Aiuto Biblico

Efesini 5:11-13 - Nulla a che fare

Sermoni di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per domenica, 23 ottobre, 2010 ---- cmd ag -----
Parole chiave: santità, il peccato, una vita santa.

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La vita è fatta di contrasti, ed o siamo da una parte, o dall'altra. O sei un coniuge fedele, o non lo sei. O sei onesto, o non lo sei. O cammini in santità, o cammini nel peccato. Non esiste una via di mezzo.

Stiamo studiando l'Epistola agli Efesini, e siamo arrivati alla parte finale del libro, in cui Dio ci comanda come dobbiamo vivere, alla luce della salvezza che abbiamo ricevuto in Cristo. Se ricordate, i primi tre capitoli descrivono la salvezza come opera di grazia da parte di Dio, opera che Dio ha iniziato in noi quando eravamo morti nei nostri peccati. Come conseguenza di questa salvezza, dal capitolo 4 in avanti, Dio ci comanda di camminare in santità. Vi leggo Efesini 4:1 e poi 5:1

“Io dunque, il prigioniero per il Signore, vi esorto a camminare nel modo degno della vocazione a cui siete stati chiamati,” “Siate dunque imitatori di Dio, come figli carissimi,” (Efesini 4:1; 5:1 LND)

Il modo degno in cui dobbiamo camminare è imitando Dio, ovvero, camminando in santità in ogni campo della vita. I capitoli 4, 5 e 6 ci descrivono più in dettaglio che cos'è una vita di santità. Oggi, siamo arrivati ad Efesini 5:11. Leggo dal v. 8 a 13, per avere il contesto dei versetti che vogliamo considerare oggi. Mentre leggo, notate il contrasto fra la luce e le tenebre.

“8 Un tempo infatti eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore; camminate dunque come figli di luce. 9 poiché il frutto dello Spirito consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità, 10 esaminando ciò che è accettevole al Signore. 11 E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto riprovatele, 12 perché è persino vergognoso dire le cose che si fanno da costoro in segreto. 13 Ma tutte le cose, quando sono esposte alla luce, divengono manifeste, poiché tutto ciò che è manifestato è luce.” (Efesini 5:8-13 LND)

Chi è in Cristo è un figlio di luce, e perciò non deve più avere a che fare con le tenebre. Non esiste una via di mezzo, o camminiamo nella luce, oppure, camminiamo nelle tenebre.

Nell'ultimo sermone di questa serie, abbiamo considerato i vv.8-10, e cosa significhi camminare come figli di luce, portando buon frutto.

Ora, il v.11 ci esorta ad evitare le opere delle tenebre. Leggiamolo, e che Dio ci aiuti a capire molto più a fondo quello che Egli ha serbato per noi in questi versetti.

“E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto riprovatele,” (Efesini 5:11 LND)

Evitiamo le opere delle tenebre

Iniziando da questo versetto, tramite Paolo, Dio ci esorta ad evitare totalmente le opere delle tenebre. Dobbiamo piuttosto riprovarle, ovvero, condannarle.

Per comprendere questo comandamento, dobbiamo capire che Dio ci chiama, essendo figli della luce, a vivere una vita piena di opere fruttuose.

Infatti, non possiamo capire quanto sia grave partecipare alle opere infruttuose finché non comprendiamo quanto è importante che la nostra vita sia piena di opere che portano frutto che dura nell'eternità.

Quindi, analizziamo attentamente il v.11, e poi, considereremo l'importanza di vivere per portare frutto duraturo. Leggo ancora il v.11

“E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto riprovatele,” (Efesini 5:11 LND)

Non dobbiamo partecipare alle opere infruttuose delle tenebre. Cosa vuol dire questo, in pratica? Per comprendere questo comandamento, dobbiamo capire quali sono le opere infruttuose, e poi, cosa significa non partecipare a queste opere.

Iniziamo considerando cosa sono le opere infruttuose delle tenebre. Sono opere, o attività, o impegni, o scelte, che non portano mai vero frutto che dura. Non è detto che siano sempre peccati in sé, però, queste cose non portano frutto alla gloria di Dio, e non edificano il popolo di Dio. Dobbiamo evitare queste cose perché un vero credente è chiamato ad abbondare nel frutto dello Spirito, l'unico frutto che dura. Leggo ancora i vv.8,9

“8 Un tempo infatti eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore; camminate dunque come figli di luce. 9 poiché il frutto dello Spirito consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità,” (Ef 5:8-9 LND)

Le opere fruttuose sono opere che si compiono per mezzo dello Spirito Santo e che promuovono il regno di Dio. Possono essere opere di parole, e anche opere pratiche. Portano altri a conoscere più Dio, ad essere edificati, e ad avere una fede più forte. Queste opere glorificano Dio. Ricordate che Dio ci comanda di fare tutto alla gloria di Dio!

Come dichiara il v.8, sono opere fatte con bontà, con giustizia, e nella verità. Ogni vero credente dovrebbe camminare come un figlio di luce in ogni campo della vita. La vita di un vero credente non è divisa in vari compartimenti, alcuni dei quali sono dedicati alle cose di Dio, ed altri che appartengono al credente, nei quali può fare quello che vuole.

Piuttosto, noi che siamo veri credenti, noi che siamo stati comprati a caro prezzo, non apparteniamo più a noi stessi. Perciò, nessuna parte della nostra vita appartiene a noi. Apparteniamo pienamente a Gesù Cristo, Perciò, in ogni aspetto della vita, dobbiamo vivere alla sua gloria, dobbiamo camminare come figli di luce, portando frutto in ogni opera buona.

Lo scopo della vita di un vero credente deve essere quello di portare frutto che dura. O credente, perché Dio ti ha lasciato sulla terra? Qual è lo scopo della tua vita? Dio ti ha creato in Cristo Gesù per portare frutto, per compiere le buone opere che Egli ha preparato precedentemente per te! Troviamo questa verità ripetutamente nella Bibbia. Leggo solamente alcuni versetti.

Prima di tutto, ascoltate la preghiera di Paolo che egli faceva per i credenti in Colossesi 1.

“9 Perciò anche noi, dal giorno in cui abbiamo sentito questo, non cessiamo di pregare per voi e di chiedere che siate ripieni della conoscenza della sua volontà, in ogni sapienza ed intelligenza spirituale, 10 perché camminiate in modo degno del Signore, per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio, 11 fortificati con ogni forza, secondo la sua gloriosa potenza, per ogni perseveranza e pazienza, con gioia,” (Coloessi 1:9-11)

Paolo prega che possiamo essere ripieni della conoscenza della volontà di Dio. Solo se conosciamo la volontà di Dio possiamo vivere alla gloria di Dio, e così vivere una vita che ha valore!

Ascoltiamo anche le parole di Gesù Cristo nel suo discorso ai discepoli, discorso che vale per chiunque è salvato, che troviamo in Giovanni 15:8. Notiamo che quello che glorifica Dio è portare molto frutto. Ve lo leggo.

“In questo è glorificato il Padre mio, che portiate molto frutto, e così sarete miei discepoli,” (Giov 15:8 LND)

Dio è glorificato in noi quando noi portiamo molto frutto! Leggo anche Giovanni 15:16, dove Gesù parla ancora. Notate il motivo per cui aveva scelto i discepoli.

“Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi; e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto sia duraturo, affinché qualunque cosa chiediate al Padre nel mio nome, egli ve la dia.” (Giovanni 15:16)

Lo scopo della nostra vita è di portare frutto duraturo, frutto che dura in eterno! Qualsiasi altra vita è una vita sprecata! Notate il traguardo per i credenti, e quindi per noi, per cui Paolo, guidato dallo Spirito Santo, prega in Filippesi 1:9-11. Ve lo leggo.

“9 E per questo prego che il vostro amore abbondi sempre di più in conoscenza e in ogni discernimento, 10 affinché discerniate le cose eccellenti e possiate essere puri e senza macchia per il giorno di Cristo 11 ripieni di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, alla gloria e lode di Dio.” (Filippesi 1:9-11 LND)

La vita che vale è una vita piena di frutti di giustizia! Questo è un altro modo di parlare di una vita piena di opere che durano, opere fruttuose.

In Tito, Paolo parla più volte dell'importanza di compiere buone opere, come per esempio in Tito 3:14

“Or imparino anche i nostri a dedicarsi a buone opere per i bisogni urgenti, affinché non siano senza frutto.” (Tt 3:14 LND)

Il punto di questi versetti e di tanti altri è lo stesso: lo scopo della vita di un vero credente è di compiere opere che portano frutto duraturo. Viviamo così quando coscientemente facciamo ogni cosa alla gloria di Dio. Con il cuore giusto, possiamo fare il lavoro più umile alla gloria di Dio, come l'incarico più visibile. La cosa importante è fare tutto per la gloria di Dio, facendo solo quello che è lecito fare alla gloria di Dio! La vita in Cristo è fatta per portare frutto duraturo.

Una vita sprecata

Capendo questa verità, è chiaro che una vita senza frutto è una vita sprecata. Un giorno senza portare frutto è un giorno sprecato. Portare frutto, che portiamo quando camminiamo in santità e abbiamo le cose di Dio al cuore, è l'unica vita che vale. Ogni vero credente dovrebbe abbondare in buoni frutti, tutto il giorno, tutti i giorni.

Infatti, quando un credente, per decidere se fare o non fare qualcosa, si pone la domanda: “che cosa c'è di male?”, sta facendo la domanda sbagliata. La domanda giusta per ogni vero credente è: “questa scelta porta frutto per la gloria di Dio?”

Non partecipare

Ora che abbiamo capito un po' meglio cosa sono le opere fruttuose, e che Dio intende che ogni vero credente abbia una vita che abbonda in buone opere, ovvero che abbonda in opere fruttuose, ora possiamo capire che le opere infruttuose sono quelle opere, quelle attività, che non portano gloria a Dio, e non edificano il popolo di Dio.

Infatti, anche se un'opera non è malvagia in sé, il semplice fatto che non porta gloria di Dio significa che è un'opera infruttuosa, ed è da evitare. È importante che comprendiamo questo principio. Anche se un'opera non è malvagia, se quella cosa non porta buon frutto, è da evitare! Dobbiamo investire in quello che porta buon frutto per l'eternità, in quello che glorifica Dio ed edifica altri.

Tenendo questo in mente, leggo ancora il versetto 11.

“E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto riprovatele,” (Ef 5:11 LND)

Non dobbiamo partecipare alle opere infruttuose delle tenebre. La parola greca che è tradotta con “partecipare” (sun-koinoneo), vuol dire, letteralmente “aver comunione con qualcuno o qualcosa”. Non dobbiamo avere comunione con le opere delle tenebre.

Per capire meglio questo concetto di partecipare, vi do qualche esempio. Se vai ad un concerto, tu partecipi a quel concerto, essendo presente ed ascoltando.

Quando i musicisti suonano, tu, ascoltando la musica, sei in comunione con loro mentre essi suonano. Tu stai lì proprio per ascoltarli suonare. Similmente, se guardi un film, tu partecipi, stai là a guardare gli attori. Stai avendo comunione con loro in quello che fanno e in quello che dicono. Stai partecipando, scegliendo di guardarli.

Al contrario, se mentre cammini per strada tu incroci qualcuno che sta parlando, se continui a camminare per la tua strada, non sei in comunione con quella persona. Invece, se dovessi fermarti e cominciare ad ascoltarla mentre fa il suo discorso, allora, stai partecipando al suo discorso, sei in comunione con quella persona mentre parla.

Similmente, il fatto di incrociare nel tuo cammino delle persone che stanno peccando, quell'incontro non ti fa essere in comunione con loro. Invece, se ti fermi a guardarle, allora, sei in comunione con loro, stai partecipando ai loro discorsi o alle loro azioni, come quando partecipi ad un concerto.

In questo versetto, e veramente in tutta la Bibbia, Dio ci comanda di non partecipare, ovvero, di non essere in comunione con le opere infruttuose delle tenebre. Non dobbiamo assistere alle opere di peccato. Ci saranno le volte che potrà capitare che il peccato sarà davanti a noi, ma quel peccato ci dovrebbe aggravare. Se ci fermiamo a guardare o ad ascoltare, stiamo peccando. Se scegliamo di essere presenti, o se quando ci troviamo là scegliamo di restarci, allora stiamo partecipando. Questo è peccato. Dio ci comanda di NON partecipare alle opere infruttuose delle tenebre.

Lot, quando viveva a Sodoma, è un esempio per noi di uno che non partecipava ai peccati che erano intorno a lui, ma piuttosto ne era aggravato. Leggo la descrizione di Lot che troviamo in 2Pietro

“7 e scampò invece il giusto Lot, oppresso dalla condotta immorale di quegli scellerati 8 (quel giusto infatti, per ciò che vedeva e udiva mentre abitava in mezzo a loro, tormentava ogni giorno la sua anima giusta a motivo delle loro opere malvagie), 9 il Signore sa liberare i pii dalla prova e riservare gli ingiusti per essere puniti nel giorno del giudizio,” (2Pietro 2:7-9)

Come Lot, viviamo in una società piena di peccato. Come Lot, dobbiamo evitare di partecipare ai peccati che ormai sono molto normali nella nostra società. Certo, visto che il peccato è così diffuso, questo è difficile, e ci porta ad evitare tante cose che non sono opere fruttuose. Però, pur essendo difficile, non è impossibile, e dobbiamo, con l'aiuto di Dio, vivere in santità, come faceva Lot. Dobbiamo evitare le opere peccaminose, e tutte le opere che non portano frutto alla gloria di Dio.

Per fare questo, dobbiamo ricordare che sta per arrivare il giorno in cui noi che siamo salvati, staremo tutti davanti al tribunale di Cristo, per essere giudicati per come abbiamo vissuto questa vita. Leggo di questo giudizio, in 2Corinzi 5:10

“Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte nel corpo in base a ciò che ha fatto, sia in bene che in male.” (2Corinzi 5:10)

Qualunque opera nostra, ovvero, qualunque impegno, che è stato infruttuoso, sarà rigettato in quel giudizio. E non solo, le opere infruttuose possono essere peccati in sé, che sviano le persone da Dio.

Quanto è terribile vivere una vita che non porta gloria a Dio! Evitiamo le opere infruttuose!

Non vuol dire evitare i peccatori, ma le loro opere

Parlando di questo, vorrei fare una parentesi importante. È importante notare che questo brano non ci comanda di evitare i peccatori, piuttosto, ci comanda di non essere in comunione con le opere delle tenebre che essi commettono.

Infatti, in 1Corinzi 5, l'Apostolo Paolo rende chiaro che possiamo avere contatto con i non credenti. Leggo 1Corinzi 5:9-11.

“Vi ho scritto nella mia epistola di non immischiarvi con i fornicatori, ma non intendevo affatto con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari, o con i ladri, o con gli idolatri, perché altrimenti dovreste uscire dal mondo. Ma ora vi ho scritto di non mescolarvi con chi, facendosi chiamare fratello, sia un fornicatore, o un avaro o un idolatra, o un oltraggiatore, o un ubriacone, o un ladro; con un tale non dovete neppure mangiare.” (1Co 5:9-11 LND)

Siamo chiamati ad essere la luce del mondo, perciò, possiamo e dobbiamo avere contatto con i non credenti. Quello che dobbiamo evitare totalmente è il contatto con le opere delle tenebre. Ripetutamente la Bibbia ci avverte del pericolo di avere i non credenti come la nostra compagnia. Però, è importante avere un contatto che non sia legato al loro peccato, per essere la luce di Gesù Cristo per coloro che sono ancora nelle tenebre, come eravamo noi.

Infatti, se guardiamo l'esempio di Gesù Cristo, Egli è stato chiamato l'amico dei peccatori, eppure, non stava con loro mentre peccavano, piuttosto, quando stava con loro, parlava loro del regno di Dio, e li esortava ad abbandonare il loro peccato. Seguiamo l'esempio di Gesù Cristo, che si teneva puro dal peccato, ma era pronto a parlare con i peccatori.

ma piuttosto riprovatele,

Analizzando ancora il nostro brano, non solo dobbiamo non partecipare alle opere infruttuose delle tenebre, ma dobbiamo anche riprovarle, ovvero, condannarle.

Come possiamo riprovare le opere delle tenebre? È qualcosa che solo alcuni credenti devono fare, magari coloro che sono più portati a insegnare, oppure no?

La risposta è no. Il riprovare descritto in questi versetti non è un riprovare con le nostre parole, ma piuttosto, è condannare le opere infruttuose delle tenebre con una vita vissuta nella luce, una vita che porta frutti di giustizia.

Infatti, leggendo i vv.11-13 insieme, impariamo che il modo di riprovare le opere delle tenebre è di essere luce, perché vengono manifestate dalla luce. In altre parole, è quando camminiamo nella luce che la nostra vita manifesta che il peccato è peccato. Quindi, avete una vita che condanna il peccato, tramite il vostro impegno di portare frutti di giustizia, in ogni campo della vita? Viviamo così!

Non parlare delle opere delle tenebre (v.12)

Il peccato è qualcosa di così abominevole a Dio, che non solo non dobbiamo partecipare alle opere infruttuose delle tenebre, ma dobbiamo anche evitare di parlare di queste opere. Infatti, è vergognoso perfino il solo parlare di queste cose, come leggiamo nel v.12

“perché è persino vergognoso dire le cose che si fanno da costoro in segreto.” (Efesini 5:12 LND)

La verità in questo versetto è chiara, eppure, siamo talmente abituati al mondo malvagio in cui viviamo, in cui non c'è alcuna vergogna per molti peccati abominevoli a Dio, che a volte, è difficile per noi riuscire a renderci conto di quello che Dio ci dichiara qua, tramite Paolo.

Le opere delle tenebre sono così terribili, agli occhi di Dio, che è perfino vergognoso parlare di queste cose. Sono così sporche, così contaminate, che dobbiamo evitarle completamente, anche quando parliamo.

Infatti, è da notare che nonostante che la Bibbia menzioni tanti peccati, non ne parla in modo dettagliato. Piuttosto, menziona molto brevemente il peccato, e poi, parla a fondo delle brutte conseguenze che lo seguono. Vediamo questo in tutta la Bibbia. Per esempio, quando la Bibbia parla del peccato che le figlie di Lot commisero con lui, non ci dà dettagli. Piuttosto, il peccato viene solo menzionato, e poi, è descritto il triste risultato di esso. Quando leggiamo di Davide che commise adulterio, il peccato viene solamente nominato, però poi, ci sono tanti capitoli che ci spiegano le brutte conseguenze che quel peccato portò nella vita di Davide, e nel suo regno.

Fratelli e sorelle, non dobbiamo parlare del peccato! Non dobbiamo descrivere a fondo il peccato, non dobbiamo essere esperti del peccato. Passare tempo parlando in dettaglio del peccato, o guardandolo nel dettaglio, magari in un film, contamina sia chi parla che chi ascolta.

Dobbiamo evitare ogni contatto con il peccato.

Oggi, tanti hanno l'idea, che non è assolutamente basata sulla Parola di Dio, che sia necessario capire a fondo il peccato per poter aiutare coloro che sono nel peccato. Similmente, si crede che non sia negativo guardare il peccato con lo scopo di conoscerlo. Chi pensa così inganna se stesso, e non sta seguendo quello che Dio ci comanda.

Chi crede così spesso guarda i film, o frequenta una certa compagnia, credendo che non gli farà del male. Una ragazza o donna che pensa così crede di potersi vestire in un certo modo senza peccare, perché, secondo lei, il suo scopo non è di essere guardata come oggetto sessuale. Certi uomini pensano che possono guardare le donne, apprezzando come sono fatte, basta non desiderarle. Chi pensa così inganna se stesso. Dobbiamo evitare ogni contatto con il peccato, perfino il parlare del peccato.

Ricordate perciò che non è necessario capire un peccato a fondo per poter aiutare qualcuno a lasciare quel peccato. Quello che serve a chi è nel peccato è di sentire di Dio, non di parlare ancora del suo peccato.

L'idea che si può avere contatto con il peccato senza esserne contaminato è stoltezza. Vi leggo quello che la Bibbia dichiara in modo categorico, in 1Corinzi 15:33

“Non vi ingannate; le cattive compagnie corrompono i buoni costumi.” (1Corinzi 15:33 LND)

Siamo contaminati ogni volta che scegliamo per compagnia persone che stanno commettendo peccati, sia che siano proprio fisicamente con noi, sia che siano per tivù o per Internet o in qualche altra forma.

Ricordate quello che il nostro brano ci insegna: non basta non commettere il peccato, non basta non essere in compagnia con il peccato. Non dobbiamo nemmeno parlare del peccato. Per un figlio di Dio, un figlio della luce, parlare delle opere delle tenebre è vergognoso!

Fratelli e sorelle, non dobbiamo avere a che fare con il peccato! Non dobbiamo guardare programmi che contengano il peccato, non dobbiamo guardare foto o visitare i siti, o ascoltare musica, o leggere libri o riviste, che trattano il peccato. Non dobbiamo parlare del peccato.

Ci sono casi, come troviamo nella Bibbia, in cui si può nominare il peccato per condannarlo. Per esempio, la Bibbia menziona l'adulterio e la fornicazione, per condannarli. Notate però che non descrive mai questi peccati nel dettaglio. Menziona il peccato per nome solamente per condannarlo, senza descriverlo in dettaglio.

Evitare il peccato totalmente, perfino non parlare o non ascoltare chi parla del peccato, porta a vivere molto diversamente dalle persone intorno a noi, e da quella che è stata la nostra abitudine. Però, vivere così è l'unico modo di vivere per un vero figlio del Dio santissimo, mentre è in attesa di entrare nella presenza di Dio per tutta l'eternità.

Per un figlio di Dio, in cui dimora Gesù Cristo, è vergognoso perfino il parlare delle opere delle tenebre.

Dobbiamo condannare le opere delle tenebre

Come abbiamo già visto, anziché parlare del peccato, dobbiamo riprovare il peccato, ovvero, condannare il peccato. Dobbiamo condannare le opere delle tenebre, senza parlarne, tramite una vita di santità!

Il modo con cui dobbiamo condannare le opere delle tenebre è con il nostro cammino di santità. Rileggo i vv.12,13.

“11 E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto riprovatele, 12 perché è persino vergognoso dire le cose che si fanno da costoro in segreto. 13 Ma tutte le cose, quando sono esposte alla luce, divengono manifeste, poiché tutto ciò che è manifestato è luce.” (Efesini 5:11-13 LND)

Il modo di riprovare le opere delle tenebre non è di parlare di quelle opere, ma piuttosto è di camminare nella luce, ovvero, vivendo una vita di santità, lasciando risplendere la luce di Gesù Cristo in noi e tramite le nostre vite! Sarà la luce di Cristo in noi, quando camminiamo in santità, che metterà in evidenza che il peccato è peccato, che le opere infruttuose delle tenebre sono da condannare.

Vediamo questo principio nella vita di tutti i giorni. Per esempio, al lavoro, se la maggioranza dei dipendenti non lavora bene, e non si impegna, basta che un dipendente si impegni di cuore, e il suo impegno renderà manifesto che gli altri non stanno lavorando bene.

In un gruppo di mariti che non sono buoni mariti, basta un marito che si comporti con integrità e bontà come marito, e questo suo atteggiamento metterà in evidenza che gli altri si comportano in modo peccaminoso. Similmente, una persona che abbonda in ringraziamento anziché lamentarsi, metterà in evidenza il peccato di lamentarsi.

E perciò, non solo dobbiamo evitare di partecipare alle opere infruttuose, ma dobbiamo camminare nella luce, in modo che la nostra vita condanni le opere delle tenebre. Sarà Cristo in noi che mostrerà il peccato intorno a noi. Quanto è importante che camminiamo veramente come figli di luce! Tu, a scuola, al lavoro, in casa, e nella società, cammini in santità al punto che rendi chiaro che il peccato è peccato? Dio ci chiama a vivere così, perché siamo figli di luce!

Applicazione

Allora, alla luce di questo brano, impegniamoci ad abbandonare qualsiasi attività che non porta frutto per la gloria di Dio, e per il bene del suo popolo. Non partecipiamo in alcun modo alle opere infruttuose delle tenebre, anzi, non parliamo nemmeno di quelle cose. Piuttosto, camminiamo in modo che il nostro cammino santo condanni il peccato intorno a noi. Viviamo così, in attesa di vedere Gesù Cristo, che è morto per salvarci dai nostri peccati!

Evitiamo totalmente il peccato, ma andiamo in cerca dei peccatori, per essere luce per loro, affinché possano vedere Gesù Cristo in noi.

Per grazia, siamo figli di luce, salvati dall'ira di Dio. Camminiamo nella luce, rendendo chiaro che siamo veramente di Dio. Viviamo per la gloria del nostro Signore e Salvatore, Gesù Cristo. Viviamo per portare molto frutto, alla gloria di Dio. Viviamo in attesa del nostro Signore, Gesù Cristo!