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Il cuore di Gesù - Marco 1:40-42

Sermoni di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per domenica, 25 dicembre, 2005 ---- cmd na -----
Parole chiave: la lebbra, il peccato, la compassione di Gesù , il perdono, la grazia.

Audio:

La salvezza avviene quando uno riconosce che è un peccatore, e pone tutta la sua fede in Gesù Cristo. Però, per poter porre la fede in Gesù, bisogna capire qualcosa del cuore di Gesù. Bisogna capire che Gesù Cristo è il Buon Pastore, pronto a salvare. Bisogna conoscerLo.

Tante persone credono in Gesù come personaggio storico, ma non Lo conoscono. Sono ancora nelle tenebre. Noi che abbiamo Cristo, eravamo come loro. Anche noi vivevamo nelle tenebre, lontani da Dio. Anche noi cercavamo un significato alla nostra vita lontani da Dio. Però, il Buon Pastore, Gesù Cristo, è venuto in cerca di noi. Egli ha mandato il Suo Santo Spirito a toccare il nostro cuore e ad attirarci verso di Lui.

Quando leggiamo la Bibbia, è estremamente importante che il nostro scopo sia non solo di capire meglio i fatti e di conoscere le dottrine in Essa contenute, ma, soprattutto, di conoscere sempre di più la persona di Dio, per mezzo di Gesù Cristo.

Oggi vogliamo leggere di un miracolo che Gesù ha compiuto, che ci rivela qualcosa del Suo cuore. La mia preghiera è che possiamo conoscerLo meglio attraverso quello che stiamo per esaminare.

Il lebbroso

Il brano che vogliamo considerare in questo sermone riguarda la guarigione di un lebbroso. Troviamo questo avvenimento in Marco 1.

Per capire il senso di questo avvenimento, dobbiamo capire qualcosa della lebbra. Oggi, per grazia di Dio, non abbiamo malattie come questa. Nel periodo storico della Bibbia la lebbra era la malattia più terribile e quella di cui gli uomini avevano un grande timore.

La lebbra di allora era una malattia veramente terribile. Non esisteva alcuna cura per la lebbra, se non un’opera miracolosa di Dio. Iniziava dentro, profondamente radicata nel corpo, infettava il sangue, la carne, le ossa stesse e infine la pelle. Solamente quando era molto ben radicata nel corpo cominciava ad essere visibile, con delle macchie bianche sulla pelle. Queste macchie si allargavano un po’ alla volta e cominciavano a coprire tutto il corpo del lebbroso. La sua apparenza diventava quindi mostruosa. Solitamente questa orribile malattia non causava una morte immediata, ma, invece, durava per anni e, man mano che passavano gli anni, il lebbroso perdeva le dita, il naso e, un po’ alla volta, le mani e i piedi. La lebbra faceva marcire tutto il corpo, dentro e fuori, lentamente. Quindi essa procurava tanta, tanta sofferenza, anno dopo anno dopo anno.

Però la sofferenza fisica non era l’unica cosa terribile. Forse peggio ancora di essa era il fatto che, essendo molto contagiosa, chi era infettato dalla lebbra doveva essere totalmente isolato da tutto il resto della società. Quindi, non solo provocava terribili sofferenze, ma ostacolava la persona dall'avere la consolazione e l'appoggio dei suoi cari. La vita di un lebbroso era una vita solitaria o, al massimo, limitata al contatto con altri lebbrosi. Quindi, avere la lebbra rappresentava pure una condanna ad una vita di solitudine. Perciò, per un Giudeo, voleva dire che non poteva partecipare in alcun modo a tutte le pratiche che Dio aveva stabilito da adempiere per i Giudei. Quindi, il lebbroso era escluso dagli uomini ed, in un certo senso, anche da Dio.

Se ricordate, quando Aaronne e Miriam avevano peccato, erano gelosi dell’autorità di Mosè e Dio aveva colpito Miriam con la lebbra. Notiamo le parole di Aaronne:

10 Quando la nuvola si fu ritirata di sopra alla tenda, ecco Miriam era lebbrosa, bianca come neve; Aaronne guardò Miriam, ed ecco era lebbrosa. 11 Aaronne disse a Mosè: “Deh, signor mio, non addossare su di noi la colpa che abbiamo stoltamente commesso e il peccato che abbiamo fatto. 12 Deh non permettere che ella sia come uno morto, la cui carne è già mezza consumata quando esce dal grembo di sua madre!”.” (Numeri 12:10-12)

A causa della lebbra, la carne veniva letteralmente consumata dalla malattia.

Nell'Antico Testamento, la lebbra rappresenta l’unica malattia per la quale Dio diede tante istruzioni a Mosè. Ci sono istruzioni molto dettagliate per quanto riguarda il modo in cui il lebbroso doveva comportarsi e come doveva presentarsi al sacerdote per essere esaminato in modo da valutare se fosse stato guarito o meno. Il fatto che non c’era alcuna cura umana per la lebbra e che era il sacerdote che doveva esaminare il malato, ci fa capire che la lebbra era un tipo. La lebbra era un tipo di una malattia che è molto diffuso oggi. Anche oggi esiste una malattia terribile che infetta tutta la persona. Come la lebbra, arriva ad influenzare ogni parte della nostra persona, il nostro cuore, la nostra coscienza, la nostra comprensione e intelligenza e quindi pure la nostra volontà. Come nel caso della lebbra, è impossibile per alcun uomo curarsi e guarire da questa malattia. Come la lebbra, questa malattia ci distrugge, un giorno alla volta, va sempre peggiorando la nostra condizione e porta fino alla morte seconda. Però, diversamente dalla lebbra, non affligge solamente alcuni, affligge ogni persona nel mondo. Chiaramente, la malattia di cui sto parlando è il peccato.

Perciò, mentre consideriamo questo brano, ricordiamoci che la lebbra è un tipo del peccato. Il modo in cui Gesù ha accolto questo lebbroso rappresenta la maniera in cui Gesù accoglie un peccatore, quando il peccatore va a Lui come venne il lebbroso. Solamente se comprendiamo che la lebbra è un tipo della malattia che tutti possediamo dalla nascita, possiamo comprendere le meravigliose verità che Dio ha per noi in questo brano.

Il brano

Leggiamo ora il brano di cui abbiamo detto, brano che troviamo in Marco 1:40-42:

40 Venne a lui un lebbroso e, buttandosi in ginocchio, lo pregò dicendo: «Se vuoi, tu puoi purificarmi!» 41 Gesù, impietositosi, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio; sii purificato!» 42 E subito la lebbra sparì da lui, e fu purificato.” (Marco 1:40-42 NRV).

In questo brano, un uomo estremamente bisognoso trova la guarigione totale in Gesù. Analizziamolo, quindi, tenendo sempre in mente che la sua malattia rappresenta il nostro peccato. Per prima cosa, vogliamo considerare il lebbroso e poi vogliamo considerare Cristo.

Il lebbroso

Iniziamo considerando il lebbroso, che è un tipo di ogni peccatore. Essendo lebbroso, quest'uomo avrà passato anni isolato dalla società, isolato dal tempio, isolato dalla famiglia, affrontando da solo terribili sofferenze. Soprattutto, come lebbroso, era stato escluso da tutto quello che riguardava il Tempio. Non poteva partecipare ai sacrifici per il peccato, né ai sacrifici di lode e di ringraziamento. Quindi, in quanto rappresentava un tipo del peccato, la sua lebbra lo aveva separato da Dio. La lebbra era un giogo estremamente pesante da portare.

Aveva sentito di Gesù e dei Suoi miracoli

Però, questo lebbroso aveva sentito parlare di Gesù. Mentre è vero che i lebbrosi non potevano avvicinarsi alle persone, essi potevano comunque parlare con loro ad una certa distanza. Le notizie delle guarigioni miracolose compiute da Gesù avevano raggiunto anche i lebbrosi o forse, potremmo dire, soprattutto i lebbrosi. Visto che non esisteva alcuna cura umana, la notizia di questo Rabbì venuto da Dio, che era potente anche da guarire miracolosamente, fu una notizia che faceva, per la prima volta, nascere una scintilla di speranza. Avendo sentito parlare di Gesù, sicuramente questo lebbroso si sarà informato il più possibile a Suo riguardo. Sicuramente avrà cercato di sapere ogni dettaglio possibile di questo Gesù. Il suo non era un interessamento intellettuale, ma piuttosto uno che riguardava la sua vita.

Se confrontiamo questo con la situazione di un peccatore, un peccatore deve sentir parlare di Gesù prima di poterLo cercare. Solamente se uno sente parlare di Gesù, quel Gesù che è capace di perdonare il peccato, quella persona può andare da Gesù. Infatti, in Romani 10 leggiamo:

12 Poiché non c’è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. 13 Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato. 14 Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, se non c’è chi lo annunzi? 15 E come annunzieranno se non sono mandati? Com’è scritto: «Quanto sono belli i piedi di quelli che annunziano buone notizie!»” (Romani 10:12-15 NRV).

Quindi, questo brano ci ricorda dell’importanza di essere impegnati a proclamare il Vangelo. Non c’è impegno più importante che annunciare la salvezza in Gesù Cristo.

Orbene, questo lebbroso aveva sentito parlare di Gesù!

Venne a Gesù per essere curato, pienamente conscio della sua malattia (bisogno)

Avendo sentito parlare di Gesù ed avendo compreso che Gesù era capace di fare quello che nessun altro al mondo poteva fare, questo lebbroso venne a Gesù per cercare la cura alla sua malattia. Non sappiamo da quanta distanza sia venuto, ma la strada non doveva certamente essere stata un ostacolo per lui.

Il fatto che sia venuto a Gesù, nonostante che Gesù fosse circondato da persone e il lebbroso non avrebbe dovuto avvicinarsi ad una persona non lebbrosa, nonché il modo in cui si è buttato in ginocchio davanti a Lui, ci fa capire che questo uomo era pienamente conscio della gravità della sua malattia. Egli sapeva che, senza un’opera miracolosa, era senza speranza e la sua vita non valeva nulla. Era disperato, voleva la guarigione più di qualsiasi altra cosa. Infatti, avrebbe certamente scambiato qualsiasi tesoro della terra per poter essere guarito.

Infatti, se consideriamo quanto grave sia ammalarsi di lebbra, se un uomo ricchissimo dovesse diventare lebbroso, sarebbe pronto a scambiare tutti i suoi beni per poter essere guarito. Ma nemmeno tutti i beni del mondo potevano guarire un lebbroso.

E così questo lebbroso sapeva che il suo bisogno più grande, umanamente parlando, era la guarigione che, sempre umanamente parlando, era impossibile da ottenere.

Se consideriamo questo per quanto riguarda il peccato, per ottenere la guarigione, ovvero il perdono, un uomo peccatore deve capire la gravità della sua malattia, ovvero, del suo peccato. Finché non capisce che il suo peccato è il problema più grande della sua vita, non verrà a Gesù per ottenere la cura. Quindi, uno deve capire quanto il peccato è una malattia mortale, una malattia che porta inesorabilmente alla separazione eterna da Dio, proprio come questo lebbroso capiva la gravità della sua condizione.

Chiese sinceramente

Tornando a questo uomo lebbroso, notiamo con quale atteggiamento venne a Gesù. Leggiamo il v.40:“Venne a lui un lebbroso e, buttandosi in ginocchio, lo pregò dicendo: «Se vuoi, tu puoi purificarmi!»” (Marco 1:40 NRV).

Vediamo che quest'uomo venne con tutto il suo cuore. Come ho già detto in precedenza, non era permesso ad un lebbroso di avvicinarsi ad una persona sana nello stesso modo in cui questo lebbroso si è avvicinato a Gesù. Vediamo in questo un atto di disperazione. Egli desiderava ardentemente essere guarito e nulla poteva ostacolarlo dall'arrivare a Cristo Gesù.

Questo mi ricorda le parole di Gesù in Luca 13:

«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché io vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno.” (Luca 13:24 NRV).

Chi vuole trovare Gesù e la salvezza che è in Gesù, deve cercarLo con tutto il cuore, deve, in un certo senso, buttare giù la porta.

Questo lebbroso si butta in ginocchio davanti a Gesù. Qui vediamo un esempio notevole di quello che vuol dire avere un cuore veramente umile. Al lebbroso non importava cosa Gesù o gli altri pensassero di lui o come lo guardassero. Egli voleva la guarigione e sapeva di non meritare nulla da Gesù. Inoltre, egli era grandemente aggravato della sua condizione e quindi era umile.

Notiamo anche che quest'uomo aveva una grande fede in Gesù. Egli dichiara: “se vuoi, tu puoi purificarmi!”. Egli non aveva dubbi sul potere di Gesù di guarirlo. Non conosceva ancora il cuore di Gesù e perciò non era sicuro del fatto che Gesù sarebbe stato disposto a guarirlo o meno. Però, aveva piena fiducia nella capacità di Gesù di guarirlo.

Infatti, la dichiarazione di quest'uomo era un appello all’amore ed alla misericordia di Gesù.

Egli disse: “se vuoi, tu puoi purificarmi!”. Disse: “Se vuoi!”. In altri termini, quest'uomo faceva appello alla volontà di Gesù, al Suo cuore, alla Sua misericordia.

Amici, quest'uomo sapeva ben poco di Gesù. Il fatto che andasse da Gesù cercando la guarigione ci fa capire che non aveva mai conosciuto Gesù prima e quindi non aveva mai sentito i Suoi insegnamenti. Non sapeva ancora che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, Dio incarnato. Questo fatto si verificò prima ancora della Sua gloriosa risurrezione. Quindi, questo lebbroso sapeva molto meno di quello che sappiamo noi oggi di Cristo. Eppure, aveva piena fiducia nella capacità di Gesù, una fede che spesso manchiamo di avere noi che possediamo l'intera Rivelazione di Dio attraverso la Sua Parola. O che possiamo avere la fede di quest'uomo!

Quindi, riassumendo, questo lebbroso andò da Gesù. Aveva sentito di Gesù, aveva fede nella potenza di Gesù, era pienamente conscio del suo bisogno, era umile e cercava Gesù con tutto il suo cuore. Quest'uomo è un tipo, un tipo di come ogni peccatore dovrebbe venire a Cristo. Un peccatore ha bisogno di capire il suo peccato, il suo grande bisogno, ha bisogno di capire che Gesù è capace di dare la piena guarigione dal peccato e deve venire a Gesù con tutto il suo cuore.

Consideriamo Gesù

A questo punto consideriamo come Gesù accolse questo lebbroso. Capendo questo, possiamo capire come Gesù accoglie oggi un qualsiasi peccatore che viene a Lui.

Gesù è pieno di compassione

La prima cosa che notiamo è che Gesù aveva una grande compassione per quest'uomo. Leggiamo i vv.40,41:

40 Venne a lui un lebbroso e, buttandosi in ginocchio, lo pregò dicendo: «Se vuoi, tu puoi purificarmi!» 41 Gesù, impietositosi, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio; sii purificato!»” (Marco 1:40-41 LNR).

Voglio considerare la parola “impietositosi”. La parola Greca qui usata è una parola che vuol dire letteralmente: “visceri commossi”. Nell'Ebraico, cioè da dove viene questo detto, i visceri erano considerati il centro dei sentimenti più profondi. Anche in Italiano, per esempio, abbiamo il detto: “sentire qualcosa nelle viscere”, che vuol dire sentire qualcosa con particolare intensità.

Perciò, detto in un modo più comune e che meglio può renderne il senso, potremmo rendere così questo verso: “Gesù, mosso a grande pietà o profondamente commosso nel suo intimo o, come diremmo oggi, nel suo cuore”.

Gesù fu profondamente commosso nel Suo cuore dopo aver visto il lebbroso venirGli incontro e implorarLo per essere da Lui guarito.

Vedete l’incredibile verità insita per noi in questo verso? Fermiamoci a considerare questa verità. Gesù, il Creatore, Colui che ha creato l’universo, Colui che mantiene le stelle ed i pianeti al posto giusto nel cielo, Colui che sostiene la vita di ogni creatura in tutto il mondo, Colui cui gli angeli ubbidiscono e che adorano, proprio questo Gesù fu mosso a grande compassione da un uomo bisognoso.

Amici, qui vediamo qualcosa del cuore di Gesù. Gesù non solo aiutava le persone perché era il Suo dovere farlo, non solo guariva perché serviva per mostrare che Egli è il Messia, ma aveva pure una profonda compassione per le persone. Questo è il cuore di Gesù.

Gesù capiva il dolore, la sofferenza e la solitudine di questo lebbroso e fu fortemente commosso dalla sua condizione.

Gesù stese la mano: ciò mostra prontezza nel salvare

Essendo profondamente commosso, Gesù agì immediatamente stendendo la Sua mano.

Stendere la mano non era necessario. Gesù poteva guarire con o senza alcuna azione. Bastava che dicesse una parola, come vediamo in altri miracoli. Però, quest'uomo, pur sapendo della potenza di Gesù, non conosceva ancora il cuore di Cristo e non sapeva se Gesù era disposto o meno a guarirlo. Perciò, per fortificare la fede debole di quest'uomo, Gesù stese la mano. Così egli poteva capire qualcosa del cuore di Gesù. Operando in tal maniera, Egli dimostrava la Sua prontezza nel salvare.

Gesù lo toccò

Poi Gesù fece qualcosa di incredibile. Gesù, con la Sua mano pura, toccò questo lebbroso.

Ricordate che il lebbroso doveva tenersi lontano da tutti perché nessuno doveva toccarlo in quanto la sua malattia era estremamente contagiosa. Immaginate quest'uomo. Se era diventato lebbroso dopo il suo matrimonio, da quel giorno, o forse da anni prima, non aveva mai potuto avere la gioia di avere un bacio,un abbraccio o qualsiasi altro tipo di contatto con sua moglie, non aveva mai tenuto in mano la manina dei suoi figli, non aveva mai sentito il tocco tenero di un’altra persona, un tocco che può trasmettere così tanto amore. Ormai non conosceva il tocco umano da anni.

Ricordiamo anche che la sua pelle era abominevole da vedere. Era tutto bianco, consumato, veniva via con un solo flebile tocco. Gesù invece era tutto puro.

Inoltre, nella legge che Dio aveva dato a Mosè era vietato, per una persona sana, toccare un lebbroso, ad eccezione del solo sacerdote che poteva farlo. Ma Gesù è Dio ed è al di sopra della Sua stessa legge. Inoltre, Gesù è il vero sacerdote. Infatti, tutti i sacerdoti umani che svolgevano il loro ministero secondo la legge di Mosè, erano tipi del vero sacerdote, che è Gesù Cristo.

Allora, Gesù, il vero Sacerdote, il Grande Medico, venuto a guarire dal peccato, stese la Sua mano e toccò quest'uomo. Forse per la prima volta in tanti anni, quest'uomo sentì su di sé un tocco umano. E, tramite quel tocco, Gesù comunicò il Suo amore e la Sua compassione a quest'uomo.

Quell'uomo sapeva che Gesù aveva il potere di guarirlo, ma, quando era venuto a Lui, non sapeva del Suo cuore. Per questa ragione aveva detto: “se vuoi, tu puoi purificarmi!”. Stendendo la mano e toccandolo, Gesù dimostrò, in modo potente, che voleva guarirlo! Gesù dimostrava il Suo cuore a quest'uomo e, tramite questo brano, dimostra il Suo cuore anche a noi.

Gesù dimostra il Suo amore ed il Suo potere

E poi, con solo una parola, Gesù guarì quell’uomo. Gesù disse: “si, lo voglio, sii purificato!”.

Questa parola, “voglio”, è una parola Greca che esprime volontà. Era la volontà, la decisione del cuore, da parte di Gesù, di guarire quest'uomo, cioè non era assolutamente qualcosa di impulsivo. Gesù non faceva mai cose impulsive, ma ogni atto di Gesù era una riflessione del Suo cuore e un risultato della Sua volontà. Quel giorno, là davanti a quell'uomo, Gesù, pieno di profonda compassione, voleva guarirlo. E così, in base alla Sua volontà, lo guarì.

Quanto è importante che vediamo, con questo atto, l’amore di Gesù. Gesù aveva un grande amore per quest'uomo. E Gesù ha un grande amore, oggi, per tutti coloro che vengono a Lui come quest'uomo è andato a Lui, cioè con umiltà e con fede.

Oltre a vedere l’amore di Gesù, con questo atto, vediamo il potere di Gesù, un potere senza limiti. Notiamo che Gesù lo guarì con una semplice parola: “Sii purificato”. A Gesù bastava una parola. Con una semplice parola, Gesù aveva creato il mondo e l’universo. Con una parola, poteva calmare la tempesta e scacciare i demoni. Con una parola, Gesù poteva moltiplicare il pane ed i pesci e poteva risuscitare i morti.

Quindi, gli bastava una parola e poteva guarire, totalmente e istantaneamente, quest'uomo completamente coperto con la lebbra.

Nello stesso modo, Gesù può guarire e purificare chi è totalmente coperto con il peccato.

Infatti, oggi, quando un uomo, coperto con la lebbra del peccato, ovvero, quando un peccatore, conscio della gravità della sua condizione e sapendo che nessun uomo può guarirlo, scopre che Gesù può perdonare il peccato e rendere il cuore puro, va da Gesù, trova un Gesù mosso da compassione, proprio come lo era in quel giorno. Trova un Gesù pronto a guarire, con una parola, una parola potente, una parola divina, una parola che perdona e dà la vita.

Comprendiamo meglio Gesù

O cari, la chiave della vita cristiana consiste nel tenere i nostri occhi sulla persona di Gesù Cristo. Quella persona che cerca di fissare gli occhi su tutti i comandamenti, cercando di fare tutto in modo giusto, ben presto sarà molto arida e troverà il cammino cristiano un peso insopportabile, anziché una gioia.

Invece, quel credente che tiene i suoi occhi sulla persona di Cristo Gesù, contemplando sempre di più la Sua gloria, la Sua maestà, il Suo amore, la Sua potenza e la Sua sapienza, sarà sempre più innamorato di Cristo e avrà sempre più gioia nel suo cammino.

Quindi, è fondamentale tenere gli occhi sul Cristo, ovvero contemplare Cristo. Però, dobbiamo stare attenti a non immaginare Cristo come vogliamo noi, ma dobbiamo contemplarLo come Egli si rivela nella Bibbia. È molto pericoloso immaginare Gesù come uno vuole che sia in base alle proprie idee e ai propri ragionamenti. Invece, dobbiamo conoscere Gesù per mezzo della Bibbia, perché è solo lì che vediamo il vero Gesù. Perciò, in ogni brano che parla di Gesù, osservate attentamente la Sua persona, il Suo cuore, i Suoi attributi.

Rendetevi conto che il Gesù di cui leggiamo nelle pagine della Bibbia è lo stesso Gesù che salva e opera oggi.

Allora, in base al brano che abbiamo letto oggi, come vedete Gesù? E, prima di tutto, come vedete voi stessi e le persone intorno a voi? Avete capito il significato di questo brano?

Avete capito che la lebbra, oltre ad essere una vera malattia, è soprattutto un tipo del peccato? E così questo brano descrive la condizione di ogni persona che nasce. Il peccato non è solo qualcosa di superficiale, ma ha sede nel profondo del cuore. Peggio ancora, il peccato è una malattia terminale perché produce la morte spirituale. Non esiste cura umana per la malattia del peccato. Nessuna religione, nessun rito, nessun mediatore umano può guarirci dal nostro peccato.

Il peccato, come la lebbra, crea un ostacolo fra il peccatore e le altre persone. Non crea un ostacolo fisico, ma porta molto, molto male nei rapporti umani.

Però, molto peggio, il peccato crea un vero ostacolo fra il peccatore e Dio. Il Santo Dio non accetta nella Sua presenza un uomo macchiato dal peccato. E siamo tutti nati e cresciuti macchiati dal peccato.

Però, il Santo Dio che non può tollerare il peccato nella Sua presenza, ha provveduto una cura. Dio stesso ha provveduto un modo, l’unico modo, di essere guariti ed esso è tramite Gesù Cristo.

Allora, com'è Gesù? Che cuore ha? Come dobbiamo vederLo?

Prima di tutto, ricordiamo che Gesù è lo stesso ieri, oggi e domani. Quello che Gesù è nelle Scritture, Gesù è oggi. Quello che vediamo del cuore di Gesù nel Vangelo, è il cuore di Gesù anche oggi. Come Gesù accoglieva le persone nei Vangeli, così Gesù accoglie le persone oggi.

Allora, com'è Gesù? Quando una persona, coperta dai suoi peccati, viene a Gesù, come viene vista da Gesù? Come viene accolta da Gesù?

Se una persona viene a Gesù come l’uomo lebbroso del nostro brano, cioè con umiltà e riconoscendoLo per chi Egli è, Gesù è mosso da profonda compassione per costui. Gesù ama profondamente ogni peccatore che viene a Lui con umiltà e fede.

Non solo, ma quando un peccatore viene a Gesù chiedendo guarigione, ovvero, perdono, Gesù vuole perdonare. Gesù stende la mano, per modo di dire, e, con grande tenerezza, tocca il cuore del peccatore pentito. Quel peccatore che si è prostrato davanti a Cristo viene innalzato dallo stesso Cristo. Se egli dice a Gesù: “se tu vuoi, tu puoi perdonarmi”, può star certo che la risposta di Gesù sarà: “lo voglio, sii perdonato”.

Per voi che siete già salvati, è importante che non camminiate più nel peccato. Però, quando cadete nel peccato, ricordate che noi abbiamo un Avvocato, un Mediatore, Gesù Cristo, che intercede per noi presso il Padre. Quando cadiamo nel peccato e veniamo a Gesù umilmente e con fede, troveremo lo stesso Gesù che trovò quel lebbroso.

Cari, il nostro peccato è brutto e ci rende veramente abominevoli. Esso crea barriere nei nostri rapporti con gli altri e, soprattutto, crea una barriera fra noi e Dio.

Quando ci umiliamo di cuore e andiamo a Cristo, troveremo un cuore aperto, un tocco pronto e il perdono di cui abbiamo bisogno.

E questo, carissimi, è motivo di gioire veramente con tutto il nostro cuore!

Però, questa benedizione immensa ci porta a considerare come noi trattiamo gli altri. Se Cristo è così con noi, come dovremmo noi essere con gli altri? Se Cristo ha visceri commossi, se Cristo è profondamente commosso nel vederci soffrire, coperti di peccato, come dovremmo comportarci quando ci copriamo di peccato commettendolo gli uni verso gli altri? Se Cristo è così pronto ad intervenire per sollevare la nostra sofferenza, quale cuore dovremmo avere noi verso gli altri?

Non c’è persona che non ha bisogno, ogni giorno, della bontà e del perdono di Cristo.

E quindi, non c’è persona che non ha bisogno di ricordare e di vivere, la verità che Gesù stesso dichiarò in Matteo 6:

14 Perché se voi perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; 15 ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.” (Matteo 6:14-15).

Per noi che veniamo accolti da Gesù con amore e misericordia, per noi che pecchiamo ogni giorno, quanto più è giusto accogliere coloro che peccano contro di noi in modo analogo a come Gesù ci accoglie.

Quindi impariamo a guardare sempre di più a Gesù Cristo, perché è nel volto di Gesù che conosciamo il Padre. Quando cadiamo nel peccato, non esitiamo ad andare da Gesù. Ricordiamo che chi va da Gesù deve andare con umiltà e con fede. Troverà un Cristo pieno di compassione e pronto a perdonare e a purificare.

Ringraziamo Dio per questa benedizione immensa. E noi che riceviamo il perdono e la compassione di Gesù, mostriamo compassione gli uni agli altri perdonandoci di vero cuore con amore e misericordia.