Aiuto Biblico

Atti 16:16-40 - la Potenza di Dio

Sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org, per domenica, 8 dicembre, 2013 -- cmd apb --
parole chiavi: Atti, Paolo, divinazione, demoni, esorcismo, carceriere di Filippi, Sila, battesimo

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Dio è all'opera, anche quando le cose vanno male, perché quello che vediamo noi non è la fine della storia. Oggi, vogliamo riprendere il nostro studio in Atti. Ci troviamo in Atti 16.

Se ricordate, Paolo e Sila, insieme a Timoteo, stavano a Filippi, proclamando l'Evangelo per la prima volta in Europa, e edificando i primi credenti che Dio aveva salvato. Avevano trovato delle persone che credevano in Dio che si incontravano accanto il fiume, e fra questi, Dio aveva salvato Lidia e tutti quelli di casa sua.

La Schiava con lo Spirito di Divinazione – vv. 16,17

Riprendiamo la storia da quel punto, leggendo Atti 16:16 e 17.

16 Ora, mentre andavamo al luogo della preghiera, ci venne incontro una giovane schiava che aveva uno spirito di divinazione e che, facendo l’indovina, procurava molto guadagno ai suoi padroni. 17 Costei, messasi a seguire Paolo e noi, gridava, dicendo: "Questi uomini sono servi del Dio Altissimo e vi annunziano la via della salvezza".

Evidentemente, Paolo e gli altri continuavano a incontrarsi nel luogo di preghiera, vicino al fiume, per insegnare alle persone le cose di Gesù Cristo. Come Luca scrive ci andavano regolarmente.

Mentre andavano, una giovane donna li seguiva gridando, a causa dello spirito di divinazione dentro di lei, e dichiarando che Paolo e gli altri erano servi di Dio.

Questa giovane donna aveva uno spirito di divinazione: un altre parole, questa donna aveva un demone che parlava tramite lei, facendo divinazione. Consideriamo la divinazione, e poi, consideriamo come mai il demone avrebbe dichiarato quella verità per quanto riguarda Paolo e gli altri.

La Divinazione

Per quanto riguarda la divinazione, la Bibbia ci insegna che fare ciò non viene da Dio, anzi, è una cosa abominevole a Dio, infatti, era fortemente vietato per il popolo di Israele. Vi leggo due brani che ne parlano. Il primo è Deuteronomio 18:11

“10 Non si trovi in mezzo a te chi faccia passare il proprio figlio o la propria figlia per il fuoco, né chi pratichi la divinazione, né indovino, né chi interpreta presagi, né chi pratica la magia, 11 né chi usa incantesimi, né un medium che consulta spiriti, né uno stregone, né chi evoca i morti,” (Deuteronomio 18:10-11 LND)

Troviamo una cosa simile in Levitico 19:31

“Non rivolgetevi ai medium e ai maghi; non consultateli, per non contaminarvi per mezzo loro. Io sono l’Eterno, il vostro DIO.” (Levitico 19:31 LND)

La divinazione viene da Satana, perché gli uomini vogliono cose miracolose. Questa giovane donna aveva un demone che parlava tramite lei, rivelando cose che una persona normale non poteva sapere, e così, i suoi padroni erano pagati abbondantemente dai clienti che volevano sapere queste cose.

Potremmo chiederci come mai Dio permise questo. In realtà, Dio permette a Satana di fare tante cose, come permette a noi di peccare. Però, Dio permette solo quello che c'entra con i suoi scopi Vediamo questo nella storia di Giobbe, in cui Dio permise a Satana di fare del male a Giobbe. Però, tutto quello che Satana fece portò del bene, perché portò Giobbe a umiliarsi e ad adorare Dio di più. Vediamo che Dio permise a Giuda di tradire Gesù, e ai Giudei e ai Romani di crocifiggere Gesù. In 1Re 22, troviamo un avvenimento in cui Dio aveva deciso di disciplinare il re di Israele, facendolo morire in battaglia. Per compiere questo, Dio mandò uno spirito malvagio che diceva menzogne al re, inducendolo ad andare in battaglia. Vi leggo questo brano, che troviamo in 1Re 22:10-22.

“10 Or il re d’Israele e Giosafat, re di Giuda, sedevano ciascuno sul suo trono vestiti dei loro abiti reali, nell’aia che si trova all’ingresso della porta di Samaria; e tutti i profeti profetizzavano davanti a loro. 11 Sedekia, figlio di Kenaanah, che si era fatto delle corna di ferro, disse: "Così dice l’Eterno: "Con queste corna trafiggerai i Siri fino a distruggerli completamente"". 12 Tutti i profeti profetizzavano allo stesso modo, dicendo: "Sali contro Ramoth di Galaad e riuscirai, perché l’Eterno la darà nelle mani del re". 13 Il messaggero che era andato a chiamare Mikaiah gli parlò così e disse: "Ecco, le parole dei profeti sono concordi nel dichiarare cose buone al re; ti prego sia la tua parola come la parola di ognuno di loro, e dichiara anche tu cose buone". 14 Ma Mikaiah rispose: "Com’è vero che l’Eterno vive, io dirò ciò che l’Eterno mi dirà". 15Come giunse davanti al re, il re gli disse: "Mikaiah, dobbiamo andare a combattere contro Ramoth di Galaad, oppure dobbiamo rinunciarvi?". Egli rispose: "Va’ pure, tu riuscirai, perché l’Eterno la darà nelle mani del re". 16 Allora il re gli disse: "Quante volte ti devo scongiurare di non dirmi se non la verità nel nome dell’Eterno?". 17 Mikaiah rispose: "Ho visto tutto Israele disperso sui monti, come pecore che non hanno pastore"; e l’Eterno ha detto: "Essi non hanno più padrone; se ne torni ciascuno in pace a casa sua"". 18 Il re d’Israele disse a Giosafat: "Non ti avevo io detto che nei miei confronti costui non avrebbe profetizzato nulla di buono? ma solo del male?". 19 Allora Mikaiah disse: "Perciò ascolta la parola dell’Eterno. Io ho visto l’Eterno assiso sul suo trono, mentre tutto l’esercito del cielo gli stava intorno a destra e a sinistra. 20 L’Eterno disse: "Chi sedurrà Achab perché salga e perisca a Ramoth di Galaad?". Ora chi rispose in un modo e chi in un altro. 21 Allora si fece avanti uno spirito, che si presentò davanti all’Eterno e disse: "Lo sedurrò io". 22 L’Eterno gli disse: "In che modo?". Egli rispose: "Uscirò e sarò spirito di menzogna in bocca a tutti i suoi profeti". L’Eterno gli disse: "Riuscirai certamente a sedurlo; esci e fa’ così".” (1Re 22:10-22)

Non siamo in grado di capire tutto quello che Dio fa, ma quello che possiamo capire da questo brano è che Dio è sovrano, e se Satana fa qualcosa, è perché Dio lo permette, ma solo quando ciò fa parte del piano perfetto di Dio.

Ad esempio, Dio permette a Satana di ingannare le persone, travestendosi come angelo di luce, come leggiamo in 2Corinzi 11:13-15.

“13 Tali falsi apostoli infatti sono degli operai fraudolenti, che si trasformano in apostoli di Cristo. 14 E non c’è da meravigliarsi, perché Satana stesso si trasforma in angelo di luce. 15 Non è dunque gran cosa se anche i suoi ministri si trasformano in ministri di giustizia la cui fine sarà secondo le loro opere.” (2Corinzi 11:13-15 LND)

In 2Corinzi 4, leggiamo che Satana ha accecato gli occhi di quelli che non credono. Satana è il dio di questo secolo.

“3 Ma se il nostro evangelo è ancora velato, esso lo è per quelli che periscono, 4 nei quali il dio di questo secolo ha accecato le menti di quelli che non credono, affinché non risplenda loro la luce dell’evangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio.” (2Co 4:3-4 LND)

Quindi Dio è in controllo di tutto, e determina quello che Satana può fare. Egli permette il male quando fa parte del suo piano per redimere un popolo per Sé. Noi non siamo in grado di capire le vie del Signore, ma possiamo fidarci di Lui. E così, Dio permise a questa giovane donna di avere uno spirito di divinazione. Però, dobbiamo capire che ciò era un'abominazione per Dio. Egli odia la divinazione.

Come mai questo spirito maligno avrebbe dichiarato che Paolo e gli altri erano servi del Dio Altissimo, e che annunziavano la via della salvezza? In questo, dicevano proprio la verità. Come mai un demone vorrebbe dire queste verità?

Questa testimonianza era vera, ma a causa della fonte da cui proveniva, era un danno per il ministero di Paolo e degli altri. Vi spiego, e non è difficile comprendere.

I Giudei di quella città capivano che quella ragazza parlava da parte di un demone, e che la divinazione è male agli occhi di Dio. Perciò, per quel demone dichiarare tramite lei che Paolo e gli altri annunciavano la vita della salvezza identificava Paolo e gli altri con quel demone. A causa di questo, i Giudei avrebbero rifiutato di ascoltare Paolo.

Per quanto riguarda i Gentili, per questo demone dichiarare questo associava Paolo al demone, e perciò, avrebbe fatto credere ai Gentili che il messaggio che Paolo annunciava era legato al messaggio di quello spirito malvagio. Questo è un modo di screditare Paolo.

Posso darvi un esempio moderno. Se un uomo malvagio dovesse fare il portavoce di un uomo fedele a Dio, tanti non si fiderebbero più di quel uomo di Dio, associandolo all'uomo malvagio. È normale che noi associamo qualcuno con chi promuove quella persona.

E quindi, il fatto che questo demone, parlando tramite questa ragazza, raccomandava Paolo e gli altri, in realtà, danneggiava la loro testimonianza. Paolo capi questo.

Questo succede anche oggi. Satana danneggia l'opera di Dio, servendosi di uomini e donne che parlano nel nome di Dio, ma in realtà, appartengono a Satana. Per esempio, leggiamo in 2Pietro 2:1,2 di falsi dottori, per il quale la via del Signore sarà diffamata. Ve lo leggo.

“1 Or vi furono anche dei falsi profeti fra il popolo, come pure vi saranno fra voi dei falsi dottori che introdurranno di nascosto eresie di perdizione e, rinnegando il Padrone che li ha comprati, si attireranno addosso una fulminea distruzione. 2 E molti seguiranno le loro deleterie dottrine e per causa loro la via della verità sarà diffamata.” (2Pietro 2:1-2 LND)

Quindi, Satana si serve di persone che dicono cose false insieme alla verità. È sempre stato così. E lo spirito maligno che controllava quella giovane donna a Filippi, parlando bene di Paolo e degli altri, in realtà, stava danneggiando il loro ministero.

Paolo Fa Uscire lo spirito

Paola era molto cosciente del fatto che la testimonianza dello spirito era un problema, ed era un disturbo che li ostacolava dal parlare con la gente di Cristo. Essendo Apostolo, e perciò avendo il potere di compiere miracoli, Paolo agi. Leggo Atti 16:16-18

16 Ora, mentre andavamo al luogo della preghiera, ci venne incontro una giovane schiava che aveva uno spirito di divinazione e che, facendo l’indovina, procurava molto guadagno ai suoi padroni. 17 Costei, messasi a seguire Paolo e noi, gridava, dicendo: "Questi uomini sono servi del Dio Altissimo e vi annunziano la via della salvezza". 18 Ed essa fece questo per molti giorni; ma Paolo, infastidito, si voltò e disse allo spirito: "Io ti comando nel nome di Gesù Cristo di uscire da lei". E lo spirito uscì in quell’istante.

Dio permise a questo spirito di disturbare il ministero di Paolo e degli altri, ma permise anche a Paolo di ordinare a quello spirito di uscire da quella giovane donna.

La nostra traduzione dice che Paolo era infastidito. La parola potrebbe essere tradotto come “aggravato”. Vedere Satana all'opera così aggravava Paolo. Non voleva questa testimonianza, come non voleva che le persone di Listra facessero un sacrificio a lui e a Barnaba. Così, Paolo comandò a questo spirito di uscire da lei.

Un commento importante qua. Questo brano non insegna a noi di comandare ai demoni. È semplicemente quello che Dio fece tramite Paolo. Infatti, non troviamo alcun brano che ci insegna a comandare gli spiriti. Questo era un potere che Gesù aveva dato agli apostoli, e Paolo era un apostolo. Leggiamo questo in Marco 3:13-15

“13 Poi egli salì sul monte, chiamò presso di sé quelli che volle; ed essi si avvicinarono a lui. 14 Quindi ne costituì dodici perché stessero con lui e potesse mandarli a predicare, 15 e avessero il potere di guarire le infermità e di scacciare i demoni.” (Marco 3:13-15)

Gesù diede agli apostoli il potere di compiere questi miracoli. Non c'è nulla nella Bibbia che indica che questo è qualcosa di normale nella vita cristiana per gli altri credenti, né allora, né oggi.

Però, Paolo, essendo Apostolo, aveva questo potere, e così, comandò allo spirito di lasciare quella giovane donna, e lo spirito uscì da lei immediatamente.

Paolo e Sila Trascinati davanti ai Pretori

Così Paolo non aveva più il problema di quello spirito, però, aveva un altro problema molto grave. Visto che la serva non poteva più fare la divinazione, i suoi padroni si sono scatenanti contro Paolo e Sila, provocando loro una grande sofferenza Però, vedremo il sovrano controllo di Dio, che accresce la chiesa, salvando tutti coloro che vivevano nella casa del carceriere di Filippi. Leggo dal versetto 19 a 24.

“19 Ora i padroni di lei, vedendo che la speranza del loro guadagno era svanita, presero Paolo e Sila e li trascinarono sulla piazza del mercato davanti ai magistrati; 20 e, presentatili ai pretori, dissero: "Questi uomini, che sono Giudei, turbano la nostra città, 21 e predicano usanze, che a noi che siamo Romani, non è lecito di accettare o di osservare".22 Allora la folla insorse tutta insieme contro di loro; e i pretori, strappate loro le vesti, comandarono che fossero frustati. 23 E, dopo averli battuti con molti colpi, li gettarono in prigione, comandando al carceriere di tenerli al sicuro. 24 Questi, ricevuto un tale ordine, li gettò nella parte più interna della prigione e fissò i loro piedi ai ceppi.”

I padroni della serva erano furiosi che il loro guadagno era svanito. Visto che Paolo non aveva vietato alcuna legge, fecero false accuse. Trascinarono Paolo e Sila sulla piazza del mercato, e fecero false accuse contro di loro. Questa persecuzione era dovuta al fatto che stavano predicando Cristo, e operando nel suo nome. Gesù aveva spiegato che questa persecuzione porta a una grande ricompensa. Leggo le parole di Gesù in Matteo 5:10-12.

“10 Beati coloro che sono perseguitati a causa della giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. 11 Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. 12 Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli, poiché così hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi".” (Matteo 5:10-12 LND)

Come questo era vero per Paolo e Sila quel giorno, è vero per noi oggi. Quando affrontiamo una situazione di persecuzione, non dobbiamo focalizzarci su quello che succede in quel momento, ma dobbiamo guardare oltre, e ricordare che essere perseguitati per il nome di Gesù è motivo di grande gioia, perché porterà ad un meravigliosa ed eterno premio in cielo.

Paolo e Sila furono accusati falsamente di aver predicato contro le usanze dei romani, che non era vero. I pretori, che erano le autorità romani, non chiesero evidenza o testimoni. Li punirono e cacciarono in carcere. Quindi, tutto ciò era del tutto ingiusto. Paolo e Sila furono frustati, una punizione terribile, che li ha lasciati con le loro schiene piene di ferite. In quella condizione, furono gettati in carcere, con i piedi fissati ai ceppi. Era una condizione di grande dolore, essi erano seduti per terra.

In una condizione così, se uno dovesse reagire nella carne, senza ricordare le verità di Dio, sarebbe scoraggiato, sarebbe pieno di rabbia, dubiterebbe della cura di Dio.

Infatti, chiedo a ciascuno di voi: come hai reagito quando ti sono successe cose ingiuste e dolorose? Avete guardato alle ingiustizie e alle sofferenze, oppure, avete guardato a Dio? Quando guardiamo a Dio, cambia tutto. Paolo e Sila guardavano a Dio. E Dio operò potentemente nei loro cuori, e poi nella situazione. Leggo dal versetto 25 a 26.

25 Verso la mezzanotte Paolo e Sila pregavano e cantavano inni a Dio; e i prigionieri li udivano. 26 Improvvisamente si fece un gran terremoto tanto che le fondamenta della prigione furono scosse: e in quell’istante tutte le porte si aprirono e le catene di tutti si sciolsero.

Guardando a Cristo, anziché essere scoraggiati, Paolo e Sila pregavano e cantavano inni a Dio. Immaginate quanto le loro voci riempivano quel carcere. Dubito che mai successe una cosa simile. Avrebbe fatto riflettere tutti, dal carceriere agli altri prigionieri.

Il Carceriere Crede

Verso la mezzanotte, Dio mandò un terremoto miracoloso, che aprì tutte le porte, e fece cadere le catene di tutti. Questo era palesemente un'opera diretta di Dio. Leggiamo quello che è successo, nei versetti 26 a 32

“26 Improvvisamente si fece un gran terremoto tanto che le fondamenta della prigione furono scosse: e in quell’istante tutte le porte si aprirono e le catene di tutti si sciolsero. 27 Il carceriere, destatosi e viste le porte della prigione spalancate, trasse fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. 28 Ma Paolo gridò ad alta voce: "Non farti alcun male, perché noi siamo tutti qui". 29 E, chiesto un lume, egli corse dentro, e tutto tremante si gettò ai piedi di Paolo e Sila; 30 poi li condusse fuori e disse: "Signori, cosa devo fare per essere salvato?". 31 Ed essi dissero: "Credi nel Signore Gesù Cristo, e sarai salvato tu e la casa tua". 32 Poi essi annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti coloro che erano in casa sua.”

Qui, vediamo l'opera di Dio. Il carceriere voleva suicidarsi, perché secondo la legge romana, se avrebbe lasciato scappare i prigionieri di cui era responsabile, doveva essere messo a morte lui al posto loro. Quindi, aveva timore degli uomini. Però, quando Paolo gli fece capire che erano tutti là, corse dentro, gettandosi ai piedi di Paolo e Sila.

Il fatto che questo carceriere si gettò ai piedi di Paolo e Sila era un atto di grande umiliazione, e anche disperazione. Questo uomo era grandemente aggravato dai suoi peccati, e sapeva di essere bisognoso della salvezza. Là, prostrato ai piedi di Paolo e di Sila chiese loro cosa doveva fare per essere salvato.

In questo, vediamo lo Spirito Santo che convince di peccato, del giudizio e della giustizia. Questo uomo era convinto del suo peccato e del giudizio, e voleva la salvezza, voleva la giustizia davanti a Dio.

Solo quando lo Spirito Santo convince di peccato e giudizio il messaggio di Gesù arriverà al cuore. Solo allora, il messaggio del perdono in Gesù Cristo sarà una buona notizia. E così, Paolo e Sila proclamarono a questo uomo come essere salvato. Gli dichiararono:

“Credi nel Signore Gesù Cristo, e sarai salvato tu e la casa tua.”

Questa salvezza non era solo per lui, era per tutta la sua casa. Cioè, chiunque crede in Gesù Cristo sarà salvato.

È molto importante notare qualcosa qua, senza la quale uno potrebbe avere un'idea sbagliata. Dopo aver detto “Credi nel Signore Gesù Cristo e sarai salvato”, il versetto dichiara che poi essi annunciarono la parola del Signore a lui e a tutti coloro che erano in casa sua.

La dichiarazione di credere nel Signore Gesù Cristo, pur essendo il cuore dell'Evangelo, non è una spiegazione completa, e perciò, ciò avvenne quando Paolo e Sila annunciarono la parola del Signore a lui e a coloro che erano in casa sua.

Ricordiamo che questo carceriere non era un Giudeo, perciò, non aveva alcuna base di conoscenza delle Scritture.

Il messaggio della salvezza comprende il fatto che siamo peccatori davanti a Dio, e che saremo giudicati da Dio dopo la morte. Comprende la verità che nessuno riesce a salvare se stesso con le buone opere, e che quindi, ci serve un Salvatore. Poi, comprende il fatto che quel Salvatore è il Signore Gesù Cristo.

Egli è il Signore perché è Dio, l'Unico Signore, il Creatore e Sovrano Dio. Egli è Gesù perché è diventato uomo, per poter identificarsi con l'uomo peccatore, e poter morire al posto dell'uomo peccatore.

Gesù è il Cristo, Dio incarnato che può salvare, essendo il Sacerdote, che offre Se stesso come sacrificio, e essendo Re e Profeta.

Per un Giudei, dire che Gesù era il Cristo avrebbe già spiegato molto. Per questo uomo, e coloro di casa sua, serviva una spiegazione più a fondo. Paolo e Sila gliela diedero. Quindi, non basta la frase “credi nel Signore Gesù Cristo.” Serviva che la parola del Signore fosse annunciata.

Se ricordate, quando abbiamo considerato Lidia, all'inizio di questo capitolo, abbiamo visto che il termine “quelli di casa sua” vuol dire chiunque viveva in casa. Avendo il carceriere, un ruolo di una certa importanza, è molto probabile che aveva degli schiavi. Quindi, tutti quelli che erano in casa sua ascoltavano mentre Paolo e Sila spiegavano loro il messaggio della salvezza in Gesù Cristo.

Gioia per la Salvezza

Dio operò grandemente, e tutti in casa credettero. Il carceriere lavò Paolo e Sila dalle loro piaghe, e poi, il carceriere e gli altri furono subito battezzati. Leggo i versetti 33 e 34.

33 Ed egli li prese in quella stessa ora della notte e lavò loro le piaghe. E lui e tutti i suoi furono subito battezzati. 34 Condottili quindi in casa sua, apparecchiò loro la tavola e si rallegrava con tutta la sua famiglia di aver creduto in Dio.

Dopo che furono battezzati, il carceriere li portò in casa sua, e mangiarono insieme. C'era grande gioia in quella casa, per la salvezza che vi era entrata. Tramite la sofferenza di Paolo e Sila, Dio aveva salvato tutti coloro che vivevano in quella casa. All'inizio di Atti 16 abbiamo visto Dio salvare tutti coloro che abitavano in casa di Lidia. Che gioia, vedere Dio salvare le persone di due case, e probabilmente altri.

Preghiamo che Dio farà la stessa cosa oggi. In questa chiesa, abbiamo visto Dio salvare varie coppie. Preghiamo che Dio salverà altre famiglie intere.

Paolo Usa i suoi diritti come Romano

Se ricordate, il fatto che Paolo e Sila erano stati frustrati e gettati in carcere era del tutto ingiusto, e contro la legge romana. Ricordate anche che Paolo, e Sila, erano cittadini romani. Quindi, notiamo quello che successe la mattina, quando i pretori mandarono i littori a liberare Paolo e Sila dal carcere. Leggo dal versetto 35 al 40.

35 Fattosi giorno i pretori mandarono i littori a dire al carceriere: "Lascia liberi quegli uomini". 36 E il carceriere riferì a Paolo queste parole: "I pretori hanno mandato a dire che siate lasciati liberi; quindi uscite e andate in pace".37 Ma Paolo disse loro: "Dopo averci pubblicamente battuti senza essere stati condannati in giudizio, noi che siamo cittadini romani, ci hanno gettati in prigione e ora ci fanno uscire di nascosto? No davvero! Vengano loro stessi a condurci fuori". 38 I littori riferirono queste parole ai pretori; ed essi, quando udirono che erano cittadini romani, ebbero paura. 39 Or essi vennero e li pregarono di scusarli e, condottili fuori, chiesero loro di lasciare la città. 40 Allora essi, usciti di prigione, entrarono in casa di Lidia e, visti i fratelli, li consolarono; poi partirono.”

I pretori capirono che quello che avevano fatto era sbagliato e illegale, perciò, volevano lasciare Paolo e Sila andare. Visto che mandarono i littori appena fattosi giorno, è anche possibile che avevano paura a causa del terremoto. Comunque, avevano fretta di lasciare andare.

Mandarono i littori, che erano ufficiali incaricati di eseguire i loro ordini, nel carcere per ordinare che fossero liberati. Però Paolo insistette che i pretori stessi venissero, visto che avevano fatto qualcosa di illegale contro dei cittadini romani. Facendo così, Paolo rendeva pubblico che non avevano fatto nulla di ingiusto. Questo sarebbe stato un aiuto per la giovane chiesa che Paolo e Sila dovevano lasciare.

Dopo che furono lasciati liberi, andarono nella casa di Lidia. Là, erano radunati i fratelli che Dio aveva salvato. Paolo ed Sila partirono. Dal fatto che Luca comincia a parlare di Paolo e Sila in terza persona, mentre prima parlava alla prima persona plurale, ci fa capire che probabilmente, Paolo lasciò Luca là per fortificare di più i credenti. Paolo aveva sempre a cuore i credenti che Dio aveva salvato, e che Paolo curava. Egli era un buon pastore, e seguiva l'esempio di Gesù Cristo. Preghiamo che anche noi avremo gli uni per gli altri il cuore che Paolo aveva per i tutti credenti.

Ripassiamo

Ripassiamo le verità principali che abbiamo visto in questo brano. Prima di tutto, abbiamo visto che Dio odia la divinazione. Qualunque forma di divinazione è un peccato, viene da Satana, ed è abominevole per Dio. Però, nella sua sovranità, Dio permette a Satana di ingannare le persone che non credono.

Abbiamo visto che a volte, Satana dichiara cose vere, perché egli è un angelo di luce, e così, riesce meglio ad ingannare e sviare le persone. La testimonianza di una persona che è nel peccato non promuove l'opera di Dio.

Paolo e Sila sono stati accusati falsamente, e sono stati gravemente perseguitati, essendo stati frustati e poi gettati in carcere legati ai ceppi. Dobbiamo ricordare che Gesù Cristo dichiara che siamo benedetti se siamo perseguitati e se le persone mentiscono su di noi a causa di Cristo. Quindi, quando succede che siamo perseguitati a causa di Cristo, non dobbiamo scoraggiarci, ma possiamo rallegrarci. Grande è il nostro premio in cielo.

Abbiamo visto che Paolo e Sila risposero all'ingiustizia e alla sofferenza pregando e cantando inni a Dio. Anche nella sofferenza, lodavano Dio, e guardavano a Lui. Seguiamo il loro esempio, ricordando che le prove passeranno, ma la gioia continuerà per l'eternità.

Infine, abbiamo visto che in mezzo alle sofferenze, Dio operò potentemente, salvando tutti coloro che vivevano in casa del carceriere. Preghiamo che Dio si servirà delle nostre prove per salvare altri.