Aiuto Biblico

Il Vero Vangelo - 1 Tessalonicesi 2:1-12, parte 1

filename: 52-0201a.doc di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org - sermone su 1 Tess 2:1-16, per RO, 24/6/2001

Quanto è importante che il vangelo in cui crediamo sia il vero vangelo? Il nostro destino eterno dipende da questo! Se il vangelo in cui crediamo non è il vero vangelo, allora, siamo perduti, senza speranza.

Oggi, come sempre, ci sono tanti falsi insegnanti e perciò tanti falsi vangeli. Ci sono tante voci diverse che dicono di annunciare le verità di Dio. È estremamente importante essere sicuri che il messaggero e il messaggio che ascoltiamo siano veramente da Dio.

Però, c’è anche un altro pericolo, quello di NON credere alla verità.

Oggi vogliamo considerare un brano che ci aiuta a capire se il messaggio che abbiamo è veramente da Dio. Questo brano è il capitolo 2 di 1 Tessalonicesi.

In questa lettera, Paolo scrive ai giovani credenti di Tessalonica, che egli, insieme a Sila e Timoteo, aveva evangelizzato e a cui aveva insegnato poco tempo prima.

Per capire meglio questo brano, ricordiamo la situazione in cui Paolo scrive. Paolo, Sila e Timoteo stavano passando da città a città, evangelizzando e formando nuove chiese. Dio stava operando grandemente tramite loro. Dove Dio è potentemente al lavoro, anche Satana è al lavoro, cercando di ostacolare l’opera di Dio, e cercando di sviare le persone dal credere alle verità di Dio.

Nello stesso modo in cui Dio usava uomini fedeli come Paolo, Sila e Timoteo, Satana si serviva di tanti falsi insegnanti per ostacolare la loro opera. Abbiamo già letto come in città dopo città, Paolo trovava dura opposizione e persecuzione. Però, spesso l’opposizione non finiva quando Paolo e gli altri lasciavano una città. I Giudei ed altri falsi insegnanti seguivano Paolo e gli altri, cercando di distruggere ciò che Dio aveva fatto tramite Paolo, e cercando di sviare coloro che avevano dato ascolto alle verità di Dio tramite Paolo.

Considerando che Paolo aveva annunciato fedelmente la verità di Dio, ed aveva mostrato che essa era fondata sulle Scritture, quale potrebbe essere la tattica migliore per un nemico di Dio, se non quella di cercare di sviare le persone che hanno creduto il vero vangelo? Sarebbe molto difficile cercare di negare il vangelo in modo diretto, in quanto i credenti avevano esaminato le Scritture e visto la veracità del vangelo per conto loro, e avevano visto la realtà del vangelo nelle loro vite.

Allora, se non si può convincere qualcuno che il vangelo sia sbagliato, la tattica migliore è quella di screditare il predicatore. Cioè, se si può convincere qualcuno che la persona che gli ha predicato il vangelo è un falso, un truffatore, una persona disonesta, allora, l’ascoltatore non avrà più fiducia nel messaggero, e perciò, non avrà più fiducia nel suo messaggio, indipendentemente dalla validità o dalle prove del messaggio.

Questa è stata la tattica che i nemici di Paolo hanno usato contro di lui, per sviare questi giovani credenti dalla verità. Da questa lettera, è ovvio che questi nemici avevano attaccato Paolo duramente, cercando di screditarlo. Quindi, in questa lettera, e specialmente in questo capitolo, Paolo è costretto a difendersi. E il motivo, come appare molto chiaramente in tutte le sue lettere, non è che egli cerchi gloria per se stesso. Egli si difende allo scopo di proteggere il vangelo e proteggere la fede di questi giovani credenti.

Per difendersi, e mostrare quindi che il suo vangelo era realmente da Dio, Paolo fa notare ai Tessalonicesi la sua integrità, visibile nel suo comportamento, e poi, fa anche notare il fatto che egli era stato mandato da Dio, e quindi, il suo messaggio era da Dio.

Oggi, vogliamo considerare le prove che dimostrano che egli era stato mandato da Dio, e che quindi il suo vangelo era da Dio. Dio volendo, nel prossimo sermone, vedremo come il comportamento di Paolo era una prova del fatto che era degno della loro fede.

Fatta questa introduzione, esaminiamo 2 Tessalonicesi 2.

il brano

1 Voi stessi, fratelli, sapete che la nostra venuta tra voi non è stata vana; 2 anzi, dopo aver prima sofferto e subìto oltraggi, come sapete, a Filippi, trovammo il coraggio nel nostro Dio, per annunziarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte. 3 Perché la nostra predicazione non proviene da finzione, né da motivi impuri, né è fatta con inganno; 4 ma come siamo stati approvati da Dio che ci ha stimati tali da poterci affidare il vangelo, parliamo in modo da piacere non agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori. 5 Difatti, non abbiamo mai usato un parlare lusinghevole, come ben sapete, né pretesti ispirati da cupidigia; Dio ne è testimone. 6 E non abbiamo cercato gloria dagli uomini, né da voi, né da altri, sebbene, come apostoli di Cristo, avessimo potuto far valere la nostra autorità; 7 invece, siamo stati mansueti in mezzo a voi, come una nutrice che cura teneramente i suoi bambini. 8 Così, nel nostro grande affetto per voi, eravamo disposti a darvi non soltanto il vangelo di Dio, ma anche le nostre proprie vite, tanto ci eravate diventati cari. 9 Perché, fratelli, voi ricordate la nostra fatica e la nostra pena; infatti è lavorando notte e giorno per non essere di peso a nessuno di voi, che vi abbiamo predicato il vangelo di Dio. 10 Voi siete testimoni, e Dio lo è pure, del modo santo, giusto e irreprensibile con cui ci siamo comportati verso di voi che credete; 11 sapete pure che, come fa un padre con i suoi figli, 12 abbiamo esortato, confortato e scongiurato ciascuno di voi a comportarsi in modo degno di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria. (1 Tessalonicesi 2:1-12 NRV)

Paolo e il suo vangelo da Dio

Vogliamo considerare questo brano, e notare come Paolo dimostra di essere stato mandato da Dio, e perciò, il suo vangelo era da Dio.

Prima di iniziare, dobbiamo capire che non solo i credenti di Tessalonica avevano bisogno di poter riconoscere chi era veramente da Dio. Anche oggi, chiunque vuole veramente conoscere Dio ha bisogno di poter riconoscere chi è veramente da Dio e chi non lo è. Ancora oggi, come al tempo di Paolo, ci sono tanti falsi insegnanti, che dichiarano di parlare da parte di Dio. È importante che siamo in grado di distinguere fra i veri e i falsi. Inoltre, è importante che siamo in grado di riconoscere le accuse false che arrivano contro i veri uomini di Dio.

Perciò, consideriamo attentamente questo brano, sapendo che le verità in esso servono anche a noi.

La prima cosa che noto in questo brano è che più volte, Paolo usa il termine “il vangelo di Dio.” Solitamente, Paolo diceva semplicemente “il vangelo.” Invece ben tre volte egli usa il termine “il vangelo di Dio.”

Egli fa questo per mettere enfasi sul fatto che il vangelo predicato da lui aveva la sua origine in Dio, non negli uomini. Era Gesù Cristo stesso che gli aveva rivelato il vangelo. Perciò, la sua origine era Cristo, ovvero, Dio. Perciò, era il vangelo di Dio.

In varie delle sue epistole, Paolo descrive come Gesù Cristo stesso gli era apparso. Infatti, la testimonianza di Paolo è una chiara prova della realtà della sua chiamata direttamente da Cristo.

Più volte, gli Atti e le Epistole raccontano la drammatica conversione di Paolo. Egli, che prima si chiamava Saulo, un nome Giudaico, odiava i cristiani e si impegnava con tutta la sua forza per distruggere il cristianesimo. Infatti, egli stava andando a Damasco, proprio per arrestare i cristiani che avrebbe trovato là.

Ascoltiamo uno dei racconti della conversione di Paolo.

la conversione di Paolo

9 Quanto a me, in verità pensai di dover lavorare attivamente contro il nome di Gesù il Nazareno. 10 Questo infatti feci a Gerusalemme; e avendone ricevuta l’autorizzazione dai capi dei sacer doti, io rinchiusi nelle prigioni molti santi; e, quand’erano messi a morte, io davo il mio voto. 11 E spesso, in tutte le sinagoghe, punendoli, li costringevo a bestemmiare; e, infuriato oltremodo contro di loro, li perseguitavo fin nelle città straniere. 12 Mentre mi dedicavo a queste cose e andavo a Damasco con l’autorità e l’incarico da parte dei capi dei sacerdoti, 13 a mezzogiorno vidi per strada, o re, una luce dal cielo, più splendente del sole, la quale sfolgorò intorno a me e ai miei compagni di viaggio. 14 Tutti noi cademmo a terra, e io udii una voce che mi disse in lingua ebraica: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Ti è duro ricalcitrare contro il pungolo”. 15 Io dissi: “Chi sei, Signore?” E il Signore rispose: “Io sono Gesù, che tu perseguiti. 16 Ma àlzati, e sta in piedi perché per questo ti sono apparso: per farti ministro e testimone delle cose che hai viste, e di quelle per le quali ti apparirò ancora, 17 liberandoti da questo popolo e dalle nazioni, alle quali io ti mando 18 per aprire loro gli occhi, affinché si convertano dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio, e ricevano, per la fede in me, il perdono dei peccati e la loro parte di eredità tra i santificati”. (Atti 26:9-18 NRV)

Paolo era stato scelto direttamente da Cristo Gesù, e così, il suo messaggio era direttamente da Dio. Egli spiega questo chiaramente in Galati 1.

11 Vi dichiaro, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è opera d’uomo; 12 perché io stesso non l’ho ricevuto né l’ho imparato da un uomo, ma l’ho ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo. 13 Infatti voi avete udito quale sia stata la mia condotta nel passato, quand’ero nel giudaismo; come perseguitavo a oltranza la chiesa di Dio, e la devastavo; 14 e mi distinguevo nel giudaismo più di molti coetanei tra i miei connazionali, perché ero estremamente zelante nelle tradizioni dei miei padri. 15 Ma Dio che m’aveva prescelto fin dal seno di mia madre e mi ha chiamato mediante la sua grazia, si compiacque 16 di rivelare in me il Figlio suo perché io lo annunziassi fra gli stranieri. Allora io non mi consigliai con nessun uomo, 17 né salii a Gerusalemme da quelli che erano stati apostoli prima di me, ma me ne andai subito in Arabia; quindi ritornai a Damasco. (Galati 1:11-17 NRV)

Fratelli, il vangelo che Paolo predicava non era un vangelo suo. Non era nemmeno un vangelo che aveva ricevuto da altri uomini. Il suo vangelo era il vangelo di Dio, che egli aveva ricevuto direttamente da Cristo Gesù.

Infatti, Paolo era un Apostolo perché il Cristo risorto gli era apparso personalmente e gli aveva dato il vangelo e il suo ministerio direttamente. Non ci sono successori degli Apostoli oggi, perché Cristo non appare più alle persone. Oggi, abbiamo l’insegnamento degli Apostoli nella Parola di Dio.

Ascoltiamo Atti 2:40-42

40 E con molte altre parole li scongiurava e li esortava, dicendo: «Salvatevi da questa perversa generazione». 41 Quelli che accettarono la sua parola furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone. 42 Ed erano perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere. (Atti 2:40-42 NRV)

Notiamo qui la frase “l’insegnamento degli apostoli”, che si riferisce a quell’insegnamento che gli Apostoli avevano ricevuto direttamente da Cristo. Qualsiasi altro insegnamento dev’essere confrontato con il loro insegnamento. Questo è il mezzo che Dio ci ha dato per proteggerci dai falsi insegnamenti.

Quindi, solamente un vero Apostolo ha ricevuto il vangelo direttamente da Dio.

Nel primo secolo, prima che il Nuovo Testamento fosse scritto, i credenti potevano confrontare ogni nuovo insegnamento con l’insegnamento degli Apostoli. Così potevano capire quale messaggio era da Dio e quale messaggio era falso. Paolo ricordava a questi credenti che egli era un vero Apostolo, mediante le prove da Dio, per aiutarli a capire che le accuse contro di lui erano false.

Anche noi abbiamo l’insegnamento degli apostoli nelle Sacre Scritture. Anche noi abbiamo un messaggio sicuro, le Sacre Scritture, che dobbiamo usare come metro per confrontare e misurare ogni nuovo insegnamento e ogni insegnante.

Questa prova e conferma di Paolo è molto importante. È molto pericoloso accettare un nuovo insegnamento ciecamente. È essenziale confrontare tutto con le Sacre Scritture.

il coraggio da Dio

Ora passiamo al v.2, dove Paolo mostra con altre prove che egli era veramente da Dio. Ricordiamo però che è fondamentale che il vangelo predicato sia conforme alle Scritture. Una volta che c’è quella prova, le seguenti cose possono essere delle prove ulteriori.

Ascoltiamo il v.2.

anzi, dopo aver prima sofferto e subìto oltraggi, come sapete, a Filippi, trovammo il coraggio nel nostro Dio, per annunziarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte. (1 Tessalonicesi 2:2 NRV)

Paolo e Sila avevano sofferto molto a Filippi, prima di arrivare a Tessalonica. Infatti, quando studiamo la vita di Paolo, e specialmente quando leggiamo in 2 Corinzi 11 dove egli elenca le sofferenze che aveva subìto per il vangelo, ci rendiamo conto che umanamente, era troppo difficile andare avanti. Sarebbe stato del tutto comprensibile se Paolo si fosse arreso, e fosse tornato indietro, anziché continuare a predicare, sapendo di dover subire quella terribile sofferenza.

I Tessalonicesi sapevano già delle sue sofferenze. Perciò, Paolo gli ricorda delle sue sofferenze per aiutarli a capire che era stato DIO a dare a lui e a Sila il coraggio di continuare a predicare. Infatti, i Tessalonicesi, avendo visto le sofferenze di Paolo, avevano visto la potenza di Dio in lui che gli permetteva di continuare a predicare.

Quando tutta va bene, chiunque può avere coraggio. Quando invece arrivano dure persecuzioni a causa del Vangelo, è Dio che dà il coraggio di continuare.

approvati da Dio

Un’altra chiara prova che erano da Dio è al v.4.

ma come siamo stati approvati da Dio che ci ha stimati tali da poterci affidare il vangelo, parliamo in modo da piacere non agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori. (1 Tessalonicesi 2:4 NRV)

Ci sono almeno tre verità in questo versetto che dimostrano che Paolo era da Dio. Uno è che egli, insieme a Sila e Timoteo, era stato approvato da Dio. Il fatto che Gesù Cristo era apparso personalmente a Paolo, il chiaro frutto del suo ministerio, la potenza dello Spirito Santo quando predicava, tutte queste cose mostravano chiaramente che Paolo era stato approvato da Dio. Non solo, ma egli, come anche Sila e Timoteo, era stato stimato tale da Dio da ricevere l’affidamento del vangelo. Paolo aveva ricevuto il vangelo direttamente da Cristo. Il vangelo di Dio era stato affidato a Paolo. Anche questa è una prova. Inoltre, Dio provava i loro cuori. Cioè, ad essi non bastava l’approvazione degli uomini. È facile trovare uomini che danno ascolto e approvazione. Basta pensare quante sette ci sono oggi. Invece, Paolo non cercava l’approvazione degli uomini. Egli si sottoponeva a Dio, per cercare l’approvazione di Dio.

Gli uomini guardano all’esterno, invece Dio investiga il cuore. In altri brani, Paolo parla di avere la coscienza pura. Quando ci presentiamo a Dio, Egli ci guarda dentro. Guarda oltre quello che facciamo, guarda anche la nostra motivazione e il nostro cuore. In tutto quello che Paolo faceva, non cercava di piacere né agli uomini né a se stesso, ma solamente a Dio. Egli sapeva che il suo cuore era puro davanti a Dio.

Che contrasto con le accuse che ovviamente erano state fatte contro Paolo!

Anche il v.6 ci dichiara qualcosa di importante. E non abbiamo cercato gloria dagli uomini, né da voi, né da altri, sebbene, come apostoli di Cristo, avessimo potuto far valere la nostra autorità; (1 Tessalonicesi 2:6 NRV)

Paolo, Sila e Timoteo erano apostoli di Cristo. Questo uso della parola “apostolo” è diverso dal solito. La parola greca qui tradotta come “apostoli” vuol dire “mandato”.

Solitamente, “apostoli” indica coloro che erano testimoni oculari del Cristo risorto e avevano ricevuto il Vangelo direttamente da Lui. Paolo era quel tipo di Apostolo. Qui invece, usa questa parola per indicare che lui, Sila e Timoteo erano stati mandati da Cristo. Non avevano deciso per conto loro di andare a predicare, né erano stati mandati dagli uomini. Erano stati mandati da Cristo. Anche questa è un’importante conferma che erano veramente da Dio.

Quindi, come apostoli, avevano certi diritti. Avevano una certa autorità spirituale. Però, non avevano mai usato la loro autorità per motivi personali. Non avevano mai cercato gloria per loro stessi. Non avevano cercato di attirare l’attenzione su loro stessi, bensì su Cristo. Paolo poteva dire questo ai Tessalonicesi perché lo avevano conosciuto personalmente. Per difendersi dalle false accuse, Paolo semplicemente chiedeva loro di ricordare il suo comportamento. Non doveva convincerli di qualcosa, doveva solo aiutarli a ricordare quello che avevano già visto con i loro occhi.

Anche il v.13 dà un’ulteriore prova che il vangelo predicato da Paolo era da Dio. Ascoltiamo:

Per questa ragione anche noi ringraziamo sempre Dio: perché quando riceveste da noi la parola della predicazione di Dio, voi l’accettaste non come parola di uomini, ma, quale essa è veramente, come parola di Dio, la quale opera efficacemente in voi che credete. (1 Tessalonicesi 2:13 NRV)

Il vangelo predicato da Paolo era veramente la Parola di Dio, non parola di uomini, e perciò, operava, e opera tuttora, efficacemente in coloro che credono. Paolo aveva già spiegato, nel capitolo 1, del chiaro frutto della potenza di Dio in loro, come risultato della predicazione del suo vangelo con potenza e con lo Spirito Santo. Perciò, egli stava ricordando loro che avevano una chiara prova che quello era il vero vangelo, perché l’avevano accettato come parola di Dio, e loro stessi erano stati trasformati dallo Spirito di Dio.

Le cose stanno così ancora oggi. Il vangelo è ancora la potenza di Dio per la salvezza di tutti coloro che veramente credono. La Parola di Dio opera tuttora in coloro che credono. Quando una persona crede al vangelo e viene salvata, riconosce in sé l’opera di Dio. Perciò, chi crede ha un’ulteriore prova che il messaggio e il messaggero sono da Dio, quando vede la trasformazione nella propria vita. I Tessalonicesi dovevano ricordare queste cose, e così potevano capire che le accuse contro Paolo erano false.

Tutte queste prove insieme mostravano a questi credenti che Paolo era veramente mandato da Dio e che il suo vangelo era il vangelo di Dio, non un vangelo di uomini. Questa era la prima parte della sua difesa contro le false accuse lanciate contro di lui.

Anche oggi, è necessario dimostrare che un uomo sia veramente da Dio. Ci sono tanti falsi insegnanti e falsi vangeli, e dall’altra parte ci sono anche false accuse contro i veri insegnanti. Dobbiamo mettere tutto alla prova, e serbare ciò che è vero, cioè, quello che è secondo la Parola di Dio. Oggi, non ci sono più Apostoli, ma abbiamo la Parola di Dio come metro per misurare ogni insegnamento e ogni insegnante.

Oggi, Dio mostra la sua scelta di un uomo per un ministerio quando quell’uomo ha le qualifiche elencate nella Parola di Dio e viene riconosciuto in base a quelle. Uno non può riconoscersi da solo.

Dio volendo, nel prossimo sermone, vedremo quale era il comportamento di Paolo che mostrava che le accuse erano false. Il suo comportamento è lo stesso che dobbiamo avere anche noi.

Per ora, ricordiamo quanto è importante che anche noi sottoponiamo ogni insegnamento alla Parola di Dio. Non basta la sincerità dell’insegnante, o di chi crede a una certa dottrina. Dobbiamo essere certi che ogni insegnamento è veramente da Dio. Il mezzo che Dio ci ha dato per fare questo è la Parola di Dio.

Al livello pratico, ciò vuol dire che dobbiamo essere un popolo della Parola. Dobbiamo impegnarci a conoscere sempre di più la Parola di Dio. Questo richiede tempo e impegno, ma è un investimento che produce un guadagno eterno.

Conclusione

Per ora, lasciamo questo brano, ma ricordiamo le verità che abbiamo appreso oggi. Paolo, un vero uomo di Dio, era stato accusato di essere un falso. Lo scopo di queste accuse non era tanto causare un danno a Paolo, ma era impedire ai credenti di ricevere l’insegnamento che Dio aveva per loro.

A Paolo non interessava vantarsi davanti a questi credenti. Però, sapeva che era essenziale, per il loro bene spirituale, difendersi da queste accuse false. Questi credenti avevano ancora molto bisogno dell’insegnamento di Paolo. Avevano bisogno di continuare a credere le verità che egli aveva già insegnato loro. Perciò, era essenziale che capissero che le accuse contro di lui erano totalmente false.

I Tessalonicesi potevano fidarsi di Paolo, e noi possiamo fidarci della Paola di Dio. Se siamo attenti a confrontare tutto e tutti con la Parola di Dio, possiamo anche fidarci degli uomini che Dio ci manda, sia personalmente, sia per lettera. Però, la cosa importante è confrontare tutto con la Parola di Dio.

Dobbiamo anche considerare se possiamo dire la stessa cosa di Paolo, cioè, che anche noi non cerchiamo la gloria dagli uomini. Possiamo dire che cerchiamo, in tutto, di piacere a Dio? Possiamo dire che troviamo il nostro coraggio in Dio?

Consideriamo che Gesù Cristo ha dato TUTTO per noi! Alla luce del suo sacrificio per noi, comportiamoci in modo degno di Cristo. Non viviamo più per noi stessi. Viviamo per la gloria di Dio. Comportiamoci in modo santo, giusto e irreprensibile, nelle piccole cose, e nelle grandi cose.

Gioiamo del fatto che Dio ha chiamato noi al suo regno e alla sua gloria.