Aiuto Biblico

Uniti in un Sol Cuore, Vero Amore - Atti 4:32-37

Sermone di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per domenica, 19 maggio, 2013 ----cmd ap -----
parole chiavi: amore fraterno, unità cristiana, vivere per la gloria di Dio, Atti, aiutare gli uni gli altri, soldi

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Vuoi una vita che vale? Allora, devi vivere per qualcosa di molto più grande di te! Devi vivere per qualcosa di eterno, devi vivere per la gloria di Dio. Allora la tua vita avrà un valore eterno.

Se siamo salvati, abbiamo il privilegio di far parte del regno di Dio, e di essere parte di quello che Dio sta facendo sulla terra, che porterà gloria a Dio per tutta l'eternità.

Unità (una mente, un solo cuore)

Nel nostro studio di Atti, siamo arrivati al capitolo 4, e siamo pronti per il versetto 32. Abbiamo visto che Dio ha operato grandemente per mezzo dei credenti. Nel versetto 32, vediamo una qualità che è fondamentale se vogliamo essere strumenti nelle mani di Dio. Quella che troviamo qui è una chiave per essere usati potentemente da Dio. Leggiamo il versetto 32.

32 E il gran numero di coloro che avevano creduto era di un sol cuore e di una sola anima; e nessuno diceva esser suo quello che aveva, ma tutte le cose erano in comune fra di loro.

Dio stava operando potentemente in questi credenti, perché questi credenti erano di un sol cuore e di una sola anima. Abbiamo visto questa qualità già altre volte in Atti. Questi credenti non avevano a cuore i propri interessi, ma erano uniti nel cercare la gloria di Dio.

Quando ognuno di noi cerca i propri interessi, Dio non opererà grandemente per mezzo nostro. Quando invece siamo uniti nel cercare la gloria di Dio, allora, Egli opera potentemente in noi.

Infatti, leggendo il versetto 33 vediamo che Dio era grandemente all'opera in loro, tramite gli apostoli. C'era grande grazia di Dio sopra tutti loro. Leggo il versetto 33.

33 E gli apostoli con grande potenza rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù; e grande grazia era sopra tutti loro.

Non c'è nulla nel mondo paragonabile ad avere grande grazia di Dio sopra di noi. Questa è la vita che conta, la vita che vale, la vita che porta gloria a Dio e soddisfa il nostro cuore. E noi avremo grande grazia di Dio quando siamo uniti in un sol cuore e in una sola anima, impegnandoci per la gloria di Dio.

Aiutarci gli uni gli altri

Visto che questi credenti erano di un solo cuore, non è strano quello che leggiamo nei versetti 34 e 35.

34 infatti non vi era alcun bisognoso fra di loro, perché tutti coloro che possedevano poderi o case li vendevano e portavano il ricavato delle cose vendute, 35 e lo deponevano ai piedi degli apostoli, poi veniva distribuito a ciascuno, secondo il suo particolare bisogno.

Questi credenti non pensavano ognuno a se stesso, piuttosto tutti pensavano alla gloria di Dio. E perciò, comprendevano che tutto quello che avevano apparteneva a Dio. A quel punto, era naturale per chi aveva di più aiutare chi fra di loro aveva qualche bisogno. Non sappiamo i dettagli, ma è evidente che c'erano vari credenti che avevano grandi bisogno economici. In quel tempo, essere nel bisogno era più di quell che oggi sarebbe non poter pagare qualche bolletta, o non avere soldi per la benzina per la macchina. Piuttosto, essere nel bisogno voleva dire non avere da mangiare. Quindi, i bisognosi avevano veri bisogni.

E quando c'erano bisogni, c'erano credenti pronti a dare, molto più di una piccola offerta. Piuttosto questi credenti erano pronti a vendere poderi e case per aiutare molto gli altri.

Non davano solo quel che era per loro il superfluo, davano doni di grande valore. Questo è un esempio dell'amore che avevano gli uni per gli altri.

Dobbiamo chiederci: questo esempio era qualcosa di insolito, oppure, Dio intende che questo deve essere l'atteggiamento dei credenti anche oggi?

La risposta sta in tanti brani che troviamo in tutta la Bibbia.

Per esempio, c'è 1Giovanni 3:16-18

“16 da questo abbiamo conosciuto l’amore: egli ha dato la sua vita per noi anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli. 17 ora, se uno ha dei beni di questo mondo e vede il proprio fratello che è nel bisogno e gli chiude le sue viscere, come dimora in lui l’amore di Dio? 18 Figlioletti miei, non amiamo a parole né con la lingua, ma a fatti e in verità.” (1Giov 3:16-18 LND)

Qua, è chiaro che Dio intende che il nostro amore sia pratico, e non solo belle parole Dobbiamo aiutare chi è nel bisogno.

Leggo Deuteronomio 15:7-11, che viene dalla legge data a Mosè. Ricordate che quello che prestavano, quando arrivava l'anno della remissione, ogni debito doveva essere cancellato. Quindi, prestare il sesto anno, per esempio, voleva dire non essere ripagato. Tenete questo in mente mentre leggiamo Deuteronomio 15:7-11.

“7 se vi sarà qualche tuo fratello bisognoso in mezzo a te, in alcuna delle tue città del paese che l’Eterno, il tuo DIO, ti dà, non indurirai il tuo cuore e non chiuderai la tua mano davanti al tuo fratello bisognoso; 8 ma gli aprirai generosamente la tua mano e gli presterai quanto gli occorre per venire incontro al bisogno in cui si trova. 9 Bada che non vi sia alcun cattivo pensiero nel tuo cuore, che ti faccia dire: "il settimo anno, l’anno di remissione, è vicino," e il tuo occhio sia cattivo verso il tuo fratello bisognoso e tu non gli dia nulla; egli griderebbe contro di te all’Eterno e ci sarebbe del peccato in te. 10 Dàgli generosamente, e il tuo cuore non si rattristi quando gli dai, perché proprio per questo, l’Eterno, il tuo DIO, ti benedirà in ogni tuo lavoro e in ogni cosa a cui porrai mano. 11 poiché i bisognosi non mancheranno mai nel paese, perciò io ti do questo comandamento e ti dico: "apri generosamente la tua mano a tuo fratello, al tuo povero e al tuo bisognoso nel tuo paese".” (Deut 15:7-11 LND)

In questo passo, Dio ricorda al suo popolo che quello che avevano veniva da Dio, e perciò, dovevano aiutare, con cuore generoso, chi si trovava nel bisogno. Passo ad Ebrei 13:16

“E non dimenticate la beneficenza e di far parte dei vostri beni agli altri, perché Dio si compiace di tali sacrifici.” (Ebrei 13:16 LND)

Dio vuole che facciamo parte dei nostri beni agli altri, chiaramente, agli altri che sono nel bisogno.

Se questo ci sembra difficile, dobbiamo ricordare che in realtà, noi eravamo spiritualmente poveri, e Colui che è ricco, Gesù Cristo, è diventato povero, per poter provvedere a noi. Trovate 2Corinzi 8:9-15.

Notate quello che Cristo ha fatto per noi, e poi, come dovremmo vivere come conseguenza di questo. Notate specificamente la grandezza di quello che Gesù Cristo ha dato per noi. Non era solo quello che Gli avanzava. Egli ha dato tutto. Paolo presenta Gesù Cristo come un esempio per noi, per spiegare come dovremmo aiutare chi è nel bisogno. Leggo 2Corinzi 8:9-15.

“9 voi conoscete infatti la grazia del Signor nostro Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. 10 A questo riguardo vi do un consiglio, perché questo è utile a voi, che fin dall’anno scorso non solo cominciaste a fare, ma anche a volere. 11 Ora compite anche il fare affinché, come vi è stata la prontezza del volere, così vi sia pure il compimento secondo le vostre possibilità. 12 Se infatti c’è la prontezza d’animo, uno è accettevole secondo quello che ha e non secondo ciò che non ha. 13 Però non si vuole mettere sotto pressione voi per dar sollievo agli altri, 14 ma solo seguire un criterio di uguaglianza; che al presente la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, affinché anche la loro abbondanza sia impiegata a supplire alla vostra indigenza, perché vi sia uguaglianza, 15 Secondo quel che sta scritto,: "chi ne aveva raccolto molto, non ne ebbe di più, e chi poco, non ne ebbe di meno".” (2Co 8:9-15 LND)

Notate in questo brano che Gesù Cristo, che era ricco, spiritualmente ricchissimo, si è fatto povero per noi.

Prima di considerare quanto dovremmo aiutare gli altri, dobbiamo fermarci per considerare quello che Gesù Cristo ha fatto per noi. Il nostro debito con Dio era immenso, un debito che non avremmo mai potuto pagare. A causa del nostro debito avevamo davanti la condanna e il tormento eterno.

Dio ci ha condonato quel debito, cancellandolo dal nostro conto, perché Gesù Cristo lo ha preso sul suo conto.

Allora visto che Gesù ha dato tutto per salvarci, giustamente, Dio ci insegna ad avere un cuore pronto a dare agli altri. Il motivo per cui noi dovremmo essere prontissimi a dare agli altri, senza tener conto del costo, è perché noi abbiamo ricevuto il dono più grande possibile da Dio, pagato da Gesù Cristo, che non ha tenuto conto del costo.

Notate che questo brano insegna di dare in base a quello che uno ha. Parla del principio di uguaglianza. Cioè, uno non deve dare al punto che ha meno di quello che ha colui che riceve. Se Giorgio ha 100, e Paolo ha solo 10, Giorgio non devi dare a Paolo 90 in modo che Paolo ha 100 e Giorgio ha 10. Quello che Dio ci insegna in questo brano è di dare in base a quello che abbiamo, in modo che chi ha di più aiuti chi ha di meno. Questo è l'amore messo in pratica. Come abbiamo letto in 1Giovanni, non c'è vero amore se si chiude la porta in faccia a chi ha bisogno.

Chiaramente, non dobbiamo limitarci ad aiutare solamente chi viene alla nostra porta. Infatti, il contesto di 2Corinzi è che c'erano credenti a Gerusalemme che si trovavano nel bisogno, e Paolo scriveva ai credenti di Corinto chiedendo loro di aiutare i credenti di Gerusalemme. Quindi, era un aiuto per i credenti di un'altra città, lontana da loro. L'amore per gli altri credenti non è limitato a quelli intorno a noi.

La Bibbia ci insegna ad imitare Gesù Cristo, e in questo brano impariamo che imitare Cristo comprende anche dare dei nostri beni materiali per aiutare chi è nel bisogno.

E nella Bibbia troviamo tanti brani che ci insegnano ad aiutare chi è nel bisogno.

Per esempio, guardiamo insieme Isaia 58, in cui leggiamo di quello che è il digiuno che piace a Dio. I Giudei erano abituati a fare digiuni come un'opera religiosa, fatta in modo da mettersi in mostra davanti agli altri. Ma non è quello il digiuno che Dio vuole. Leggiamo Isaia 58:6-10, che descrive il digiuno che Dio vuole da noi.

“6 il digiuno di cui mi compiaccio non è forse questo: spezzare le catene della malvagità, sciogliere i legami del giogo rimandare liberi gli oppressi, spezzare ogni giogo? 7 Non consiste forse nel rompere il tuo pane con chi ha fame, nel portare a casa tua i poveri senza tetto, nel vestire chi è nudo, senza trascurare quelli della tua stessa carne? 8 Allora la tua luce irromperà come l’aurora e la tua guarigione germoglierà prontamente, la tua giustizia ti precederà e la gloria dell’Eterno sarà la tua retroguardia. 9 Allora chiamerai e l’Eterno ti risponderà, griderai ed egli dirà: eccomi! Se tu togli di mezzo a te il giogo, il puntare il dito e il parlare iniquo. 10 Se provvedi ai bisogni dell’affamato e sazi l’anima afflitta, allora la tua luce sorgerà nelle tenebre e la tua oscurità sarà come il mezzogiorno.” (Isa 58:6-10 LND)

Avete notato che l'aspetto principale del digiuno che piace a Dio è quello di aiutare chi sta nel bisogno? Dio vuole che ognuno viva impegnandosi ad aiutare coloro che sono nel bisogno. Questi bisogni possono essere di tanti tipi. Qui parla di spezzare le catene della malvagità, e sciogliere i legami degli oppressi. Poi parla molto di aiutare chi ha un bisogno economico, qui descritto come chi ha fame, e chi è senza tetto, e chi è senza vestiti. Parla di provvedere ai bisogni dell'affamato, e saziare l'anima afflitta.

Così siamo la Luce del Mondo

Notate che tutto questo ci porta ad essere luce, in altre parole, ci porta a rispecchiare Dio nel mondo! Gesù dichiara in Matteo 5 che noi siamo la luce del mondo. Tanti altri brani parlano del fatto che siamo luce, ci chiamano a camminare nella luce, perché siamo figli di luce. Questo brano in Isaia ci aiuta a capire un aspetto importante di cosa vuol dire camminare come figli di luce. Vuol dire impegnarci ad aiutare chi è nel bisogno.

Allora, i tanti brani della Bibbia che ci insegnano di aiutare chi è nel bisogno non sono solo per certi credenti in certi momenti. Fanno parte di quella che è la vera vita cristiana. Fanno parte di come essere luce in questo mondo di tenebre. Allora, dobbiamo capire che il nostro brano in Atti 4 non è un semplice racconto storico, ma è un esempio di come vivono i veri credenti quando sono ripieni di Spirito Santo! Quando siamo ripieni di Spirito, quando il nostro desiderio è quello di vivere per la gloria di Dio, quando siamo uniti in una sola mente e un solo cuore, allora anche noi ci identificheremo come membri dello stesso corpo, e avremo un grande amore gli uni per gli altri, compreso per i nostri fratelli sparsi nel mondo.

Era volontario

È importante notare che quello che i credenti facevano lì a Gerusalemme era tutto volontario. Non era qualcosa che erano costretti a fare. Voglio leggere di nuovo Atti 4:34,35.

“Infatti non vi era alcun bisognoso fra di loro, perché tutti coloro che possedevano poderi o case li vendevano e portavano il ricavato delle cose vendute, e lo deponevano ai piedi degli apostoli, poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo particolare bisogno.”

Notate che questo non era qualcosa che gli apostoli comandavano. Solo chi voleva vendeva quello che aveva, solo chi voleva portava questi doni ai piedi degli apostoli. Non era gestito da qualcuno al di sopra di loro. Piuttosto, ognuno agiva con amore per conto proprio.

E questo è il punto importante da notare. Questi credenti erano disposti a fare questi immensi sacrifici perché avevano cuori pieni di amore gli uni per gli altri, ed erano uniti nel desiderio di vivere per la gloria di Dio. Consideravano questo la cosa più importante.

È come l'apostolo Paolo dichiara in Atti 20:24

“ma io non ne tengo alcun conto e la mia propria vita non mi è cara, pur di terminare con gioia il mio corso e il ministero che ho ricevuto dal Signore Gesù, che è di testimoniare pienamente l’evangelo della grazia di Dio.” (Atti 20:24 LND)

Quando vediamo il valore di Gesù Cristo, quando vediamo quello che abbiamo in Cristo, quando la nostra gioia è di vedere Gesù Cristo glorificato, allora, non terremo conto della nostra vita, ma troveremo la nostra gioia nel vivere per la gloria di Dio! Una parte di questo sarà avere grande gioia quando possiamo dare per aiutare gli altri.

Secondo il bisogno – Evitando Disonestà

Voglio notare che le persone che davano portavano quello che volevano dare agli apostoli. E poi, quello che era dato veniva distribuito a ciascuno secondo il suo particolare bisogno. Che cosa vedete qua, in merito al fatto di evitare cose disoneste?

In questo, vediamo che questo dare era con ordine e in modo trasparente. Mi spiego, perché questo è molto importante da capire.

Questo modo di dare evitava che qualcuno poteva ricevere doni da più persone, che non sapevano quanto gli altri avevano dato, in modo da ricevere più del suo bisogno. Evitava la tentazione di essere disonesti, e in più, proteggeva tutti da accuse false.

Per rendere questo più chiaro, vi spiego quello che sarebbe stato il contrario. Se coloro che avevano bisogno avessero solo sparso la voce che avevano bisogno, chi aveva da dare avrebbe potuto dare personalmente e direttamente a chi aveva bisogno. Ma facendo così, quella persona che aveva bisogno, avendo sparsa la voce a più persone, avrebbe potuto ricevere tutto quello che era necessario da più persone. In quel caso, ci sarebbe stata la tentazione di non dire nulla, e così di avere molto di più di quanto era il suo reale bisogno. Se io dico: ho bisogno di 100 euro per pagare una bolletta, e cinque persone decidono di darmi 100 euro, potrei avere molto più del necessario.

Oppure, poteva succedere il contrario. Se tutto fosse stato dato personalmente, uno avrebbe potuto accusare chi riceveva di aver ricevuto più di quanto realmente avesse ricevuto.

Invece, passando tutto per le mani degli apostoli si teneva una forma di contabilità, in modo che si sapeva quali erano i bisogni, e quanto era stato dato a ciascuna di quelle persone. Così, era tutto fatto con ordine, senza dare né troppo, né troppo poco a chi era nel bisogno.

Vediamo questo impegno di gestire in modo attento le cose quando si tratta di soldi in altri esempi della Bibbia. Per esempio, in 2Corinzi 8:16-24, l'apostolo Paolo spiega ai credenti a cui aveva chiesto un'offerta per aiutare i credenti di Gerusalemme che lui stava mandando vari uomini per raccogliere quest'offerta. Egli spiega che mandava uomini approvati, in modo che era tutto fatto in modo trasparente e palese, per evitare qualunque tipo di accusa. Notate che lui dichiara che aveva cura di gestire i beni non solo davanti al Signore, ma anche davanti agli uomini. Leggiamo questo brano, 2Corinzi 8:16-24

“16 Ora ringraziato sia Dio, che ha messo nel cuore di Tito la stessa sollecitudine per voi, 17 poiché non solo egli accettò l’esortazione, ma si mise in cammino per venire da voi, spontaneamente e con grande diligenza. 18 Con lui abbiamo mandato il fratello la cui lode nella predicazione dell’evangelo si è sparsa in tutte le chiese, 19 e non solo questo, ma è anche stato scelto dalle chiese per essere nostro compagno di viaggio con questo dono che noi amministriamo alla gloria del Signore stesso, come dimostrazione della prontezza del vostro animo, 20 evitando questo: che nessuno ci biasimi in questo generoso dono che è da noi amministrato, 21 avendo cura di agire bene non solo davanti al Signore, ma anche davanti agli uomini. 22 Or noi abbiamo mandato con loro il nostro fratello, che abbiamo provato spesse volte in molte cose e trovato essere zelante, ma ora è ancora più zelante per la grande fiducia che ha in voi. 23 Quanto a Tito, egli è mio collaboratore e compagno d’opera in mezzo a voi quanto ai fratelli, essi sono apostoli delle chiese, gloria di Cristo. 24 Date dunque loro la prova del vostro amore e della ragione per cui ci gloriamo di voi anche davanti alla chiese.” (2Cor 8:16-24 LND)

Avete notato quanto impegno Paolo aveva nel fare le cose in modo di evitare qualunque tipo di biasimo o accusa? Cioè, nonostante che tutti gli uomini coinvolti fossero onesti, Paolo capiva l'importanza di fare tutto attraverso dei controlli. Questo perché se le cose non vengono fatte con una certa trasparenza e ordine, possono nascere dei dubbi, e delle accuse. E questo può danneggiare l'opera di Dio. Quindi in realtà ripetutamente nella Bibbia vediamo l'importanza di gestire i soldi in modo che non ci possono essere accuse.

Ed è proprio quello che vediamo nel nostro brano in Atti 4. I credenti di Gerusalemme che volevano aiutare gli altri non davano direttamente, ma portavano tutto agli apostoli, che poi gestivano i doni in modo che venivano distribuito secondo il particolare bisogno di ciascuno. Qui vediamo che c'era molta cura anche nel capire quali erano i veri bisogni. Anche noi dovremmo sempre gestire i soldi con molta cura e attenzione per evitare problemi.

Chiaramente, questo non esclude che ci possono essere casi in cui un fratello aiuta un altro fratello direttamente. Però, è sempre importante che le cose vengano fatte in modo da evitare problemi, e anche per evitare tentazioni. Se una persona sa di un'altra persona che è nel bisogno, e nessun altro lo sa, certamente può aiutarla. Ma quando un bisogno è riconosciuto da più persone, solitamente è utile che l'aiuto per quella persona venga un po' gestito, per evitare biasimi.

È molto importante che ci sia questa cura per quanto riguarda il sostegno verso coloro che servono il Signore. Se un servitore di Dio accetta doni direttamente da più persone, crea il problema che le persone che danno a quell'uomo non sanno quello che danno gli altri. Quindi, è molto possibile che quell'uomo riceva molto più di quanto gli altri potrebbero immaginare o sapere. Questa situazione potrebbe tentare lui, e potrebbe anche lasciarlo esposto ad essere accusato falsamente.

Quindi, in questi casi, è importante che ci sia un modo in cu quello che viene dato viene gestito da qualcuno, magari una Chiesa locale, che raccoglie e gestisce i soldi che vengono dati per aiutare quel fratello. In quel modo, tutto viene fatto in modo trasparente e così si evita la tentazione per lui e anche il rischio di false accuse.

Dio è un Dio santo, e ci insegna a vivere in santità in ogni aspetto della vita.

L'Esempio di Barnaba

A questo punto nel brano, in Atti 4:36,27, Luca ci presenta Barnaba, che avrà un ruolo importante più avanti in questo libro. Leggo questi versetti, e poi, faccio qualche commento.

36 or Iose, soprannominato dagli apostoli Barnaba (che significa: "Figlio di consolazione"), levita, originario di Cipro. 37 avendo un campo lo vendette e portò il ricavato e lo depose ai piedi degli apostoli.” (Atti 4:23-37 LND)

Due o tre commenti che possiamo trarre da questo brano. Prima di tutto, il fatto che Luca scrive questo di Barnaba ci indica che non tutti facevano questo. Nei versetto 34, abbiamo letto

“infatti non vi era alcun bisognoso fra di loro, perché tutti coloro che possedevano poderi o case li vendevano e portavano il ricavato delle cose vendute,” (Atti 4:34 LND)

Molto spesso nella Bibbia, la parola “tutti” non vuol dire tutti in senso assoluto. E anche qua, è probabile che non tutti, in senso assoluto, che avevano case o poderi li vendevano. Perciò, Luca riteneva valido menzionare Barnaba in modo particolare, per mostrare qualcosa del suo cuore. Vediamo che egli aveva un cuore rivolto a Dio, e aveva un grande amore per gli altri. Questo ci aiuta a conoscerlo, prima che appaia di nuovo in Atti 9.

Barnaba era un soprannome che voleva dire “Figlio di consolazione”. A ciascuno chiedo: tu, con quale soprannome potresti essere conosciuto? Hai una vita che in qualche modo influisce sugli altri nel loro cammino verso Dio? Prego che ciascuno di noi che è un credente possa vivere in modo da essere usato molto da Dio nella vita degli altri, come lo fu Barnaba. Quella è una vita che conta.

Verità da Ricordare

Allora, con l'esempio di Barnaba, fermiamoci, per ripassare le verità che abbiamo visto in questo brano.

Più di tutto, abbiamo visto che questi credenti, che erano ripieni di Spirito Santo, erano uniti in un sol cuore e una sola anima. Questa è una cosa bellissima.

Come possiamo noi essere uniti di un sol cuore e una sola anima? L'unico modo per essere uniti così è avere come desiderio del cuore la gloria di Dio. Quando invece ognuno vive per il proprio bene, quando ognuno si impegna per i proprie interessi, questa unità sarà impossibile.

Serve essere uniti così, desiderando la gloria di Dio, per essere usati grandemente da Dio per portare gloria a Lui.

Come esempio per noi, visto che questi credenti cercavano la gloria di Dio, ed erano uniti, nessuno considerava quello che aveva suo. Ognuno pensava ai bisogni degli altri, e non solo ai propri bisogni.

Questo è un frutto del vero amore. Il più grande comandamento è di amare Dio con tutto il cuore, e il secondo comandamento è di amare il prossimo come se stesso. Il vero amore per il prossimo non può rimanere fermo quando il prossimo è nel bisogno, se si hanno i mezzi per aiutarlo.

Infatti, abbiamo visto che non solo dall'esempio di questi credenti, ma in tutta la Bibbia, siamo chiamati ad aiutare altri credenti che si trovano nel bisogno. Questa è una parte importante della vita cristiana. Questo è uno dei modi principali in cui possiamo essere la luce del mondo.

Ricordiamo che una grande grazia era sopra gli apostoli. Visto che la chiesa era così unita nel cercare la gloria di Dio, Dio scelse di operare potentemente tramite loro. Non c'è nulla nella vita paragonabile ad aver la grande grazia di Dio su di noi. Viviamo per la gloria di Dio.

Abbiamo visto che i credenti si aiutavano gli uni gli altri, non solo con qualche piccola offerta simbolico, ma con un aiuto immenso e sostanzioso. Il vero aiuto può essere anche grande.

È importante che ricordiamo che il modo in cui essi hanno donato dei soldi per aiutare coloro che erano nel bisogno era tale da provvedere di assicurarsi che tutto fosse fatto con trasparenza e evitando la possibilità di accuse.

Abbiamo visto che questo è il modo normale in cui soldi venivano gestiti nella Bibbia, e quindi, è importante per noi avere la stessa premura di fare tutto in modo attento, per evitare la possibilità di accuse o tentazioni. Quando si tratta di soldi, dobbiamo stare sempre attenti.

Infine, abbiamo visto che Barnaba viene menzionato, non solo perché aveva venduto un campo, ma anche perché era soprannominato “Figlio di Consolazione.” Quanto è bello se la nostra vita è tale che possiamo essere conosciuti per qualche attributo che porta gloria a Dio e bene agli altri. Non viviamo per noi stessi, ma viviamo per aiutare gli altri a vedere più di Dio in Cristo.

Grazie a Dio per le persone che sono state usati nella nostra vita per consolarci, e per farci vedere più di Cristo.

O che possiamo vedere che la vita che vale vivere è una vita dedicata alla gloria di Dio, una vita quindi con un cuore e un'anima unita con gli altri che vivono per la gloria di Dio. Prego che possiamo dare a chi è nel bisogno, e così essere luce in un mondo di tenebre.