Aiuto Biblico

Atti 18 – Cristo Porta Avanti l'Opera

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org, per domenica, 12 gennaio, 2014 –- cmd apb –-
parole chiavi: Atti, Paolo, Nuovo Testamento, Apollo, Aquila e Priscilla, viaggi di Paolo, incoraggiamento

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Oggi, vorrei continuare il nostro studio del libro degli Atti, dove stiamo vedendo come il Signore edifica la sua Chiesa. Abbiamo già visto che nonostante la terribile opposizione e persecuzione, da un piccolo gruppo di persone che vivevano a Gerusalemme, in pochi anni la Chiesa si era già diffusa in tanti luoghi.

Nell'ultimo sermone, in Atti 17, Paolo predicò a Tessalonica e Berea, e poi, andò ad Atene, dove predicò nella piazza centrale della città. Tanti lo schernirono, mentre altri gli dicevano che lo avrebbero ascoltato un'altra volta. Però, Paolo lasciò presto la città, e non predicò più là. Quanto è importante ascoltare il Signore mentre Egli ci parla.

Oggi, andiamo avanti, studiando Atti 18, per continuare a vedere come Dio opera. Iniziamo leggendo Atti 18:1 a 3.

“1 Dopo queste cose Paolo partì da Atene e venne a Corinto. 2 E, trovato un certo Giudeo, di nome Aquila originario del Ponto, venuto di recente dall’Italia insieme a Priscilla, sua moglie (perché Claudio aveva ordinato che tutti i Giudei partissero da Roma) si recò da loro. 3 Or siccome era dello stesso mestiere andò ad abitare con loro e lavorava; per professione infatti essi erano fabbricanti di tende.

Ricordate che a questo punto Paolo era solo, avendo lasciato Timoteo e Sila a Berea. Arrivato a Corinto, evidentemente Paolo non aveva più soldi per vivere, e così, doveva trovare lavoro. Incontrò una coppia di Giudei che erano arrivati da poco dall'Italia. Questa coppia, Aquila e Priscilla, erano fabbricanti di tende, che era lo stesso mestiere di Paolo. E perciò egli andò a abitare e a lavorare con loro.

Il brano dice che erano Giudei, e quindi, probabilmente non avevano ancora sentito di Gesù Cristo. Sapiamo che ben presto, divennero ferventi credenti in Cristo Gesù. Quindi, è molto probabile che sentivano l'evangelo vivendo con Paolo. In tutto questo, vediamo come la provvidenza di Dio provvide per Paolo non solo un lavoro e un posto per vivere, ma due persone che sarebbero diventate grandi operai per il regno di Dio. Dio gestisce tutto per portare avanti la sua opera.

Paolo si Reca dai Gentili

Passiamo a leggere i versetti da 4 a 7, che ci insegnano una verità importante per quanto riguarda come proclamare Cristo agli altri. In questo brano, vogliamo notare che Paolo non iniziò parlando di Gesù Cristo, ma piuttosto con le basi per far capire alle persone che Gesù è il Cristo. Seguite mentre leggo, dal versetto 4.

4 Ma Ogni sabato discuteva nella sinagoga e persuadeva Giudei e Greci. 5 Quando Sila e Timoteo giunsero dalla Macedonia Paolo era spinto nello spirito a testimoniare ai Giudei, che Gesù, era il Cristo. 6 Ma poiché essi contrastavano e bestemmiavano, egli scosse le sue vesti e disse loro: "Il vostro sangue ricada sul vostro capo io sono libero da ogni colpa; da ora in poi andrò ai gentili". 7E allontanatosi di là, entrò in casa di un tale di nome Giusto, il quale serviva Dio e la cui casa era attigua alla sinagoga. 8 Or Crispo, capo della sinagoga, credette al Signore con tutta la sua famiglia; anche molti dei Corinzi, udendo Paolo credevano ed erano battezzati.

Notate il cambiamento fra il versetto 4 e il versetto 5. Nel versetto 4, leggiamo che Paolo discuteva nella sinagoga e persuadeva Giudei e Greci. Invece, nel versetto 5 vediamo che Paolo era spinto a testimoniare che Gesù è il Cristo. In altre parole, sembra che nel versetto 4, Paolo non parlava ancora del fatto che Gesù è il Cristo. Piuttosto, alla luce di altre prediche, probabilmente egli insegnava dalle Scritture come sarebbe stato il Cristo, il Messia, e della necessità di un Salvatore che avrebbe dovuto morire per pagare il peccato, per poi risuscitare. Mostrava questo attraverso le Scritture, ovvero, l'Antico Testamento. Solo dopo, in questo caso dopo l'arrivo di Sila e Timoteo, iniziò a testimoniare che Gesù è il Cristo. Quindi, prima di proclamare Cristo, doveva stabilire le basi che mostravano la necessità della salvezza attraverso il Cristo.

In questo esempio, vediamo una verità molto importante, la stessa verità che abbiamo visto quando Paolo ha predicato ad Atene. Sia ad Atene con i pagani, sia qua con questi Giudei, Paolo non iniziò parlando di Gesù. Piuttosto, iniziò dando una base biblica che preparava le persone a comprendere chi è Gesù Cristo, e il loro bisogno di lui. Per i pagani, ad Atene, Paolo dovette spiegare che c'è un unico Dio, che giudicherà il mondo, e che noi siamo peccatori.

Per questi Giudei Paolo avrebbe spiegato che era necessario che il Cristo soffrisse, per poter pagare la condanna nostra, e poi che fosse risuscitato. In questi esempi, vediamo che spesso, le persone con cui parliamo non sono pronte a sentire subito parlare di Gesù. Se non hanno una base, presentare un Salvatore ha poco senso. Quindi, impariamo a presentare il messaggio dell'evangelo dando ai nostri ascoltatori una chiara e solida base delle verità che servono per poter capire perché abbiamo bisogno di Gesù, il Cristo. E poi, presentiamo Gesù come Cristo. Questo è quello che fece Paolo a Corinto.

Nel versetto 4, leggiamo che egli persuadeva Giudei e greci. Cioè erano persuasi da quello che Paolo mostrava loro dalle Scritture. Evidentemente accolsero bene quello che Paolo diceva.

Invece, nel versetto 6 vediamo che quando Paolo parlò chiaramente affermando che Gesù è il Cristo, tanti lo contrastarono, e perfino bestemmiavano contro quello che Paolo dichiarava di Gesù. Oggi come allora, spesso gli uomini non hanno problemi a accettare insegnamenti generici. Però, quando si arriva a parlare in modo chiaro di Gesù Cristo, e che egli solo è il Signore e il Salvatore, tante persone non accettano più l'insegnamento. Satana non ha problemi con le religioni. Il suo problema è Gesù Cristo. Quindi quando proclamiamo Gesù Cristo in modo chiaro, spesso ci sarà opposizione.

Paolo Lascia Quei Giudei

Qua, nel versetto 6, vediamo che quando l'Evangelo viene rifiutato, bisogna lasciare quelle persone. Leggo ancora la dichiarazione di Paolo nel versetto 6.

"Ma poiché essi contrastavano e bestemmiavano, egli scosse le sue vesti e disse loro: "il vostro sangue ricada sul vostro capo, io sono libero da ogni colpa., Da ora in poi andrò ai gentili"."

Abbiamo visto la stessa cosa in Atti 13:46, quando Paolo ed Barnaba aveva lasciato i Giudei ad Antiochia di Pisidia. È importante che impariamo a riconoscere quando qualcuno veramente rifiuta il messaggio. A quel punto, bisogna rivolgerci a chi ci ascolterà.

Libero da ogni colpa

Notate le parole importanti che Paolo dichiara in questo versetto: il vostro sangue ricada sul vostro capo, io sono libero da ogni colpa!

Paolo aveva l'incarico di proclamare l'evangelo. Egli aveva proclamato fedelmente e chiaramente l'evangelo a tutti coloro con cui aveva avuto possibilità fino a quel punto. Il suo insegnamento era completo, non aveva tralasciato alcuna verità importante. Aveva parlato del peccato, e che l'unico perdono era per mezzo di Gesù, il Cristo. Per questo, sapeva che nel giorno del giudizio, sarebbe stato libero da ogni colpa nei confronti di coloro con cui aveva parlato.

In Ezechiele, impariamo che chi ha la verità di Dio è una sentinella per chi non conosce la verità. Chi non annuncia il giudizio di Dio si rende colpevole del sangue di chi avrebbe potuto sentire. Vi leggo Ezechiele 33:1-7.

“1 La parola dell’Eterno mi fu rivolta, dicendo: 2 "Figlio d’uomo, parla ai figli del tuo popolo e di’ loro: Quando farò venire la spada contro un paese e il popolo di quel paese prende un uomo dai suoi confini e lo pone come sentinella, 3 se vede la spada venire contro il paese, e suona la tromba e avverte il popolo, 4 chiunque ode il suono della tromba e non fa caso all’avvertimento, se la spada viene e lo porta via, il suo sangue sarà sul suo capo. 5 Egli ha udito il suono della tromba, ma non ha fatto caso all’avvertimento, il suo sangue sarà su di lui. Chi invece ha fatto caso all’avvertimento salverà la sua vita 6 Ma se la sentinella vede la spada venire e non suona la tromba per avvertire il popolo, e la spada viene e porta via qualcuno di loro, questi sarà portato via per la propria iniquità, ma del suo sangue chiederò conto alla sentinella. 7 Così, o figlio d’uomo, io ti ho stabilito sentinella per la casa d’Israele; perciò ascolta la parola dalla mia bocca e avvertili da parte mia.” (Ezechiele 33:1-7 LND)

Paolo aveva annunciato chiaramente il giudizio, e questi Giudei avevano rifiutato il suo messaggio. Perciò, Paolo dichiara che era libero da ogni colpa. Quanto è importante che anche noi siamo fedeli nel proclamare le verità di Dio agli altri. Annunciamo agli altri la legge di Dio, del nostro peccato, del giudizio, e poi, del perdono in Gesù Cristo. Così anche noi saremo senza colpa nel giorno del giudizio.

Paolo smise di rivolgersi ai Giudei di Corinto come gruppo. Vediamo nei versetti 7 e 8 che vari Giudei avevano creduto, insieme a vari gentili. Paolo continuava ad insegnare e fortificare questi credenti. Da quel punto, Paolo parlava con i Gentili di Corinto.

Cristo incoraggia Paolo

Passiamo ora ai versetti 9-11, dove comprendiamo che Paolo era scoraggiato, e aveva timore. Cristo gli apparve per incoraggiarlo nel suo ministero. Seguite mentre leggo Atti 18:9-11.

9 Una notte il Signore in visione disse a Paolo: "Non temere, ma parla e non tacere, 10 perché io sono con te e nessuno ti metterà le mani addosso per farti del male poiché io ho un grande popolo in questa città". 11 Così egli rimase là un anno e sei mesi, insegnando fra di loro la parola di Dio.

Dal contesto, vediamo che Paolo aveva timore, che pensava di di tacere, e di non parlare così apertamente.

Ricordate che prima di venire a Corinto, Paolo era stato oltraggiato più volte, per esempio a Filippi, dove era stato terribilmente ferito. Quindi possiamo immaginare che ormai era stanco, e mancava del coraggio di andare avanti. Aveva timore di continuare a proclamare Gesù a tutti. Aveva bisogno di essere incoraggiato. In questo, vediamo che anche l'uomo più forte arriva alla fine del proprio coraggio e della propria forza.

A volte, abbiamo la forza e il coraggio di affrontare difficoltà dopo difficoltà, e poi, come Paolo, cominciamo ad avere timore di andare avanti.

Paolo si trovava così, e perciò, il Signore Gesù è apparso a lui in una visione per incoraggiarlo. Ricordate che Paolo era un apostolo, e perciò Gesù gli appariva come apostolo.

Cristo gli disse di non temere, ma di parlare con coraggio. Il Signore promise che nessuno gli avrebbe messo le mani addosso per fargli del male. Cristo aveva permesso a Paolo di subire tanto male in altre città, ma nel piano di Dio, non fu permesso ad altri di oltraggiare Paolo qui a Corinto. Cristo concluse il suo discorso con Paolo con una promessa meravigliosa, dicendogli: "Io ho un grande popolo in questa città!"

Da quello che sappiamo, in nessun'altra città Cristo fece sapere a Paolo quali risultati ci sarebbero stati dopo la predicazione. Però in questo caso, il Signore gli fece sapere che aveva tante persone a Corinto. Il Signore sa incoraggiarci nel modo giusto e al momento giusto.

E così Paolo, fortificato da Cristo, e sapendo che Dio aveva scelto di salvare tante persone là, rimase a Corinto per un anno e mezzo insegnando loro la parola di Dio. Così i credenti furono fortificati, e nuove persone salvate. Corinto diventò una chiesa importante.

Una Persecuzione Fallita

Ad un certo punto in quell'anno e mezzo, ci fu un nuovo proconsole dell'Acaia, un certo Gallione, che era fratello del famoso filosofo, Seneca. Era circa il 51 o 52 a.D. I Giudei erano frustrati per il fatto che tramite l'apostolo Paolo così tanti Giudei e gentili avevano creduto in Gesù Cristo. E perciò, insorsero tutti d'accordo per portarlo davanti al proconsole, per accusarlo. Solo che questa volta, diversamente da quello che era successo a Filippi e Tessalonica, il proconsole era un uomo che rispettava la legge. Leggiamo i versetti 12 a 16.

12 Ma, mentre Gallione era proconsole dell’Acaia, i Giudei insorsero tutti d’accordo contro Paolo e lo condussero al tribunale, 13 dicendo: "Costui persuade la gente a servire Dio, contrariamente a quanto la legge insegna". 14 Come Paolo stava per aprire la bocca, Gallione disse ai Giudei: "Se si trattasse di qualche ingiustizia o misfatto, o Giudei, io vi ascolterei pazientemente, secondo la ragione; 15 ma se sono questioni che riguardano parole, nomi e la vostra legge, vedetevela voi, perché io non voglio essere giudice di tali cose". 16 E li scacciò dal tribunale. 17 Allora tutti i Greci presero Sostene capo della sinagoga, e lo percossero davanti al tribunale. Ma Gallione non si curava di queste cose.

Come era successo in altre città, Paolo fu accusato falsamente di insegnare contrariamente a quanto insegnava la legge. Mentre nelle altre città i suoi accusatori intendevano la legge di Roma, qua i giudei intendevano la legge giudaica. Perciò il proconsole, Gallione, capendo che non si trattava di nulla che riguardava la legge di Stato, rifiutò di ascoltare le loro accuse, e scacciò questi Giudei dal tribunale.

A questo punto, i greci, probabilmente stufati dei Giudei che avevano creato questo disturbo, presero il capo della sinagoga, e lo percorsero davanti al tribunale. Cioè, da quello che vediamo, egli non era un credente, piuttosto era uno dei Giudei che avevano portato queste accuse contro Paolo. Nella provvidenza di Dio, non solo il tentativo dei Giudei di creare problemi per Paolo non funzionò, ma portò uno di loro ad essere percosso. E quindi vediamo che Cristo mantenne la sua promessa fatta a Paolo che nessuno gli avrebbe fatto del male in quella città.

Prego che possiamo riconoscere ancora che Dio è sovranamente in controllo. A volte, permetteva che Paolo fosse oltraggiato. Altre volte, come qua, scelse di proteggere Paolo. Dio era in controllo della vita di Paolo, e Dio è in controllo della nostra vita. È importante confidare in Dio. Egli sa quello che sta facendo.

Paolo Torna ad Antiochia

Come abbiamo visto, nel piano di Dio, Paolo era chiamato ad evangelizzare, fondare chiese, e poi, andare in nuovi posti. E perciò anche il suo tempo qua a Corinto fini. Leggiamo i versetti 18 fino a 22.

18 Ora Paolo, dopo aver dimorato là ancora molti giorni prese commiato dai fratelli e s’imbarcò per la Siria con Priscilla ed Aquila, essendosi fatto radere il capo a Cencrea, perché aveva fatto un voto. 19 E quando giunse ad Efeso, li lasciò lì. Ma egli entrò nella sinagoga e si mise a discutere con i Giudei. 20 Questi lo pregavano di rimanere con loro più a lungo, ma egli non acconsentì; 21 ma si congedò da loro, dicendo: "Devo proprio passare la prossima festa a Gerusalemme, ma ritornerò di nuovo da voi, se piace a Dio". Così partì via mare da Efeso. 22 Sbarcato a Cesarea, salì a Gerusalemme, e, dopo aver salutato la chiesa, scese ad Antiochia.

Notate che Paolo portò con sé Aquila e Priscilla. Erano diventati forti credenti in Gesù Cristo. Sono stati usati da Dio per promuovere l'opera di Dio.

Quando arrivarono ad Efeso, Aquila e Priscilla rimasero là. Paolo entrò nella sinagoga per discutere con i Giudei. Probabilmente mostrò attraverso le Scritture le verità che riguardavano il Cristo. Evidentemente essi furono colpiti da quello che sentivano, perché lo pregarono di rimanere più tempo con loro.

Discernimento

Avete notato che nonostante Paolo avesse una porta aperta per insegnare più cose di Cristo a loro, rifiutò? In questo, vediamo una lezione spirituale estremamente importante. La lezione da imparare è che non ogni buona scelta è la scelta da prendere. Spesso, c'è più di una buona opzione, e dobbiamo scegliere solo una fra le tante.

Cioè, Paolo sapeva che rimanere là e parlare di Cristo era una buona cosa, ma sapeva che aveva un'altra scelta migliore. Doveva scegliere. Doveva rifiutare una porta larga, per entrare in un'altra porta.

È importante imparare a scegliere la cosa eccellente, anziché la cosa buona. Spesso, ci sono più possibilità su come investire il nostro tempo, tutte cose buone. Dobbiamo pregare di scegliere la cosa eccellente, anziché solo per fare una buona scelta. E quindi, dobbiamo pregare per ciò per cui Paolo stesso pregò per i credenti di Filippi, in Filippesi 1:9-11.

“9 E per questo prego che il vostro amore abbondi sempre di più in conoscenza e in ogni discernimento, 10 affinché discerniate le cose eccellenti e possiate essere puri e senza macchia per il giorno di Cristo 11 ripieni di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, alla gloria e lode di Dio.” (Filippesi 1:9-11 LND)

Questa preghiera vale anche per noi, cioè, che possiamo crescere in conoscenza e discernimento, per discernere le cose eccellenti. Preghiamo per questo, per poter scegliere. Chiediamo a Dio di aiutarci a scegliere bene, in modo da investire per l'eternità.

Sottomettere i Piani alla Volontà di Dio

Paolo capiva che era importante per lui essere ad una delle feste religiose di Gerusalemme, probabilmente la Pasqua. Quindi, rifiutò di restare, però, disse loro che se sarebbe piaciuto a Dio, sarebbe tornato di nuovo da loro. Notate che Paolo sottometteva i suoi piani alla volontà di Dio. Paolo faceva piani, però sapeva che tutto dipendeva dalla sovrana volontà di Dio. E quindi, non faceva promesse, ma dichiarava quello che avrebbe fatto se fosse stato approvato da Dio.

Infatti, in meno di un anno Paolo tornò ad Efeso, e rimase là per circa tre anni. E quindi, la porta che Dio stava aprendo qua rimase aperto, e fu il posto giusto per Paolo per circa tre anni.

Quindi, dopo che Paolo passò per Gerusalemme, tornò ad Antiochia, come aveva fatto altre volte In un certo senso, Antiochia era la casa per Paolo. Per quanto sia possibile, è buono per ogni credente che viaggia per proclamare il regno di Dio avere un appoggio, una Chiesa che è sua Chiesa, dove può trovare ristoro ed essere curato.

Terzo Viaggio Missionario

Sicuramente, Paolo era contento di vedere i credenti di Antiochia. Però, il suo cuore era su quei giovani credenti che avevano creduto tramite la sua testimonianza, e anche sulle tante persone che ancora non avevano sentito parlare di Gesù Cristo. E perciò, dopo un po' di tempo, Paolo ripartì di nuovo. Non dice che portò qualcuno con sé, e quindi, è possibile che partì da solo. Sappiamo che è partito per continuare la sua missione. Leggo il versetto 23.

23 E, dopo aver trascorso là un po’ di tempo, ripartì percorrendo successivamente le regioni della Galazia e della Frigia, confermando nella fede tutti i discepoli.

Paolo era sempre pronto ad edificare coloro che Dio aveva salvato.

Apollo

A questo punto, Luca, l'autore di Atti, lascia la storia di Paolo per raccontare un avvenimento che è successo ad Efeso dopo che Paolo aveva lasciato Aquila e Priscilla là. Questo avvenimento ci presenta Apollo, che ebbe un ruolo importante nell'opera di Dio in quel periodo. Leggiamo i versetti 24 a 28.

24 Or un Giudeo, di nome Apollo, nativo di Alessandria uomo eloquente e ferrato nelle Scritture, arrivò ad Efeso. 25 Costui era ammaestrato nella via del Signore e, fervente di spirito, parlava e insegnava diligentemente le cose del Signore, ma conosceva soltanto il battesimo di Giovanni. 26 Ed egli cominciò a parlare francamente nella sinagoga. Ma, quando Aquila e Priscilla l’udirono, lo presero con loro e gli esposero più a fondo la via di Dio. 27 Poi, volendo egli passare in Acaia, i fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai discepoli che l’accogliessero. Giunto colà, egli fu di grande aiuto a coloro che avevano creduto mediante la grazia. 28 Egli infatti confutava con grande vigore i Giudei pubblicamente, dimostrando per mezzo delle Scritture che Gesù è il Cristo.”(Atti 18:24-28 LND)

Per capire questo brano, dobbiamo capire che si tratta di un periodo di transizione che esisteva ancora in quell'epoca. Ricordate che Giovanni Battista fu mandato da Dio per preparare la nazione d'Israele per l'arrivo del Cristo. Egli predicava il ravvedimento, e battezzava con quello scopo. Giovanni Battista aveva discepoli, che portavano avanti il suo messaggio. Vari discepoli di Giovanni andarono in altri posti del mondo, predicando ai Giudei altrove il messaggio che Giovanni aveva predicato in Israele. Evidentemente, qualcuno era andato ad Alessandria, in Egitto, in cui c'erano tanti Giudei, e aveva predicato quel messaggio. Apollo, che veniva da Alessandria, essendo ben ferrato nelle Scritture, aveva creduto a quella predicazione, e adesso veniva ad Efeso per proclamare questo messaggio ai Giudei che vivevano là. Quindi Apollo sapeva che il Cristo doveva arrivare, e capiva che serviva il ravvedimento, ma non sapeva che il Cristo era già arrivato, nella persona di Gesù. Conosceva bene le Scritture che riguardavano il Cristo, senza sapere che era già venuto.

Così quando Aquila e Priscilla lo udirono insegnare, capendo che non aveva ancora sentito parlare del fatto che Gesù è il Cristo, lo presero con loro per esporre a lui più a fondo la via di Dio. Vedevano il suo zelo, vedevano la sua conoscenza delle Scritture, e così gli diedero quell' insegnamento che ancora gli mancava.

Apollo capì che era la verità, così, subito cominciò a predicare che Gesù è il Cristo. Essendo ben ferrato nelle Scritture, fu di immenso aiuto alla Chiesa nel dimostrare dalle Scritture che Gesù è il Cristo.

È importante che anche noi ci impegniamo ad essere un popolo ben ferrato nelle Scritture. È tanto facile essere ben ferrati in tante altre cose. Però, conoscere veramente profondamente le Scritture è un immenso aiuto sia per la persona stessa, sia per la Chiesa. Questa perché sono le verità di Dio che servono per insegnare, per guidare, per ammonire e per esortare. Quindi, impegniamoci ad essere ben ferrati nelle Scritture.

Valutare Chi Ci Insegna

C'è un'altra verità importante che noto nel versetto 27. Notate l'importanza di non accettare chiunque come insegnante. Leggo di nuovo il versetto 27.

"Poi, volendo egli passare in Acaia, i fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai discepoli che l'accogliessero. Giunto colà, egli fu di grande aiuto a coloro che avevano creduto mediante la grazia."

I credenti capivano che non è saggio accettare l'insegnamento di chiunque capita. È pericoloso accettare l'insegnamento di uno sconosciuto. Allora come oggi c'erano tanti falsi insegnanti. Perciò, i credenti di Efeso, che evidentemente avevano contatto con i credenti dell'Acaia, scrissero ai credenti del posto in cui Apollo voleva andare, raccomandandolo a loro. Così i credenti di Acaia poterono accogliere Apollo con tranquillità.

Questo è importante anche per noi. Oggi, ci sono tanti insegnamenti, non solo di persona, ma tramite i libri, articoli, la televisione, e Internet. Non dobbiamo solo accettare un insegnante. Dobbiamo informarci su chi sia. È utile appoggiarci su chi è fedele alla Bibbia, e può darci un consiglio.

Predichiamo con Forza

Questo capitolo si chiude con la forte dichiarazione del versetto 28:

Egli, Apollo, infatti confutava con grande vigore i Giudei pubblicamente, dimostrando per mezzo delle Scritture che Gesù è il Cristo!

Fratelli e sorelle, anche noi dobbiamo proclamare e dichiarare il messaggio che Gesù è il Cristo. Chiaramente, per coloro che non sono ben fondati nelle Scritture, serve spiegare che siamo stati creati da Dio, e dobbiamo rispondere a Lui nel giorno del giudizio, e che siamo peccatori. Poi possiamo spiegare che Gesù è il Cristo che può salvarci. Proclamare queste verità è il nostro mandato. Senza la predicazione dell'evangelo di Gesù Cristo, le persone non possono essere salvate.

Quindi, impegniamoci a scegliere le cose eccellenti, per poter comunicare alla nostra generazione la notizia che il nostro Creatore ha stabilito la sua legge, con cui giudicherà il mondo, e che l'unica salvezza è per mezzo di Gesù Cristo.

Quando predichiamo Cristo, possiamo aspettarci opposizione, e a volte anche odio. Ma non dobbiamo scoraggiarci. Dio ha il suo popolo. A Corinto, aveva tante persone che Egli aveva scelto di salvare. In altri posti, scelse di salvare meno persone. Ma ovunque, il Signore ha qualcuno che ha scelto di salvare. Il nostro incarico è di proclamare l'evangelo per raggiungere quelle persone.

Grazia a Dio, il nostro buon pastore Gesù Cristo ci conosce e ci cura. Egli sa quando ci serve una parola di incoraggiamento. Egli gestisce tutte le cose per darci la cura necessaria al momento giusto. Ricordiamoci di questo, e andiamo avanti nel vivere per Dio.

Ricordate anche la necessità di scegliere fra le buone cose, per arrivare a quelle eccellenti. In ogni situazione, ci possono essere più buone scelte, ma solo una sarà la scelta eccellente. Preghiamo di crescere in conoscenza e discernimento per riconoscere quella scelta.

E così, vediamo anche in questo capitolo che Cristo portava avanti la sua Chiesa, come sta facendo anche oggi. Confidiamo in Dio, e partecipiamo alla sua opera eterna!