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L’amore cristiana e i suoi frutti - 1 Tessalonicesi 3:9-13

filename: 52-0309.doc di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org - sermone su 1 Tess 3:9-13, per RO, 6/8/1995, di Marco deFelice

Ricapitoliamo i punti principali visti fino ad ora: Paolo, Sila, e Timoteo, avevano evangelizzato la città di Tessalonica durante un viaggio missionario. Però, avevano trovato molta opposizione e persecuzione, al punto da essere stati forzati a lasciare i nuovi credenti. Il loro amore e la loro premura per essi erano grandi. Alcuni falsi insegnanti avevano seguito Paolo e gli altri, ed avevano cercato di convincere i credenti che Paolo era un truffatore, e che perciò il suo Vangelo non era vero.

Paolo, sapendo che i credenti stavano affrontando dure tribolazioni, aveva mandato Timoteo per confermarli e consolarli nella loro fede. Timoteo, dopo aver fatto questo, era tornato da Paolo, recando la buona notizia che i Tessalonicesi era saldi nella loro fede. Paolo stava scrivendo questa lettera per confermarli ancora di più nella loro fede, e per chiarire qualche insegnamento. Perciò, questa lettera è molto valida per noi oggi.

Se ricordiamo, Paolo aveva parlato di quanto era incoraggiante per lui la notizia della loro fede e della loro fermezza; infatti, aveva detto che, avendo sentito questo, si sentiva rivivere.

Adesso, continuiamo a studiare questa lettera che Dio ha incluso nella nostra Bibbia.

Leggiamo 3:1-13 (tutto il capitolo)

L’amore cristiano e i suoi frutti

In questi versetti di 1 Tessalonicesi, notiamo l’amore di Paolo per i credenti, e i suoi frutti.

La vera salvezza produce vero amore per i fratelli.

Quando Dio salva veramente una persona, un risultato è che la persona salvata ama gli altri credenti. L’amore per i fratelli è uno dei frutti più fondamentali della vera salvezza.

1 Giov. 3:14 Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli.

Oggi, vorrei considerare 3 esempi dell’amore cristiano e i suoi frutti:

1) il costo dell’amore quando si proclama il Vangelo.

2) L’amore di Paolo per i credenti produce gioia a causa loro e ringraziamento a Dio.

3) L’amore di Paolo lo spinge a pregare per loro: a) per poterli vedere e colmare la loro fede b) affinché Dio li faccia crescere e abbondare nell’amore gli uni verso gli altri.

Esaminiamo questi aspetti.

il costo dell’amore quando si proclama il Vangelo

Il vero amore per gli altri vuol dire parlare con loro di Gesù Cristo.

Prima, dobbiamo renderci conto che il vero amore è sempre costoso. Ricordiamo le parole di Paolo in 1 Tess. 1:3, quando egli ringrazia Dio per “le fatiche del vostro amore". Il vero amore è difficile, è doloroso, è un sacrificio.

Tanto di quello che viene spacciato per “amore” oggi non è amore. Il vero amore vuol dire rinunciare a quello che vorrei io, per il bene dell’altra persona.

Oggi, nella società, c’è poca voglia di sacrificarsi per gli altri. I mariti vogliono tornare a casa dopo il lavoro e non dover fare nulla. Non gli importa quanto la moglie ha ancora da fare. I genitori vogliono figli tranquilli, che li lascino vivere la loro vita. Conosco vari genitori che amano andare in vacanza senza i figli, perché così riescono a godersele di più. I figli vogliono di tutto dai genitori, e non gli importa se i genitori hanno bisogno di riposo.

Consideriamo alcuni esempi del vero amore per gli altri

l’amore di Cristo per gli eletti

Consideriamo prima di tutto l’amore di Gesù Cristo per i suoi, cioè, per tutte le persone che sono salvate. Gesù è sempre l’esempio perfetto, l’esempio che siamo chiamati ad imitare. Notiamo la sua preghiera in Giov. 17:9,20. Egli pregava per noi.

Cosa ha fatto Gesù per noi, per ognuno di noi, per TE?

Egli lasciò ogni conforto, ogni diritto, ogni sua preferenza, per poterci salvare. Se pensiamo a come Gesù andava in giro predicando il Vangelo, vi chiedo: Gesù fu ben accolto quando annunciava il Vangelo? L’amore di Gesù per noi era costoso!

La vita di Gesù ci insegna l’amore per gli altri: una vita che soprattutto consiste nell’aiutare gli altri a conoscere Dio.

l’amore di Paolo per gli eletti

Consideriamo anche l’amore di Paolo per gli eletti. Sappiamo che Paolo soffrì molto durante il suo ministerio. Perché? Cosa spinse Paolo a continuare, nonostante le sofferenze? Ascoltiamo le sue parole in 2 Tim. 2:8-10.

Se guardiamo la vita di Paolo, vediamo che egli seguiva l’esempio di Cristo. Domanda: Paolo era sempre ben accettato quando predicava il vangelo? Se siamo disposti a parlare di Cristo solamente quando sappiamo di essere ben accolti, parleremo poco di Gesù Cristo. Dobbiamo seguire l’esempio di Cristo, come fece Paolo, ed essere pronti a parlare di Cristo in ogni momento.

Chiaramente, non ci saranno sempre porte aperte, ma noi dobbiamo bussare sempre! Dobbiamo essere sempre pronti e desiderosi di parlare di Cristo.

La Bibbia ci ammonisce a non vergognarci di Gesù davanti agli uomini. Cosa vuol dire? Chiaramente, non è tanto difficile venire ad un culto, con altri credenti, dove tutti vogliono sentire di Cristo, e dire qualcosa di Cristo. Però, quando siamo con persone che disprezzano le cose di Dio, o con persone che sono convinte che qualunque insegnamento che non è conforme con le loro tradizione, nonostante che sia conforme alla Parola di Dio, sia eresia, allora diventa difficile parlare di Cristo. Allora abbiamo la tendenza di vergognarci di Gesù. Quando ti trovi di fronte ad una situazione difficile, devi considerare da che parte sei. C’è la tendenza a fare come Pietro, nella notte in cui Gesù fu arrestato. Gli chiesero se era con Gesù, e Pietro negò di conoscerlo. Però dopo, il suo peccato lo fece piangere amaramente. Infatti, vediamo che alcune settimane dopo egli reputava un onore di potere soffrire per Cristo.

A chi appartiamo? Chi ha dato la sua vita per salvarci? Chi è il nostro Salvatore e il nostro Signore? Se Gesù ci ama così tanto da non vergognarsi da prendere la nostra colpa, il nostro peccato, su di sé sulla croce, essendo stato disprezzato dalle persone intorno a sé, non dobbiamo noi avere il coraggio di non vergognarci di seguire Lui pubblicamente, nonostante le opposizioni?

Per amore di Dio, portiamo la sua bandiera, costi quello che costi. Gesù era disposto a portare la nostra bandiera, per identificarsi con noi per poterci salvare. Adesso, Egli chiede a noi di portare la sua bandiera, di amare gli altri, e perciò di annunciare Cristo a chi non Lo conosce.

Paolo portava la bandiera di Cristo, e annunciava Cristo agli altri, e gli costò caro. Però, dobbiamo ricordare una cosa: la vita è molto breve, e ci prepara per l’eternità. Ascoltiamo le parole di Paolo, poco prima di morire, in 2 Tim. 4:6-8

Quanto a me, io sto per essere offerto in libazione, e il tempo della mia partenza è giunto. Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione.

Sì, era costoso per Paolo prendere una posizione pubblica dalla parte di Gesù Cristo. Ma quando Paolo considerava quello che Gesù aveva fatto per lui, nel salvarlo, non poteva fare altro. E Gesù ha fatto la stessa cosa per salvare noi. In più, Paolo teneva gli occhi, non sulle sofferenze di questa vita, ma sulla gloria che lo aspettava dopo la morte.

A questo proposito, ascoltiamo Rom. 8:15-18

E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: “Abbà! Padre!” Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio. Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui. Infatti io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev’essere manifestata a nostro riguardo.

Ricordiamo che la sofferenza che troveremo quando viviamo per Cristo non è paragonabile alla gloria che sarà manifestata a nostro riguardo per l’eternità.

Un esempio: sei in mezzo al territorio del nemico. Sai che il tuo Re arriverà. Devi decidere: dichiarare da che parte sei, e subire sofferenze, ricevendo però lode dal Re quando arriverà, oppure cercare di nascondere la tua lealtà al Re, per poi vergognarti quando Lui sarà arrivato. Pensa bene all’esempio di Pietro!

Quindi, per rispondere all’amore di Cristo per noi, è giusto che noi amiamo Cristo e amiamo gli altri, proclamando le verità di Gesù Cristo. Uno degli aspetti più importanti dell’amore per Cristo è di non vergognarci di Lui. Chiaramente, in questo mondo, chi si dichiara veramente dalla parte di Gesù non è visto bene, e non è mai stato visto bene. Ma vivere per Cristo, proclamare Cristo agli altri, è veramente un segno del vero amore di Cristo.

2) l’amore produce gioia e ringraziamento

La seconda cosa che impariamo dall’esempio dell’amore di Paolo per questi credenti è che l’amore per loro portò Paolo ad avere gioia e ringraziamento come risultato della loro crescita.

Nel mondo di oggi, la maggioranza delle persone hanno un’apparenza di gioia quando le cose vanno bene per loro stessi. Invece, quando le cose vanno bene per gli altri, spesso non hanno gioia, anzi, spesso, hanno un po’ di gelosia.

Quanto dev’essere diverso per un vero figlio di Dio. Leggiamo in Rom. 8:15

Rallegratevi con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono.

Un figlio di Dio dovrebbe trovare gioia quando gli altri stanno bene, e tristezza quando stanno male. Questo lo vediamo chiaramente in Paolo.

v.8,9 se state saldi nel Signore, ci sentiamo rivivere. Come potremmo, infatti, esprimere a Dio la nostra gratitudine a vostro riguardo, per la gioia che ci date davanti al nostro Dio….

Paolo, Sila e Timoteo provavano profonda gioia quando vedevano la crescita spirituale dei credenti di Tessalonica. Infatti, tanto grande era la loro gioia, che non erano capaci di esprimere la profondità della loro gratitudine a Dio. Erano stracolmi di gioia e come conseguenza, di gratitudine.

Notiamo che erano grati a Dio. Sapevano che era Dio che aveva aperto gli occhi dei Tessalonicesi per salvarli. Era Dio che li aveva fortificati. Nella Bibbia, volta dopo volta, Dio ci insegna che Dio è la fonte di ogni benedizione, di ogni grazia. Perciò, la nostra gratitudine dev’essere indirizzata a Dio.

Notiamo che Paolo aveva già parlato della sua gratitudine a Dio in 1 Tess 1:2,3. Avendo sentito delle prove della loro salvezza - l’opera della loro fede, le fatiche del loro amore, e la costanza della loro speranza - Paolo e gli altri avevano cuori ricolmi di gratitudine a Dio, e ringraziavano Dio continuamente.

Un esempio da seguire per noi: prima, dovremmo abbondare nel ringraziamento per le benedizioni che abbiamo da Dio, soprattutto la salvezza, la crescita, le prove, tutto quello che Dio manda per la nostra crescita. Secondo, dovremmo abbondare nel ringraziamento a Dio per la salvezza e la crescita di altri intorno a noi. Posso dirvi che tante persone sono piene di gratitudine per la vostra salvezza, persone che da tempo hanno pregato per voi.

Il vero amore per qualcuno ci spinge a ringraziare Dio per la sua opera in quella persona. È così anche per noi?

3) vero amore vuol dire pregare per gli altri

Amare veramente una persona vuol dire pregare per quella persona. Un “amore” che è limitato a voler bene nelle cose della vita terrena non è un vero amore. Amare veramente vuol dire volere il vero bene di qualcuno: e il vero bene è il bene spirituale, l’unico bene che dura eternamente. Perciò, amare veramente qualcuno ci spinge a pregare per quella persona. Vediamo questo nell’esempio di Paolo.

Notiamo che Paolo pregava per 2 cose per questi credenti: a) di poterli vedere e colmare la loro fede b) che Dio li faccia crescere e abbondare nell’amore gli uni verso gli altri.

di poterli vedere e colmare le lacune della loro fede v.10

Paolo pregava per la possibilità di vederli per poter colmare le lacune della loro fede. Desidero fare qualche riflessione qui.

Abbiamo già visto che Paolo era molto grato per la loro crescita spirituale. Questi credenti camminavano bene. Paolo era gioioso per quanto si conducevano bene. Allo stesso tempo, Paolo sapeva che avevano ancora delle lacune. Finché siamo su questa terra, dovremo crescere. Non siamo mai arrivati. Infatti, ascoltiamo le parole di Paolo, che parla di se stesso, in Filippesi 3:12-14

Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù. 13 Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, 14 corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù.

Se l’apostolo Paolo non era ancora arrivato, e aveva bisogno di proseguire sempre avanti, quanto di più noi abbiamo bisogno di crescere. Quindi, è importante che riconosciamo l’importanza come figli di Dio di andare sempre avanti.

Ci sono 2 tipi di lacune di fede. 1) mancanza di fede in Dio, dubitare Dio 2) lacune nel conoscere le verità della Parola di Dio

La parola “fede” nella Bibbia viene usata per significare varie cose. Di solito, vuol dire “credere, ricevere come tuo”, nel senso di avere fede in Dio, di credere in Gesù Cristo.

Un altro uso della parola fede è quando significa “le verità riguardanti il Vangelo”. Vediamo questo uso, per esempio, in Giuda 1:3 e 1 Tim.2:7. Notiamo che la fede, cioè le verità che riguardano la salvezza e la vita cristiana, è stata trasmessa ai santi una volta e per sempre. In altre parole, entro il tempo che la Bibbia fu completata, tutta la dottrina della vita cristiana era già stata trasmessa ai santi, cioè, ai credenti. Non c’era altro da trasmettere. Notiamo anche che era stata trasmessa “una volta per sempre" in altre parole, le verità trasmesse nella Bibbia non cambiano. Non esistono rivelazioni da Dio successive che possono cambiare le verità contenute nella Bibbia.

Chiaramente, questi credenti di Tessalonica avevano capito e creduto alcune delle verità della Bibbia. Avevano capito e creduto che la salvezza si ha solamente e completamente mediante la fede in Gesù Cristo. Avevano capito che Gesù è il Figlio di Dio, morto e risorto per loro. Queste sono le verità necessarie per ottenere la salvezza. Però, una volta salvati, c’è una vita di crescita davanti. Paolo sapeva che essi non conoscevano ancora tante verità importanti. Perciò, egli desiderava tanto andare da loro per colmare le loro lacune di fede, cioè, di dottrina.

Come si possono colmare queste lacune? Come si può crescere, per diventare uomini di Dio maturi? Tramite l’insegnamento dalla Parola di Dio. Ascoltiamo 2 Tim.3:16:17

Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. Ogni Scrittura. Chiaramente, non bisogna conoscere ogni scrittura prima di diventare un figlio di Dio; se fosse così, nessuno sarebbe mai salvato. Però, una volta salvati, è molto importante continuare a crescere nella conoscenza di tutte le Scritture.

Paolo, in questa lettera, come vedremo più avanti, già comincia a insegnare a questi credenti delle verità importanti. Tutta la Parola di Dio è importante per la nostra crescita. Abbiamo lacune di fede, e la Bibbia è l’unica fonte per poter colmare veramente queste lacune.

Fede: nel senso di fidarsi di Dio Più conosciamo Dio e la Sua Parola, più fede avremo in Lui. Anche la mancanza di fede in Dio è un tipo di lacuna che esiste in tanti credenti. La cura: conoscere Dio di più, passare più tempo e impegnarsi di più a conoscere Lui. La Bibbia è la chiave.

b) L’altra Preghiera di Paolo per loro: che Dio li faccia crescere e abbondare nell’amore gli uni verso gli altri.

La preghiera di Paolo non era solamente di poter andare e colmare le lacune della fede di questi credenti, ma lui pregava affinché Dio li facesse crescere e abbondare nell’amore gli uni verso gli altri.

Cioè, Paolo pregava che con o senza la sua presenza, Dio potesse aiutarli ad amarsi l’un l’altro, e tutti, sempre di più.

Perché era così importante che loro abbondassero sempre di più nell’amore l’uno per l’altro, e verso tutti? Ascoltiamo il v.13 “per rendere i vostri cuori saldi, irreprensibili in santità davanti a Dio nostro Padre, quando il nostro Signore Gesù verrà con tutti i suoi santi."

In altre parole: quando noi abbondiamo sempre di più nel vero amore l’uno per l’altro, questo ci porta ad avere cuori sempre più saldi, e fa sì che siamo sempre più irreprensibili in santità davanti a Dio.

Cosa vuol dire amarsi l’un l’altro? Spesso, nel mondo, le persone credono che si può amare il proprio fratello senza dare retta alla Parola di Dio. Ma ascoltiamo quello che dichiara Dio: 1 Giov.5:2,3

“Da questo sappiamo che amiamo i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. Perché questo è l’amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi."

Dio lega strettamente l’ubbidienza alla sua Parola all’amore per i figli di Dio. Non possiamo amare veramente gli altri se non crediamo e non seguiamo la Parola di Dio. Perciò, non è vero che ognuno può seguire Dio come vuole. Non si può piacere a Dio se non si crede ciò che Dio dichiara nella Sua Parola. Solo così, possiamo amarci l’un l’altro, e tutti.

Conclusione

In che modo ci riguarda? Esaminiamoci alla luce delle verità in questo brano.

1) amiamo abbastanza per parlare di Cristo, colui che ha dato tutto per salvarci?

2) il nostro amore ci porta ad avere gioia e ringraziamento per gli altri?

3) il nostro amore ci spinge a pregare per gli altri? A colmare le lacune?