un sermone da Aiuto Biblico

La dedica per la tesi di Nunzio Acacia, un collaboratore di Aiuto Biblico.

I sermoni del pastore Marco vengono corretti da alcuni collaboratori di AiutoBiblico, soprattutto dal fratello Nunzio.
Nel 2010, Nunzio ha conseguito un dottorato di ricerca ed ha scritto la dedica che riportiamo in questa pagina come prefazione alla sua tesi.
Vi invitiamo a leggerla e a meditare sulle chiare verità in essa presenti.

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Dedica e Ringraziamenti

di Nunzio Acacia

“In questo è l'amore:
non che noi abbiamo amato Dio,
ma che Egli ha amato noi,
e ha mandato suo Figlio
per essere il sacrificio propiziatorio
per i nostri peccati..” (1 Giovanni 5,14)

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Per tutta la Gioia che hai messo nella mia vita,
per tutto l’Amore che mi hai donato
per tutta la Pace con la quale hai inondato il mio cuore
sempre Ti seguirò, sempre Ti loderò,
sempre Ti servirò, sempre Ti amerò!
Mi hai cercato
quando non sapevo di aver bisogno di Te.
Mi hai mostrato la mia malattia
quando pensavo di essere sano.
Ti sei fatto trovare da me
quando non sapevo come conoscerTi.
Mi hai sanato con le Tue lividure
quando ero morto nei miei peccati!
Se mi hai fatto morire al mondo
è perché vivessi per sempre
Dove andrei se Tu non fossi con me?
Chi mi indicherebbe la via? Chi guiderebbe i miei passi?
Chi mi sosterrebbe nelle prove? Chi porterebbe i miei pesi?
Tu hai curato le mie ferite
quando subivo violenza,
mi hai tenuto in piedi
quando non potevo essere nemmeno in ginocchio,
sei stato la luce dei miei occhi
quando intorno a me c'erano solo tenebre,
sei stato la forza delle mie braccia
quando non potevo nemmeno levarle a Te,
sei stato la voce che ha parlato al mio cuore
quando non riuscivo a sentire nulla;
lo hai guarito da profonde ferite
quando pensavo che nessuno potesse farlo.
Sei stato il mio amico migliore
quando conoscevo l'amarezza del tradimento,
mi hai parlato con Verità
quando intorno a me c'erano solo menzogne,
mi hai riempito del tuo Amore
quando l'odio si abbatteva su di me,
hai aperto i miei occhi
per farmi conoscere chi mi circonda,
hai bisbigliato alle mie orecchie
per farmi comprendere oltre le parole,
mi hai insegnato a perdonare tanto
come tanto mi è stato perdonato,
sei sceso fino a me
quando non riuscivo a venire a Te,
hai rialzato il mio capo
quando il mio viso era abbattuto,
hai asciugato le mie lacrime
quando inondavano il corso della mia vita,
hai costruito per me una via
dove una via non era nemmeno pensabile.
Se Ti ho chiesto un amico
mi hai dato un fratello,
se Ti ho chiesto serenità
mi hai dato la Tua Pace,
se Ti ho chiesto una parola di conforto
mi hai dato la Tua Parola,
se Ti ho chiesto una vita migliore
mi hai dato la Vita Eterna.
Se hai chiuso una porta davanti a me
mi hai spalancato un portone,
se hai intristito il mio cuore
è perché andavo ripreso,
per ricondurmi a Te
perché fuori di Te io di mio non sono nulla
e tutto ciò che sono in Te
lo sono perché Tu mi ami.

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Comprendo bene che chi leggerà queste parole non potrà afferrarne il significato nella loro essenza e nemmeno io stesso lo avrei potuto prima che il Signore Gesù si rivelasse al mio cuore e mi donasse il Suo Spirito e la Sua Salvezza, cancellando il mio debito con Dio e dandomi a Lui pieno e libero accesso, eterna ed imperitura comunione.

Ho sempre sentito parlare di pace, di amore, di gioia sin da quando ero bambino e ringrazio Dio perché anche queste cose non sono mai mancate nella mia vita. Spero e credo che anche voi ne abbiate sentito parlare e ne abbiate goduto o, meglio, ne stiate godendo.

Tuttavia la pace, l'amore e la gioia di cui dico ora nulla hanno a che vedere con la Pace, l'Amore e la Gioia di cui ho invece parlato in precedenza e che ho potuto conoscere solo quando ho conosciuto e ricevuto Gesù perché è in Lui che risiedono ed è Lui che le dona.

La ragione di ciò è che queste cose di cui dico hanno solo lo stesso nome di quelle che umanamente abbiamo conosciuto e di cui abbiamo goduto o godiamo: esse stanno fra di loro come una moneta autentica sta alla corrispondente falsa. Le prime sono realtà concrete, le seconde ne hanno solo la parvenza.

Anche quando parlo di Gesù non sto parlando di una religione, non parlo di una chiesa ma del figlio di Dio, Gesù il Cristo, l'unica e sola Parola di Dio vivente, l'unica Via, l'unica Verità, l'unica Vita Eterna.

E quando dico conoscere non uso un verbo inappropriato bensì adattato perché parlo di una conoscenza non materiale bensì spirituale, di un incontro che si è sviluppato per mezzo delle pagine della Parola ma che è andato ben oltre con il riceverLo concretamente in Spirito.

Il mondo non conosce la vera pace, non sa cosa sia il vero amore e non dona mai una gioia duratura e che vada oltre le circostanze.

E questo è vero sia che i sentimenti citati ci vengano suggeriti dalla materialità, sia che essi siano suscitati da un più “nobile” sentire umano per via dei rapporti con altri esseri umani o per quelle che chiamiamo buone azioni. E se questo è comunque il meglio della nostra esistenza, che dire a riguardo di un cuore lacerato o uno spirito abbattuto? Chi potrà sanare il primo o rialzare il secondo? Nessuna parola umana, nessuna presenza umana, nessun conforto umano possono fare tutto questo.

Un senso di vuoto accompagna sempre l'esistenza dell'uomo e quando sembra che siamo riusciti a saziare il nostro cuore con cose materiali e sentimenti, esso continua a chiedere e a chiedere... e a chiedere! E il nostro occhio non si stanca mai di guardare... e, ugualmente, l’orecchio non smetterebbe mai di udire! La legge di Dio, perfetta in giustizia e bontà, interamente Santa come il Suo creatore, palesa lo stato di malessere del cuore dell'uomo che è insanabilmente malvagio e non smette mai di bramare, di desiderare ma anche di invidiare, di odiare, di portare rancore, di partorire malizia e omicidio. I nostri vani sforzi di fronte a tale legge non fanno altro che manifestare la cruda e dura realtà dei fatti: il cuore non è un paziente curabile, deve essere estirpato e sostituito o renderà noi infelicemente incurabili... abbiamo bisogno di ricevere un cuore di carne! Non siamo peccatori perché pecchiamo, piuttosto pecchiamo perché siamo peccatori. E l'unica cura a tutto questo è riconoscere che non abbiamo nulla di nostro da offrire a Dio se non i nostri stessi peccati che sono poi quelli che ci tengono separati da Lui assieme alla nostra stessa natura da cui essi vengono partoriti. Occorre un'opera nuova, occorre nascere di nuovo. Siamo morti spiritualmente e dobbiamo rinascere di acqua e di Spirito. E, per farlo, occorre riconoscere tutto questo e dire a Dio: solo Tu sei buono ed io mi rifugio in Cristo!

Finché non lo faremo non sarà possibile colmare il vuoto che sentiamo sempre dentro la nostra anima e tale esso resterà sempre fino a quando non verrà riempito con la cosa giusta.

Lo sentiamo presente momento per momento, ora per ora, giorno per giorno... è come il pezzo mancante di un puzzle al posto del quale qualunque altro pezzo sarà inadatto... troppo largo, troppo stretto, con forma differente... .

Non è possibile riempirlo con le cose materiali, non è possibile farlo con amori, affetti, sentimenti e sensazioni terrene, di qualunque tipo e natura essi siano.

Quel vuoto non è materiale e non è un sentimento, benché colmarlo regalerà sensazioni e sentimenti meravigliosi, non descrivibili con parole umane perché nemmeno umanamente immaginabili se non prima provati e vissuti e di certo ineguagliabili.

Il vuoto di cui parlo è un vuoto spirituale e solo la presenza dello Spirito di Dio può colmarlo.

Nulla ha un senso, un effetto e un valore eterno e che prescinde dalle circostanze se non accettiamo la giustizia di Dio in Cristo e se non sottomettiamo a Dio la nostra intera esistenza, dichiarandolo supremo nella nostra vita e cioè nelle decisioni, nelle scelte, nei comportamenti, negli affetti intimi, ovvero se non gli doniamo il nostro cuore, stanza per stanza, angolo per angolo fino al punto da poter veramente dire: non sono più io che vivo ma Cristo vive in me! Dobbiamo nascere di nuovo e poi sbarazzarci di noi stessi, del nostro vecchio uomo, per entrare in completa comunione con Lui e santificarci: il Suo sangue ci purifica da ciò che abbiamo fatto e lo Spirito ci libera da quello che siamo!

Chi legge non deve provare a quantificare la portata, il valore e la bontà degli effetti che la riconciliazione comporta sull'essere umano né dei doni che ne conseguono e di cui parlo perché non potrebbe farlo se non dopo aver fatto l'esperienza stessa della nuova nascita che unisce a Cristo e rappacifica con Dio. Sono infatti cose spirituali e solo spiritualmente si possono giudicare e comprendere.

Piuttosto, per gustare ciò di cui parlo, deve guardarsi dentro e riconoscere che quanto dico corrisponde alla sua condizione attuale se non è in Cristo! E poi fidarsi di quello che ho scritto, ovvero di ciò che la Bibbia dice, perché solo dopo essere rinata la creatura umana potrà gustare vero Amore, vera Pace, vera Gioia e potrà riguardare a tutto ciò che è umano, dagli affetti alla materialità, con gli occhi e la mente di Dio per dare a loro la giusta dimensione, il giusto valore e goderne pianamente con la Sua benedizione.

Ogni buon dono viene da Lui ed ogni cosa buona di cui abbiamo bisogno non ci mancherà! Neppure le prove e la riprensione perché sono cose buone e desiderabili in quanto impartite da un Padre che ha cura dei Suoi figli e li fa crescere con disciplina nella Sua conoscenza e nella fiducia verso di Lui.

Tutto questo ci renderà ben presto consapevoli che lo sperare in Cristo non è limitato a questa vita soltanto perché non vogliamo essere come i più miseri degli uomini ma, godendo di ogni buon dono che da Lui viene e crescendo nelle Sue vie, sapremo pure che un giorno, quando Gli piacerà, potremo godere con Lui per l'eternità.

Prego affinché chi legge possa considerare un dono prezioso quello della grazia salvifica di Dio per mezzo di Cristo Gesù e voglia accettarLo come Salvatore e Signore, anzitutto per poter ricevere perdono e Vita Eterna e, in secondo luogo, perché tutto ciò che avviene sotto il sole, per tutti i giorni della nostra esistenza terrena, è e resta vanità, anzi vanità delle vanità, se Dio non è supremo nella nostra vita.

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È solo alla luce di ciò che ho finora scritto che posso pienamente essere grato al mio Padre Celeste per questo ennesimo, immenso dono che mi viene elargito dalle mani a me più preziose, le Sue, e lo ringrazio con tutto il mio cuore per questo perché fa parte della perfetta e umanamente maniacale cura che Egli ha per me, della Sua infinita bontà che Egli ha riversato nella mia vita per i meriti di Cristo, iniziando un’opera, anche materiale, che porterà a compimento e di cui questo traguardo raggiunto rappresenta un prezioso ed utile tassello, ancora necessario per il mio cammino terreno ma soprattutto perché mi dà occasione di conseguire il fine per il quale ogni Suo figliolo ha ragione di esistere e a cui deve aspirare giorno per giorno, cioè quello di glorificarlo come Egli merita per tutto ciò che ha fatto, fa e farà.

A Dio Padre, per mezzo dello Spirito, rendo tutta la lode e la gloria che a Lui solo appartiene in Cristo Gesù, unico e solo Salvatore e Signore della mia vita. Amèn!

È nel Suo immenso amore e con la gratitudine che Egli mette nel mio cuore verso le persone che mi hanno consentito di raggiungere questo traguardo, che voglio anzitutto ringraziare con grande riconoscenza e stima il Professore Fortunato Neri per avermi dato la possibilità di lavorare nel suo gruppo di ricerca ma anche, con affetto, per i suoi preziosi suggerimenti, per i suo consigli e per la sua guida.

Allo stesso modo ringrazio il Dott. Giuseppe Currò per i suoi importanti suggerimenti e per la sua sempre totale disponibilità e cortesia.

Ringrazio di cuore anche il Dott. Francesco Barreca per avermi, con pazienza e competenza, aiutato ed instradato nella mia attività di ricerca, oltre che per essersi mostrato un buon amico e un ottimo compagno di viaggio. Con lo stesso affetto ringrazio di cuore anche il Dott. Salvatore Spadaro per i preziosi suggerimenti, per aver condiviso tanto con lui, per avermi dato molto, umanamente e professionalmente, e per la fraterna amicizia che ci ha legati e ci lega, nonostante il così breve tempo di conoscenza. Ugualmente, mi sento di ringraziare la Dott.ssa Donatella Spadaro per la sua preziosa, simpatica e fraterna compagnia e per aver condiviso, con gioia e allegria, momenti lieti e meno lieti, fatiche e gioie, per grandissima parte di questa avventura. Ringrazio tanto anche la Dott.ssa Enza Fazio che mi ha seguito affettuosamente e premurosamente nei primi tempi di questi tre intensissimi anni e dalla quale ho imparato a muovere i primi passi nel mondo della ricerca. Ringrazio molto il Dott. Enrico Barletta con il quale ho condiviso parte di questa avventura scientifica ma che è restato nel mio cuore soprattutto come amico oltre che come collega, per la bella persona che è. Ringrazio di cuore la Dott.ssa Mariangela Latino, con la quale ho condiviso parte di questo triennio ed alla quale mi sento legata da una sincera e fraterna amicizia. E ringrazio tanto pure il Dott. Francesco Toscano che si è dimostrato essere, prima di ogni cosa, un ottimo amico, pur avendo lavorato assieme per breve tempo. In ultimo, ma non per ultimi, voglio ringraziare di cuore tutta la mia famiglia per avermi dato e perché continua a darmi con amore molto più di quello che realmente merito e, di materiale, ben oltre di ciò che è nelle loro possibilità. E mi sento pure di ringraziare con profonda riconoscenza, nell’Amore di Dio, tutti i miei fratelli nella fede ai quali sono unito da un forte legame spirituale. Fra di essi, in modo particolare, voglio dire grazie di cuore ad Angelo, a Francesco, a Luca e al pastore Marco per la loro presenza nella mia vita (ciascuno secondo le proprie concrete possibilità e secondo il loro cuore per me), per il loro incessante incoraggiamento in ogni cosa, per il loro concreto esempio di vita e per il caloroso fraterno affetto di cui mi sono generosi e spontanei elargitori.

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