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Sperare in Dio per il Perdono - Meditazione su Salmo 130

sermone di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per domenica, 13 ottobre, 2013 – cmd le –
parole chiavi: peccato, perdono, giudizio, redenzione, salvezza, Salmo

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La vita è come un lungo cammino, con delle montagne stupende, con belle viste, lunghe pianure, e a volte, qualche valle difficile. Ogni tanto, ci sono luoghi veramente profondi, che creano tanto dolore nell'anima.

Chi è senza Cristo deve attraversare tutto da solo. Soprattutto nelle difficoltà, questo è terribile. Molto peggio ancora, quando arriva alla fine del viaggio, si troverà davanti al giudizio, senza speranza. Sarà gettato nel lago di fuoco, per essere tormentato giorno e notte nei secoli dei secoli. Tutto il male di questa vita messo insieme non è paragonabile a quel tormento eterno.

Invece, chi ha Cristo, ed è stato fatto un figlio di Dio, ha la presenza e la consolazione di Dio in ogni difficoltà e ogni prova. Tranne un tipo di prova. Chi è in Cristo non ha la pace e la consolazione di Dio quando si trova nel peccato e non si ravvede. Quando un credente non si ravvede, non può avere comunione con Dio. Non può godere la gioia della salvezza. Piuttosto, la mano di Dio peserà su di lui. È terribile!

Che cosa dobbiamo fare, quando ci troviamo nel luogo profondo del nostro peccato?

Oggi, vorrei considerare insieme un Salmo che ci aiuta a capire come rivolgerci a Dio quando ci troviamo nella fossa del peccato. Queste verità sono per chiunque si trovi nel peccato, sia per chi non è ancora un figlio di Dio che per chi è già un figlio di Dio ma è caduto nel peccato.

Cercate con me Salmo 130. Questo è un Salmo per Pellegrini. Noi che siamo salvati siamo pellegrini, in cammino verso il cielo. Questo mondo non è casa nostra, siamo stranieri, aspettando la nostra vera casa. Questo Salmo ci aiuta a capire come vivere in questo cammino.

Inizio leggendo tutto il Salmo, e poi riprendiamo dal versetto 1 per considerare il Salmo versetto per versetto. Leggo Salmo 130.

“1 « Canto dei pellegrinaggi. » Da luoghi profondi io grido a te, o Eterno. 2 O Signore, ascolta il mio grido; siano le tue orecchie attente alla voce delle mie suppliche. 3 Se tu dovessi tener conto delle colpe, o Eterno, chi potrebbe resistere, o Signore? 4 Ma presso di te vi è perdono, affinché tu sia temuto. 5 Io aspetto l’Eterno, l’anima mia l’aspetta; io spero nella sua parola. 6 L’anima mia attende il Signore, più che le guardie il mattino, sì più che le guardie il mattino. 7 O Israele, spera nell’Eterno, perché presso l’Eterno vi è misericordia e presso di lui vi è redenzione completa. 8 Egli redimerà Israele da tutte le sue iniquità.” (Salmo 130:1-8 LND)

Da luoghi profondi io grido a te, o Eterno.

Riprendendo dal versetto 1, notiamo in quale condizione il Salmista si trova, e quello che fa.

“Da luoghi profondi io grido a te, o Eterno.” (Salmo 130:1 LND)

Da dove grida a Dio il salmista? Da luoghi profondi! Da luoghi di grande afflizione, da luoghi difficilissimi, dove l'anima è afflitta e lo spirito abbattuto. È in luoghi profondi che egli grida a Dio.

Volta dopo volta nella Bibbia, vediamo esempi di uomini di Dio che si rivolgevano a Dio da luoghi profondi. Per esempio, pensate agli tre amici di Daniele, che si trovavano nella fornace. Pensate a Daniele che si trovava nella fossa dei leoni. Pensate a Giuseppe in Egitto, dimenticato in carcere. Pensate a Davide quando doveva fuggire da Saulo e quasi tutti erano contro di lui. Pensate a Giona, che finché dormiva tranquillamente nella nave non pregava, ma quando si trovava in un luogo profondo, dentro la pancia del pesce, pregava tanto a Dio. Quello che vediamo in questi esempi, e tanti altri, è che solo nei luoghi profondi che noi cerchiamo di più Dio.

Ci sono tanti luoghi profondi nella vita, ma qual è il luogo più profondo? Che cosa intende il salmista quando parla di luoghi profondi? Il suo contesto ci spiega chiaramente quello che egli intende quando parla dei luoghi profondi. Notate il versetto 3 e 4.

“3 Se tu dovessi tener conto delle colpe, o Eterno, chi potrebbe resistere, o Signore? 4 Ma presso di te vi è perdono, affinché tu sia temuto.” (Salmo 130:3-4 LND)

Il salmista è aggravato per il suo peccato nei confronti di Dio. Egli vede il fatto di essere colpevole come un luogo profondo, da cui è impossibile uscire per conto suo.

Il luogo più profondo in cui possiamo trovarci è di essere colpevoli davanti a Dio. Quando pecchiamo, il nostro peccato ci rende colpevoli davanti al Dio santissimo. Se comprendiamo qualcosa della santità di Dio, quanto egli odia ogni peccato e quanto non può chiudere l'occhio al peccato a causa della sua giustizia (ma piuttosto deve punire il peccato), allora sentiremo il peso del nostro peccato, che è peggio di qualsiasi problema della vita. Allora, vedremo il fatto di essere colpevoli del nostro peccato come il luogo più profondo.

In questa condizione, possiamo dire con Davide in Salmo 51:

“3 Poiché riconosco i miei misfatti e il mio peccato mi sta sempre davanti. 4 Ho peccato contro di te, contro te solo, e ho fatto ciò che è male agli occhi tuoi, affinché tu sia riconosciuto giusto quando parli e retto quando giudichi.” (Sal 51:3-4 LND)

Se tu vuoi la gioia del Signore, allora devi capire sempre di più della gravità del tuo peccato. Devi capire che ogni volta che tu pecchi, il tuo peccato è un grave offesa a Dio, che ostacola la nostra comunione con Lui.

Pensate a Matteo 5, in cui Gesù insegna i passi che portano alla salvezza. Il primo e il secondo passo sono essere povero di spirito, e poi di farne cordoglio. In altre parole, bisogna essere cosciente della gravità del proprio peccato e esserne estremamente afflitto. Quando siamo afflitti per il nostro peccato, in luoghi profondi, allora Dio ci alzerà con il dono del perdono. Quindi, il salmista grida a Dio da luoghi profondi. Riconosce la gravità del suo peccato. Riconosce che il suo peccato lo macchia, lo ostacola dalla comunione con Dio. È afflitto, non a causa delle circostanze, ma a causa del suo peccato.

Grida a Dio (v.1)

In questa condizione di grande afflizione, vedendo il proprio peccato, dove si rivolge? Nella carne, quando siamo afflitti, spesso ci rivolgiamo a noi stessi, cercando in noi stessi una soluzione, cercando di risolvere da soli i nostri problemi. Se non ci basta, allora ci rivolgiamo ad amici, o ad altri, o alla religione.

Ma non ci sono più soluzioni. Esiste solo Uno che può veramente liberarci dalle afflizioni, ed è Dio. Perciò, il salmista grida a Dio. Grida all'unico Salvatore e Signore, il suo Creatore. Egli grida a Colui che ha creato tutto, a Colui contro il quale aveva peccato.

Come possiamo Gridare a Dio?

Che cosa vuol dire gridare a Dio? Continuiamo nel Salmo e ci aiuterà a capire il cuore che grida a Dio. In breve però posso dire che gridare a Dio vuol porre tutta la tua speranza in Dio, non come una parte della soluzione, ma come tutta la soluzione.

Con quale Cuore Grida a Dio

Nel versetto 2, comprendiamo meglio il cuore con il quale il salmista grida a Dio. Dobbiamo anche noi avere questo cuore quando ci rivolgiamo a Dio. Leggo il versetto 2.

v.2 “O Signore, ascolta il mio grido; siano le tue orecchie attente alla voce delle mie suppliche.” (Salmo 130:2 LND)

Questo versetto è una preghiera. Egli prega a Dio: o Signore, ascolta il mio grido; siano le tue orecchie attente alla voce delle mie suppliche.

Il Salmista ha gli occhi fissati su Dio. Non guarda altrove per cercare aiuto. Non ha altre speranze, spera in Dio, e in Dio solo. Vuole che Dio ascolti attentamente alle sue suppliche. Non si rivolge a nessun altro.

Quando ti trovi in luoghi profondi, a chi ti rivolgi? Dove cerchi aiuto? Cerchi in te stesso? Cerchi negli altri? Oppure, cerchi con tutto il tuo cuore in Dio solo? Il salmista sapeva di cercare con tutto il suo cuore in Dio solo! Seguiamo il suo esempio.

La Gravità del nostro peccato

Nei versetti 3 e 4, il Salmista rivela il motivo per cui si trova in luoghi profondi. Spiega perché egli è così abbattuto. Leggo il versetto 3.

v.3 “Se tu dovessi tener conto delle colpe, o Eterno, chi potrebbe resistere, o Signore?” (Salmo 130:3 LND)

Questo versetto ci spiega qual è il luogo più profondo della vita. Il Salmista aveva peccato contro Dio e capiva che Dio è un Dio santo ed odia il peccato. Il Salmista sa che i suoi peccati sono una grave offesa a Dio. Quindi, sa che il suo più grande problema è il suo peccato. Essere colpevoli davanti a Dio è il luogo più profondo della vita.

Sa che per il proprio merito, nessuno potrebbe mai avvicinarsi a Dio, peggio ancora, nessuno potrebbe mai resistere nel giorno di giudizio.

Considerate la frase: “Se tu dovessi tener conto delle colpe”

Questa frase vuol dire che se un uomo arriva davanti al giudizio di Dio ancora coperto con il proprio peccato, sarà impossibile resistere all'ira che Dio verserà su di lui. Chiunque arriva al giudizio ancora coperto del proprio peccato subirà l'ira di Dio per tutta l'eternità.

Apocalisse 6:14-17 ci aiuta a capire che sarà impossibile resistere all'ira di Dio, visto nell'ira dell'Agnello, che è Gesù Cristo. Questo brano descrive quel periodo appena prima del giudizio finale. I giudizi di Dio stanno arrivando sulla terra. Sarà terribile per chi non ha Gesù Cristo. Ci sarà un terrore mai visto nel mondo. Però, non ci sarà alcun modo di scappare. Qui, leggiamo di una situazione in cui Dio tiene conto delle colpe. Leggo Apocalisse 6:14-17.

“14 Quindi il cielo si ritirò come una pergamena che si arrotola, ed ogni montagna ed isola fu smossa dal suo luogo. 15 E i re della terra, i grandi, i ricchi, i capitani, i potenti, ogni schiavo ed ogni uomo libero si nascosero nelle spelonche e fra le rocce dei monti, 16 e dicevano ai monti e alle rocce: "Cadeteci addosso e nascondeteci dalla faccia di colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello, 17 perché è venuto il gran giorno della sua ira; e chi può resistere?".” (Apocalisse 6:14-17 LND).

Qualunque persona che arriva davanti al giudizio di Dio ancora coperto con i propri peccati si troverà nella situazione più terribile della vita e dell' eternità. L'ira di Dio si scatenerà contro ogni uomo coperto con i propri peccati, e quella punizione terribile durerà per tutta l'eternità. Nessuno potrà resistere l'ira di Dio nel giorno di giudizio. Leggo anche Malachia 3:2

“"Ma chi potrà sostenere il giorno della sua venuta? Chi potrà rimanere in piedi quando egli apparirà? Egli è come un fuoco d’affinatore, come la soda dei lavandai.” (Malachia 3:2 LND)

Tanti Vedono il Peccato con Leggerezza

Oggi, tanti credenti e tante chiese mancano di comprendere quanto sia terribile l'ira di Dio contro il peccato. Troppo spesso, vediamo il nostro peccato come se fosse un problema piccolo. Non siamo terrorizzati pensando all'ira di Dio contro il peccato. Non comprendiamo quanto il nostro peccato ostacola la nostra comunione con Dio. Come credenti, non temiamo la severa disciplina di Dio che Egli manderà contro il credente che non si ravvede di un peccato.

Spesso vediamo i nostri peccati come un piccolo problema. Perciò, il nostro cuore non è aggravato.

In contrasto, il salmista riconosce quanto è terribile ogni peccato, e perciò dichiara con timore: "se tu dovessi tenere conto delle colpe, o Eterno, chi potrebbe resistere, o Signore?".

Se tu vuoi crescere, se vuoi più di Cristo, allora, impegnati a capire quanto Dio è santo ed odia il peccato e perciò quanto ogni tuo peccato è un'offesa terribile a Dio. Questa è una chiave per vivere una vita di santità, ma anche per godere il dono del perdono.

Dio Offre Perdono

Il salmista capiva quanto fosse terribile il suo peccato. È per questo che dichiara che nessuno potrebbe resistere davanti all'Eterno se Egli dovesse tener conto delle colpe. Nel giorno di giudizio, Dio terrà conto dei peccati. Però, nel versetto 4 il salmista dichiara la meravigliosa verità che gli dava immensa gioia. Leggo i versetti 3 e 4 insieme.

“3 Se tu dovessi tener conto delle colpe, o Eterno, chi potrebbe resistere, o Signore? 4 Ma presso di te vi è perdono, affinché tu sia temuto.” (Salmo 130:3-4 LND)

Presso di Dio c'è una via per la quale l'uomo peccatore può essere perdonato. Questa via vale sia per chi vuole arrivare alla salvezza che per quel credente che cade nel peccato e ha bisogno di nuovo del perdono.

Per chi capisce quanto sia terribile il peccato non c'è nulla di più bello che il perdono. Il perdono di Dio è un perdono vero, un perdono totale, un perdono che cancella il peccato.

Come Può Dio Perdonare?

Come può Dio perdonare e cancellare il peccato, visto che ha stabilito che il salario del peccato è la morte?. Nell'epoca dell'Antico Testamento gli uomini dovevano sacrificare animali per mostrare che il loro peccato meritava la morte, la separazione da Dio, e per mostrare la fede in Dio che avrebbe provveduto un sostituto che prendesse su di Lui la loro colpa.

Alla luce di questo, come può Dio perdonare il peccato?

Vediamo la risposta già nel fatto degli animali che i Giudei dovevano sacrificare. Dio può perdonare quando punisce un sostituto al posto del peccatore veramente pentito. In quel modo, Dio copre la trasgressione del peccatore con la morte del sostituto. Leggo Salmo 32:1,2, in cui Davide parla di questo.

“1 Beato colui la cui trasgressione è perdonata, il cui peccato è coperto! 2 Beato l’uomo a cui l’Eterno non imputa l’iniquità, e nel cui spirito non c’è inganno.” (Salmo 32:1-2 LND)

Quando un uomo è sinceramente ravveduto, avendo visto la gravità del proprio peccato, e crede nel sostituto che Dio ha stabilito, Dio carica il peccato di quell'uomo sul quel sostituto e quel peccato è coperto. L'iniquità di quel uomo non è più imputata a lui, ma al sostituto.

In tutto l'Antico Testamento vediamo questo tramite tipi, rappresentazioni del Cristo che doveva venire. In seguito, nel Nuovo Testamento, scopriamo che Gesù è quel Cristo, il vero sostituto, il vero Agnello di Dio. Leggo le parole di Giovanni il battista, nel Evangelo di Giovanni 1:29.

“Il giorno seguente, Giovanni vide Gesù che veniva verso di lui e disse: "Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!” (Giovanni 1:29 LND)

C'è perdono presso di Dio, per mezzo di Gesù Cristo, e il suo sacrificio sulla croce. Quando Gesù spiega il suo sacrificio ai discepoli all'ultima cena, spiega che stava per spargere il suo sangue per il perdono dei peccati di molti. Leggo le parole di Gesù in Matteo 26:28.

“perché questo è il mio sangue, il sangue del nuovo patto che è sparso per molti per il perdono dei peccati.” (Matteo 26:28 LND)

Il sacrificio di Gesù è il mezzo per il quale possiamo essere perdonati dai nostri peccati.

Questo è il messaggio che fu profetizzato in tutto l'Antico Testamento, e che viene dichiarato in tutto il Nuovo Testamento. Leggo Atti 10:43, parlando di Cristo:

“A lui rendono testimonianza tutti i profeti, che chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome".” (Atti 10:43 LND)

In Efesini 1:3-7, impariamo che da prima della fondazione del mondo, era il piano di Dio di perdonare uomini per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo. Ve lo leggo.

“3 Benedetto sia Dio, Padre del Signor nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo, 4 allorché in lui ci ha eletti prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi e irreprensibili davanti a lui nell’amore, 5 avendoci predestinati ad essere adottati come suoi figli per mezzo di Gesù Cristo secondo il beneplacito della sua volontà, 6 a lode della gloria della sua grazia mediante la quale egli ci ha grandemente favoriti nell’amato suo Figlio, 7 in cui abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia,” (Efesini 1:3-7)

Quindi, per conto nostro, a causa dei nostri peccati, siamo sotto condanna e sotto la potestà delle tenebre. In Cristo c'è il perdono, che porta ad essere trasportati nel regno di Cristo. Leggo Colossesi 1:12-14.

“12 rendendo grazie a Dio e Padre, che ci ha fatti degni di partecipare alla sorte dei santi nella luce. 13 Poiché egli ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio 14 in cui abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue e il perdono dei peccati.” (Colossesi 1:12-14 LND)

Oh, che possiamo restare sempre meravigliati del perdono.

Perché Dio Perdona?

Tornando a Salmo 130, perché Dio perdona? Leggo ancora il versetto 4.

“Ma presso di te vi è perdono, affinché tu sia temuto." (Salmo 130:4 LND)

Dio perdona affinché Egli sia temuto.

Dio vuole che abbiamo un santo timore di Lui, cioè, vuole che gli uomini Lo temano. Timore di Dio non è la paura di avvicinarci a Lui, anzi, quando c'è perdono, allora l'uomo può avvicinarsi a Dio. Però, Dio è santo e glorioso, e l'unico modo che l'uomo ha di avvicinarsi a Lui è con timore e riverenza.

In che modo il perdono ci aiuta a temere Dio? Prima di tutto, tenete conto del fatto che per poter essere perdonati, dobbiamo veramente ravvederci dal nostro peccato. Questo vuol dire che dobbiamo capire quanto il peccato sia grave. Quando riconosciamo la gravità del peccato e ci rivolgiamo a Dio veramente ravveduti, credendo di cuore in Gesù Cristo come Colui che ci ottiene il perdono per mezzo del suo sacrificio, allora temeremo Dio. Vedremo la santità di Dio, e la grandezza del perdono, e questo ci porterà a vedere Dio con gratitudine ed amore, ma anche con riverenza e timore.

Invece, quando non riconosciamo la gravità del peccato, non avremo timore di Dio, e questo ci porterà sempre più lontani da Dio.

Quindi, da questo brano comprendiamo che l'unico modo di avere un rapporto stretto con Dio è di vivere con timore e riverenza nei confronti di Dio, gioiosi per il perdono.

Io Spero nell'Eterno

Il salmista ha visto la gravità del suo peccato e ha capito che presso Dio c'è il perdono. Allora, che cosa fa? Egli si rivolge a Dio, aspettando il perdono. Leggo i versetti 5 e 6. Questi versetti ci dimostrano il cuore di uno che veramente desidera il perdono con tutto il cuore.

5 Io aspetto l’Eterno, l’anima mia l’aspetta; io spero nella sua parola. 6 L’anima mia attende il Signore, più che le guardie il mattino, sì più che le guardie il mattino.

Il salmista aveva confessato il suo peccato a Dio. A quel punto, non si sposta dalla presenza di Dio. Egli vuole perdono, più di quanto vuole la vita stessa. Perciò, non si muove dal guardare costantemente a Dio. Lui attende il Signore, e nulla può farlo allontanare né a destra né a sinistra. Egli descrive il suo desiderio per il perdono come più forte di quanto le guardie attendono la mattina. Quando le guardie dovevano stare su tutta la notte proteggendo la città, o qualche fortezza, la notte era un tempo di pericoli e quindi di paura. Perciò, le guardie avevano grande desiderio di veder arrivare il mattino. Però, il desiderio del salmista per il perdono era molto più grande di qualsiasi altro desiderio umano. Questo è il senso della sua dichiarazione che attende il Signore più che le guardie attendono il mattino.

Egli aspetta l'Eterno perché spera nella sua parola. Non pone le sue speranze in alcun altro posto, né in pensieri suoi. Spera fermamente in quello che Dio dichiara nella sua Parola. Dio promette nella sua Parola di perdonare chi si ravvede e crede nel Cristo, e il salmista crede fermamente nella parola di Dio.

Tu credi fermamente nella Parola di Dio? Speri tu in essa?

Il Cuore che Ci Serve Avere

È importante capire che tipo di cuore ci serve avere nei confronti di Dio. Serve un cuore che guarda a Dio con tutto il cuore, e non guarda né a destra né a sinistra. Spera in Dio, totalmente e solamente.

Perciò, è giusto per ciascuno chiedersi: io veramente spero in Dio? Io riconosco il mio bisogno di perdono, vedo il mio peccato come il mio problema più grande? Se non ho ancora ricevuto la salvezza, capisco che la mia condanna è il problema più grande che ho? Se sono già credente, capisco che ogni volta che pecco è un problema terribile, e che ho bisogno del perdono per rientrare in un rapporto di comunione con Dio?

Se comprendiamo quanto è grave il nostro peccato, allora comprenderemo quanto è meraviglioso il perdono che possiamo avere in Gesù Cristo. E allora, anche noi aspetteremo all'Eterno, con tutto il nostro cuore, perché speriamo nella sua Parola.

Esortazione agli Altri di Sperare nell'Eterno

Anche se non è scritto, è chiaro che il salmista è stato perdonato. Sappiamo questo perché Dio promette di perdonare chi viene a lui così, e questo salmista sperava nella parole di Dio, e perciò sappiamo che è stato perdonato, perché Dio è fedele alla sua Parola.

E perciò, avendo ricevuto il perdono, il salmista aveva la gioia della salvezza. E allora, cosa ha fatto? Cosa ha da dire? Leggo i versetti 7 e 8, per capire quello che fa, ora che è perdonato:

7 O Israele, spera nell’Eterno, perché presso l’Eterno vi è misericordia e presso di lui vi è redenzione completa. 8 Egli redimerà Israele da tutte le sue iniquità.” (Salmo 130:7-8 LND)

Avendo trovato il perdono, e la gioia che arriva con esso, il salmista vuole che gli altri abbiano questa gioia. Vuole che ricevano il perdono per i loro peccati in modo da non subire la condanna eterna. Vuol che ricevano il perdono, per poter avere la gioia della salvezza come lui. Perciò, esorta gli altri di sperare nel Eterno. Dichiara che presso Dio c'è misericordia, c'è la redenzione completa. Dichiara che Dio redimerà suo popolo da tutte le sue iniquità.

Notate che sperare nell'Eterno non vuole dire sperare che Dio ci darà la vita terrena come vogliamo noi. Piuttosto, vuol dire sperare nel perdono e la redenzione dalle nostre iniquità.

Il dono che Dio ci offre è il perdono e la redenzione. Egli ci offre questo per la sua misericordia, per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo!

Questo è il senso di sperare veramente nell'Eterno. Questa è la vera speranza in Dio. La misericordia e la redenzione sono doni che valgono più di qualsiasi benedizione terrena che potremmo mai ricevere.

Questo è il messaggio che il salmista proclama ad Israele, e questo è il messaggio che noi dobbiamo proclamare agli altri.

Quindi, dobbiamo proclamare che ogni peccato è un grave offesa a Dio, e che il giudizio sta per arrivare, e quanto sarà terribile per chi non trova il perdono prima di quel giudizio. Dobbiamo proclamare l'impossibilità di scappare dal giudizio e che nessuno potrà resistere in quel giorno.

Però, grazie a Dio, possiamo anche proclamare che Dio è pieno di misericordia, e che presso di Lui c'è il perdono, per chi si ravvede e crede in Gesù Cristo come Salvatore e Signore. Possiamo proclamare che in Cristo c'è piena redenzione da tutte le iniquità

Allora

Allora, fra tutti i problemi della vita, qual è il luogo più profondo in cui puoi trovarti? Il luogo più profondo è di avere del peccato che non hai confessato. Questo è la condizione peggiore in cui possiamo trovarci. Dio odia i nostri peccati.

Se oggi tu hai uno o più peccati che non ha confessato veramente, prego che vedrai quanto è grave la tua condizione davanti a Dio. Riconosci la gravità del peccato. Poi, riconosci che presso Dio, c'è perdono per chi si ravvede e crede in Gesù Cristo. Puoi essere veramente liberato dalla tua colpa per mezzo di Gesù Cristo.

Andiamo a Dio, per mezzo di Cristo, per ottenere il perdono di cui abbiamo così tanto bisogno. Grazie a Dio per il perdono!