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Introduzione al libro dei Giudici - Giudici 1:1—2:5

filename: 07-01-01.07j.odt di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org, per domenica 21 ottobre, 2007 - Parole chiave: fede, ubbidienza, disobbedienza, cattiva compagnia cmd

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Oggi, vorrei iniziare alcuni sermoni sul libro dei Giudici, nell'Antico Testamento. Non intendo fare un'analisi versetto per versetto di tutto il libro, ma piuttosto, voglio solo toccare alcune delle verità principali.

Ho due traguardi principali per questi sermoni. Prima di tutto, come ogni libro della Bibbia, Giudici fa parte della Parola di Dio, e perciò, serve per la nostra edificazione. Dio ha tante lezioni importanti per noi in esso.

Inoltre, spero che questi sermoni sul libro dei Giudici vi aiuterà a capire meglio come trarre beneficio spirituale dai libri storici dell'Antico Testamento. Solitamente, possiamo capire facilmente le lezioni di un'Epistola, ma abbiamo più difficoltà ad essere edificati dai libri storici. Spero che guardando questo libro storico insieme, saremo più in grado di trarre beneficio spirituale anche dagli altri libri storici della Bibbia.

Troviamo tre divisioni principali in Giudici. I capitoli da 1:1 a 2:10 raccontano il periodo appena dopo la morte di Giosuè. Poi, da 2:11 a tutto il capitolo 16, troviamo un ciclo che si ripete tante volte: Israele cade nel peccato, viene disciplinato da Dio, si ravvede, e poi, viene salvato da Dio tramite i Giudici. Infine, i capitoli da 17 a 21 sono quasi un'appendice, in cui sono raccontati alcuni avvenimenti che avvennero in questo periodo e che ci aiutano a capire la condizione spirituale di Israele.

Contesto storico:

Per trarre grande beneficio dal libro dei Giudici, è necessario capire un po' il contesto storico in cui è ambientato. I libri che lo precedono sono essenziali per poter capire gli avvenimenti, e soprattutto le lezioni spirituali che Dio ha per noi in Giudici. Quindi, quando leggete un libro storico, è utile leggerlo nel contesto degli altri libri storici, almeno finché non abbiate imparato bene il suo contesto storico.

Perciò, per aiutarvi a capire meglio il libro dei Giudici, vorrei darvi un po' di contesto storico.

Ricordiamo che in Genesi 15 Dio aveva promesso ad Abramo di dare ai suoi discendenti la terra promessa. Dio aveva ripetuto questa promessa altre volte anche ai discendenti di Abramo. Parlando con Mosè, Dio promise ai Giudei di dare loro vittoria sugli abitanti della terra promessa.

Dopo la morte di Mosè, Dio guidò Israele ad entrare nella terra promessa avendo Giosuè come capo. Appena entrarono nel paese, Dio diede loro una vittoria miracolosa a Gerico, dimostrando così che avrebbe dato loro vittoria anche sugli altri popoli nemici, e perciò che potevano tranquillamente camminare per fede in Lui.

Oltre a promettere di essere con loro, Dio aveva anche dato loro dei comandamenti. Uno di questi era che quando sarebbero entrati nella terra promessa, i giudei dovevano distruggere totalmente le persone che vi abitavano. Vi leggo di questo, nelle parole che Mosè dichiarò al popolo da parte di Dio. Leggo da Deuteronomio 7

1 "Quando L’Eterno, il tuo DIO, ti avrà introdotto nel paese in cui entri per prenderne possesso, e avrà scacciato davanti a te molte nazioni: gli Hittei, i Ghirgasei, gli Amorei, i Cananei, i Perezei, gli Hivvei e i Gebusei, sette nazioni più grandi e più potenti di te, 2 e quando l’Eterno, il tuo DIO, le avrà date in tuo potere tu le sconfiggerai e le voterai al completo sterminio; non farai con esse alleanza, né userai con loro alcuna misericordia.” (Deut 7:1-2 LND)

Qui, abbiamo sia la promessa della conquista dei giudei della terra promessa, sia il comandamento di distruggere completamente le persone che abitavano in quei luoghi. Il popolo di Dio non doveva fare alcuna alleanza, e non doveva usare alcuna misericordia con loro.

Notiamo che era assolutamente vietato ai Giudei di mischiarsi con i pagani che abitavano nella terra promessa prima di loro. Questo è un principio che troviamo ripetutamente nella Bibbia: il popolo di Dio deve essere un popolo santo. La parola “santo” vuol dire, “messo da parte”, “consacrato”. Il senso di “santo” quindi è che il popolo appartiene a Dio in modo particolare, ed esiste per la sua gloria, e quindi, non deve essere mischiato in alcun modo con ciò che non è santo. In altre parole, il popolo di Dio non deve legarsi minimamente con le persone del mondo.

Infatti, leggo ancora quello che Mosè dichiarò ai Giudei in Deuteronomia 7, in cui questo principio diventa ancora più chiaro. Leggo gli stessi versetti di prima, e continuo nel brano.

1 "Quando L’Eterno, il tuo DIO, ti avrà introdotto nel paese in cui entri per prenderne possesso, e avrà scacciato davanti a te molte nazioni: gli Hittei, i Ghirgasei, gli Amorei, i Cananei, i Perezei, gli Hivvei e i Gebusei, sette nazioni più grandi e più potenti di te, 2 e quando l’Eterno, il tuo DIO, le avrà date in tuo potere tu le sconfiggerai e le voterai al completo sterminio; non farai con esse alleanza, né userai con loro alcuna misericordia. 3 Non contrarrai matrimonio con loro. Non darai le tue figlie ai loro figli e non prenderai le loro figlie per i tuoi figli, 4 perché allontanerebbero i tuoi figli dal seguire me per servire altri dèi, e l’ira dell’Eterno si accenderebbe contro di voi e vi distruggerebbe subito. 5 Ma con loro vi comporterete così: demolirete i loro altari, spezzerete le loro colonne sacre, abbatterete i loro Ascerim e darete alle fiamme le loro immagini scolpite. 6 Poiché tu sei un popolo consacrato all’Eterno, il tuo DIO; l’Eterno, il tuo DIO ti ha scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra. 7 L’Eterno non ha riposto i suo amore su di voi né vi ha scelto, perché eravate più numerosi di alcun altro popolo; eravate infatti il più piccolo di tutti i popoli; 8 ma perché l’Eterno vi ama e perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri, l’Eterno vi ha fatto uscire con mano potente e vi ha riscattati dalla casa di schiavitù, dalla mano del Faraone, re d’Egitto. 9 Riconosci dunque che l’Eterno, il tuo DIO, DIO, il Dio fedele, che mantiene il suo patto e la sua benignità fino alla millesima generazione verso quelli che lo amano e osservano i suoi comandamenti, 10 ma rende prontamente a quelli che lo odiano facendoli perire; egli non ritarderà, ma renderà prontamente a chi lo odia. 11 Osserva dunque i comandamenti gli statuti e i decreti che oggi ti do, mettendoli in pratica.” (De 7:1-11 LND)

Dio ha scelto un popolo per Sé, o per dire più precisamente, ha creato un popolo per Sé. Comandò ai giudei che fossero separati da tutti gli altri popoli. Dovevano distruggere completamente i non credenti, per evitare qualsiasi convivenza con loro. Dio spiegò chiaramente che se si fossero mischiati con i pagani, quei pagani avrebbero allontanato i loro figli da Dio, e per questo motivo, anziché ricevere benedizioni, avrebbero subito l'ira di Dio, nella sua dura disciplina.

Dio disse tutto questo ad Israele tramite Mosè. Poi, alla morte di Mosè, Dio diede a Giosuè l'incarico di guidare Israele. Come ho già menzionato, Dio diede vittoria ai Giudei sotto la guida di Giosuè, rendendo chiaro che era degno della loro fede e della loro ubbidienza.

Durante il tempo in cui Giosuè guidò il popolo, la terra promessa fu divisa fra le varie tribù. I Giudei iniziarono a prendere possesso della terra, ma già allora, non sempre furono pronti a combattere fino a sterminare i popoli pagani, come Dio aveva comandato. Piuttosto, preferirono la via più facile, la via in cui vincevano qualche battaglia, prendevano possesso di un po' di terra, e poi, si riposavano, lasciando i pagani in vita.

Facendo così, non stavano ubbidendo a Dio. Le brutte conseguenze di questa disubbidienza andarono avanti per tanti secoli.

Al tempo della morte di Giosuè, i Giudei dovevano ancora conquistare molta della terra promessa. Il libro dei Giudici inizia con la morte di Giosuè e continua fino a poco prima dell'istituzione del primo re.

Giudici 1:1-11 un buon inizio

Ora, tenendo tutto questo contesto in mente, iniziamo leggendo Giudici 1:1-11

1 Dopo la morte di Giosuè, i figli d’Israele consultarono l’Eterno, dicendo: "Chi di noi andrà per primo a combattere contro i Cananei?". 2 L’Eterno rispose: "Andrà Giuda; ecco, io ho dato il paese nelle sue mani". 3 Allora Giuda disse a Simeone suo fratello: "Vieni con me nel paese che mi è toccato in sorte, e combatteremo contro i Cananei; poi anch’io verrò con te nel paese che è toccato in sorte a te". E Simeone partì con lui. 4 Giuda dunque andò, e l’Eterno diede nelle loro mani i Cananei e i Perezei; e a Bezek uccisero diecimila uomini. 5 A Bezek trovarono Adoni-Bezek e l’attaccarono; e sconfissero i Cananei e i Perezei. 6 Adoni-Bezek fuggì, ma essi lo inseguirono, lo presero e gli tagliarono le dita grosse delle mani e dei piedi. 7 Allora Adoni-Bezek disse: "Settanta re con le dita grosse delle loro mani e dei loro piedi tagliate raccoglievano gli avanzi sotto la mia mensa. DIO mi ha reso ciò che io ho fatto". Lo portarono quindi a Gerusalemme dove morì. 8 I figli di Giuda attaccarono Gerusalemme e la presero; passarono gli abitanti a fil di spada e diedero la città alle fiamme. 9 ¶ Poi i figli di Giuda scesero a combattere contro i Cananei che abitavano la regione montuosa, il Neghev e il bassopiano. 10 Giuda marciò quindi contro i Cananei che abitavano a Hebron, (il cui nome era prima Kirjath-Arba) e sconfisse Sceshai, Ahiman e Talmai. 11 Di là marciò contro gli abitanti di Debir, (che prima si chiamava Kirjath-Sefer).” (Giudici 1:1-11 LND)

Notiamo che i figli d'Israele iniziarono molto bene, nel v.1

1 Dopo la morte di Giosuè, i figli d’Israele consultarono l’Eterno, dicendo: "Chi di noi andrà per primo a combattere contro i Cananei?".

Iniziarono bene, perché cercarono la guida e la volontà di Dio. E così, poterono ubbidire, e di conseguenza, furono benedetti da Dio. Purtroppo, molte volte nella loro storia, non fecero così. Non cercarono la guida di Dio.

Già qua, vedo un'applicazione importantissima per noi. Quando noi abbiamo delle decisioni da prendere, consultiamo l'Eterno? Noi abbiamo la Bibbia completa, quindi, abbiamo gli insegnamenti e i principi che trattano ogni aspetto della vita: come dobbiamo vivere in famiglia? Come dobbiamo comportarci nella società in cui viviamo? Come dobbiamo agire nei nostri lavori? Come dobbiamo comportarci gli uni con gli altri? Quali dovrebbero essere i nostri traguardi quando prendiamo le nostre decisioni? In ogni cosa, è essenziale consultare il Signore, informandoci su quali sono i principi biblici che riguardano le nostre decisioni. Solo così possiamo ubbidire al Signore.

Visto che i Giudei avevano consultato l'Eterno, Egli diede loro una grande vittoria. Dio benedice coloro che cercano per primo il suo regno. Notiamo che DIO diede loro vittoria. Infatti, una delle verità più importanti che possiamo imparare dalla Bibbia, e soprattutto dalla parte storica dell'Antico Testamento, è che è Dio che ci dà successo o che ci fa fallire. È inutile, o peggio, è assurdo e grande stoltezza, trascurare Dio per cercare di avere successo per conto nostro. La vittoria viene dal Signore! Se trascuriamo il Signore, è inutile sperare di ricevere vere benedizioni.

In questo brano, notiamo anche che Giuda e Simeone, due tribù, si aiutarono l'uno con l'altro. Che bello quando si collabora, anziché pensare ognuno solo ai propri interessi! Siamo membra gli uni degli altri.

Troviamo anche la storia di Adoni-Bezek, al quale tagliarono le dita grosse delle mani e dei piedi. Senza queste dita, un uomo non poteva tenere una spada per combattere, né poteva correre per scappare. Quindi, era una grande umiliazione.

I Giudei non erano soliti agire in questo modo perciò, probabilmente furono guidati dalla provvidenza di Dio, per rendere più chiaro il principio che quello che l'uomo ha seminato, quello mieterà. Infatti Adoni-Bezek aveva seminato male, usando grande cattiveria, innalzandosi nel suo orgoglio, facendo questa sua stessa fine a settanta re. Ora, venne grandemente umiliato. Non sempre Dio fa arrivare le conseguenze di come uno ha seminato durante questa vita, ma quando lo fa, ci aiuta a capire che ci saranno conseguenze, in bene e in male, per tutto.

Nel versetto 8, leggiamo di Gerusalemme. Sappiamo da Giosuè 10 che Giosuè aveva già preso la città, ma evidentemente, non totalmente. Infatti, c'era la città, e anche una fortezza. Evidentemente, anche a questo punto, i Giudei non scacciarono i Gebusiti totalmente, perché li troveremo ancora al tempo di Davide.

I vv.9-11 descrivono le altre vittorie dei Giudei. Notiamo ancora una volta che, avendo consultato Dio, furono benedetti da Dio.

Un avvenimento precedente

I vv.12-15 raccontano un avvenimento che troviamo anche in Giosuè 15:13-19, e quindi, probabilmente è menzionato qua solo per aiutarci a capire geograficamente qualcosa della divisione della terra.

I figli di Keneo

Il v.16 menziona i figli di Keneo, suocero di Mosè. Leggiamo di loro in Esodo 18, e poi in Numeri 10:29, che vi leggo, dove Keneo è chiamato Reuel.

Or Mosè disse a Hobab, figlio di Reuel il Madianita, suocero di Mosè: "Noi ci mettiamo in viaggio verso il luogo del quale l’Eterno ha detto: "Io ve lo darò". Vieni con noi e ti faremo del bene, perché l’Eterno ha promesso buone cose ad Israele".” (Nu 10:29 LND)

I Kenei fecero parte della storia di Israele in senso buono per tanti secoli. Una famiglia di loro venne descritta come fedele a Dio in Geremia 35.1.

Ubbidienza

Leggo il v.17, perché a differenza di altri brani successivi, troviamo una vera ubbidienza al comandamento di Dio.

17 Poi Giuda partì con Simeone suo fratello e sconfissero i Cananei che abitavano in Tsefath, e la votarono allo sterminio; per questo la città fu chiamata Hormah.

Qui, vediamo che i Giudei votarono allo sterminio i Cananei, esattamente come Dio aveva comandato. Oh che possiamo imparare l'importanza di un'ubbidienza totale! Le poche volte che Israele ubbidì totalmente, fu grandemente benedetto.

Una vittoria temporanea

Appena dopo questo, troviamo nei versetti seguenti che non sempre ubbidirono a Dio totalmente. Leggo i vv.18-19.

18 Giuda prese anche Gaza col suo territorio, Askalon col suo territorio ed Ekron col suo territorio. 19 Così l’Eterno fu con Giuda, che scacciò gli abitati della regione montuosa; ma non poté scacciare gli abitanti della pianura perché avevano dei carri di ferro.

Qua, dice che NON poterono scacciare gli abitanti della pianura. Però, Dio aveva promesso loro vittoria. Quindi, questo “non poterono” era dal punto di vista dei giudei, perché non ebbero abbastanza fede, e perciò, Dio non diede loro la vittoria. La vittoria non dipende mai dalla forza dell'uomo, ma dall'opera di Dio. Quando non camminiamo per fede, non siamo in grado di ubbidire con la nostra propria forza.

Ubbidienza parziale, con gravi conseguenze

Nel v.21, si parla di nuovo di Gerusalemme. È utile sapere che Gerusalemme era situata sulla frontiera fra Giuda e Beniamino, e quindi, si potrebbe trattare della provincia della città, e non soltanto la città stessa. Vi leggo.

21 I figli di Beniamino non scacciarono i Gebusei che abitavano Gerusalemme; così i Gebusei hanno abitato con i figli di Beniamino in Gerusalemme fino al giorno d’oggi.

Andando avanti, troveremo sempre più casi in cui i Giudei non scacciarono i popoli pagani, e piuttosto, vissero insieme con loro. Dio aveva comandato di non fare così, e aveva anche avvertito che se avessero disobbidito, i pagani li avrebbero portati a peccare gravemente. E così successe, volta, dopo volta, dopo volta nella storia di Israele.

Un popolo sterminato

Leggendo i vv.22-26, troviamo un caso di ubbidienza.

22 La casa di Giuseppe salì anch’essa contro Bethel, e l’Eterno fu con loro. 23 La casa di Giuseppe mandò ad esplorare Bethel, (città che prima si chiamava Luz) 24 Gli esploratori videro un uomo che usciva dalla città e gli dissero: "Deh mostraci la via di accesso alla città e noi ti useremo misericordia". 25 Egli mostrò loro la via di accesso alla città, ed essi passarono gli abitanti della città a fil di spada, ma lasciarono andare quell’uomo con tutta la sua famiglia. 26 Costui andò nel paese degli Hittei e vi edificò una città che chiamò Luz, nome che porta fino al giorno d’oggi.

Notiamo che i Giudei passarono a fil di spada gli abitanti pagani di Bethel, ovvero, uccisero tutti. Questo è ciò che Dio aveva comandato loro. A volte, potrebbe sembrare a noi che un tale comportamento sia stato ingiusto. Anzi, tante persone oggi dicono che Dio non si comportò in modo giusto ordinando ai Giudei di uccidere tutte quelle persone. Ci sono vari principi importanti da tenere in considerazione qua.

Prima di tutto, ricordiamo che questo era un comandamento che riguardava solo quel tempo. Dio non ci comanda mai di uccidere altre persone oggi.

Per capire la giustizia del comandamento che Dio diede loro, dobbiamo iniziare ricordando che Dio è giusto in tutto quello che fa. Alcuni vorrebbero osare dire che Dio non sia stato giusto a comandare ai Giudei di sterminare i popoli interni. Ma chi è l'uomo per dire che quello che il Sovrano Creatore e Giudice dell'universo Dio fa sia giusto o non sia giusto? Dire che quello che Dio fa è giusto o non è giusto secondo un proprio metro vuol dire innalzarsi al di sopra di Dio. Chi si innalza così, se non si ravvede, sarà punito eternamente, perché Dio è sovrano in tutto quello che fa.

È anche importante capire che Dio è giusto in tutto quello che fa proprio perché la giustizia stessa viene da Dio. DIO stesso è il metro con il quale si misura quello che è giusto. Non esiste alcun metro al di sopra di Dio!

Poi, ricordiamoci che noi possiamo vedere solamente l'esterno di un uomo, mentre Dio conosce il cuore dell'uomo, totalmente. In realtà, nessun uomo conosce il proprio cuore a fondo, e molto di meno quello degli altri. Invece, Dio conosce totalmente il cuore di ogni uomo. Se Dio ordinò la morte di un popolo, quel popolo meritava quella morte.

Perciò, se Dio comandò ad Israele di distruggere totalmente i popoli della terra promessa, quella era la cosa giusta da fare. Solitamente, il giudizio arriva dopo la morte, ma in qualche caso, Dio sceglie di iniziare con qualche atto di giudizio durante questa vita.

Disubbidienza

Nei vv.27-28, troviamo un altro esempio di disubbidienza da parte di Israele. Leggo.

27 Manasse invece non scacciò gli abitanti i Beth-Scean e dei suoi villaggi limitrofi, né quelli i Taanak e dei suoi villaggi limitrofi, né gli abitanti di Dor e dei suoi villaggi limitrofi, né gli abitanti d’Ibleam e dei suoi villaggi limitrofi, né gli abitanti di Meghiddo e dei suoi villaggi limitrofi, perché i Cananei erano risoluti a restare in quel paese. 28 In seguito, quando Israele divenne forte, assoggettò i Cananei a servitù ma non li scacciò del tutto.

Dio avrebbe dato la vittoria ai Giudei, se avessero camminato veramente per fede, ma essi preferirono prendere la via più facile.

Ricordiamoci che l'ubbidienza richiede un grande impegno. Perciò, in tante occasioni, anziché ubbidire totalmente a Dio, i Giudei si accontentarono di un'ubbidienza parziale. Conquistarono quel po' di terra che bastava al momento, e poi smisero di combattere. Lasciarono i popoli pagani liberi di vivere nella terra promessa.

Più in avanti, riuscirono ad assoggettare i Cananei a servitù, cioè riuscirono o a forzarli a pagare un tributo, o a farli lavorare come schiavi. La parola può essere tradotta in entrambi i sensi.

Qua, possiamo riconoscere la concupiscenza dei Giudei. Avrebbero dovuto combattere duramente, e distruggere questo popolo. Invece, li lasciarono vivere. Era meno fatica, e poi, era comodo avere un tributo, o il loro servizio da schiavi! Quindi, anziché ubbidire a Dio, scelsero di compromettere con il peccato, e di convivere con i pagani. Forse pensarono che, avendo dominio sui Cananei, non sarebbero stati influenzati da loro. Ma sbagliarono di grande, perché non credettero all'avvertimento di Dio. Ebbero come compagnia persone che non avrebbero dovuto avere. Sia in questo periodo dei Giudici che nei secoli successivi, Israele pagò caro per questo peccato. I pagani li trascinarono ad adorare idoli, e soffrirono grandemente sotto la dura disciplina di Dio, volta dopo volta, e alla fine, Israele fu deportato.

Che lezione per noi! L'uomo non si può beffare di Dio, perché quello che avrà seminato, quello pure mieterà. Quando noi scegliamo la compagnia sbagliata, essa ci porterà ad allontanarci da Dio.

Un'altra tribù pecca

Troviamo questo stesso peccato anche in altre tribù, come leggiamo nei vv.29-33.

29 Neppure Efraim scacciò i Cananei che abitavano a Ghezer, così i Cananei abitarono in Ghezer in mezzo a loro. 30 Neppure Zabulon scacciò gli abitanti di Kitron e gli abitanti di Nahalol; così i Cananei abitarono in mezzo a loro ma furono sottoposti a servitù. 31 Neppure Ascer scacciò gli abitanti di Akko, né gli abitanti di Sidone, né quelli di Ahlab, di Akzib, di Helbah, di Afik e di Rehob; 32 così i figli di Ascer si stabilirono in mezzo ai Cananei che abitavano il paese, perché non li scacciarono. 33 Neppure Neftali scacciò gli abitanti di Beth-Scemesh e gli abitanti di Bet-Anath, e si stabilì in mezzo ai Cananei che abitavano il paese; ma gli abitanti di Beth-Scemesh e di Beth-Anath furono da loro sottoposti a servitù.

Anche qua, vediamo che i Giudei ubbidirono solo parzialmente, e questa loro disobbedienza li portò a peccare moltissimo nei secoli a venire.

Già una situazione triste

Andando avanti, la situazione divenne ancora più triste, perché ora, troviamo delle tribù che rimasero soggette ai pagani. Leggo dal v.34

34 Gli Amorei costrinsero i figli di Dan a rimanere nella regione montuosa e non li lasciarono scendere nella valle. 35 Gli Amorei erano risoluti a restare sul monte Heres, ad Ajalon e a Shaalbim; ma quando la mano della casa di Giuseppe si rafforzò, essi furono sottoposti a servitù. 36 Il confine degli Amorei si estendeva dalla salita di Akrabbim da Sela in su.”

Anche qua, in tribù dopo tribù, vediamo che i Giudei seminarono male. Non ubbidirono a Dio. E per questo, non ebbero la vittoria che avrebbero potuto ottenere. La loro incapacità di sconfiggere i pagani fu causata dalla loro mancanza di fede e di ubbidienza a Dio.

Rimproverati da Dio

Quindi, già all'inizio della storia del popolo di Dio nella terra promessa, Israele non ubbidì a Dio completamente. Perciò, l'Angelo di Dio, che molto probabilmente era Gesù Cristo Pre-Incarnato, apparve per riprendere il popolo per il loro peccato. Leggo Giosuè 2:1-5.

1 Or l’Angelo dell’Eterno salì da Ghilgal a Bokim e disse: "Io vi ho fatto salire dall’Egitto e vi ho condotto nel paese che avevo giurato di dare ai vostri padri. Avevo anche detto: "Io non romperò mai il mio patto con voi. 2 Ma voi non farete alcuna alleanza con gli abitanti di questo paese e demolirete i loro altari". Voi però non avete ubbidito alla mia voce. Perché avete fatto questo? 3 Così ora dico: lo non li scaccerò davanti a voi; ma essi saranno come spine nei vostri fianchi, e i loro dèi saranno per voi un laccio". 4 Appena l’Angelo dell’Eterno ebbe detto queste parole a tutti i figli d’Israele, il popolo alzò la voce e pianse. 5 Perciò chiamarono quel luogo Bokim e vi offrirono sacrifici all’Eterno.” (Giudici 2:1-5 LND) Notate che l'Angelo parla in prima persona come Dio, che rende chiaro che questo era Dio.

Questo Angelo salì da Ghilgal, che è lo stesso luogo in cui era apparso a Giosuè vari anni prima. La prima volta aveva dato degli ordini ai Giudei, ed ora, apparve per riprenderli severamente per la loro disubbidienza.

Visto che i Giudei non avevano distrutto totalmente i pagani, ma piuttosto li avevano lasciati vivere, e avevano lasciato intatti i loro altari, Dio annuncia la dura disciplina che manderà loro. Visto che avevano disubbidito, Dio dichiara ai Giudei che NON avrebbe più scacciato quei popoli dalla terra promessa, ma che li avrebbe lasciati vivere lì per essere un laccio per loro.

Il popolo pianse! Furono rattristati dal loro comportamento ribelle, e dalle conseguenze che Dio aveva annunciato. Però, vedremo che non abbandonarono i loro peccati. La loro tristezza era una tristezza dal mondo, che non portò al ravvedimento.

Oh cari, vedete la dura lezione qua? Quando noi scegliamo di peccare, possiamo essere perdonati, ma spesso, creiamo delle situazioni che proseguono per il resto della vita. Se i Giudei avessero ubbidito a Dio, avrebbero scacciato tutti i popoli pagani dalla terra promessa. E così avrebbero evitato di essere tentati dai pagani intorno a loro. Invece, non ubbidendo a Dio, furono tentati per vari secoli, e volta dopo volta caddero nell'idolatria.

Spesso, troviamo lo stesso principio nella nostra vita. Per esempio, se un credente compra una casa senza capire e seguire i principi di Dio, anche se dopo capisce di aver sbagliato e chiede perdono, pagherà le conseguenze per anni. Forse dovrà lavorare di più per pagare tutto, e perciò, sarà sempre più difficile prendere ampio tempo per crescere spiritualmente.

Anche i genitori possono peccare nel modo di allevare i figli. E possono anche riconoscere e confessare i loro peccati, ed essere pienamente perdonati da Dio. Però, spesso, le conseguenze dureranno per tanti anni. Per esempio, i figli potrebbero essere molto ribelli quando sono ormai grandi ma ancora vivono in casa, e questo potrebbe essere una grave tentazione per i genitori, che potrebbero spesso a cadere nell'ira.

Si può scegliere un lavoro per motivi sbagliati, forse per orgoglio, o per amore dei soldi. Dopo, quel lavoro può essere fonte di tanti tentazioni, forse colleghi che parlano sempre di soldi, o un ambiente che spinge all'orgoglio.

Ed è così in tanti campi. Quando pecchiamo, e non ubbidiamo totalmente a Dio, molto spesso questa nostra ribellione ci porta ad avere una situazione in cui abbiamo tante tentazioni che avremmo potuto evitare. E così, facilmente cadremo in tanti peccati, e soffriremo tante brutte conseguenze.

Perciò, impariamo dall'esempio che Dio ci dà in questo libro. Ubbidiamo totalmente, non solo parzialmente! Ubbidiamo fino in fondo, anziché cercare una via più facile! Seguiamo il Signore in ogni campo della vita, in ogni situazione ed in ogni decisione.

Il brano che abbiamo considerato oggi ci ha ricordato del pericolo di avere la compagnia sbagliata. Ci saranno tante altre lezioni in questo libro, ma per ora, teniamo ben presente la verità che chi ha la compagnia sbagliata, si allontanerà da Dio.

Oggi, la nostra compagnia può essere gli amici con cui passiamo il tempo, può essere la musica che ascoltiamo, o quello che leggiamo o guardiamo. Evitiamo la compagnia pagana!

Dio ha creato il popolo di Israele come suo possesso particolare, come un popolo che doveva essere consacrato totalmente a Dio.

Dio ha creato noi, in Cristo Gesù, come suo popolo santo, un popolo totalmente consacrato a Dio.

Ricordiamoci chi siamo, dedichiamoci interamente a Dio!

Ricordiamoci che quando camminiamo in ubbidienza, per fede, Dio ci darà vittoria! Camminiamo nella via che Dio ci indica, e Dio ci appianerà la via.

Viviamo per il Signore che ci ha creato per essere un popolo consacrato a Lui!