.
Chi perseguita un credente, quindi, per esempio, chi parla male di un credente perché non pratica più i peccati di prima, quella persona sarà giudicata nel giudizio finale anche per quel peccato. Dovrà rendere conto a Cristo Gesù, il Giudice del mondo, proprio per il peccato di aver parlato male di quel credente.
Oggi, Cristo offre misericordia. Se un peccatore si ravvede oggi, troverà misericordia e il pieno perdono.
Però, se uno non si ravvede oggi, e arriva al giudizio senza essere ravveduto, scoprirà che non ci sarà alcuna misericordia in quel giorno.
Cristo offre misericordia oggi. Però, quando arriverà per giudicare il mondo, il suo giudizio sarà senza misericordia.
Vi leggo il v. 5, che descrive coloro che parlano male di voi.
“Essi renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti.” (1Piet 4:5 LND)
Dio è molto geloso dei suoi figli. Quando qualcuno maltratta un figlio di Dio, è un peccato molto grave agli occhi di Dio. Ogni peccato sarà punito eternamente in coloro che non avranno ricevuto il perdono in Gesù Cristo.
Cristo è pronto a giudicare i vivi e i morti. Quando Gesù arriverà nella sua gloria per giudicare, coloro che saranno ancora in vita dovranno comparire davanti a Cristo nel giudizio. Anche coloro che saranno già morti dovranno comparire davanti a Lui per essere giudicati, perché saranno risuscitati, proprio per il giudizio!
Leggiamo di questo giudizio in Apocalisse 20:
“11 Poi vidi un gran trono bianco e colui che vi sedeva sopra, dalla cui presenza fuggirono il cielo e la terra, e non fu più trovato posto per loro. 12 E vidi i morti, grandi e piccoli, che stavano ritti davanti a Dio, e i libri furono aperti; e fu aperto un altro libro, che è il libro della vita; e i morti furono giudicati in base alle cose scritte nei libri secondo le loro opere. 13 E il mare restituì i morti che erano in esso, la morte e l’Ades restituirono i morti che erano in loro, ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. 14 Poi la morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda. 15 E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.” (Apoc 20:11-15 LND)
Il giudizio sarà terribile per tutti coloro che non si saranno trovati scritti nel libro della vita. Non ci sarà alcuna misericordia in quel giorno. Oggi è il giorno della misericordia di Dio! Oggi c'è perdono per mezzo di Gesù Cristo! Chi rifiuta il perdono di Dio oggi, sarà senza speranza nel giorno del Giudizio!
La salvezza per mezzo del Vangelo (v.6)
Però, come ho detto, oggi Dio offre il perdono e la salvezza, per mezzo del Vangelo. Dopo aver menzionato il giudizio nel v.6, Pietro parla della salvezza per mezzo del Vangelo nel v.6. Ve lo leggo.
“Per questo infatti è stato predicato l’evangelo anche ai morti, affinché fossero giudicati nella carne secondo gli uomini, ma vivessero nello spirito secondo Dio.” (1Piet 4:6 LND)
Qua, la parola “i morti” vuol dire la stessa cosa che significa nel v.5: “coloro che sono fisicamente morti”. Il Vangelo è stato predicato a coloro che oggi sono morti. È stato loro predicato mentre erano ancora in vita, perché il Vangelo è valido solo per chi è ancora in vita.
Le persone di cui Pietro parla avevano ascoltato il Vangelo, avevano creduto e sono stati salvati.
Nonostante che fossero stati salvati, dovettero morire fisicamente, come tutti gli uomini. Questo è il senso della frase: “affinché fossero giudicati nella carne secondo gli uomini”. Dovettero passare la morte fisica, come tutti.
Però, avendo creduto nel Vangelo, ora vivono nello spirito, secondo Dio. I loro corpi sono morti, ma loro stessi vivono, nello spirito, e si trovano nella presenza di Dio.
Il Vangelo è stato predicato proprio per questo scopo, affinché ci fossero le persone salvate eternamente.
In questa Epistola, Pietro sta parlando molto delle sofferenze che arrivano a chi è un figlio di Dio. Qua, egli ricorda ai credenti che non devono temere nemmeno la morte, perché anche se muoiono prima del ritorno di Cristo, continueranno a vivere nello spirito, nella presenza di Dio.
Quindi, mentre i non credenti saranno giudicati, e condannati eternamente, chi viene salvato per mezzo del Vangelo avrà vita eterna con Dio.
Conclusione
E allora, come dobbiamo vivere, noi che siamo stati salvati dai nostri peccati, e siamo stati riconciliati a Dio per mezzo di Cristo Gesù? Come dobbiamo vivere, nel tempo che ci rimane nel corpo, su questa terra, mentre aspettiamo di vedere Dio?
Nel brano di oggi, Pietro ci ricorda che dobbiamo totalmente abbandonare la vecchia vita di peccato in cui vivevamo prima della salvezza. Dobbiamo armarci con il pensiero, con la verità, che ora che siamo cittadini del cielo, il regno della luce, e che non dobbiamo più camminare nelle tenebre. Dobbiamo camminare nella luce, in santità!
Il tempo che abbiamo ancora nella carne è poco. Quindi, basta con il tempo trascorso cercando di soddisfare la carne! Basta con una vita di ribellione contro Dio!
Basta con tutto quello che faceva parte della nostra vecchia vita che è peccato! Dobbiamo abbandonare tutti i nostri peccati totalmente!
Che terribile, ricevere la salvezza per mezzo del sacrificio di Gesù, e scegliere di tornare a vivere nei peccati di prima! Basta con quel tempo di tenebre! Camminiamo nella luce!
Ricordiamoci che quando camminiamo nella luce, sarà probabile che ci saranno coloro che sparleranno di noi. Non dobbiamo scoraggiarci in questo caso. Piuttosto, ricordiamoci che il giorno del giudizio arriverà, e tutti coloro che non avranno ricevuto il perdono in Cristo Gesù, saranno condannati eternamente. Quanto è importante proclamare la buona notizia dell'offerta della salvezza mentre c'è ancora tempo, e lasciare a Dio la vendetta per ogni male che subiamo!
Quindi, cari, voi che avete ricevuto il perdono in Cristo Gesù, abbandonate il peccato! Non giocate con il peccato! Non credete che un po' di peccato non farà poi tanto male! Un po' di peccato è come un po' di adulterio, o come un po' di omicidio. È terribile! Spogliatevi della vecchia vita!
Avendo visto oggi che dobbiamo togliere il vecchio modo di comportarci, Dio volendo, nel prossimo sermone parleremo di come dobbiamo vivere, mentre siamo in attesa del ritorno di Cristo. Parleremo di cosa significhi vivere secondo la volontà di Dio.