Immaginate con me un uomo nato cieco, che per anni sente gli altri parlare di quanto è stupendo poter vedere le tante meraviglie della natura. Egli non spera neanche che forse un giorno riuscirà a recuperare la vista, non volendo rimanere deluso. Però un giorno, un dottore molto specializzato viene in cerca di lui, e per mezzo di un immenso impegno da parte di questo dottore, quest'uomo recupera la vista. Non posso nemmeno immaginare la sua gioia! La sua vita d'ora in poi sarà trasformata!
In realtà, ad ognuno di noi che è salvato è successo un miracolo molto più grande. Eravamo tutti spiritualmente ciechi. Peggio ancora, eravamo senza alcuna vera speranza, morti nei nostri peccati. Dio è venuto in cerca di noi, e non solo ci ha dato la vista, ma ci ha dato anche la vita, per mezzo di Cristo. Ci ha fatto rinascere ad una speranza viva. Ci ha dato un'eredità immensa, conservata per noi in cielo, e ancora di più, Egli ci custodisce, in modo che possiamo avere piena speranza nell'eredità che ci aspetta in Cristo Gesù.
Stiamo studiando la prima Epistola di Pietro, in cui ci spiega che mentre aspettiamo l'arrivo di Cristo, siamo forestieri, stranieri, in questo mondo, in viaggio verso la nostra eredità eterna. Tramite Pietro, Dio ci insegna il modo in cui dobbiamo vivere, in attesa della nostra ricompensa eterna. Continuiamo il nostro studio ora.
Siate Santi
Ricordando tutto quello che abbiamo in Cristo, la nostra salvezza, e l'eredità conservata in cielo, riprendiamo, leggendo dal v.13 al v.21.
“13 Perciò, dopo aver predisposto la vostra mente all’azione, state sobri, e abbiate piena speranza nella grazia che vi sarà recata al momento della rivelazione di Gesù Cristo. 14 Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell’ignoranza; 15 ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, 16 poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo». 17 E se invocate come Padre colui che giudica senza favoritismi, secondo l’opera di ciascuno, comportatevi con timore durante il tempo del vostro soggiorno terreno; 18 sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, 19 ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia. 20 Già designato prima della creazione del mondo, egli è stato manifestato negli ultimi tempi per voi; 21 per mezzo di lui credete in Dio che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria affinché la vostra fede e la vostra speranza siano in Dio.” (1Piet 1:13-21 NRV)
Come figli ubbidienti
Iniziamo considerando l'esortazione che troviamo nei vv.14-16
“14 Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell’ignoranza; 15 ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, 16 poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo».” (1Pietro 1:14-16 NRV)
In questi versetti, Dio ci comanda di non conformarci alle passioni del tempo passato. Questo comandamento di Dio, come tutti i suoi altri, non è gravoso. Anzi, il comandamento stesso ci ricorda la verità meravigliosa che siamo figli di Dio.
Il termine “figli ubbidienti”, tradotto in modo più letterale, è “figli di ubbidienza”. Nella Bibbia, esistono solo due tipi di persone, figli di ubbidienza, come questi ultimi, e figli di disubbidienza. Vi leggo la traduzione abbastanza letterale di Efesini 2:2 dalla Nuova Diodati:
“nei quali già camminaste, seguendo il corso di questo mondo, secondo il principe della potestà dell’aria, dello spirito che al presente opera nei figli della disubbidienza,” (Efe 2:2 LND)
Anche in Colossesi 3:6, leggiamo dei figli di disubbidienza.
“per queste cose l’ira di Dio viene sui figli della disubbidienza,” (Col 3:6 LND)
Come gli altri, anche noi eravamo figli della disubbidienza, sotto l'ira di Dio, destinati alla condanna eterna. Però, Dio ci ha salvati, ci ha riscattati in Cristo Gesù. Ora, in Cristo, siamo figli di ubbidienza, figli amati da Dio.
Quanto è importante che teniamo sempre in mente l'immenso privilegio di essere, per la grazia di Dio in Cristo, veramente figli di Dio, ovvero, figli di ubbidienza!
È importante ricordare quale era la nostra condizione quando eravamo figli della disubbidienza. Eravamo sotto l'ira di Dio, senza speranza, senza le promesse, in attesa della condanna eterna, come Paolo ci ricorda in Efesini 2:12
“12 ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele ed estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo.” (Efesini 2:12)
Eravamo senza alcuna speranza, destinati a subire l'ira di Dio per tutta l'eternità. Nella sua grande misericordia, Dio ha mandato Gesù Cristo a subire la nostra condanna, e ci ha fatto diventare i suoi figli amati.
Ora, come figli di Dio, figli di ubbidienza, dobbiamo comportarci in modo da rispecchiare ciò che siamo in Cristo Gesù.
Il nostro brano di oggi ci ricorda che questo significa che non dobbiamo più conformarci alle passioni del tempo passato, quando eravamo nell'ignoranza. Non dobbiamo conformarci alla vita passata.
Troviamo un comandamento simile in Romani 12:2
“Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.” (Rom 12:2 NRV)
Non conformatevi a questo mondo, non conformatevi alle passioni del tempo passato. Questo mondo giace nelle tenebre, nell'ignoranza. Ora che siamo figli della luce, dobbiamo smettere di conformarci alle passioni del mondo, quelle passioni che ci controllavano nel passato.
Quali sono le passioni del tempo passato? Le passioni sono i forti desideri che guidano la vita di una persona. Quali sono le passioni di chi appartiene al mondo, al peccato, e che vive nell'ignoranza?
Prima di tutto, ricordiamoci che cos'è l'ignoranza. La parola stessa significa “senza conoscenza”. Chi è nell'ignoranza non conosce Dio. È estraneo a Dio, vive nelle tenebre. Anche noi eravamo nelle tenebre, eravamo ciechi. Nello stesso modo in cui un uomo cieco non vede la maestà e la bellezza di un tramonto, noi non vedevamo la gloria di Cristo Gesù. Satana ci rendeva ciechi, come leggiamo in 2Corinzi 4:4
“...gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio.” (2Cor 4:4 NRV)
Nello stesso modo in cui un uomo cieco non può vedere un grande pericolo che gli sta davanti, per esempio una buca, così noi non vedevamo il giudizio che ci aspettava. Non vedevamo il fatto di essere schiavi del nostro peccato. Non sapevamo che tutto quello che facevamo era vanità. Eravamo nelle tenebre, nell'ignoranza, e così, vivevamo cercando di soddisfare le nostre passioni di allora.
Quali erano alcune delle passioni del tempo passato, quando eravamo nell'ignoranza? Per esempio, eravamo egoisti, e cercavamo quello di cui avevamo voglia, non quello che comanda Dio. Vivevamo per quello che più ci soddisfaceva. Seguivamo le voglie della carne, e ci limitavamo nei nostri desideri (nelle nostre passioni) solo perchè ci importava l'approvazione degli altri. E' per questo motivo che ci astenevamo dal fare certe cose, cioè per evitare certi problemi e per avere l'approvazione degli altri, ma non per evitare il giudizio eterno. Volevamo l'approvazione degli altri, ma non cercavamo l'approvazione di Dio.
Ci conformavamo ai costumi e alle usanze che erano di moda a quel tempo intorno a noi, alle opinioni degli altri, ma non agli insegnamenti del nostro Creatore!
Cercavamo tesori terreni, chi la ricchezza, chi il divertimento, chi altri piaceri della terra, ma sempre qualcosa di terreno, e in questo modo disprezzavamo la gloria di Dio, non vivendo per Lui.
Vivevamo secondo i nostri pensieri, e i pensieri del mondo, non secondo le verità di Dio. Perciò, eravamo ribelli. Vivevamo nell'ignoranza spirituale comune a tutti i figli della disubbidienza, con pensieri vani, come dichiara in Efesini 4.
Questo dunque io dico e attesto nel Signore:
non comportatevi più come si comportano i pagani nella vanità dei loro pensieri, Efe 4:17
Eravamo schiavi dei nostri peccati, senza saperlo. Il nostro peccato ci stava portando alla morte eterna, come dichiara in Romani 6:20
“20 Perché quando eravate schiavi del peccato, eravate liberi riguardo alla giustizia. 21 Quale frutto dunque avevate allora? Di queste cose ora vi vergognate, poiché la loro fine è la morte.” (Rom 6:20-21)
Il nostro comportamento di allora ci stava portando alla morte eterna, al tormento eterno, e non lo sapevamo! Tale era la nostra ignoranza!
Ora, avendo ricevuto il dono di diventare figli di Dio, non dobbiamo più conformarci alle passioni del tempo passato. Dobbiamo togliere tutto quello che faceva parte della vecchia vita e che non è conformato alla santità di Dio.
Non dobbiamo conformarci
Consideriamo brevemente la parola “conformare”. Vi leggo ancora:
“Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell’ignoranza;” (1Pietro 1:14 NRV)
La parola che viene tradotta con “conformatevi” è una parola che significa “adattarsi”. Prima della salvezza, uno si adatta, si conforma, alle abitudini, ai modi di fare, al modo di pensare, al modo di vivere che non sono altro che aspetti delle passioni (oppure esempi di passioni) di chi vive senza Dio. Prima della salvezza, vivevamo allo stesso modo che vivevano le persone intorno a noi. Vivevamo nel peccato. Ora che siamo figli di Dio, non dobbiamo più vivere come loro. Dobbiamo conformarci piuttosto a quella che è la nostra nuova cittadinanza. Dobbiamo adattarci al comportamento e ai costumi e al modo di pensare del regno di Dio.
La vera salvezza deve produrre un cambiamento radicale. Questo cambiamento con consiste nell'aggiungere solamente qualche pratica religiosa alla vita, è un cambiamento radicale nel cuore che cambia il modo di vivere, il modo di pensare e il modo di valutare tutto. Quindi, questo versetto ci esorta a non vivere più nelle tenebre, ma piuttosto a camminare nella luce, come leggiamo in Efesini 5.
“8 perché in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce 9 -poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità- 10 esaminando che cosa sia gradito al Signore.” (Efe 5:8-10)
Dobbiamo togliere il vecchio, e precisamente dobbiamo togliere non solo il vecchio comportamento, ma anche il vecchio modo di pensare e di valutare le cose. Dobbiamo smettere di seguire le passioni che appartengono alla carne. Tutto questo perché adesso siamo nuove creature, adesso siamo figli di Dio, figli di ubbidienza.
Mettere il nuovo
Ora, passiamo da quello che dobbiamo togliere dalla nostra vita e iniziamo a considerare quello che dobbiamo metterci al suo posto. Come dobbiamo vivere, ora che siamo figli di Dio, o come dice il brano, figli di ubbidienza?
Leggo di nuovo i vv.14,15
“14 Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell’ignoranza; 15 ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta,” (1Pi 1:14-15 NRV)
Dio ci comanda di essere santi, come Egli è santo, in tutta la nostra condotta.
Questo comandamento è simile a quello che Gesù fece in Matteo 5:48
“Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.” (Mat 5:48 NRV)
Dio ci chiama ad una vita di santità, in tutta la nostra condotta. Notiamo che il metro con il quale dobbiamo misurare il nostro cammino di santità è Dio stesso.
Dio è assolutamente, totalmente santo, in ogni suo attributo e in ogni sua azione.
Perciò, Dio ci chiama ad essere santi in ogni parte della nostra vita, in ogni nostro pensiero, in ogni nostra decisione, in ogni nostra conversazione, e in ogni nostro comportamento.
Dio ci ha chiamati
Il versetto ci ricorda del fatto che Dio ci ha chiamati. Dichiara: “Come colui che vi ha chiamati è santo”. Dio ci ha chiamati, ci ha chiamati dalle tenebre alla luce, come leggiamo in 1Pietro 2:9
“Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa;” (1Pi 2:9 NRV)
Prima che Dio ci avesse chiamati, eravamo nelle tenebre, morti nei nostri peccati, eravamo ribelli, eravamo schiavi, eravamo senza speranza! Dio chi ha chiamati a Sé, ci ha chiamati alla vita, alla luce, alla sua presenza per tutta l'eternità.
Dio ci ha chiamati! La sua voce è giunta fino a noi! È stata la chiamata di Dio che ci ha dato vita. Eravamo incapaci di andare a (o venire a) Dio con le nostre sole forze. Dio doveva vivificarci, chiamandoci a Sé.
In Genesi, capiamo che tutto ciò che il SIGNORE disse, fu. Per esempio, leggiamo:
“Dio disse: «Sia luce!» E luce fu.” (Gen 1:3 NRV)
La parola di Dio è potente da portare a termine quello che Dio dichiara.
Troviamo un esempio del fatto che Dio che chiama l'uomo dalla morte alla vita in Giovanni 11, quando Gesù chiamò Lazzaro fuori dalla tomba.
“43 Detto questo, gridò ad alta voce: «Lazzaro, vieni fuori!» 44 Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti da fasce, e il viso coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».” (Giov 11:43-44 NRV)
Come Gesù chiamò Lazzaro dalla morte alla vita, Dio ha chiamato noi dalla morte spirituale alla vita eterna. Quindi, la nostra vita è un dono di Dio, apparteniamo totalmente a Dio. È giusto che viviamo per la gloria di Dio, e questa vita è un frutto della vera salvezza.
Visto che il Dio che ci ha chiamati è totalmente santo, questo stesso Dio, il nostro Dio, chiama ad essere santi anche noi, in tutta la nostra condotta.
Come ho detto prima, la vera fede in Cristo non consiste nel migliorare il nostro comportamento e nell'aggiungere alla nostra vita qualche pratica religiosa. Chi crede veramente in Cristo è una nuova creatura, e avrà un nuovo comportamento in ogni campo della vita. Non si diventa un vero credente perché si cambia comportamento, si cambia comportamento perché si è una nuova creatura!
In 2Corinzi 5:17 leggiamo:
“Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.” (2Cor 5:17 NRV)
Se uno è veramente in Cristo, che è un altro modo per dire “veramente salvato”, è una nuova creatura. Le cose vecchie sono passate, i comportamenti passati, i modi di pensare passati, le passioni passate! Abbiamo bisogno di un nuovo modo di vivere, in ogni campo della vita. Quindi, anziché essere conformati al mondo, come lo eravamo tutti noi prima della salvezza, i veri credenti si devono conformare a Dio, il nostro Padre celeste.
Dio ci comanda di essere santi in tutto perché Egli è santo. Nel v.16, Pietro cita Levitico 11:44
“poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo».” (1Piet 1:16 NRV)
Un vero credente imita Dio. Infatti, un figlio che ama e ammira il suo padre terreno lo imita in ogni campo della vita. Dio ci comanda di imitare Lui, di essere santi e puri in tutta la nostra condotta.
Dio, Colui che giudicherà il mondo, è santo, ed Egli giudicherà tutti in base alla sua santità. Perciò, dobbiamo conformarci alla sua santità! Il privilegio più grande della salvezza è di poter stare nella presenza di Dio, sia ora, che in modo più completo per tutta l'eternità. Però,è impossibile avere comunione con Dio se siamo macchiati dal peccato! Nello stesso modo che è impossibile che un marito e sua moglie possano godere vera comunione insieme se uno di loro è macchiato dal peccato dell'infedeltà, così è impossibile che noi abbiamo vera comunione con Dio se siamo macchiati dal peccato. Perciò, dobbiamo essere santi, puri, in ogni campo della vita, in tutto il nostro comportamento.
A livello pratico
A livello pratico, questo significa che qualunque volta che riconosciamo un peccato nella nostra vita, dobbiamo confessarlo ed abbandonarlo. Non dobbiamo mai scusare un peccato, o giustificarlo, e cercare di fare ragionamenti come se non fosse realmente un peccato. Il metro da usare per valutare tutto ciò che può essere un peccato è la santità di Dio. Esaminiamo ogni nostro comportamento, e abbandoniamo tutto quello che non rispecchia la santità di Dio!
Chi vive così non cerca di giustificare quello che ha intenzione di fare, piuttosto, cerca di capire come può assomigliare sempre di più al Signore in ogni cosa.
Un motivo per comportarci con santità
Riassumendo, i vv.14-16 ci esortano a non vivere come vivevamo prima della salvezza, quindi, a non conformarci più alle passioni che una volta guidavano la nostra vita. Essendo stati chiamati da Dio alla vita eterna, Pietro ci esorta a camminare in santità in ogni campo della vita. Il v.17 ci spiega un altro motivo per cui dobbiamo vivere così.
“E se invocate come Padre colui che giudica senza favoritismi, secondo l’opera di ciascuno, comportatevi con timore durante il tempo del vostro soggiorno terreno;” (1Piet 1:17 NRV)
Questa verità riguarda ciascuno di noi, e perciò, dobbiamo considerarla attentamente. Dio giudica senza favoritismi. Egli non è influenzato dall'apparenza dell'uomo. Non è influenzato da quelle cose che possono, al contrario, influenzare gli uomini. Dio guarda al cuore. Ricordate come in 1Samuele, il profeta Samuele doveva andare a casa di Isai, per ungere uno dei suoi figli come nuovo re di Israele. Samuele fu colpito dalla statura del figlio maggiore. Però, il metro di Dio è tutt'altro che l'apparenza.
Leggo da 1Sam 16:6
“6 Mentre entravano, egli pensò, vedendo Eliab: «Certo l’unto del SIGNORE è qui davanti a lui». 7 Ma il SIGNORE disse a Samuele: «Non badare al suo aspetto né alla sua statura, perché io l’ho scartato; infatti il SIGNORE non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell’uomo: l’uomo guarda all’apparenza, ma il SIGNORE guarda al cuore».” (1Sam 16:6-7 NRV)
Dio guarda al cuore! Egli giudica senza favoritismi!
Noi riusciamo ad ingannare le persone, riusciamo a sembrare più bravi e più buoni di quello che siamo in realtà, ma non possiamo ingannare Dio. Inoltre, spesso gli uomini giudicano dando la loro preferenza ad uno piuttosto che ad un altro, perché sperano di avere di ritorno qualche vantaggio o beneficio. Invece, Dio non ha alcun riguardo verso gli uomini per averne un contraccambio, perchè Lui non ha bisogno di niente e di nessuno. Tutto già appartiene a Dio. Perciò, Dio non viene influenzato da alcun fattore esterno. Egli userà lo stesso metro per tutti.
Il versetto dichiara che Dio giudicherà secondo l'opera di ciascuno. Questo non significa che si può essere salvati per le opere. Significa che le vera fede produce vero frutto. Come Giacomo ci spiega nella sua Epistola, chi dice di avere fede ma non ha le opere, dimostra di non avere la vera fede. La vera fede, ovvero un cuore veramente trasformato, porta ad una vita dedicata a compiere le buone opere. Le nostre opere rivelano il nostro cuore.
Sapendo che saremo giudicati senza favoritismi, e sapendo che non sarà possibile ingannare o influenzare Dio minimamente, dobbiamo comportarci con timore durante il nostro soggiorno terreno. Di nuovo Pietro ci ricorda che la nostra vita su questa terra è solo un soggiorno, e che siamo in viaggio per arrivare al nostro destino eterno. Sapendo che il nostro tempo qui è molto limitato, sapendo che avremo tutta l'eternità davanti a noi, sapendo che il giudizio determinerà la nostra ricompensa per tutta l'eternità, sapendo che Dio è santo, e userà il suo metro di santità nel giudicarci, dobbiamo comportarci con timore.
Il senso di timore
In che senso dobbiamo comportarci con timore? Perché dobbiamo avere timore?
Anche se non sempre ce ne rendiamo conto o non sempre vogliamo ammetterlo, ogni persona ha timore. Infatti, in un certo senso, quasi tutte le nostre decisioni vengono prese in base al timore di un qualcosa.
Per esempio, tante persone hanno timore degli altri, ovvero, desiderano molto la loro approvazione, ed hanno così timore di perderla che prendono le loro decisioni ed modellano il loro comportamento in base a quello che, secondo loro, farà loro ottenere quell'approvazione.
Ci sono persone che pongono la loro fede nei soldi, e perciò, prendono le loro decisioni in base al timore di non avere abbastanza soldi.
Ci sono persone che hanno timore dei problemi, o delle difficoltà, e perciò, basano le loro decisioni e il loro comportamento su quello che nel loro parere li porterà ad avere meno problemi.
Ci sono coloro che come tesoro hanno una persona o delle persone, per esempio, un fidanzato, o i figli, o qualcun altro, e basano il loro comportamento su quello che secondo loro serve per non perdere quella persona. Quindi, hanno timore di perdere quella persona.
Potremmo dire che noi abbiamo timore di perdere quello che è il nostro tesoro. Quindi, quando Dio ci comanda di comportarci con timore durante il nostro soggiorno terreno, non è altro che un ulteriore modo per dire che noi dobbiamo avere Dio come il nostro tesoro, ora e per l'eternità, e quindi, che dobbiamo comportarci in modo da non perdere l'approvazione di Dio. Perciò dovremmo prendere ogni nostra decisione, e basare ogni nostro comportamento, su quello che ci farà avere l'approvazione di Dio. Questo è il senso di comportarci con timore, alla luce del giudizio di Dio.
Notate che il versetto dice: di comportarci con timore durante il tempo del vostro soggiorno terreno. Quanto è importante che ci ricordiamo sempre che questa vita è solamente il viaggio che ci sta portando a quella che sarà la nostra dimora eterna! Quindi, non dobbiamo essere troppi presi con quello che succede qua, né con le cose belle, né con le cose brutte. Tutte passeranno e saranno dimenticate.
I piaceri di alcuni anni fa' sono già passati, come anche le difficoltà. Similmente, le nostre circostanze di oggi passeranno. Non viviamo per oggi, viviamo per l'eternità che abbiamo davanti a noi!
Come Pietro ci ha già spiegato, dobbiamo vivere con la piena speranza della grazia che ci sarà rivelata alla manifestazione di Cristo Gesù.
Applicazione
Allora, chi siete? Esistono solamente due categorie. O siete figli di disubbidienza, oppure, siete figli di ubbidienza. Gli uni sono destinati al tormento eterno, gli altri, per grazia, alla gioia di stare per sempre nella presenza di Dio.
Se siete figli di ubbidienza, allora, non conformatevi più alle passioni che controllavano la vostra vita prima della salvezza! Dobbiamo togliere tutto quello che è legato alla carne, tutto quello che proviene da un cuore che cerca di soddisfare la carne anziché piacere a Dio, tutto quello che non rispecchia la santità di Dio.
Dobbiamo essere santi, in tutta nostra nostra condotta!
Perciò, non basta evitare quello che è palesemente un peccato. Dobbiamo camminare in santità, in ogni campo della vita. Chiaramente, vivendo in un mondo che è lontano da Dio, che non conosce Dio, che in realtà odia Dio, una vita vissuta in santità non sarà né apprezzata né approvata dal mondo. Però, non dobbiamo vivere cercando l'approvazione degli uomini, ovvero, usando i termini di questo brano, non dobbiamo basare il nostro comportamento su un timore degli uomini!
Come dichiara Ebrei 13:6
“Così noi possiamo dire con piena fiducia: «Il Signore è il mio aiuto; non temerò. Che cosa potrà farmi l’uomo?»” (Ebr 13:6)
Che senso ha di temere gli uomini? Solo Dio può benedire, e solo Dio può punire. Perciò, dobbiamo temere solamente Dio, e basare tutto il nostro comportamento sulla realtà che dobbiamo apparire davanti al tribunale di Dio.
Per la grazia di Dio, Egli ci ha chiamati fuori dalle tenebre, fuori dall'ignoranza. Ora, siamo figli della luce. Non torniamo a comportarci secondo i pensieri e le pratiche delle tenebre! Abbondiamo di ringraziamento per l'opera della salvezza che Dio ha compiuto in noi, sapendo che è stata comprata a caro prezzo! Comportiamoci come figli di ubbidienza!
Infatti, nel prossimo sermone, vogliamo considerare il caro prezzo con il quale siamo stati salvati.
Per ora, camminiamo in novità di vita, secondo la santità di Dio, in ogni nostro comportamento! Esultiamo che Dio chi ha chiamati a Sé. Viviamo per la sua gloria!