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Vivete in pace con tutti - Romani 12:18

filename: 45-12-18.doc di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org - sermone su Romani 12:18, per RO, 3 agosto 2003, corretto da Salvatore Cuomo

v.18 vivete in pace con tutti

Stiamo studiano Romani 12, un capitolo che ci spiega vari aspetti di come dobbiamo comportarci in questo pellegrinaggio, mentre aspettiamo il ritorno di Cristo. Oggi, vogliamo considerare il v.18, esso tratta un altro aspetto riguardante l’assomigliare di più a Gesù Cristo. Leggiamo il versetto.

“Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini.” (Romani 12:18 NRV)

Dio ci comanda di impegnarci a vivere in pace con tutti. È facile vivere in pace con quelli che mi vogliono bene e agiscono bene nei miei confronti, ovviamente; solitamente anche i pagani vivono in pace con quelli che li trattano bene.

Questo comandamento, però, dichiara: “con tutti!” Tutti comprende non solo coloro che ci trattano bene, ma anche coloro che ci fanno del male, e coloro che ci odiano, e tutte le persone con cui abbiamo dei contatti, iniziando con quelli di casa nostra.

Questo comandamento, quindi, riguarda tutte le persone nella nostra vita. Consideriamo attentamente ora che cos’è che il Signore ci comanda nei riguardi di tutti.

“Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini.”

In questo versetto, Dio ci comanda di vivere in pace con tutti. Egli, però, ci dà una condizione molto importante. La condizione è “se è possibile, per quanto dipende da voi”.

“Se è possibile” Ci sono due motivi per i quali non è sempre possibile vivere in pace con tutti. Il primo è che, alcune volte, l’unico modo di avere pace con qualcuno implica il disubbidire a Dio in qualcosa, ed Egli non ci permette mai di fare ciò. L’altro motivo è che non tutti vogliono vivere in pace con noi. Ciò che Dio ci comanda in questo versetto, quindi, è di fare tutto quello che è possibile di vivere in pace con gli altri, entro questi due limiti.

Non compromettere la santità

Consideriamo il primo limite che Dio pone, e che non permette la pace in certi casi. Non dobbiamo mai sacrificare l’ubbidienza a Dio per cercare la pace. Due versetti mi vengono subito in mente.

“Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore;” (Ebrei 12:14 NRV)

In questo versetto, Dio ci comanda ad impegnarci a cercare la pace con tutti, e anche la santificazione. In altre parole, non dobbiamo mai compromettere la santificazione per cercare di ottenere la pace con qualcuno. Per esempio, se qualcuno ci fa capire che per avere pace con lui, deve avere qualcosa da noi che ci porterebbe a non crescere nella santificazione, non possiamo accettare quella condizione. La pace non è possibile quindi, perché Dio non ci dà mai il permesso di sacrificare la santificazione per ottenere la pace.

Ora, un versetto da Giacomo 3:

“La saggezza che viene dall’alto, anzitutto è pura; poi pacifica, mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia.” (Giacomo 3:17 NRV)

Questo versetto è simile al primo. Parla della saggezza dall’alto, che prima di tutto è pura, poi è pacifica. Prima viene la purezza, ovvero la santità, poi viene la pace. Non dobbiamo mai sacrificare la santità per cercare la pace. Quindi, quando il comandamento di Romani 12 dichiara “quanto è possibile,” vuol dire soprattutto di stare entro i limiti della santità. Se non è possibile vivere in pace senza sacrificare la santità, allora non è possibile. Vediamo questo nella vita dei profeti, di Gesù, e degli Apostoli.

Si possono fare tanti esempi di questo nella nostra vita. Per esempio, se un parente o un amico di un credente gli fa capire che per avere pace con lui, il credente deve essere meno assiduo alle riunioni di chiesa, il credente sbaglierebbe ad accettare quella condizione; Dio, infatti, ci comanda di non mancare a questi incontri. Se una persona insistesse che un credente legga meno la Bibbia, o altri libri cristiani, o se una persona affermasse che per avere pace fra loro un credente debba accettare di commettere qualche peccato, non sarebbe possibile avere la pace. Dio, infatti, non dà mai ad un credente il permesso di compromettersi. Se una bambina a scuola si trova in una circostanza in cui le amiche insistono che anche lei prenda in giro un’altra bambina, e le fanno capire che se lei non partecipa non ci sarà pace fra loro, davanti a Dio, lei non deve peccare così, e quindi, non è possibile vivere in pace con quelle amichette. Similmente, può succedere che, al lavoro, il capo o i colleghi chiedono ad un credente di fare qualcosa che egli sa di essere sbagliato. Se egli rifiuta, loro avranno amarezza verso di lui, e quindi, non ci sarà la pace. Questi sono esempi di situazioni in cui non è possibile avere la pace, secondo ciò che Dio chiede da noi.

Ci sono, quindi, situazioni in cui le condizioni che gli altri impongono vanno contro la volontà di Dio. In questi casi non è possibile vivere in pace con quelle persone, visto che Dio non ci dà mai il permesso di compromettere i suoi comandamenti.

non vogliono la pace

Oltre al vincolo di non dover mai compromettere alcun comandamento di Dio, siamo limitati a vivere in pace con tutti dal fatto che non tutti vogliono vivere in pace. Il brano dichiara: “Per quanto dipende da voi.” Ci sono situazioni in cui la pace non dipende da noi. Ci sono situazione in cui possiamo fare tutto in modo giusto, e possiamo mostrare vera bontà, ma l’altra persona continua a non volere vivere in pace con noi.

Salmo 120:7 ci insegna che non sempre possiamo avere la pace, perché alcune volte, nonostante il nostro impegno, gli altri possono preferire il conflitto alla pace.

“Io sono per la pace; ma, quando parlo, essi sono per la guerra.” (Salmo 120:7 NRV)

In questi casi, è importante esaminarci onestamente, per essere sicuri che, davanti a Dio, ci stiamo veramente impegnando per la pace, e l’ostacolo è veramente che l’altro non vuole la pace.

In Efesini 4:3, ad esempio, leggiamo

“sforzandovi di conservare l’unità dello Spirito con il vincolo della pace.” (Efesini 4:3 NRV)

Dobbiamo sforzarci di mantenere la pace con tutti. Il verbo sforzare indica grande impegno, uno sforzo notevole, una vera responsabilità. Anche se è vero che certe persone non vogliono la pace, e che con loro è impossibile vivere in pace, non dobbiamo mai usare ciò come pretesto per non impegnarci di cuore, facendo tutto quello che Dio permette, per avere la pace.

Nel contempo, quando ci siamo veramente impegnati, Dio sa che la pace dipende da entrambe le parti. Noi siamo responsabili di avere un impegno sincero, non che ci sia la pace, in quanto avere la pace dipende anche dell’altra persona.

casi in cui la pace è possibile

Possono esserci quindi situazioni in cui la pace non è possibile, per quanto dipende da noi; o perché ciò richiederebbe un qualche compromesso oppure perché l’altra persona non vuole vivere in pace con noi. Ci sono, però, tantissime situazioni in cui la pace è possibile, e dipende da noi.

Tante volte, ad esempio,quando qualcuno è arrabbiato con noi, la nostra reazione determinerà come evolverà la situazione. O possiamo calmare la sua ira, e quindi, vivere in pace con lui, oppure possiamo eccitarla e non avere pace con lui. Proverbi 15:1 parla di questo.

“La risposta dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l’ira.” (Proverbi 15:1 NRV)

Quindi, se l’altra persona è infuriata, noi possiamo calmare quel furore con una risposta dolce, e così avere nuovamente pace con lui. Possiamo anche rispondere con parole dure, esse eccitano l’ira, e ostacolano il nostro rapporto di pace con quella persona. Amici, in questi casi, quando l’altra persona è arrabbiata, noi abbiamo la possibilità di rispondere in modo da stabilire pace, oppure, possiamo aumentare la tensione.

Un altro brano che ci aiuta a capire come possiamo vivere in pace nella maggioranza dei casi è Colossesi 3:13. Leggiamolo.

“Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi.” (Colossesi 3:13 NRV)

Quando noi viviamo così, sopportandoci sinceramente gli uni con gli altri, e perdonandoci a vicenda, aumenterà moltissimo la pace che abbiamo con il prossimo. Come spiega il versetto, dobbiamo sopportare, anche quando abbiamo di che dolerci di un altro, ovvero, anche quando l’altra persona ci ha fatto veramente del male. Anche in quei casi in cui un fratello o una sorella ci fa del male, siamo chiamati a sopportare e perdonare, come Cristo fa con noi. Quando viviamo così, avremo pace nella grande maggioranza dei nostri rapporti con gli altri.

Mantenere la pace con gli altri richiede un vero impegno, come abbiamo già letto in Efesini 4:3

“sforzandovi di conservare l’unità dello Spirito con il vincolo della pace.” (Efesini 4:3 NRV)

Dobbiamo sforzarci a conservare l’unità dello Spirito con il vincolo della pace. In altre parole, vivere in pace con gli altri non avviene per caso, è il risultato di un grande impegno.

Dio non ci ritiene responsabili dell’avere pace con gli altri, ma ci ritiene responsabili dell’adoperarci per la pace, senza compromettere gli altri insegnamenti di Dio. La nostra responsabilità è di sforzarci a vivere in pace con tutti. Dobbiamo esaminarci per riconoscere se effettivamente stiamo vivendo così.

che cos’è la pace?

A questo punto, fermiamoci a considerare che cos’è la pace di cui Dio parla. Se non sappiamo riconoscere la pace, come possiamo sapere se abbiamo pace con una persona o no?

Tante persone, nel mondo, per pace intendono la mancanza di guerra o di conflitti. Secondo molti, per esempio, se in una famiglia non ci sono litigi frequenti, c’è pace in quella casa. Se fra due persone in chiesa non ci sono scontri, secondo tanti, essi vivono in pace.

Questa però non è la definizione di Dio. Quando la Bibbia usa la parola “pace”, intende molto più di una mancanza di conflitto, intende un rapporto di armonia e di tranquillità. Indica un rapporto in cui c’è benevolenza fra due persone, anziché conflitto.

Ricordiamo poi che anche se non c’è un conflitto visibile, può esserci un conflitto o amarezza nascosti nel cuore. La pace che Dio ci chiama ad avere è una mancanza di conflitto, non solo in modo visibile, ma anche nei pensieri e nel cuore. Al posto del conflitto deve esserci armonia.

Vorrei menzionare un altro aspetto della pace. La pace non è la situazione esistente per la maggioranza del tempo. È una condizione che esiste o non esiste. Se due nazioni con una frontiera in comune, per esempio, lanciano missili e bombe quotidianamente gli uni contro gli altri, non c’è la pace fra di loro, chiaramente. Se essi, però, mandano missili o bombe solamente una volta ogni mese, e poi gli altri giorni agiscono come se fossero leali alleati e buoni amici, potremmo dire che vivono veramente in pace fra loro?

Similmente, immaginiamo che fra due persone, solitamente non ci siano scatti di ira. Ogni tanto, però, l’uno esplode contro l’altro e poi, il giorno dopo, essi fingono che tutto vada bene, senza riconoscere veramente e confessare il proprio peccato. Questi due vivono in pace realmente? Sono essi onesti con sé stessi, fingendo che ci sia pace nel loro rapporto? Per avere la vera pace, è necessario che i peccati siano riconosciuti come tali, confessati e perdonati. Non si può solamente nascondere i peccati. La pace che Dio intende non è solo la mancanza di guerra, è una vera condizione in cui c’è bontà e benevolenza.

l’ostacolo più grande

Vivere in pace con gli altri è una condizione talmente bella, che dovremmo tutti desiderare di provarla; dovremmo impegnarci molto per vivere così, per quanto è possibile. Se questo è vero, perché così spesso non viviamo in pace con gli altri, e non abbiamo l’impegno che serve? Perché così spesso, non abbiamo vera pace con certe altre persone? Cos’è che ci ostacola più di tutto per vivere in pace gli uni con gli altri?

Fratelli e sorelle, ciò che ci ostacola per poter vivere in pace con gli altri, il più delle volte, è il nostro orgoglio.

Per esempio, abbiamo letto in Proverbi:

“La risposta dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l’ira.” (Proverbi 15:1 NRV)

In un certo senso, questa è una soluzione molto semplice per poter avere la pace con tanti. Basta rispondere con dolcezza, quando uno si arrabbia con noi. Questo è semplice.

Se è così semplice, perché non replichiamo più spesso con una risposta dolce? Questo stesso principio vale anche in altre situazioni.

Il motivo per cui non rispondiamo con una parola dolce, o non facciamo quello che serve in certe situazioni, è che spesso rispondiamo in base al nostro orgoglio. Più di qualsiasi cosa, è il nostro orgoglio che ci ostacola dal vivere in pace con certe persone. Per avere pace con più persone, quindi, dobbiamo riconoscere e confessare il nostro orgoglio. Facendo così, vedremo che, in tante situazioni, la pace che sembrava impossibile diventerà una realtà.

la pace con gli altri viene dalla pace dentro di noi

C’è un altro aspetto da questa verità da tenere in mente. Per poterci impegnare ad avere una vera pace con gli altri, dobbiamo essere in uno stato di pace con Dio. Quando non abbiamo la pace di Dio nel nostro cuore, non possiamo impegnarci a vivere in pace con gli altri. Non possiamo avere pace nei rapporti esterni, se non abbiamo pace all’interno. Per essere in un rapporto di pace con Dio, dobbiamo aver confessato i nostri peccati. In altre parole, quando abbiamo un peccato non confessato e non abbandonato, non godiamo la pace con Dio. In quella condizione, non possiamo neppure avere vera pace con gli altri. Spesso, infatti, accade che la mancanza di pace con Dio ci fa scaricare la nostra ira contro chi ci sta attorno e, anziché avere pace, ci troviamo in una situazione di tensione. Spesso, la radice del problema non è il nostro rapporto con l’altra persona, ma il nostro rapporto con Dio.

Voglio fermarmi qua, e considerare questo un po’ più a fondo. Se capita che tu, talvolta, manifesti ira contro qualcuno con cattiveria, o con parole dure e sprezzanti, questo è un chiaro segno che c’è peccato nel tuo cuore. Gesù dice, in Marco 7:20-23

“20 Diceva inoltre: «É quello che esce dall’uomo che contamina l’uomo; 21 perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, 22 adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo invidioso, calunnia, superbia, stoltezza. 23 Tutte queste cose cattive escono dal di dentro e contaminano l’uomo».” (Marco 7:20-23 NRV)

Quando scattiamo con cattiveria, non basta essere tanto gentile dopo. Abbiamo il peccato dentro di noi, e abbiamo bisogno di esserne purificati. Il fatto di scattare contro un altro, infatti, è un chiaro segno che le cose fra noi e Dio non vanno bene. In questi casi non dobbiamo ignorare il problema, perché non andrà via da sé. Invece, riconosciamo il peccato dentro di noi, umiliamoci davanti a Dio, confessiamo il nostro peccato e abbandoniamo. Solo così possiamo vivere in vera pace con Dio, e solo così possiamo vivere in vera pace con gli altri intorno a noi.

Risultato

Grazie a Dio, nella maggioranza dei casi, quando noi viviamo secondo la Legge di Dio, è altamente possibile vivere in pace con gli altri. Com’è la vita di un credente che si impegna, in base a questo versetto, a vivere in pace con tutti gli altri? Essa diventa una vita molto bella, una vita con molta tensione in meno e molta gioia in più, rispetto alla vita di chi spesso ha conflitti con gli altri. Questo è il piano di Dio per i suoi figli. Quando viviamo secondo i comandamenti di Dio, avremo la pace di Dio in noi e, solitamente, la pace anche con gli altri.

Anche in quei casi in cui non è possibile vivere in pace con qualcuno, perché l’altra persona richiede qualcosa che è contro alla volontà di Dio oppure perchè l’altro proprio non vuole pace con noi, grazie a Dio possiamo comunque avere pace nel nostro cuore; questa pace è dovuta alla consapevolezza che stiamo camminando secondo la volontà di Dio. Possiamo avere dentro noi una pace che non dipende dalle circostanze. Questa è la pace di cui Gesù parla:

“Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti.” (Giovanni 14:27 NRV)

Il pace di Cristo non è come il pace del mondo, che dipende dalle circostanze. La pace di Cristo viene dal nostro interiore, e mantiene il cuore tranquillo.

Un altro brano che parla di questa pace è in Filippesi 4, esso ci esorta a non angustiarci di nulla. Applicandolo al discorso di oggi, capiamo che se ci impegnamo veramente a vivere in pace con tutti, entro i limiti che Dio ci dà, e qualcuno rifiuta di stare in pace con noi, allora non dobbiamo angustiarci. Possiamo, invece, presentare la situazione a Dio e trovare presso di Lui una pace che supera ogni intelligenza. Leggiamo questo brano, in Filippesi 4:6,7

“6 Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. 7 E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.” (Filippesi 4:6-7 NRV)

In questi casi, quando non è possibile vivere in pace con qualcuno, possiamo lo stesso avere pace nel cuore, e possiamo evitare comunque di avere conflitti con quella persona. Possiamo avere pace, da parte nostra, nei suoi confronti; e continuare a mostrargli bontà.

Voglio terminare con una meravigliosa promessa di Cristo Gesù, che troviamo in Matteo 5.

“Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio.” (Matteo 5:9 NRV)

Un frutto importante che dovrebbe esistere in ogni vero figlio di Dio è che egli sia uno che si adopera per la pace. Io chiedo, quindi, a ciascuno: Tu, nei tuoi rapporti in casa, al lavoro, in chiesa e con gli altri, ti adoperi veramente per la pace? È questo realmente un impegno tuo? Quando capita che tu pecchi nei confronti di qualcuno, visto che questo ostacola la vera pace, sei pronto a riconoscere e confessare questo peccato sia a Dio che a quella persona? Non puoi avere la vera pace se non fai così. Non basta coprire il tuo peccato con tanta bontà. Finché non confessiamo i nostri peccati e chiediamo perdono, rimangono nascosti dentro, come un tumore, e non possiamo avere la vera pace. Sei tu, quindi, una persona che si adopera veramente per la pace?

Oh, che ciascuno di noi possa riconoscere quei casi in cui non si adopera veramente per la pace, affinché possiamo confessare i nostri peccati a Dio, ed essere un popolo di pace. Per quanto dipende da noi.