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Come dobbiamo vedere gli uni gli altri: Romani 12:9-10

filename: 45-12-09.e03 corretto, www.aiutobiblico.org - sermone su Romani 12:9-10, di Marco deFelice, per RO, 25/5/2003

In ogni famiglia, e anche in ogni rapporto fra due persone, esiste una certa atmosfera. Basta passare abbastanza tempo in una famiglia, e si comincia a capire l’atmosfera che esiste.

Vi do alcuni esempi dei quello che si potrebbe trovare in diverse famiglie. Si potrebbe trovare un’atmosfera di tranquillità, o un’atmosfera di grande fiducia e gioia, oppure un’atmosfera di tensione, o di disprezzo, o di paura, o di odio, o di inganno, o un’atmosfera di grande concorrenza in cui ciascuno cerca di ottenere la propria volontà, oppure, un’atmosfera di grande unità, in cui i membri della famiglia tirano tutti nella stessa direzione per ottenere gli stessi traguardi. In certe famiglie, c’è un’atmosfera fondata su rapporti profondi, in altre un’atmosfera di grande superficialità.

È importante riconoscere qual è l’atmosfera di una famiglia o di un rapporto perché ci dice tanto della condizione spirituale di quelle persone.

Avere un’atmosfera buona e edificante non succede mai per caso. Richiede impegno e un cammino di fede. Una buon’atmosfera può peggiorare se non viene curata, come un’atmosfera negativa può migliore moltissimo, con un vero impegno e l’aiuto di Dio.

Se c’è un’atmosfera negativa in una famiglia, bisogna capire il perché, per poter migliorarla. Infatti, un’atmosfera negativa è un chiaro segno della presenza del peccato. Il modo di cambiare un’atmosfera negativa è di ricoconscere, confessare e abbandonare il peccato. Non si cambia l’atmosfera in modo diretto, cambia in meglio da sé quando confessiamo e abbandoniamo il peccato, oppure peggiora quando non si abbandona il peccato.

Nello stesso modo che esiste un’atmosfera, o buona o brutta, in ogni famiglia, esiste anche un’atmosfera in ogni chiesa, perché la chiesa è una grande famiglia. Un’atmosfera negativa ci aiuta a riconoscere i nostri peccati, mentre un’atmosfera buona è un frutto di una chiesa che sta crescendo.

l’atmosfera nella nostra chiesa

Qual è l’atmosfera nella nostra chiesa?

Grazie a Dio, in tanti aspetti, abbiamo una buona atmosfera. Vedo un notevole impegno ad aiutare l’uno l’altro. Vedo un vero volersi bene. Vedo un piacere di vedersi. Onestamente, ho un cuore ricolmo di ringraziamento per quello che vedo in mezzo a noi.

Però, allo stesso tempo, vedo certe cose che mi pesano. Voglio sottolineare che vedo molto più positivo che negativo. Però, non dobbiamo chiudere gli occhi su quello che va male, perché i piccoli problemi diventano grandi problemi, se non li curiamo. Allora, vorrei parlare della tendenza che vedo fare quello che io chiamo i poliziotti spirituali.

poliziotti spirituali

Che cosa intendo con questo termine, “fare i poliziotti? Riconosco che non è un termine biblico, però, vorrei darvi una spiegazione più chiara di questo concetto biblico.

Prima di tutto, dobbiamo renderci conto che molto spesso, è molto difficile vederci come siamo veramente. Negli anni, ho visto tante situazioni in cui una persona doveva riempire una valutazione che riguardava se stesso, magari per un lavoro o un ministero, mentre altre persone che la conoscevano molto bene dovevano riempire la stessa valutazione, parlando sempre di quella persona.

Tante volte, la persona si è visto molta diversamente di come gli altri la vedevano. Per esempio, una persona egoista raramente si vede come tale, una persona brusca e impaziente non si rende conto di essere così, una persona pigra non pensa di essere così, una persona orgogliosa pensa solo di essere veramente migliore degli altri, ma non di essere orgogliosa.

Quindi, il fatto che tu non ti vedi in un certo modo non vuol dire necessariamente che non sei così. È buono veramente chiedere a Dio di esaminarti, e di aiutarti a vedere qualsiasi atteggiamento o pensiero che non va bene. Spesso, Dio ti mostrerà un peccato tramite altri.

Ora, torniamo a quello che intendo con il termine: fare i poliziotti. Qual è la responsabilità di un poliziotto? La responsabilità di un poliziotto è di girare la città, cercando di notare tutto il male intorno a sé. Un buon poliziotto che passa un gruppo di 100 persone, ignora tutti coloro che stanno facendo il bene, e nota solo quei pochi che stanno facendo qualcosa di male.

Similmente, quando un buon poliziotto guarda una persona, ignora tutto quello che fa che va bene, e nota solamente quello che fa che non è permesso dalla legge.

In altre parole, un poliziotto si abitua a focalizzare il male. Si sente responsabile di notare il male degli altri.

Allora, mentre è vero che la Bibbia parla di esortare e di ammonire in certe situazioni, NON dobbiamo essere come dei poliziotti, che focalizzano il male. Non dobbiamo fare questo nelle nostre famiglie, e non dobbiamo fare questo nella nostra chiesa. Purtroppo, credo che dobbiamo migliorare in questo campo.

Dio non ci chiama a fare i poliziotti. Inoltre, considerando l’ammonizione e l’esortazione, non è qualcosa che tutti devono fare. Per esempio, Galati 6:1 ci insegna una verità importante.

“1 Fratelli, se uno viene sorpreso in colpa, voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine. Bada bene a te stesso, che anche tu non sia tentato. 2 Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo.” (Galati 6:1-2 NRV)

Il punto qua è molto chiaro. Non qualsiasi credente dovrebbe cercare di far notare agli altri i loro peccati. Solamente chi è maturo, pieno dello Spirito Santo e guidato dallo Spirito, dovrebbe svolgere questo ministero. Anche chi è qualificato a svolgere questo ministero dovrebbe farlo con grande cautela, perché lui stesso potrebbe cadere nel peccato mentre aiuta l’altro a capire il suo peccato.

Poi, Matteo 7 ci spiega in termini chiari che ci sono momenti in cui è assolutamente sbagliato far notare il peccato ad un altro.

“1 Non giudicate, affinché non siate giudicati; 2 perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi. 3 Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell’occhio tuo? 4 O, come potrai tu dire a tuo fratello: “Lascia che io ti tolga dall’occhio la pagliuzza”, mentre la trave è nell’occhio tuo? 5 Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello.” (Matteo 7:1-5 NRV)

Quando uno continua a cadere in un certo peccato, non è in condizione di poter aiutare un altro a vedere i suoi peccati. Dovrebbe concentrarsi su se stesso, e sul proprio peccato. Quando arriva a crescere ed a camminare veramente secondo lo Spirito, allora, con grande cautela, può aiutare un altro a vedere i suoi peccati. Finché non arriva a quel punto, non dovrebbe preoccuparsi di aiutare gli altri a vedere i loro peccati.

Ci sarebbe molto più da dire, ma il punto che voglio fare è che nessuno dovrebbe avere fretta a voler svolgere il ministero di aiutare altri a riconoscere i loro peccati. Svolto male, si può fare molto più male che bene. Poi, nessun credente, maturo o immaturo che sia, dovrebbe mai avere l’atteggiamento di un poliziotto, cioè, nessuno dovrebbe proprio cercare il male.

Quando un credente, in casa o in chiesa, si mette a fare il poliziotto, pensando di dover essere sempre pronto a far notare i peccati degli altri, creerà un’atmosfera terribile, pesante, e molto negativa.

Romani 12

Certamente, Dio ci insegna tante cose che NON dovremmo fare. Allo stesso tempo, ci insegna sempre il bene che dovremmo fare al posto di quello che non dovremmo fare.

Oggi, voglio considerare insieme un brano, uno fra tanti, che ci insegna come dovremmo vivere. Quando viviamo secondo le verità di questo brano, avremmo un’atmosfera in casa e in chiesa che assomiglia moltissimo l’atmosfera nel cielo. Anziché una chiesa e famiglie piene di poliziotti, seguendo questo brano, avremo una chiesa e famiglie piene di gioia e di crescita.

Questo brano di trova in capitolo 12 di Romani. Nei primi 11 capitoli, Paolo aveva spiegato come la salvezza è un’opera di grazia. Spiega come Dio sceglie coloro che vengono salvati, senza alcuno merito o opera loro, per magnificare la sua grazia in loro. Descrive come nulla può separare un credente dall’amore di Dio in Cristo Gesù, e descrive come ogni vero credente ha lo Spirito Santo.

Poi dal capitolo 12 a 16, Paolo descrive il comportamento giusto per chi ha ricevuto questa meravigliosa salvezza da Dio.

Leggiamo insieme Romani 12:9-12. Oggi, vogliamo considerare i vv.9,10.

“9 L’amore sia senza ipocrisia. Aborrite il male e attenetevi fermamente al bene. 10 Quanto all’amore fraterno, siate pieni di affetto gli uni per gli altri. Quanto all’onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente. 11 Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore; 12 siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera,” (Romani 12:9-12 NRV)

Consideriamo i comandamenti di questo brano. Questi non sono suggerimenti, fra i quali uno può scegliere quelli che gli piacciono, sono comandamenti, che dovrebbero guidare la vita di ogni vero credente.

l’amore sia senza ipocrisia.

Iniziamo con il primo comandamento.

“L’amore sia senza ipocrisia.” L’amore è quello che deve legare insieme i credenti. È quello che deve essere sopra ogni altra qualità, e deve essere il fondamento di ogni altro aspetto dei nostri rapporti gli uni con gli altri.

Tornando al brano in Romani, il versetto dichiara: “L’amore sia senza ipocrisia.” La parola Greca usata qua per “amore” è la parola “agape”. Ci sono tre parole Greche per amore, e questa è la parola più potente. Questo amore NON è un sentimento. Questo è l’amore che Dio ha per noi. L’amore Agape è un IMPEGNO per il bene della persona. Quindi, non dipende dall’affetto, non dipende dal fatto di avere o meno certi sentimenti. Quando si ha un amore agape, si impegna per il bene dell’altra persona, indipendentemente dai sentimenti che possono esserci.

La Bibbia ci insegna che il più grande comandamento è di amare Dio, con un amore agape, con tutto il nostro cuore, mente, anima e forza. Il secondo comandamento è di amare il nostro prossimo come noi stessi, anche qua, Gesù usa la parola “agape”. Quindi, l’amore deve essere la base del nostro rapporto con ogni altro credente.

L’amore deve controllare come parliamo, sia il nostro tono di voce, sia la nostra motivazione. Chiaramente, l’amore agape deve anche controllare il contenuto di quello che diciamo. Per esempio, leggiamo in Efe. 4:29

“Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta.” (Efesini 4:29 NRV)

Questo fa parte di amare una persona.

In Colossesi 3, leggiamo un elenco di come dobbiamo comportarci gli uni con gli altri. Notiamo quello che dice riguardo all’amore.

“12 Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza. 13 Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi. 14 Al di sopra di tutte queste cose rivestitevi dell’amore che è il vincolo della perfezione.” (Colossesi 3:12-14 NRV)

Al di sopra di tutte queste cose, rivestitevi dell’amore, che è il vincolo della perfezione.

Fratelli e sorelle, se ricordate solamente una cosa da questo sermone, se dimenticate tutto il resto, ricordate che la qualità che dovrebbe essere la più visibile e la più profonda in ogni credente riguardo agli altri credenti è l’amore per gli altri.

Lasciatemi dire questo ancora, in un altro modo. Se uno dovesse descriverti, dovrebbe dire che l’amore è la tua qualità più forte, quello che vede di più in te di qualsiasi altra qualità per quanto riguarda i tuoi rapporti con gli altri. È così con te?

Se non è così, lascia stare il cercare di far notare a qualcun’altro il suo peccato. Non vantarti della tua conoscenza della Bibbia. Invece, renditi conto che stai mancando nella qualità più importante per quanto riguarda i nostri rapporti gli uni con gli altri.

un amore senza ipocrisia

Tornando al nostro brano in Romani, il versetto dichiara: “L’amore sia senza ipocrisia”. In altre parole, non solo è importante fare tutto per amore, cioè per il vero bene della persona, ma è anche importante farlo con un cuore sincero, senza ipocrisia.

Attenzione però: uno potrebbe pensare che, visto che non dobbiamo agire con ipocrisia, se non si sente di agire con amore, meglio non farlo, per non essere ipocrita.

Questo modo di pensare è molto sbagliato, perché Dio ci comanda di agire con amore. Ci insegna anche che l’amore deve essere senza ipocrisia. Quindi, se non me lo sento, la soluzione non è di smettere di agire con amore, piuttosto, è di chiedere perdono per il mio atteggiamento sbagliato, e di chiedere a Dio di cambiare il mio cuore, mentre continuo a fare la cosa giusta. Peccare in una cosa per non peccare in un’altra cosa non è mai la soluzione giusta.

Quindi, nei nostri rapporti gli uni con gli altri, la base che deve reggere tutto il resto è l’amore. Questo amore deve essere puro, senza ipocrisia.

Aborrite il male e attenetevi fermamente al bene

Ora, passiamo al prossimo comandamento: “L’amore sia senza ipocrisia. Aborrite il male e attenetevi fermamente al bene.”

Dobbiamo aborrire il male, e attenerci fermamente al bene. Questo non è un comandamento diverso, quanto un’approfondimento di quello che abbiamo appena considerato. Il contesto di questo comandamento è l’amore che dobbiamo avere gli uni per gli altri, e come dobbiamo comportarci gli uni con gli altri. Perciò, in questo brano, il male e il bene di cui si parla sono il male e il bene che riguardano i nostri rapporti con gli altri.

Carissimi, ascoltiamo attentamente la Parola di Dio. Dobbiamo aborrire ogni tipo di male nei nostri rapporti con gli altri. In altre parole, dobbiamo odiare e evitare totalmente ogni tipo di cattiveria e male verso gli altri.

Mariti e mogli, e anche genitori e figli: dobbiamo evitare di parlare con cattiveria o qualsiasi malvagità. Certamente, certi discorsi avranno una certa serietà, però, l’amore deve sempre essere anche molto evidente. Dobbiamo evitare qualsiasi tipo di male nei nostri rapporti. Per esempio, dobbiamo evitare di essere cattivi, o nervosi, o impazienti. Dobbiamo evitare di avere fastidio, perché il fastidio è un peccato, in quanto, è essere agitato perché qualcosa non piace a noi, anziché avere il bene dell’altro al cuore. Questi sono solamente alcuni esempi di che cosa vuol dire aborrire ogni tipo di male nei nostri rapporti.

Oltre ad aborrire il male, dobbiamo anche attenerci fermamente al bene. In altre parole, dobbiamo aggrapparci fermamente a tutto quello che è buono, onorevole, degno di lode, per quanto riguarda il nostro modo di comportarci con quelli intorno a noi. Dobbiamo concentrarci sul bene, anziché sul male. La verità di Filippesi 4:8 vale anche per a riguardo di cosa pensiamo gli uni degli altri.

“Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri.” (Filippesi 4:8 NRV)

Certo, ci saranno delle volte in cui è necessario parlare del male, però, anche in quei momenti, il nostro cuore deve essere ricolmo di amore per l’altra persona. Come regola, dobbiamo pensare alle cose buone gli uni degli altri.

un risultato meraviglioso

Fratelli, in parole semplici: se noi viviamo così, avremo un’atmosfera in casa e in chiesa in cui l’amore di Dio sarà molto visibile, e allora, coloro che sono intorno a noi lo vedranno molto chiaramente.

A ciascuno di voi chiedo: allora, cosa vedono le persone più vicino a te? Vedono nel tuo modo di comportarti con loro tanta bontà, e una totale assenza di male? Riconoscono senza ombra di dubbio che tutto quello che fai nei loro riguardi è spinto dall’amore per loro?

Se non è così, ravvediti davanti a Dio, e impegnati, con l’aiuto di Dio, a cambiare il tuo comportamento e il tuo cuore. Chiedi perdono alle persone contro le quali hai peccato, e non preoccuparti dei loro peccati, finché non cresci al punto di non avere questa trave nel tuo occhio.

l’amore fraterno

Ora, passiamo al v.10, che approfondisce ancora di più il discorso di come dobbiamo comportarci gli uni con gli altri. Leggiamo: Quanto all’amore fraterno, siate pieni di affetto gli uni per gli altri.

La parola Greca tradotta qua come “amore fraterno” è la parola Greca: “Filadelfia”, che ha un significato diverso dalla parola Greca “Agape”. Questa parola vuol dire amore fraterno, l’amore fra fratelli e sorelle nella fede.

Per quanto riguarda l’amore fraterno, siamo chiamati ad essere pieni di affetto gli uni per gli altri. La parola “affetto” è una parola che descrive il tenero sentimento d’affetto di un genitore per il suo figlio, descrivere la tenerezza di un marito per sua moglie. Quindi, nel v.9, la parola amore è la parola Agape, che parla di comportamento e impegno. Invece qua nel v.10, la parola parla proprio di affetto e tenerezza. Dio ci comanda di essere pieni di affetto gli uni per gli altri.

Ovviamente, uno potrebbe dire che non è possibile controllare i sentimenti. Non posso forzarmi ad avere un affetto per qualcuno. Allora, come può essere questo un comandamento?

Prima di tutto, riconosciamo che dobbiamo avere questo tipo di affetto gli uni per gli altri, quindi, NON dipende da come vediamo una persona, non è legato ad un “feeling” che abbiamo per un’altra persona. Questo affetto non viene dal fatto che una persona ci è simpatica o carina. Questo affetto è nato dal nostro amore “agape” per la persona, cioè, il nostro forte impegno per quella persona. Riconoscendo che una persona è preziosa a Dio, perché Dio ha comprato quella persona con il sacrificio di Gesù Cristo, ci aiuta a vedere la persona come preziosa anche a noi.

Comunque, torno alla domanda: come possiamo creare un affetto per qualcuno se non l’abbiamo? Per capire la risposta, pensiamo alla famiglia. In una famiglia, è naturale che i genitori sentono affetto per tutti i figli. Questo affetto inizia già la prima volta che un genitore vede un suo figlio. Non dipende minimamente dal merito del figlio. È un affetto che dipende dal fatto che il figlio fa parte della famiglia. Ogni genitore conosce quel senso di meraviglia e di amore quando tiene in braccio la prima volta un figlio, sapendo che fa parte di lui.

Similmente, per avere affetto per un altro fratello o sorella, dobbiamo meditare sul fatto che questa persona appartiene alla nostra famiglia spirituale, e che come noi siamo figli, anche lui o lei è un figlio di Dio, e quindi, è un nostro fratello o sorella.

Se non ho affetto per qualcuno, dovrei pregare, e chiedere a Dio di cambiare il mio cuore.

Però, oltre a pregare, questo brano continua, e ci dà altri comandamenti. Seguendo questi comandamenti ci aiuterà ad avere l’amore e l’affetto gli uni per gli altri.

Onorando gli uni gli altri

Infatti, il prossimo comandamento è molto importante. Leggiamo:

“Quanto all’onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente.” (Romani 12:10 NRV)

Fratelli e sorelle, Dio ci chiama a fare la gara per rendere onore reciprocamente. Questo è un comandamento. Nella vostra casa, e qui in chiesa, c’è una vera gara per cercare di rendere più onore all’altro di quanto egli rende a te?

Un altro brano che parla di questo è Filippesi 2:3

“Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a sé stesso,” (Filippesi 2:3 NRV)

Come possiamo vivere questo comandamento? Come posso impegnarmi a rendere onore agli altri? Come posso stimare gli altri superiore a me stesso? E se io sono convinto di essere veramente superiore a loro?

Carissimi, se non stimo gli altri superiore a me, allora, non conosco ancora il mio cuore.

Fratelli, ascoltate molto bene quello che sto per dire. La Bibbia ci insegna a NON giudicare. Certo, però, in altri brani, la Bibbia insegna anche che dobbiamo giudicare. Allora, perché questa apparente contraddizione? Dobbiamo o non dobbiamo giudicare?

Quello che dobbiamo giudicare sono LE AZIONI degli altri. Quello che NON dobbiamo giudicare sono le MOTIVAZIONI degli altri, ovvero, il cuore degli altri.

Per quanto riguarda giudicare le azioni di qualcuno, è permesso, ma ricordiamo che non dobbiamo fare nemmeno questo se non abbiamo le qualifiche giuste. Per esempio, come abbiamo già letto in Galati 6:1, se non stiamo spirituali, ovvero, se non stiamo camminando secondo lo Spirito Santo, se non stiamo camminando con ubbidienza nella nostra vita, non siamo in condizione di giudicare un altro per i suoi peccati.

Poi, quando giudichiamo, dobbiamo farlo senza cattiveria. Se non riusciamo a non avere cattiveria, allora non siamo in grado di giudicare o esortare l’altra persona.

Però, dobbiamo giudicare solamente le azioni di una persona, NON dobbiamo giudicare il cuore o le motivazioni di una persona. Infatti, dobbiamo presumere il bene in quello che non sappiamo, non il male.

Invece, quando consideriamo noi stessi, ognuno conosce il proprio cuore, e sa quante volte il proprio cuore è malvagio, anche se gli altri non lo vedono.

Fratelli e sorelle, nei nostri rapporti con gli altri, Dio ci chiama a presumere il bene per quanto riguarda il cuore degli altri, e a riconoscere quanto il nostro proprio cuore è spesso malvagio.

Quando viviamo così, allora, diventa molto facile agire con umiltà, stimando gli altri superiori a noi. Allora, diventa facile anche rendere onore gli uni agli altri.

Volete sapere una chiave per avere un matrimonio benedetto? Questo vale anche per qualsiasi altro rapporto fra credenti. La chiave è di ubbidire a questo comandamento, ovvero, fate la gara a rendere onore l’uno all’altro. In altre parole, cerchiamo attivamente motivi per cui possiamo onorare l’altra persona. Quindi, cerchiamo attivamente di notare il bene, di notare cose positive, di notare qualsiasi cosa per cui possiamo sinceramente onorare quella persona. Riempiamo i nostri pensieri di queste cose, ed esprimiamo questo onore.

Fratelli e sorelle, QUESTO è il modo in cui Dio ci chiama a vivere, cioè, attivamente cercando di riconoscere il bene gli uni negli altri. Oltre ad incoraggiare l’altra persona, questo diventa un enorme stimolo per l’altra persona di continuare a crescere nel bene, e ad evitare il male.

Poliziotti spirituali

Allora, voglio tornare brevemente al mio discorso di prima, quando parlavo di poliziotti spirituali, ovvero, credenti che sono attenti a notare i peccati negli altri.

Avete capito che quando un credente è sempre attento a notare e a menzionare i peccati dell’altra persona, non sta ubbidendo ai comandamenti di questo brano? È impossibile avere un tenero affetto, e fare la gara di rendere onore, se sto fissando il mio sguardo sui peccati dell’altra persona. È impossibile considerare l’altra persona come superiore a me, se sono sempre pronto a fargli notare i suoi peccati.

Uno che fa il poliziotto spirituale, sempre pronto a notare i peccati degli altri, non può ubbidire a questo brano, e quindi, sta peccando. Non c’è posto in una chiesa che segue Dio per i poliziotti. Invece, dobbiamo avere grande amore gli uni per gli altri, ed essere pieni di tenero affetto gli uni per gli altri. Certamente, dobbiamo desiderare e impegnarci a crescere in santità, però, dobbiamo farlo nel modo stabilito da Dio.

l’atmosfera in casa e in chiesa

Ora, torniamo a considerare quale atmosfera abbiamo in chiesa, e anche in ciascuna delle nostre case. Qual è l’atmosfera nella vostra casa? Quale atmosfera abbiamo nella chiesa?

In base alle verità in questo brano, quale atmosfera dovremmo avere in casa, e quindi, anche nella chiesa? Qual atmosfera dovremmo avere in ogni rapporto fra due credenti?

Carissimi, i nostri rapporti dovrebbero essere rapporti dove regna l’amore. L’atmosfera in ogni casa dovrebbe essere un’atmosfera di amore. Dovrebbe essere un’atmosfera in cui c’è moltissimo amore, nel senso di vero impegno per il bene gli uni degli altri, un impegno di fatti, e non solo parole, e dove c’è anche un grande affetto fraterno.

Inoltre, nelle nostre case, nei nostri rapporti, e quindi, nella nostra chiesa, dobbiamo fare la gara di rendere onore gli uni agli altri.

Forse ti rendi conto che è difficile vivere così. Forse non ti viene assolutamente naturale vivere così. Allora, come si può cambiare?

Fratelli e sorelle, una chiave per poter amare di più è di pregare di più, in modo specifico. Quando prego con costanza per un’altra persona, e ringrazio Dio per le qualità di quella persona, e ringrazio Dio per la salvezza di quella persona, e chiedo a Dio di benedirla, e chiedo di poter IO essere una benedizione alla persona, allora, troverò che diventa sempre più facile avere l’amore giusto per quella persona, diventerà molto più facile avere un affetto fraterno, e sarò capace di onorare quella persona.

E quando viviamo così, avremo un’atmosfera in casa e in chiesa che assomiglia molto l’atmosfera in cielo. Le persone intorno a noi sapremo che siamo discepoli, dall’amore che abbiamo gli uni degli altri, e Dio sarà potentemente manifestato in noi.

Preghiera: O Padre, grazie per l’amore e il tenero affetto che Tu ha per noi. Grazie che tu ci hai onorati di essere i tuoi figli. Aiutaci ad amare gli uni gli altri di più, aiutaci ad aborrire ogni male e attenere fermamente ad ogni bene. Aiutaci anche a rendere onore gli uni agli altri, riconoscendo che Cristo è in ogni altro vero Credente. Padre, permettici di essere una benedizione gli uni per gli altri. Permettici il privilegio di essere una fonte della tua gioia nella vita gli uni degli altri. Tutto questo ti chiedo nel nome del nostro Signore Gesù Cristo. Amen.