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Dio Purifica la Chiesa del Peccato - Atti 5:1-11

Sermone di Marco deFelice,www.aiutobiblico.org per domenica, 26 maggio, 2013 ---- cmd ap -----
parole chiavi: disciplina, chiesa, peccato, santità.

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Anche quando le cose vanno bene, e Dio sta operando grandemente, possiamo cadere gravemente nel peccato.

Oggi, vogliamo continuare il nostro studio in Atti. Siamo arrivati al capitolo 5, e in questo brano, vediamo come possiamo cadere facilmente nel peccato, e quanto la purezza della chiesa è importante per Dio.

Questo brano parla del peccato di una coppia che faceva parte della chiesa di Gerusalemme. Le nostre circostanze possono essere diverse delle loro, ma possiamo cadere nello stesso peccato in qualche altra forma.

Quindi, consideriamo il peccato di questa coppia, per riconoscere le tentazioni che possono arrivare anche nella nostra vita.

Il peccato: Volere la Gloria degli Uomini

Iniziamo leggendo Atti 5:1-4, in cui troviamo il peccato di questa coppia. Il loro peccato non era di tenere una parte dei soldi, perché il fatto di dare era del tutto volontario. Non dovevano dare nulla, o potevano dare quanto volevano. Il loro peccato era di mentire, dicendo che avevano dato tutti i soldi quando ne avevano dato solo una parte. Volevano farsi notare dalla chiesa. Tenete questo in mente mentre leggiamo Atti 5:1-4. Per contesto, inizio con Atti 4:34.

“34 infatti non vi era alcun bisognoso fra di loro, perché tutti coloro che possedevano poderi o case li vendevano e portavano il ricavato delle cose vendute, 35 e lo deponevano ai piedi degli apostoli, poi veniva distribuito a ciascuno, secondo il suo particolare bisogno. 36 Or Iose, soprannominato dagli apostoli Barnaba (che significa: "figlio di consolazione"), levita, originario di Cipro. 37 avendo un campo lo vendette e portò il ricavato e lo depose ai piedi degli apostoli.” (At 4:34-37 LND)
“1 Ma un certo uomo, di nome Anania, con sua moglie Saffira, vendette un podere, 2 e trattenne per sé una parte dell’importo d’accordo con la moglie, e andò a deporre il resto ai piedi degli apostoli. 3 Ma Pietro disse: "Anania, perché ha Satana riempito il tuo cuore per farti mentire allo Spirito Santo e trattenere una parte del prezzo del podere? 4 Se questo restava invenduto, non rimaneva tuo? E il ricavato della vendita non era forse a tua disposizione? Perché ti sei messo in cuore questa cosa? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio!".” (Atti 5:1-4 LND)

Prima di tutto, tenete in mente che c'erano migliaia di credenti a Gerusalemme. Fra questi, c'erano dei bisognosi. Forse perché venivano da altri paesi e non avevano programmato di stare a Gerusalemme così tanto tempo. Però, dopo che erano stati salvati, volevano restare per ricevere insegnamento dagli apostoli. Comunque, per un motivo o per un altro, c'erano dei credenti con grandi bisogni economici. Allo stesso tempo, alcuni credenti avevano case o poderi, e, di buon cuore, vendevano case o poderi e portavano il ricavato agli apostoli, che poi lo distribuivano in base ai bisogni.

Luca menziona il fatto che Iose, soprannominato Barnaba, aveva venduto un campo e dato tutto il ricavato agli apostoli per distribuirlo ai bisognosi. Il fatto che viene menzionato ci indica che si sapeva chi faceva questi atti di beneficenza così grandi. Evidentemente, chi faceva questo era visto molto bene dagli altri per questa grande generosità.

Allora da quello che Pietro dice a questa coppia, Anania e Saffira, comprendiamo che avevano venduto un podere per un certo prezzo, portato una parte del ricavato, e tenuto resto per sé. Quello era tutto legittimo. Il loro peccato era che avevano mentito, dicendo di aver dato tutto per aiutare gli altri. Cioè, era una loro libera scelta vendere il podere. Una volta venduto, era una scelta loro se volevano dare dei soldi per aiutare gli altri, e quanto volevano dare. Era una libera scelta.

Ripetutamente nella Bibbia troviamo che Dio vuole che facciamo le nostre offerte volontariamente. Leggo Levitco 13 dall'Antico Testamento, e poi 2Corinzi 96,7 un brano del Nuovo Testamento, che ci aiuta a capire questo principio

“se la sua offerta è un olocausto di un capo preso dalla mandria, offra un maschio senza difetto; lo porterà all’ingresso della tenda di convegno di sua spontanea volontà davanti all’Eterno.” (Levitico 1:3)
“6 Or questo dico: chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina generosamente mieterà altresì abbondantemente. 7 Ciascuno faccia come ha deliberato nel suo cuore, non di malavoglia né per forza, perché Dio ama un donatore allegro.” (2Corinzi 9:6-7 LND)

Dio ama chi dà volontariamente, con gioia.

Alla luce di questo Anania e Saffira erano liberi di vendere o non vendere il loro podere, e poi di dare quanto ne volevano.

Da quello che Pietro dice a Anania, è evidente che avevano detto di aver dato tutto la cifra, quando in realtà avevano dato solo una parte. Quindi, il loro peccato era di aver mentito, non solo agli uomini, ma anche a Dio. Avevano mentito, dicendo di aver dato tutto, per far sembrare che avevano un buon cuore per i bisognosi, quando in realtà, non volevano dare tutto, ma volevano essere visti bene dagli altri.

Lo Spirito Santo è Dio

Prima di considerare il loro peccato, faccio una parentesi, per notare un dettaglio importante. Notate nel versetto 3 che Pietro dice che Anania aveva mentito allo Spirito Santo. Poi, nel versetto 4 Pietro dichiara che Anania aveva mentito a Dio. In questo, vediamo che lo Spirito Santo è Dio. Mentire allo Spirito Santo è mentire a Dio. Vediamo anche che lo Spirito Santo è una persona divina. Ci sono dei gruppi di falsi profeti che vogliano negare la Trinità, e quindi, vogliono negare che lo Spirito Santo sia Dio. Dicono che lo Spirito Santo non è una persona divina, ma solo la forza di Dio. Però non si può mentire ad una forza. Si può mentire solamente ad una persona. In questi due versetti, vediamo che lo Spirito Santo è Dio, e vediamo che Egli è una persona divina

Anania e Saffira

Tornando al peccato di Anania e Saffira, vediamo che sono colpevoli di aver mentito a Dio. Chiaramente, questo è un gravissimo peccato. Come mai hanno mentito per quanto riguarda la cifra per cui avevano venduto il podere? Che cosa li ha spinti a mentire così? Che vantaggio credevano di avere da questa menzogna, facendo credere agli altri che avevano dato tutti i soldi per aiutare i bisognosi?

È importante capire quello che li ha spinti a mentire così, perché anche se non ci troviamo mai in una situazione in cui serve vendere case, o terreni, per aiutare i poveri, possiamo cadere nello stesso peccato in cui sono caduti loro.

La domanda che vorrei considerare è: perché hanno mentito per quanto riguarda la cifra della vendita?

Alla luce del contesto, sembra molto evidente che il motivo per cui hanno mentito era perché volevano essere visti bene dagli altri. Se il loro traguardo fosse stato solo avere più soldi per sé, in quel caso, potevano tenere tutti i soldi per loro stessi. Invece, volevano dare dei soldi in modo visibile a tutti, e volevano far credere agli altri che avevano fatto un grande sacrificio per aiutare coloro che erano nel bisogno. È molto chiaro che stavano cercando l'approvazione degli uomini. Stavano cercando di presentarsi come dei credenti veramente buoni, meglio della maggioranza. Questo uomo e questa donna stavano cercando la gloria degli uomini.

In questo, vediamo quello che spesso porta anche noi a peccare in tanti modi diversi.

Quando desideriamo l'approvazione degli uomini, quando vogliamo essere visti bene da loro, è già peccato in sé, e inoltre ci porterà a peccare in altri modi. Il peccato di desiderare la gloria degli uomini ci spinge a peccare in altri modi.

Nel caso di Anania e Saffira, per essere visti bene dagli altri hanno mentito. E vedremo che questo è un peccato gravissimo. È già peccato desiderare la gloria degli uomini, esso ci porta a peccare in altri modi.

Per esempio, molto spesso, il peccato di voler l'approvazione degli altri ci spinge a mentire. Ci spinge a voler convincere gli altri di qualcosa che non è vero. Vogliamo che ci vedano meglio di quello che siamo. Vogliamo nascondere i nostri difetti o i nostri peccati da loro. Vogliamo apparire diversamente da quello che siamo realmente. E per ottenere questo, dobbiamo in qualche modo, o direttamente o indirettamente, mentire. Prego che possiamo capire quanto la menzogna è un'abomio per Dio. In Apocalisse 21:7,8, leggiamo chi sarà in cielo, e chi ne sarà escluso. Notate che tutti i bugiardi ne saranno esclusi.

“7 chi vince erediterà tutte le cose, e io sarò per lui Dio ed egli sarà per me figlio. 8 ma per i codardi, gl’increduli, gl’immondi, gli omicidi, i fornicatori, i maghi, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno che arde con fuoco e zolfo, che è la morte seconda".” (Apocolisse 21:7-8 LND)

Qualunque forma di menzogna è un grave peccato. E spesso, quando pecchiamo desiderando la gloria degli uomini, ovvero quando vogliamo essere visti bene dagli altri, quando vogliamo nascondere i nostri peccati da loro, quel peccato ci porta anche a mentire.

Altri Modi in Cui Pecchiamo

Il desiderio di ricevere gloria dagli uomini può spingerci a peccare anche in tanti altri modi oltre a mentire. Per esempio, può spingerci a mettere molta enfasi sulla nostra apparenza, in quanto, cerchiamo di usare la nostra apparenza per essere visti bene dagli altri.

Nel mondo di oggi, è normale cercare l'approvazione degli altri, cercare di essere visti bene, cercare di ricevere gloria dagli altri, tramite l'apparenza. Questo è già un peccato in sé. Dobbiamo fare tutto per la gloria di Dio. Quando cerchiamo la gloria per noi stessi, stiamo già peccando.

Anche qua, come nel caso di Anania e Saffira, il peccato di cercare gloria dagli uomini spesso porta ad altri peccati. Per esempio, a volte pecchiamo, cercando di essere apprezzati per la nostra apparenza, spesso, questo spinge una donna a a vestirsi in modo inappropriato per mettere in mostra il suo corpo. In realtà, quando la Bibbia insegna ad essere modesti, il senso è di non cercare l'attenzione per noi stessi. Quindi, mettere enfasi sulla nostra apparenza per essere visti bene dagli altri è il contrario di vivere per la gloria di Dio. E può spingere una donna a non proteggere il suo onore. Può anche spingere a spendere più del necessario.

Un altro modo in cui spesso cerchiamo l'approvazione degli uomini è cercare attenzione in altri modi. Per esempio, certe persone cercano di essere il centro dell'attenzione parlando tanto, o cercando di far ridere gli altri. Anche in questo caso la persona sta cercando la propria gloria, anziché la gloria di Dio. Quindi già in sé questo è sbagliato. Inoltre, molto spesso chi cerca attenzione scherzando o facendo battute arriva a dire cose non buone. E così, il peccato di desiderare gloria per se stesso spinge anche ad altri peccati, per esempio ad un modo impuro di parlare.

Un altro modo in cui possiamo cercare l'approvazione degli uomini è innalzando noi stessi, parlando bene di noi stessi. Si vede questo peccato in chi ha la tendenza a parlare di se stesso, di quanto ha fatto bene, o di quanto è bravo. Oppure, parla di come non sia stato apprezzato quanto merita. Oppure, parla di questa o quell'altra persona importante che conosce, perché così facendo cerca di attirare su di sé un po' di quell'importanza. Per quanto riguarda la pratica di innalzare se stessi, la Bibbia condanna questo comportamento ripetutamente. In Proverbi 27:2 leggiamo:

“ti lodi un altro e non la tua bocca, un estraneo e non le tue labbra.” (Prov 27:2 LND)

e ancora in Proverbi 25:27

“mangiare troppo miele non è bene, e ricercare la propria gloria non è gloria.” (Proverbi 25:27 LND)

Chi cerca la propria gloria, non arriva mai ad avere la vera gloria. Chi raccomanda se stesso, ha una raccomandazione che non ha valore. Vi leggo 2Corinzi 10:18

“poiché non colui che raccomanda se stesso è approvato, ma colui che il Signore raccomanda.” (2Co 10:18 LND)

Innalzare se stessi è un peccato, e Dio abbasserà quelle persone In Matteo 23, Gesù Cristo dichiara:

“or chiunque si innalzerà sarà abbassato; e chiunque si abbasserà sarà innalzato,” (Mat 23:12 LND)

Innalzarci è un peccato. Non importa il modo in cui cerchiamo di innalzarci, non importa il modo in cui cerchiamo gloria o approvazione dagli uomini. È un peccato. Chi lo fa sarà abbassato.

Quello che dovremmo fare è abbassarci, come leggiamo in Giacomo:

“Umiliatevi davanti al Signore, ed egli vi innalzerà.” (Giacomo 4:10 LND)

Quindi, è un grave peccato innalzare noi stessi, e così cercare l'approvazione degli uomini. Ci sono tanti altri modi in cui cerchiamo di innalzare noi stessi. Certi lo fanno cercando di essendo bravi nello sport, o a scuola, o nel parlare, o in tanti altri modi.

Non importa in che modo cerchiamo di innalzare noi stessi, è sempre un modo per i cercare la gloria per noi stessi. Questo è sempre peccato in sé, perché non è cercare la gloria di Dio. Notiamo il comandamento che leggiamo in 1Corinzi 1:31

“chi si gloria, si glori nel Signore” (1Corinzi 1:31 LND)

Quindi, qualunque modo in cui cerchiamo gloria per noi stessi, che possiamo anche descrivere come cercare l'approvazione degli uomini, è peccato, perché non è cercare la gloria di Dio.

E quando pecchiamo cercando gloria per noi stessi, molto spesso, quel peccato ci spinge a peccare in altri modi Vediamo questo in Anania e Saffira, che volevano essere notati dagli altri, e questo, insieme ad un certo attaccamento ai soldi, ha spinto loro a mentire per quanto riguarda la cifra per cui avevano venduto quel campo

Prego che possiamo vedere la gravità del peccato di voler essere visti bene dagli uomini. Dovremmo piuttosto voler vivere per la gloria di Dio. Infatti, quando noi viviamo per la nostra gloria, il nostro cuore non sarà mai soddisfatto. Saremo soddisfatti solo se viviamo per Dio.

la Purezza della Chiesa

Vorrei tornare al nostro brano in Atti. È importante capire che un peccato in mezzo alla chiesa contamina la chiesa. In questo brano, vediamo che Dio richiede una chiesa pura. Quello che è successo ad Anania e a Saffira ci mostra quanto il peccato nella chiesa è una grave offesa a Dio. Leggo ancora dal versetto 1, ma questa volta leggiamo fino al versetto 6.

“1 Ma un certo uomo, di nome Anania, con sua moglie Saffira, vendette un podere, 2 e trattenne per sé una parte dell’importo d’accordo con la moglie, e andò a deporre il resto ai piedi degli apostoli. 3 Ma Pietro disse: "Anania, perché ha Satana riempito il tuo cuore per farti mentire allo Spirito Santo e trattenere una parte del prezzo del podere? 4 Se questo restava invenduto, non rimaneva tuo? E il ricavato della vendita non era forse a tua disposizione? Perché ti sei messo in cuore questa cosa? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio!". 5 All’udire queste cose, Anania cadde e spirò. E una grande paura venne su tutti coloro che udirono queste cose. 6 Allora si alzarono alcuni giovani, lo avvolsero, lo portarono fuori e lo seppellirono.” (Atti 5:1-6 LND)

Subito dopo che Pietro dichiarò ad Anania il suo peccato, Anania cadde e muore sul posto! I giovani lo portarono fuori e lo seppellirono.

Che cosa è successo qua? Qua, vediamo il giudizio di Dio contro il peccato, per proteggere la gloria del suo nome, e la purezza della giovane chiesa.

È chiaro nella Bibbia, e anche dall'esperienza, che Dio non punisce ogni peccato fra i credenti così, in modo visibile e immediato. Tanti membri della chiesa mentono, tanti cercano gloria dagli uomini, e peccano in altri modi, senza morire subito per i loro peccati.

Per la pazienza di Dio è così. Però, la morte di Anania ci insegna una lezione importante.

Consideriamo la situazione qua in Atti 5. Prima di tutto, ricordate che i credenti erano ripieni di Spirito Santo. Dio stava compiendo grandi opere tramite loro. La Chiesa era nata da poco, e Dio stava mostrando al mondo la sua gloria tramite la Chiesa. Perciò, a questo punto, il peccato di Anania era una macchia sulla purezza della giovane Chiesa. A questo punto, quella macchia avrebbe potuto danneggiare molto la chiesa. Dio è geloso della sua gloria, e quindi, ha deciso di punire il peccato di Anania in modo drastico e immediato, per mostrare a tutti quanto il peccato è grave agli occhi di Dio.

Timore di Dio

Vediamo dalla reazione di tutti che la morte di Anania per aver mentito a Dio è stata usato per fare capire a tutti la serietà del rapporto con Dio e la necessità di santità. Leggo la reazione di tutti nel versetto 5

“E una grande paura venne su tutti coloro che udirono queste cose.”

Questo tutti comprende sia i credenti che facevano parte della chiesa, sia le persone di fuori. La notizia di questo avvenimento si è sparsa anche al di fuori della chiesa.

Dio non sempre fa morire, ma in realtà, la disciplina è più comune di quanto ci rendiamo conto. In 1Corinzi 11, parlando del fatto che tanti credenti non camminavano in sanità, Paolo dichiara:

“per questa ragione fra voi vi sono molti infermi e malati, e molti muoiono.” (1Corinzi 11:30 LND)

Anche oggi, molte malattie e anche la morte di credenti fanno parte della disciplina di Dio. Non sempre arriva in modo così diretto e visibile, però, è importante che comprendiamo che ancora oggi, Dio disciplina per purificare la chiesa.

È anche vero che spesso, Dio è paziente, e manda avvertimenti prima di mandare la sua disciplina. Spetta sempre a Dio decidere quando agire e quando rimandare.

Grazie a Dio possiamo trovare un rifugio in Cristo, però, è anche importante avere il giusto timore di Dio, che ci aiuta a camminare in santità.

Infatti, quando i credenti hanno la giusta paura di Dio, la chiesa è più benedetta. Nel Nuovo Testamento, troviamo la stessa parola greca tradotta sia paura che timore. Vi leggo alcuni brani che parlano di come i credenti avevano timore di Dio, per esempio, vi leggo Atti 9:31

“così le chiese in tutta la giudea, la Galilea e la Samaria avevano pace ed erano edificate. E, camminando nel timore del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, moltiplicavano.” (At 9:31 LND)
“or questo fu risaputo da tutti i Giudei e greci che abitavano ad Efeso, e furono tutti presi da paura, e il nome del Signore Gesù era magnificato.” (At 19:17 LND)

Qua, leggiamo che gli uomini lontani da Dio avevano timore di Dio, e così, Cristo era magnificato.

In 2Corinzi 7:1 troviamo un'esortazione in merito a come vivere la vita cristiana. Notate che per compiere la nostra santificazione, occorre il timore di Dio. Nei seguenti versetti, la parola greca tradotta con timore è la stessa parola che qua in Atti 5 è tradotta paura. Leggo 2Corinzi 7:1

“avendo dunque queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni contaminazione di carne e di spirito. compiendo la nostra santificazione nel timore di Dio.” (2Corinzi 7:1 LND)

Anche Filippesi 2:12 parla di come crescere nella salvezza, e anche qua, vediamo che il timore di Dio è una parte centrale.

“perciò, miei cari, come mi avete sempre ubbidito non solo quando ero presente, ma molto più ora che sono assente, compite la vostra salvezza con timore e tremore,” (Filippesi 2:12 LND)

Ci sono tanti altri versetti simili, ma credo che avete già visto il punto importante. Una parte centrale della vita cristiana è avere timore di Dio. Timore di Dio non è una paura che ci ostacola dall'avere pace a gioia. Piuttosto, il timore di Dio ci fa ricordare che Dio è santo, e che ogni peccato è grave, e può suscitare l'ira di Dio e la sua severa disciplina. Il timore di Dio ci aiuta a camminare in santità, che è la chiave per godere la gioia della salvezza.

Quando il peccato ci attira, il timore di Dio ci aiuta a riconoscere il peccato per quello che è per poterlo evitare.

Quando non abbiamo timore di Dio, cadiamo nel peccato. Quando invece abbiamo timore di Dio, camminiamo in santità, e così, possiamo godere il frutto dello Spirito. Avremo la gioia e la pace quando abbiamo il timore di Dio.

Quindi, quando Dio opera per aiutare la chiesa ad avere timore di Dio, è un atto di amore e bontà da parte di Dio. Il fatto che Dio ha fatto morire Anania era un atto di bontà da parte Sua. Tramite questo atto, Dio ha aiutato i credenti, e anche persone al di fuori della chiesa, ad avere timore di Dio.

La disciplina di Dio nella nostra vita non è mai piacevole al momento, però, porta un buon frutto, come leggiamo in Ebrei 12, dove usa la parola “correzione” per descrivere la disciplina di Dio.

“ogni correzione infatti, sul momento, non sembra essere motivo di gioia ma di tristezza; dopo però rende un pacifico frutto di giustizia a quelli che sono stati esercitati per mezzo suo.” (Ebrei 12:11 LND)

La disciplina di Dio può essere dolorosa, però, produce un buon frutto. È il modo in cui Dio ci purifica da quei peccati che non vogliamo lasciare per conto nostro. È tanto meglio scegliere per conto nostro di camminare in santità. Purtroppo, a volte siamo così stolti da scegliere il peccato. Grazie a Dio che Egli ci ama così tanto, e ama tutta la sua chiesa, che Egli è pronto anche a mandare la disciplina necessaria, perfino la morte fisica, per purificarci e per purificare la chiesa.

E così, in questo caso, facendo morire Anania, tutti ebbero paura. Dio stava purificando la sua chiesa.

Anche la Moglie

Andiamo avanti, e leggiamo dal versetto 7 al 11. Qua, vediamo che la stessa cosa succede con Saffira, la moglie di Anania, visto che anche lei era colpevole dello stesso peccato di suo marito. Leggo dal v.7.

“7 Or circa tre ore più tardi entrò anche sua moglie, ignara dell’accaduto. 8 E Pietro le rivolse la parola, dicendo: "dimmi avete voi venduto il podere per tanto?". ed ella rispose: "sì, per tanto". 9 Allora Pietro le disse: "perché vi siete messi d’accordo di tentare lo spirito del Signore? Ecco, i piedi di coloro che hanno sepolto tuo marito sono all’uscio e porteranno via anche te". 10 In quel momento ella cadde ai suoi piedi e spirò. E i giovani, entrati, la trovarono morta, la portarono via e la seppellirono accanto a suo marito. 11 Così una grande paura venne su tutta la chiesa e su tutti coloro che udivano queste cose.” (Atti 5:7-11)

Anche qua, Pietro conferma che anche lei aveva mentito insieme al marito. Poi, essendo Pietro riempito dello Spirito Santo, riconosce che Dio sta per far morire anche lei, e dichiara questo a lei. Così anche lei cadde e morì, e i giovani che avevano seppellito suo marito arrivano, e portano fuori lei per seppellirla accanto a suo marito.

Nel versetto 11, dichiara “Così una grande paura venne su tutta la chiesa e su tutti coloro che udivano queste cose.” Di nuovo, vediamo che Dio benedice la chiesa, aiutandola ad avere quel santo timore che serve per poter camminare in santità. Questo timore si estendeva anche a quelli al di fuori della chiesa che sentivano queste cose. In questo modo, i loro cuori erano preparati per l'Evangelo.

O che Dio possa scegliere di operare potentemente anche in mezzo a noi, per preparare più persone per la salvezza, e per aiutare la chiesa a camminare in santità!

Grazie a Dio

Il messaggio di questo brano è chiaro. Dio odia il peccato, e a volte sceglie di purificare la Chiesa anche in modo drastico.

Dio stava benedicendo grandemente la chiesa di Gerusalemme. Aveva riempito i credenti di Spirito Santo, in modo che la loro testimonianza fosse potente. Erano una grande luce per Dio.

In mezzo a questa opera di Dio nella chiesa, una coppia hascelto la via del peccato. Volevano la gloria dell'uomo, anziché vivere per la gloria di Dio. Questo loro desiderio li ha spinti a mentire, facendo credere che stavano facendo qualcosa di grande per la gloria di Dio. La disciplina di Dio fu immediata ed era severa.

O che possiamo imparare l'importanza di purificarci, e di avere timore di Dio, per evitare il peccato.

O che possiamo capire che il peccato di desiderare la gloria dagli uomini è un grave peccato, che ci allontana da Dio, e inoltre, ci spinge a commettere tanti altri peccati. Quanto tempo e energia sprechiamo preoccupandoci di quello che gli altri pensano di noi, o impegnandoci per essere visti bene dagli altri. Solo Dio può benedirci. Viviamo per Dio.

Non viviamo per noi stessi! Viviamo per la gloria di Dio. Questa è la vita abbondante che Cristo ci offre. Valutiamo tutto quello che facciamo. Non viviamo più per essere visti bene dagli uomini. Impegniamoci totalmente per la gloria di Dio.

Che liberazione, quando non ci pesa più come gli altri ci vedono, ma piuttosto vogliamo che vedono Cristo in noi. O che questo possa essere il nostro desiderio. O che possiamo avere timore di Dio, per camminare in santità, affinché possiamo essere uno strumento per la sua gloria.